45 del suo sigillo l' avvilimento e lo sfacelo prima di Roma imperiale, indi di Roma papale, e non ha rinunziato al pro-- posito di apporre il suo segno alla terza Ro1na, alla Roma del popolo italiano. · Giacchè se il vecchio impero è spento, non sono spente ancora del tutto le sue tradizioni ecclesiastiche ripullulate sul tronco della monarchia costituzionale. I t empi sono però radicalmente mutati. Sulla società europea è passato il soffio della Riforma e dell' ottantanove. Se il mondo romano perì nell'Impero il mondo cristiano agonizza nel Papato. Una nuov~ èra di vita si affaccia alla coscienza dei popqli e attorno all.a sua culla, che sorge fra quelle duo tombe gigantesche rome un fiore tra due sepolcri, si vanno elaborando gli elementi di una civiltà che raccogliendo da una parte l'idea del diritto dall'altra l'idea del dovere lavora ad armonizzarli insieme en1ancipandoli dalle violenze della spada e dalle insidie del domma per farqe, ailspici la Libertà e l'Associazione, la leva poderosa . dell'avvenire. Eppure la Monarchia è venuta qui a rovistar e fra le 1nacerie dell'evo medio le vecchie insegne dei guelfi e dei ghibellini, e dopo cinque secoli di conquiste civili che hanno sepellito due cadaveri - .l'Autorità della forza incarnata nel Diritto Divino e l'Autorità del domma incarnata nel Papato - ci troviamo ancora di fronte ad una larva di dualismo tra la c1~oce del Vaticano e la spada del Quirinale che si contendono le sorti d'Italia, ma che com· battendosi aspirano tacitamente a dividersene il dominio materiale e il dominio morale. I preliminari di questo concordato, latente fin' oggi e misterioso, vennero testè publicaip.ente segnati sopra il feretro regale. Chi ci assicura che la ratifica non sarà fatta sopra il feretro pontificio ? Chi ci affida, in mezzo a questi accordi taciti, insidiosi, è il convincimento che nelle due tombe regali testè dischiuse SOl}~ d.iscesi materialmente due uomini, moralmente due Istituzioni: Il Papato e la Monarchia.
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