Agostino Bertani - Discorso pronunciato al banchetto offfertogli dai suoi elettori ...

l. f , ., DISCORSO DI AGOSTINO BERTANI DEPUTATO PER RIMINI PRONUNCIATO AL BANCHETTO OFFEJ1TOGLI . DAI SUOI ELETTORI LA SERA DELLI 8 GENNAJO 1877 -co- \

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• DISCORSO DI AGOSTINO BERTANI DEPUTATO PER RI1\1INI PRONUNCIATO ' AL BANCHETTO OFFERTOGLI DAI SUOI ELETTORI LA SERA DELLI 8 GENNAJO 1877 -oc-

• Edizione riveduta dall' oratore Rimini 26 Gennajo 1877 - Tipi Albel'tini e C.

- Signori! Ringt·azio tutti voi, Elettori, qui riuniti e gli assenti , che concol'sero con voi a rinnovarmi l' onoee di essel'e il vostro Depu tato. • :Mi congratulo vivamente, in nome dei diritti e delle libe1·tà popolari, co i Non Elettori per la p~u·tec ipazione all'ultima lotta politica, e li ringt·azio pel' i pubblici sufiragi, che mi accordarono coi loro vigorosi manifesti. E tutti riogeazio gl'individui e le associazioni per la festosa accogli enza, che eblJi nella vostl'a patriottica città. Ed ol'a eccomi ft•a Voi ancora una volta, colla mutua certezzn, elle io r~lppt'esenti quella fede politica, che ci ha riuniti quando, a Voi personalmente ignoto, vi era solamente assicueata la sinceeità c la mia costanza i n essa. ln questi tempi di meditate evoluzioni era impt·escindibile ed onesta necessità, che fosse a tutti palese l'assoluta indipendenza vostra nel voto ft•a le politiche simpatie e le avversarie pressioni ; c per ciò appunto io non credetti opportuno recat·mi ft•a voi prima de1le elezion i. Rimini nella fama italiana che l'onora, meritava questo ossequente riguardo, e fu dove•· mio il mostt'arlo.

-4Et·a debito di onot·e quello, che fu ampiamente interpretato c suffrag3to da voi; posciachè la vostra lotta sostenuta pc l' la mia elezione contro nvvcrsarii noti cd antichi, e contro nuovi, inattesi e possenti, e la vostra vittoria contro tutti mi rassi'curat·ono una volta ancot·a, che non vi furono recipt·oche concessioni , o tran~azioni ,di oppot·tunità, · ma affermazioni jnvece, nell ' uomo prescelto, delle vostre polilicl.te convinzioni (app lausi) Non è vero ? ( voci - È vero è vero. - ) Se un eminente Deputato toscano reputava, che innanzi le elezioni il suo silenzio fosse d'oro, eppu r nol tenne, voi, Elettori miei , col vostro roto incontrov(?rtibil11wnte spontaneo provaste, che il silenzio mio fu d'oro dav\'ero e, Yincendo con esso, avete vintole promesse d'altro oro. (applausi ) Ed io ne vado lieto e su perbo, e in vo i effondo oggi ancora l' auimo mio come deputalo galantuomo, e come ci ttadino repubbli cano. ( ctpplausi unanimi e prolungati). Ben disse l' onorevole Cr·ispi, che non si vuole Ja trasfonnazione dci partiti, ma l' cpu/razione degli uom ini che li compongono,. scegliendo quelli , che abbiano il coraggio delle prop rie opinioni. E noi questo lt'anquillissimo cornggio l' abb iamo. - Non è vero?- ~ ( è vero! è vero! grida unive,~sal i) Epurandoc i, noi saremo più omogenei, più compatti e più fotti - la coer·enza nei principii e fm gli uomini che li dichìar·ano e professano, e la costanza nelle azioni sono le nostre armi di precisione - facciamol e valere coll'esempio; e la lealtà nel carattcr·e e nella condotta cstendeeà le simpaLie per noi, ci meriteeà l'avvenire. In mezzo a tanto rinnovamento e nuovi entusiasmi di politiche ere- ~ denze, e di officiose adesioni , in così varia e ri gogliosa generazione spont3nea di progressisti, i quali gridano noi esagerati e sovversivi , e ci intimano oggi Ja resa, debbo dirvi , me lo ~onsentirete, pochissimo di me, poco del passato, che tutti conosciamo; ma vi dirò dei più recenti giudizii eli autorevoli persone sul partito repubblicano·; dei suoi doveri nel presente, delle sue proposte pel futuro, e - lo tolJer·ino in pace gli avversaei - ricordet'ò altresì la sua provata lealtà) la sua longanimìtà, infine la virtù riconosciuta di quel partito, che, nei tempi aspettati di burrascose passioni, può annunciarsi fin d' ora come simbolo di pace, il Oor co1~àiwn 'dell' Éra novella.

-5Io ho sulle labbra oggi quello, che ho sempl'e nutrito nell' animo, negli studi, nelle tempestose vicende della vita, che ogni intelletto veggente prenunzia, ed educando aspetta. · Io ho sempre rispettato nella p1ro'la giurata la sanzione dei plebisciti, ma non ho mai abjurato la mia fede, che è il mio conforto, la mia speranza, la mia luce. Non io, provetto nelle intricate faccende umane, eppet'ò facile profeta fra voi Ol' fa un anno dei cambiamenti avvenuti nel govet·no, vonei inconsultamente precipitare il divorzio fra un Lene convenzionale e per sua natui'a caduco, e un bene universale e imperituro, finchè segna fra di essi l'accordo. Th'la non io posso . chiudere gli occhi della mente al progt·esso àccelerato che la nazione pereo !Te e, rispettando, incalzando con opera fruttuosa il presente, non aprire l' animo ad un più vasto e ptìt florido avvenite pet· la patt'ia mia. (applausO E di me basti, o si gnori, poicilè oramai tutto quanto io possa, mercè i vostri voti, non sarà nel futuro che opera comune con voi. ~Ia [l voi reco una sttana novella: noi non siamo piLl gli utili a11cati Lli un dì, noi siamo oggi sospettati, vigilati, rejetti. Udite, udite: sono istruttive amenità, e amene assurdità contemporanee. (ilctritù) Nell ' Ottobt'e 1875 un onorevole, noto repubblicano, fu tenuto p et' conveniente diacono accanto all'oratore nel banchetto eli Stl'acle11a, ma nell' Ottobl'e '1876 si è pontificato colà senza l'umile e forse inopportuno levita. In quel banchetto si corse c ricorse dal Yationabile obsequùm~ fino nll' excelsior, cui sol 'raggiunge il /col d' Aqu,ila audace, e noi fummo posti fuori schiera, appunto accusati di /voler volare. (applausi) Ed io domando all'Italia, se in questi suoi primi anni di vita nuova vide e appt·ezzò mai fantaccini più tenaei, e modesti acl un tempo, che~ spingendosi innanzi nei pericoli e ricacciati indietro dopo la vittoria, si ritraessero malconci, eppur contenti, di aver dato speranze e pazienza m olocausto di un'idea che progrediva e progl'ediva. Chi volò, o Signori, abbandonò i nostri rang.hi, e cercò altrove Je

-6al i; c noi, sempre generosi , au guriamo che il calore del sol d' agosto non gli abbruci pl'csto le dorate penne. ( ilalj·ità, a.pplaztsi prolungatissin~i) Voi avrete letto sui giornali, ri \'C la tori cl i propositi governativi, che, fra un candidato moderato e un r·epubblicano, il governo per le ultime elezioni a\'rebbe preferito quello a ques to. E av rete sentito ancora, se pur la facezia attribuita a SaLii fosse attendilJi!e, che l'avvenimento al potere di uno, che fu dei nostri, csorcizzerebiJe per un secolo la repubbli ca in Ilalia. Saffi smentì la cot·beùeria, ma la mo rale sua qual era? O che quel ministro avrcLbe tante) operato per· la libertà da disarmarne il pat'Lito repubblicano , o che l' avrebbe combattuto da metterlo in letargo per cent'anni. Un uomo di spada e già d'immenso potere cnò quando volle far· da profeta, mcttcuclo a termi ne ùi cinquant' anni l' alternativa fra la repubblica o la domin~z ione cosacca in tulla Europa; ed io credo, che nou sa rà piLt fo rtunato e Yet·itiero il profeta min9re; poichè, se h civiltà europea scongiurò il primo vati cinio, e la Fran t.: ta stessa trorò a capo di poco oltre i cinquant'anni 1:1 sua salvezza nella repub])]i ca, in Italia, sè ln rcprcssiollc o grossi errori del governo non l'ai utino, questo si può val icinare, che la repubblica non verrà pe1· sorpt·es3, ma per l' indeclinaòile progresso sociale, a cui tutti lavoriamo , e di cui nessuno può n1isurar0 il pnsso. (apph1;usi prolungati ) L'onorevole Sell a chiedeva nel suo ultimo discorso clcltorale al nuovo Ministero: se ancora si sarebbe esso giovato dell'appoggio ùei raùica1ì; e l'onorevole Pcruzzì più ardimentoso, accennando alla Lega cl emocnltica, la accomunava col partito clericale ; e così d' accordo quegli onorevoli esclamavano ad una voce, elle coi due partiti , da loro onestamente accoppiati, non transi geranno mai , perchè mirano a disfar·e l'Italia , e sovr' essi reclamarono la repressione. Qui in Rimini stesso il partito avversario ha pubblicato, che il nostro trarrebbe il paese su un fatale pen:lìo, e a scJngiul'arne i danni invo- , cav·a, come in supremo cimento, il concorso alle urne dci moderati, dei clericali , dei governativi; eppu1·e fu vinto senza feno e senza oro. (app lausi ) E ancora non è finita la nostra Iliade - udite, udite; noi siamo stati giudicati sinistri inorganici propeio da colui, che, rompendo Je

-7 file dell'antica maggioranza, rappt·esenta oggi buona parte della nuova, organizzata coi sinistr·i; da colui, che, veggendo per lucido ingegno il bene c il vero, tt·emula senwre fm il dubbio e l' incertezza, o precipita le decisioni; da colui, che, acuto sct·ittore, riconosce che anche acl un gernw, nella fecondità pol-itica va consentito il di1"itto eli rnostra1"Si, eli cdtrarre a se gli ~len~ent'i ctf{inl:, di provarsi alla vita, o altrimenti pensando, bisognerebbe decrftare la pe~rifica.6ione clei partiti e l' -infecondità del cervello nazionale. ( ap1Jlausi ) E con queste teorie sanissime della natura fisica e morale, dopo tante nostre manifestazioni di vigot'e c attrazione di consensi, dopo tnntc prove di splendida esistenza, noi non siamo reputati germi fecondabili, noi siamo elementi inoi'ganici. - Rassegni amoci ttmici ; il nostro partito è pett·ificato, il nostro cet·vello è infecondo e, quello che piLl mi accora, non è nepput'C un cervello nazionale. ( ilarità) Con questo facile e rapido esame delle sette clichiat·azionì più importanti fatte dagli uomini pilt influenti nella Cameea, vi ho abbozzato il quadro della considerazione, SI}. cui possiamo contare, di buona parte di essa. :Ma~, siamo giusti, esaminiamo anche la nostra politica coscienza c, giacéllè non possiamo illuderci sui giudizi pronunziati, fa cciamo pubblica la confessione che gioverà alla storia - L'asci.) ]ti l' ltalia c, dopo d i essa, ci assolva o condanni. Lasciamo addietro i fasti gloriosi prettamente repubblic~w i di Venezia c di Roma nel 1819, fJsti , che pu1· testè, con auJcronismo che offende la ' glo!'ia di quelle opet·e c l'indole dei nuovi tempi, diedero luogo a predicati e titoli e blasoni, pascolo soltanto di senili vanità. (applausi) Rammentiamo invece come pt·ove ineccepibili de1la nostra patt·iolti ca ,. non mai partigiana condotta, che, allorquando dieci anni dopo il Piemonte, sicuro dell'aiuto di Napoleone III0 , dichiarò all'Austria la guerra, l\1azzini, con distinti amici, da Londra ci distoglieva dal prendervi parte, perchèindetta da una monar·chia e aiutata da quell'imperatore che .ci avevJ tradito a Roma; c i repubblicani in llalia, con molti dei prutestanti ùi Londra, si arruohuono invece in ogni rango di ·combattenti, e si costituì quel corpo dei cacciatori dell' Alpi, che lasciò un nome nella storia dc-i volontari italiani. Dur·ante quelìa breve campagn~ noa ci mancarono invet·o le insidiose offerte di quell' impel'atore, che furono nobilmente respinte, e n )i, posate 1e·

-- 8- . armi, durammo vit'lualmente uniti , e fu composta la gloriosa falange dei .mille c si aiutò con ogni possa quell'impresa, senza discutere mai suJla • bauùi era, che Garibaldi innalzò per debellare il Boebonc. (applausi) Nell e mi gliaia di lettet·e e pl'oclami, che corsero in tutta Italia fra il Comitato Centrale di Soccorso a Garibaldi cd i Comitati di provvedimento, non una parola può trovarsi, che altetasse la concol'dia negli intenti c nelle opere, suprema necessità eli quei giorni gloriosi. (bene) E le cento associazioni Eman'Cipatrici, del pari da me fondate, non rhbero ~llro in mira, se non di mantenere accesa la sacra fiamma, e serrate le file dci rolonta1'i pe1· la li berazione di Venezia e di Roma. (applaus2) Annunciata la guerra nel 186G, nuovi c rani conati tentarono distogli C l'ne i volontari i rcpubblican i, c noi tnt li inùossamrno divisa e stemma, e ci anuolammo, senza disputa :.tlcuna, sotto la b:.!ncl iera che i plebisciti avevano Llecretato; e tutti , obbedienti al duce, sgomberammo, fortissimi ancora cd umiliati, il Tirolo, quando credevamo assi cu1·ata quella robusta parte d ~ Italia all'unità della Patria. ( ctpp lausi) Nel l 867, nella brerc c tribolata campagna dell 'agro t'ornano, non un yessillo si contrappose a quello di :Ma1·sala; eppure fummo deliberata- ·mcntc calunniati , abbandonati, traditi e dispersi, peOpl'io alloraquando, noi di Monterotondo e :Mentana, peecursori sulla via sac ra c alle porte di Roma, g:Hemmo sta ti lieti di esserne cacciati fuori da colot·o, che vi avrem- ·rno str·ascinati dentro, ( applausi fragorosi e prolun,qati) pm·ch~ essi ,.i rimanessero, chiedendo un' altt·a volta, come nel 48, dopo le 5 giornate . di Milnno, perdono alle potenze eli ave r dovuto interrenire per pr.oteggel'o in Roma il papa e la civile Societa da un'orda di fanati ci repubblicani. ( atJplau,si tlJnaninti e prol-ungati) Noi rient rammo poscìa nel Parlamento, combattendo sempre nell ' Ot'- di oe ir·reprensibilmente legale , con~ sola norma, invcro non da tutti serbata ( aarità ), d i non essere tmppo facili alle transazioni. Eccovi, o signori, o avversari, eccoti, o Italia, il nostro stato di scrv i zio; eccoti la cronologia delle nostre cospir·azioni cd azioni clandestine pet· disfare la tua Unità; eccoti i pet·icoli aperti per la Patria dalla nostra Lega democratica, deplorata dall' on. Peruzzi; eccoti le tue molecole ino1·ganichc, che pur costituit·ono gran parte del tuo organismo; eccovi infine, o signori, gli uomini che vogliono volare. ( unani1ni, fragorosi , replicati applausi )

-9- · Ed ora, tagliateci le penne, gl'illate guetTa ai radicali, che assodarono nella terra d' Italia le radi ci della libertit ; rifìutateli come alleati, t'espingete pel'fino il loro consenso; reprimete le nostre libet·e manifestazioni; il momento ci è opportunissimo; dacchè, passanllo la volontà del paese, non tutta quella del ministero, attt·averso le ut·ne ancor rist relte, fu più che raddoppiato il numero dci radicali alla Camer·a. 'f;_\nt' è; un po' di lotta ci farà del bene, preservandoci dal facile quietismo latino. Che se per mestizia ùi t'impianti o presunzione di sapere e potere si tentasse mai eli comprimere il Wltut·ale elaterio del partito repubblicano, di malintenderlo od initarlo, gli si anticiperebbe quella coscienza di forza, che gli animi temperati aspettano dal tempo galantuomo (applausi); si affretterebbe la mat·cia eli quei fantaccini instancabili, che put· non vollero volare, e spingeeebbesi la locomotiva del progresso politico alla grande velocità. (applausi lunghi, f'ragorosi) E allora - che sa l'ebbe ma i di quella schiera, il cui capitano trovò che r avvenimento della Sinistra al Governo fu ùnproV?·so e non deside'rato ? e noi ·condannò coi clericali come scompositori dell'Italia ? Col )li o ,çQloro, d' ingegno acuto e di p rudente incesso, mettono fuori i tentacoli, e tit·ano dietro il guscio per assicurarsi il passo innanzi, e sopratutto la ritirata. (ilarità) Non allarmiamoci adunque per essi, che sanno l' arte finissima del n1ondo e, se mai fossero colti da maggioei avvenimenti improvvisi e non desiderati, _innanzi gittaesi per· disperazione nell' Arno, accetterebbero di essere ministei anehe della Repubblica (applausi prolungati ssinzi). Ciò, che loro sembrerebbe assurdo oggi, sarebbe perfettamente logico per essi domani. E noi! Confortiamoci. Noi veniamo eli buona scuola, giova ripetercelo ogni dì , ad ogni grido di guena che ci si intima: Le nostre_massime, che ci legò ultimo Mazzini, sono progressive e moralizzatricì. I nostri maestri sono sovrani, che governano gli spiriti dall' lll'na e cl insegnano : Che un popolo, che non stmta la di gnità e la forza dei suoi diritti, è debole, e facilmente può perdere la libertà: Che, se la potenza di faee il bene per tutti ne uguagli la volontà, l'animo umano non domanda altro cielo; e perciò noi inculchiamo al popolo, che volere è potere e, mit·ando all ' excels1'or, non vogliamo retl'ocederc.

-10- · E questo sappiamo dalla Storia, e cel ricorda ancora Mazzin i: che ch iunque tenta distruggere una istituzione prima del tempo, e quando il paese ùeriva moto e vita da essa, non può riesc ire, - e chiunque tenta perpeluare una istituzione col-p ita di morte, tenta cosa impossibile. E perciò noi eccitiamo la vita dovunque accelerandone il moto, esaminandone attenti i sr.gni d'ogn i ùì, pet' tastarne ogn i gio1·no la tempra, pe1· discernere l'ingombro del turgore vitale dalle ecchimosi mortuaric, e per trarnc infine auspici di rimeùi o di requie. Con questi dogmi amplissimi ed infallibili il paetito repubblicano, se tace, non abd ica. Esso si adopera con libera coscienza per· Hbene comune e, se giura un patto bilaterale, e ·onesto mantiene una fedeltà temporanea, se1·ba nel cuore una fede infinita. (apJJlà?-tsi) Fin qui dissi, o signori, per ispiega•·ci fra noi, e pe1·chè gli avversarii e il paese tutti comprendano con quali uomini abbiano che fare. Ed ora vol endo parlarvi dell' avven i1·e non vi dirò pi(ù, come or fa un anno: inoltriamoci nel buio delle eventualità fut ure: e senza ri cordare i li eti sogni, così presto svan iti, di una maggior~nza salda e sicura cui aspirava sei mesi innanzi cadere l'on. 1v1 inghetti- utile nwmento l- (1" larità) vi dirò aperto quali debbano essere i propositi di quella parte de1la Camera, a cui da dici assette anni appartengo, e che con linguaggio piu·1amentare fu detta estcema sinistra, o sinistra radicale. Ma permettetemi , o signori , che riposi per poçhi istanti la mente, che esamina e precorre; e ricordando come si usasse a metà dei lauti pranzi dat·e calma e nuovo tono allo stomàco ingorclamente impegnato col bere il punc alla romana, io pure, pèr riprendee lena e divaga 1·e scherzando, imiti una nuova e piacevole moùa introdotta dall' on. Depreti s, che interruppe a mezzo il suo discorso al bnnchetto di Strade1la per brinùare a Giove Ottimo Massimo; eppe1·ò concedete, che alla mia volta e sempre pe1· qnel1a giustizia dislJ'ibutiYa che ci incalza per· ogni verso,

1 t - senza nubi dorate d' intomo, beva a cose più mondane: - all'agognato lwne pet·ennemente insep:lrabile de11a Li IJer·tà e della Patria. (applausi 1·ivissi1ni) E scher·zanù.o ancora nel riposo, pt\giario dell'on. Depretis, che pr·endeva briosamente a confronto la soluzione del qnesit.o chinese circa la disputata esclusività del carb ::me, dello zolfo e del nitro nella potenza della polvere da cannone, per· dislri bui re con equa mano al concorso del Re, della de~ tra e della sinistr·a della Camera il pregio di aver fatto l' unità d'Italia, così io vi ripeta anche quest'anno, ri sol vt~ndo in moclo inappuntabile il mio quesito italiano: che, come i tre fattori pirici sar·ebbeeo sempr'e inet•ti senza quella recondita attrazione fra le diver·se molecole che cr·ea la forza, anche la nostra Unità e Indipendenza sa!'Cbbero un desider·io tuttora senza quella irresistibile pl'epoten'za, da tanti anni agguenita con ogni peova di ardimenti e martit•io, che fu la volontà nazionctle ( bene - applausi) Io m'inchino river·en te a quell'uomo, che i plebisciti pl'oclamarono Re d'Italia e, constatando, ch'egli non rinunciò mai, come altri disse, al Diritto Divino che tl'asmetterà nei titoli ai suoi sucessol'i, constato altresì apertamente, senza vieti encomii, come a lui piace, che egli aggiunse al suo titolo nuovo di Re d'Italia e rispettò la volontà della nazione, nella quale riconosco altrettanti diritti, cui fia sacrilego del pari chi attenti menomarae il significato, o ritarJiH'ne l'intero possesso. E senza scrutar pagine di stor'ia contemporanea o antica., adulando miracoli di uomo, pagine non avare di splendidi esempi i di lealtà , di senno e di martirio per la libertà , io affermo e proclamo in mezzo a voi, che per essa è impar·eggiabile davvero l'indomato amore del popolo Italiano, e impareggiabile è la sua temperanza nell' usarne. E alla libertà del nostro popolo io vi invito a bere. Evvi\'a il popolo d'Italia. (applausi) Ristorati co i b1·indisi equiparatori veniamo agli aiTari, ai nostri dover·i nella Camera e fuori. Il programma di Stradella tutto promette, a di\'erse e ignote scadenze e, un po' coll ' acqua benedetta del 1·aNonabile obsequium, un po' coi

- 12vapori esilaranti dell' Excelsior, noi non sapremmo, non dovremmo nè aiTrettare talune riforme, nè reclamacne di maggiori . :Ma dal detto al fatto col'l'e un gran tratto c « al vagabondar dei pensieri, dirò anch'io coll'On. Correnti, alla fosforescenza dr, li e fl'a si nessun mi glior corrett ivo, che quello di sent ire il peso specifico di ogni conceLto, il valore effettivo di ogni vocabolo >) e perciò noi dobbiamo dit' chiaro al Governo quanti siano, e quando, e come si vogliano soddisfatti i più urgenti bisogni, c i voti popolari. . E primo voto, e primo bisogno è la maggiore partecipazione del popolo al Governo, mediante l'estensione del sufft·agio eletto t'ale. (app lausi). Con questa lr-va solamente si potranno ottenet·e le grandi riforme da tanti anni vanamente reclamate; chè altrimenti, non illudiamoci, non è sperabi le, nè possibile avcl'le. Perchè gli Eletti abbiano la coscienza di far·e oper·a di nazione, e non di indi viùui, ben disse l' on. Marcora, è indispensabile, che spariscano le deplorevoli sproporzioni f1·a elettori e non elettori. ( applattsi) La Came t· a attuale rappresenta cr,ntoqual'antamila votanti sopra 500 mila elettori. Se questi saranno triplicati di numero, la nuova Came1·a avrà triplicati i suffragi e il popolo italiano triplicata l' espressione della sua volontà (applausi) Questa Camera, purtroppo, è, per sua fatalità di nascita, in p!lrte esautorata ; dacchè è in vista c promessa una più estesa manifestazione della sovranità popolare. , Bisogna affrettar·si adunque al compimento di quel voto. Promossa la speranza, promessa la riforma è impeuùente l' inùugio. Eppure di questa grande riforma, che fu buona scala per salire al potere, ·dimentichi o incauti , proclamàno adesso i maggiorj, che non v'ha urgenza di desiùerì. E pet· questa riforma nel ministero sonvi due programmi apertamente posti l' uno contro l'altro. Io non so ùir·vi qui davvei'O quale dei due possa acquistare pl'evalcnza; e mi confondo nel giudicare, se più si debba presUH' feùe alle parole, alle finne del deputato o a quelle di lui divenuto ministro. (applausi) Intanto il contrasto fra i due pt·ogelti divide la maggioranza, prolunga la sosta ; e questo solo io posso ùirvi pe1· me e cogli amici miei, fedeli al mandato degli elett ori, che faremo ogni sforzo, al fine di l'i mettere la

( . 13 Ll uistione all' orùine del giorno, e far sì, che le speranze e le p romesse, impegnate nel 1876, si compiano, obbligo di 1ea1tà per la sinistra radicale, nel 1877. ( applctusi) M1 allora, elettori liberali d' .oggidì ed elettori futuei , non si parli p:ù d'astensione - Codesto fatalismo mussulmano (bene) ·non risponde al pensiero eli Mazzin i, innanzi alla cui tomba, di dove spira alito di nuova rita ecl azione, pcrchè stanno prolungati ) stanno estatici alcuni ammiratori, che si credono fedeli, ' immobili. ( grandi fj'·agorosi ed ~~nanimi applaus1; N el campo della politica, a eu i partecipa la miglior parte della nazione, oltre quella del voto elettorale, si presentano ancot·a agli occhi nostri ùuc gt'iU1cli quistioni, quasi al pari intel'minn.bili c perturbatrici del vivere tranquil1o e civile in Europa, la quistione clericale e que1la cl' Oriente. · Il gran Oali;f{o c il Papa, ambidue possenti su largo numero di diversi fedeli, preoccupano i liberali in Europa. E mentl'e l'uno soccorre raltt·o di denaro nella santa guerra ·pcl Corano, riten ta presso noi suscitare col.l' cntusi::tsmo cattolico ogni imbarazzo al potere civile. In nome del:a libertà, 'che i clericali ottennel'o per l' istruzione nt~l Belgio, in Francia, c · vot'l'ebbero piena fra noi, e·ssi, come l' o'ffesero presso quei popoli ll'avagliati, la vorrebbero spenta, se loro riuscisse, in Italia e dovunque estendano il loro .fat:1le dominio. (applausi fragorosi) Un valoroso campione in questa lotta vitale per l'Italia, l'on. ~iorpur'go, eon molta penetrazionc osserva, che allorquando il domù~io delle coscienze ftpparti ene alla ch1·esa, lo Stato è abneno connivente; sotto un aspetto, esso f'ece delegazioni di potere, sotto 'Wt aUro, si è fatto stntJnento dell'altrui autorità. È questo il caso del primo articolo dc11o Statuto, che dà autorit.à ~pirituale superiore alla chiesa catto1ica, al Papa, al suo clero per essé\ sopra lo Stato civile. Togliete quell'autorità esclusi\'a, c lo Stato e i poteri civili saranno incontrastabilmente rispettati e obbediti. Se non si posso-no impedire le scuole private delle singole religioni e anche delle sette religiose, lo Stato innalzi il faro dell'istruzione laica c fondata sulla verità, che lutti illumini i suoi cittadini ; e la torre della

14scuola si elev i, a vista c confot·to del viandante, in ogni Comune, accanto, c pari in altezza almeno del campanile della chiesa parocchialc. ( opplaztsi) L'illustre Villar;·/, che <luoln1i assai non ave1·e più compagno in questo aningo alb Came1·a, nel suo recente discor·so elettorale gridava <c imperdonabili i liberali, che si lasciassero ancora mu·ctere daJle arti della fatale ge ra1·chia clericale, che tenta trasformàre la religione in una setta, che fa decadere gli studi, che opprime il cler·o minore, e con esso, misero e ~ogge tto, vuoi forma1·e un partitò politico, che non ha patria, e dapcrtutto combatte la patria d' ogni popolo )) (applausi· viv-issimi). Il Deputato :Morput·go e il p1·of. Villari, che sono due illust razi oni . del partito moùet·ato, nella questione clericale c nella sociale lo sa1·ebbcro clell' estrema sinistra. Noi , inve t·o, non sentiamo in Italia il bisogno espresso nel Belgio di avere vagoni di ferrovia distinti pei liberali c pci cl ericali; ma noi vorremmo nella C:-~mera assolutamente sepat·atc le due falan2;i; e se mai qual che cleri cale clnndest ino si frammettesse nelle nost re fil e, gli additct·emmo il separato compartimento. (fragorosi. e prohtngatissirni applausi) Libere siano aùunque le coscienze e le diverse chiese, e ri spettate tulte le J'Cligioni, e lo Stato sia sov rano in ogni competenza civile. Eccov i, o signori , in b1·evi pat·ole concluso il progt·amma dci ralli cali a:Ia Camera nella questione religiosa. Pct· la questione d'Oriente, iutticata d'aspirazioni a conquista, e di iunuenz.e c prepotenze, che sfrutt ano i sacl'i titoli delle nazionalità e della civ iltà, pare a me, che una bell:l missione spetti all'Italia, senza far da gradasso, nel consesso europeo , quella cioè di fa vorit'C le aggregazioni libere dei diversi popoli in una feùerazione per la mutua loro difesa, e aiutat·e in ogni modo la ricomposizione della nazione greca, che sola può csset·e la pt·atica gat·anzia di pace c di progresso civile in quelle celebrate un dì, ed ora desolate contrade. L' Italia, figlia riconoscente, paghc1·ebbe allora un debito secolat·e alla gr·an madt·e sua, l'antica civillà Greca. ·(applausi lttnghi e v ivi) . • o

- 15- :Ma d'altri interessi nostri interni; di quotidiane esigenze; che ri guardano .la materiale pr·osperità della nazione, io voglio e devo parlarvi. Se è vero che l'uomo non vive di solo pane, è altrettanto vero, che H pane ci vuole, e che in Italia si paga il 1nassi1no sul pàne, come affermò l' on. Depretis, e su altre materie di necessario consumo, e si paga il rninùno sui consumi voluttuarii. (applausi) Tristi~.sima ver·ità! che deve essere la base della rivoluzione economica, eu i deve intendere con instancabile volere il partito liberale. Signori, cos'è mai, e di che valore il pareggio in un bilancio ·di competenza, a petto della questione del massimo prezzo del pane, e della miseria materiale c inte11ellua1e di quasi due terzi degli italiani? Se pel nominale e vano pareggio, che un atto di ossequiosa accondiscendenza può alterar·e, (app lausi) si ammettono delle spese elle noi non eonsentiamo; si contano delle en trate, che noi non vorremmo; se si ti'ascurano delle fonti che noi reputiamo produttive; se si caricano gravezze opprimenti su i conati della prodnzionc, che pareggio è cotesto? Tant 'è fare un pal'eggio moral~, bilanciando la galera e la scuola, il giuoco del lotto e il lavoro, la virtù ed il vizio come contribuenti e retribuenti . l l sociali, e chiamarsene soddisfatti. ( unanirni fragorosi applausi) Usciamo d:1 questo fatale ootologismo che ci inganna, e cerchiamo i . . rimedi efficaci per il malessere, che crea ed espande un malcontento nelle città come nelle campagne, fra gl' impiegati dello Stato J.' ogni classe c funzione, ft•a i custodi delJa giustizia fta gl' industriali e i commercianti, fra i proprietari e gli operai della officina e della tena. Il lasciar fare e lasciar passare, comodissima, ma condannauilc teoria, ha snervato le migliori volont3, ~1a favorito l' indolenza e il fatalismo. Il popolo inglese, geloso più che altri mai della p1·opria liber tà e della propt·ia iniziativa, dopo lunghe prove e van~ aspettazione di provviJenza dal lascia1~ fare e lasciar passare, rinunziò allo Stato la sua libertà, di morire, ignorante cd inetto, per fame, per feubri e per indigenza; e gli 1.1a commesso il debito dell'istruzione obbligatoria, ddla ed ucazione sociale, 'la vigilanza operosa in tutta l'ampiezza del paese sulla pubblica sanità, sulla pubblica assistenza ai derelitti dalle forze e improduttivi, la repressione caritatevole e intelligente della mendicità; e sapete, signori , chi fu posto a capo del!' associazione pee Ol'ganizzare quei soccorsi? vi si poge

- 16l'istessa reginn d' Inghilterra con 11 duchi fr':l i vicc-pres'identi e 3 Vescov i e Glaclstone, S tans/'eld, Ruskin ed altri uomini illustr·i ; e sonvi comitati così di ffusi, che si può ormai di re, che ogni povera casa, per· diritto inviolabile come i palazzi ùei lord, fu visitata c soccol's::t nell ' interesse degli individui c del mir·abile compl esso di quella potente nazione. Cosi lo Stato inglese paga il suo res to di debito ai cittadini, dai quali esige anni di set·vizio, sostanze e sangue. Se ·è vero put' tr·oppo, che la carità er·etta a sistema cr·ea la dipendenzn, è vero del par·i, che in Italia non vi c indipendenza per le classi povere. La loro redenzione è pertanto il più ener·gico grido dei ri formatori, como proclama Morpurgo, e io, con piena convinzione, in mezzo di voi ripeto. E perciò vnolsi l'inchiesta agri cola, che ri veli le miserie silenzi ose c minacciose, c di che pane si nutrano, c quali acque bevano, e come alloggino e si vestano e crescano ignoranti , superstizi.osi, abbrutiti quegli obliati lavoratori della terra : e alle manifeste esorbitanze, alle :mti cllc ingiustizie si comi nci almeno a pr·ovvederc. E vuolsi un catnsto universale, che basi sulla equità distributiva 1' imposta , e ci dica qua nta tena e dovè e p~rchè rimanga incolta ancora in ltal i:1, e per qnesta si promuovano provvedimenti che ne favori scano od obblighino Ja colti vazione; giacchè il prodotto delle tcn c è patrimonio di tutti sul mercato (applausi ri1Jetuti) ; e siano condann::ltc le mnnimor te sotto qualunque forma si presentino di avarizia e indolenza, ( applansi ) Se altrellanto danaro, che ha speso l'Italia pel malandrinagg!o in Sicilia e pel brigantaggio nelle vrovincie Meridionali, fosse stato impiegato a far· case rurali e scuole industriali e asiJi infantili, noi avremmo ben altra soddisfazione a quest ' ora, che quella di cambiare ad ogni semestre . . i prefetti , o richiamarne in servizio i condannati, o mutare comandanti militari, e catturare o ammazzare un capo-banda. (applaus~') Col patrimonio di un milianlo e centinaja eli milioni delle Opere Pie in llalia, coi ventiquattro milioni che costano i car·cel'ati, i reclusi, i galeotti, oltre tutte le spesé della giustizia punitiva, noi possiamo ben pre.... tenderei che il bilancio della pubblica istruzione sia aumentato colla diminuzione di quell ' improdl.!ttivo dispendio. Noi possiamo ben pretendere, che un uomo laborioso ed onesto sia riabilitato nella sventura, c soccorso nella miseria con tanta provvidenza almanco, quanta si adoper·a pci condannati. ·

-17Noi vorremmo, che l'ozio fosse totalmente bandito da ogni prigione, e subentrasse da per tutto il lavoro moralizzatore; e il lavoro dei reclusi bastasse alla spesa, chè costano per castigarli e mantenerli. Benedetta la prigione calda, vigilata, non faticosa e ben nuclrita! lo sentii dirmi più volte da povera gente che, non trovando lavoro, fu colta a rubare poca legna, un abito vecchio, un pane, e fu impri gionata ; e di uno fta quella bo letto recentemente, che, tratto dal carcere a nuove assisie pel' violenze fatte sugli ultimi giorni della sua prigionia al custode che amava, questa sola scusa adduceva: Signori giudici, signori giurati, io conobbi la miseria prima di entrare in prigione, e di essa mi confortai solamente là dentr·o; epperò commisi il delitto per rientJ'arvi. La riforma del sistema penale clere andare adunque di pari passo colla istruzione, colla educazione popolare, coll' assistenzn. tl e11o Stato; e (Jllel ludibrio delle galere sia abolito. (app lausi ) Queste, o signo1·i, sono le sociali rifor·me, cui intendono con ogni cura i radicali, poichè acl essi principalmente, nei torbidi giorni, il popolo polrebbe chiedere severo conto delle loro larghe p1·omcsse. Noi, credenti nell' avreniJ'e, ce lo add ita l\1azzini, dobbi n.mo affretta rci a chiudere ogni Yat·co all'anarchia , sollevando la bandi era della nuoYa vi ta . Delle rifanne economiche la prima, c più urgente, sia l' abolizione Jel macinato (applausi fragorosi e pers1·stent,i) cd io applaudo alla lega iniziata pet' essa. - Chi più ha, e più può, deve sacrificare a chi non ha, e non può; predica antica, che dev'essere applicata nella giustizia umana. Per supplire, finchè ne duri il bisogno, all'entrata, che quell ' imposta, ogni dì bestemmiata, procina ali' erario, basti una m od i ca tassa, equamente staùilita sulla media proporzione di grani prodotti in sei anni , e suddivisa sui produttori. Giunta Ja somma nll' incasso odierno si anesti, finchè giovi gradatamente sopprimerJa - e a monte i contatori, i pesatori, le guardie, gli ispettori e i milioni e milioni parecchi, che costano allo Stato! ( applaus1')

18 Aù un'altra grande t•iforma economico-finanziaria si è accinto il nuovo governo - alla riforma del servizio ecl eset·cizio ferroviario. E pare a me, che posi qualche attenzione su questa difficile m:Her'ia, che due norme siansi da peeiìggere e indeclinabilmentc pt·oseguire - e l' una è di compiere le reti ferroviarie principali, promovendo e soccorrendo acl un tempo le linee secondarie, che per nuovissimi ingegni possono costruirsi con rilevanti economie, e possono altrettante procurarnc alle linee principali, pet·cor-rendole coi treni stessi di un nuovo sistema ridotto - e l' :lltra nor·ma sia quella, che, in qualunque combi naz ione finanziaria si faccia per le fenovie, non si oltrepassi mai il costo del 6 Olo l'anno: misura della rendita che dev'essere il nostro calmiet'e. L' nbilità del finanziere deve consistere in ciò solo , di affrettare i contratti quando la rendita nostra è alta, e questo momento è buono. Questo sappiate intanto, o signori , che nell' economia dell' esercizio ferroviario è ri posta una vigilata e gelosa California, da sfruttarsi una buona volta a vantaggio dello Stato e dei viaggiatori. (applausi) Per coronamento, o meglio assai per base del nuovo edifizio finanziario noi vogliamo l'abolizione de1la maggior·e enormità del governo dei moderati , l'abolizione del corso forzoso che, per recar vantaggio e appoggio al vacillante credito dell e banche, costò e costa tuttora alla nazione da 70 a 90 milioni l'anno, qnanti appunto ne occo['rono pet· sopprimere la tassa del macinato. (applausi) E non è temerità, nò vanità di plauso il proporre dinanzi a voi quell'abolizione ; no, o signoei : sono abbastanza istruito nel tema per dirvi, che un alto di tenace volontà può compiere in brevissimo tempo quella disteuzione, quando altro modo mancasse, con un secondo atto di volontà, ri scattando l' altra audace impresa finanz iaria, che fu la rcgìa dci tabacchi. (htnghi ctpplaztsi) No·n è qui tempo c luogo conveniente per entrare in particolarità, ma questo vi basti considerare, o signori che, sfruttando meglio quell' opima industria, in rapido aumen to; cessando la perdita sugli agi dell' oro nei pagando all 'estero per il nostro debito pubblico c pel' le pro v-

- 19viste delle mater·ie prime; e rinnovando i tl'attati di commercio, noi potremmo largamente pagare gli interessi e ammortizzare ogni anno una parte cospicua del capitale, non esot·bitante, che ci occorre, e che oggi, in tanta abbondanza di danaro timido ed ozioso, è facile trovat·e a buoni patti, poichè il nostro credito è solido in Europa. , « Le persone i~ politica sono fatti , c for·za i pensieri » saviamentc disse l' On. Correnti. Se così è, contate, o signori, su persone parecchie e decise a propugnare queste grandi riforme, questi essenziali provveJ imenti nella Camera e nel paese. Noi invocheremo rispel.tosi i consigli dei savi e prudenti, ma invochiamo altresì l'opera solerte dci rolenti. Ed eccovi riassunti i miei voti, che sono 1 rostri. Estesa la partecipazione del popolo al gover·no mediante il voto elettorale: Svincolata la coscienza religiosa dalle condannate pretese clericali sullo Stato: ·Assunta in Europa la missione emancipatrice di nobili razze da una schiavitil secolare, e acceso in Oriente un nuovo faro di civiltà colla nazione Greca riunita: Elevate le classi miserabili e ignoranti al sentimento della Patria, alla dignità di cittadini intelli genti, operosi, partecipanti ai fr·utti della nostra terra, ovunque coltivata, e pet'Ctò alla comune ricchezza: Eretto il dogma della reciprocanza di aiuto fra lo Stato · e i cittadini in riparazione del fatale lasciar fare, lasciar passare: Soppresso l'iniquo balzello sullo scarso vitto delle masse operaje e campagnole : Sollecitato il compimento economico delle nostre comunicazioni Jerroviarie: Riscattato il nostro credito, e liber·ate le nostre industrie e i commerci dal peso del corso forzoso:

-20L' ltalil potl'à di l'si a1lora avviata davvero ai migliori suoi destini, all'antica sua glol'ia. ( appla~tsi) E se noi rammentiamo, che il progt·amma dell'on. Presidente del Consiglio suonò talora timido ed incel'to, e parve in esso remoto l'intento o il desiderio di alcune fra le pt·incipali riforme, quel programma, del diminutivo Stt·aclella, · completato e rinvigorito da volontà pertinace, sulla guida dei nostri voti, apl'irà pil! larga e più faciìe strada maestl'a alla prosperità nazionale. ( applattsi ) A noi tocca, o Signori, di fat· sentire al governo la potenza della nostta unione, e la giustezza delle nostre idee; ed io ho fede che ci ascolterà, sorreggendo!o e confortandolo nel dinìcile cammino. Se altrimenti d i noi giudicasse, noi proseguil'emmo non astante, decisi nella via tracciata, senza lascia l'c~ deviare da lusinghe o minaccie. (bene!) La giovine Italia, è con noi, ed io vi invito a bere alla sua fede robusta nella Libcrtà. E permettete a mc di Lombardìa di recat·vi, o Romagnolì, il cordiale saluto di quella terr3, di quel popolo, che colla sua risoluta unanimità ha saputo disperdere in pochi dì un possentc nemico; che non ha piegato mai, mai alle sue seduzioni, come alle torture ai patiboli ascesi da quegli eroi del cuore, colla serenità di chi dà la vita per la libertà della patria. (applausi prolungati). Quel popolo si è ridesto ai vigorosi pl'opositi: ricàmbiategli i saluti fraterni, stringeteg1i !a mano nella mia e, se ritornassero i dì del cimento, contate su lui. Evvi va l'Unità dell'Italia. ( repl,~cate salve di prolungatz:ssùni applausi - Evviva Agostino B ertani .) • •

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