Agostino Bertani - Discorso pronunciato al banchetto offfertogli dai suoi elettori ...

-5Io ho sulle labbra oggi quello, che ho sempl'e nutrito nell' animo, negli studi, nelle tempestose vicende della vita, che ogni intelletto veggente prenunzia, ed educando aspetta. · Io ho sempre rispettato nella p1ro'la giurata la sanzione dei plebisciti, ma non ho mai abjurato la mia fede, che è il mio conforto, la mia speranza, la mia luce. Non io, provetto nelle intricate faccende umane, eppet'ò facile profeta fra voi Ol' fa un anno dei cambiamenti avvenuti nel govet·no, vonei inconsultamente precipitare il divorzio fra un Lene convenzionale e per sua natui'a caduco, e un bene universale e imperituro, finchè segna fra di essi l'accordo. Th'la non io posso . chiudere gli occhi della mente al progt·esso àccelerato che la nazione pereo !Te e, rispettando, incalzando con opera fruttuosa il presente, non aprire l' animo ad un più vasto e ptìt florido avvenite pet· la patt'ia mia. (applausO E di me basti, o si gnori, poicilè oramai tutto quanto io possa, mercè i vostri voti, non sarà nel futuro che opera comune con voi. ~Ia [l voi reco una sttana novella: noi non siamo piLl gli utili a11cati Lli un dì, noi siamo oggi sospettati, vigilati, rejetti. Udite, udite: sono istruttive amenità, e amene assurdità contemporanee. (ilctritù) Nell ' Ottobt'e 1875 un onorevole, noto repubblicano, fu tenuto p et' conveniente diacono accanto all'oratore nel banchetto eli Stl'acle11a, ma nell' Ottobl'e '1876 si è pontificato colà senza l'umile e forse inopportuno levita. In quel banchetto si corse c ricorse dal Yationabile obsequùm~ fino nll' excelsior, cui sol 'raggiunge il /col d' Aqu,ila audace, e noi fummo posti fuori schiera, appunto accusati di /voler volare. (applausi) Ed io domando all'Italia, se in questi suoi primi anni di vita nuova vide e appt·ezzò mai fantaccini più tenaei, e modesti acl un tempo, che~ spingendosi innanzi nei pericoli e ricacciati indietro dopo la vittoria, si ritraessero malconci, eppur contenti, di aver dato speranze e pazienza m olocausto di un'idea che progrediva e progl'ediva. Chi volò, o Signori, abbandonò i nostri rang.hi, e cercò altrove Je

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