Agostino Bertani - Discorso pronunciato al banchetto offfertogli dai suoi elettori ...

-9- · Ed ora, tagliateci le penne, gl'illate guetTa ai radicali, che assodarono nella terra d' Italia le radi ci della libertit ; rifìutateli come alleati, t'espingete pel'fino il loro consenso; reprimete le nostre libet·e manifestazioni; il momento ci è opportunissimo; dacchè, passanllo la volontà del paese, non tutta quella del ministero, attt·averso le ut·ne ancor rist relte, fu più che raddoppiato il numero dci radicali alla Camer·a. 'f;_\nt' è; un po' di lotta ci farà del bene, preservandoci dal facile quietismo latino. Che se per mestizia ùi t'impianti o presunzione di sapere e potere si tentasse mai eli comprimere il Wltut·ale elaterio del partito repubblicano, di malintenderlo od initarlo, gli si anticiperebbe quella coscienza di forza, che gli animi temperati aspettano dal tempo galantuomo (applausi); si affretterebbe la mat·cia eli quei fantaccini instancabili, che put· non vollero volare, e spingeeebbesi la locomotiva del progresso politico alla grande velocità. (applausi lunghi, f'ragorosi) E allora - che sa l'ebbe ma i di quella schiera, il cui capitano trovò che r avvenimento della Sinistra al Governo fu ùnproV?·so e non deside'rato ? e noi ·condannò coi clericali come scompositori dell'Italia ? Col )li o ,çQloro, d' ingegno acuto e di p rudente incesso, mettono fuori i tentacoli, e tit·ano dietro il guscio per assicurarsi il passo innanzi, e sopratutto la ritirata. (ilarità) Non allarmiamoci adunque per essi, che sanno l' arte finissima del n1ondo e, se mai fossero colti da maggioei avvenimenti improvvisi e non desiderati, _innanzi gittaesi per· disperazione nell' Arno, accetterebbero di essere ministei anehe della Repubblica (applausi prolungati ssinzi). Ciò, che loro sembrerebbe assurdo oggi, sarebbe perfettamente logico per essi domani. E noi! Confortiamoci. Noi veniamo eli buona scuola, giova ripetercelo ogni dì , ad ogni grido di guena che ci si intima: Le nostre_massime, che ci legò ultimo Mazzini, sono progressive e moralizzatricì. I nostri maestri sono sovrani, che governano gli spiriti dall' lll'na e cl insegnano : Che un popolo, che non stmta la di gnità e la forza dei suoi diritti, è debole, e facilmente può perdere la libertà: Che, se la potenza di faee il bene per tutti ne uguagli la volontà, l'animo umano non domanda altro cielo; e perciò noi inculchiamo al popolo, che volere è potere e, mit·ando all ' excels1'or, non vogliamo retl'ocederc.

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