Agostino Bertani - Discorso pronunciato al banchetto offfertogli dai suoi elettori ...

- 12vapori esilaranti dell' Excelsior, noi non sapremmo, non dovremmo nè aiTrettare talune riforme, nè reclamacne di maggiori . :Ma dal detto al fatto col'l'e un gran tratto c « al vagabondar dei pensieri, dirò anch'io coll'On. Correnti, alla fosforescenza dr, li e fl'a si nessun mi glior corrett ivo, che quello di sent ire il peso specifico di ogni conceLto, il valore effettivo di ogni vocabolo >) e perciò noi dobbiamo dit' chiaro al Governo quanti siano, e quando, e come si vogliano soddisfatti i più urgenti bisogni, c i voti popolari. . E primo voto, e primo bisogno è la maggiore partecipazione del popolo al Governo, mediante l'estensione del sufft·agio eletto t'ale. (app lausi). Con questa lr-va solamente si potranno ottenet·e le grandi riforme da tanti anni vanamente reclamate; chè altrimenti, non illudiamoci, non è sperabi le, nè possibile avcl'le. Perchè gli Eletti abbiano la coscienza di far·e oper·a di nazione, e non di indi viùui, ben disse l' on. Marcora, è indispensabile, che spariscano le deplorevoli sproporzioni f1·a elettori e non elettori. ( applattsi) La Came t· a attuale rappresenta cr,ntoqual'antamila votanti sopra 500 mila elettori. Se questi saranno triplicati di numero, la nuova Came1·a avrà triplicati i suffragi e il popolo italiano triplicata l' espressione della sua volontà (applausi) Questa Camera, purtroppo, è, per sua fatalità di nascita, in p!lrte esautorata ; dacchè è in vista c promessa una più estesa manifestazione della sovranità popolare. , Bisogna affrettar·si adunque al compimento di quel voto. Promossa la speranza, promessa la riforma è impeuùente l' inùugio. Eppure di questa grande riforma, che fu buona scala per salire al potere, ·dimentichi o incauti , proclamàno adesso i maggiorj, che non v'ha urgenza di desiùerì. E pet· questa riforma nel ministero sonvi due programmi apertamente posti l' uno contro l'altro. Io non so ùir·vi qui davvei'O quale dei due possa acquistare pl'evalcnza; e mi confondo nel giudicare, se più si debba presUH' feùe alle parole, alle finne del deputato o a quelle di lui divenuto ministro. (applausi) Intanto il contrasto fra i due pt·ogelti divide la maggioranza, prolunga la sosta ; e questo solo io posso ùirvi pe1· me e cogli amici miei, fedeli al mandato degli elett ori, che faremo ogni sforzo, al fine di l'i mettere la

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