Ernesta Battisti - Rievocando Francisco Ferrer Guardia

l . .. . .. "' ERNESTA BATTISTI ... RIEVOCANDO Francisco Ferrer Guardia UNA PAGINA DI RISCOSSA ANTICLERICALE IN EUROPA • VERONA GRAFICHE OPERAI ALBARELLI 1952 Biolio~ca- Gmo Bianco

lf IJ r ~i,;,,;;.-. ;( , ,. Biblioteca Gino Bianco ' . .,

ERNESTA BATTISTI RIEVOCANDO Francisco Ferrer Guardia UNA PAGINA DI RISCOSSA ANTICLERICALE IN EUROPA • VERONA GRAFICHE OPERAI ALBARELLI 19 5 2 Fondazione Alfr~d LeWI Biblioteca Gino Biane~ Biblioteca Gino Bianco

Biblioteca Gino Bianco

DEDICA Una pagina di Storia: «contemporanea)) per i miei otta,ntun anni; appena « moderna >> per le attuali generazionì, non tanto pel lasso di tem,po trascorso dagli avvenimenti in essa narrati, quanto per la distanza del clima politico e spirituale, in CU'i questi si prndussero, dal cUma pol'itico e spirituale d'oggi. Una, f't1,c·ilazione?Sì: una ftwilazione (l;VVe111Utnaon durante wn criiento veriodo di guerra, ma in concomitanza ad iin grande sorwrnovinwrvto vovolare ! La fooilazione di imo, che il rinnovamento deì te1npi aveva servito colla dedizione ad un'idea: quella della sciiola laica. E l'Eurova cl' allora ne sfo,pisce, ne inorriclisce e ne è scossa dalla profondità delle p,iù abbandonate plebi alle sommità dei più puri intelletti! Ohi qggi pu-0 comprendere quell'orrore, quello sdegno, quella rivolta? Dopo che nel mondo, corso da guerre di rinnovato barbaro spirito imiperiale, la soppressione d{ idealisti, assertor-i e difensori· di una raggiunta civiltà, morale e intellettuale, fu strage? E quello ohe 3 Biblioteca G1'10 Bianco

fit nel 1909 spettacolo di difesa statale inaudita parve e pare divenuto costume? Pure giova affissarsi per conforto allo spet. tacolo di un'11,manità,che in tempi tanto recenti serbava vivi in sè i frutti mìgliori della sua faticosa storia ad indicare a dirigerri,e le mi. gliori vie per l'avvenire. E non è indegno dedìcarne la rievocazione al nome di Francisco Ferrer, intorno al cui saorifizio quello spetta.colo s·i offerse; al rwme cioè di un altissmno rnartire dell'idea e della scuola laica sentita come strwinento essenziale per camminare su tali alte vie. Non indegno e vorrei non inutile in un mondo, in cui quella idea pare anda.ta s1ruvrrita, quando non sia decisamente contrastata. ERNESTA BAT'rISTI Trento, 13 ottobre 1952. 4 BibliotecaGino Bianco

Nell'ottobre 1909, pochi giorni dopo la fucilazione di Francisco Ferrer (13 ottobre) nel forte di Montjuic in Spagna, Giovanni Pascoli dettava in Bologna la seguente epigrafe : UNO SCOPPIO DI FUCILI unnIDIENTE AD UN CENNO DI SPADA DA DIDNTRO UNA TORRE SOLITARIA CERCHIATA DI MURA E DI FOSSE ECHEGGIÒ NEGLI SCOGLI DELLA TERR.\ RIMBOMBÒ NELLE VIE DEL MONDO E I PENSATORI LEVARONO GLI OCCHI DAL LIBRO I LAVORATORI ALZARONO IL PUGNO DALL'INCUDINE El SI. VOLSIDRO AL TRAMONTO r,ovE ERA B.AGLIORE DI FIAMME E ODORE DI.ROGHI FRANCISCO FERRER ERA LÀ, CADUTO IN UN TI!lTRO FOSSATO E GLI UCCISORI INCOSCIENTI SFILAVANO DAVAi'-TI AL CADAVERE INSANGUINATO DI COLUI CHE VOLLE REDIMERE ANCH'ESSI INFELICI. STRINGETEVI L'Ul'W ALL'ALTRO DAVANTI A QUIDSTO MARTIRIO O PENSIEUO E LAVORO UMANO QUELLI CHE FERRER NON POTÈ REDIMERID COLLA PAROLA LI REDIMERÀ COL SUO SANGUE Il solenne dettato di Giovanni Pascoli affondava nelle origini vive della tragedia, illuminava la maturità della coscienza civile europea, che ne era percossa; ne abbracciava la va.stità; e, coll'impeto in cui par s'aduni tutto il dolore 5 Biblioteca Gino Bianco

della passata - e pur presente! - storia e l'amore per l'avvenire umano, additava a questo la via: « Stringetevi l'uno all'altro... o pensiero, o lavoro ùmano )). Al« tramonto )), nella Spagna, dove il Poeta vedeva volgersi insieme i pensatori e i lavoratori; nella Spagna di quell'ottobre 1909 era infatti bagliore di fiamme e odore di roghi. I movimenti repubblicani e sociali del 1906 ora s'erano ;ringaglia,rditi colla ribellione popolare · alla guerra., che la Spagna aveva portata al Marocco. I movimenti avevano avuto e tuttora avevano il carattere deciso ed esasperato delle ribellioni a condizioni politiche e sociali di oppressìone e di troppo grave insulto alla libertà ed all'umanità. Il re Alfonso XIII ed il Governo erano schiavi del potere gesuitico, non solo imperante sulle coscienze, ma causa partecipe, anche per la sua strapotenza economica, della immensa miseria del popolo; in stridente contrasto colla classe ricca quasi feudale. Perciò contro tale potere s'era massimamente maturata e concentrata la ribellione, soprattutto quella del partito repubblicano. Si era accesa in questo clima, e già innanzi al 1906, la fede, la passione missionaria di Fra.ncisco Ferrer. Egli credette (come molti di noi ancora, crediamo) che in un'educazione, in un'istruzione razionalista, cioè laica, cioè liberata da ognì dogma, stia il segreto, ·il seme di un miglioramento ideale umano, di un progresso verso una umanità più giusta. Aveva fondato una << Scuola moderna )) condotta ap6 BibliotecaGino Bianco

punto con principi semplicemente scientifici. E, fa.v-0rito da.Ha.ricca eredità di una vecchia signora, libera pensatrice, aveva, c-01calore e la capacità dei missionari, estesa e ingrandita Ja sua opera con relazioni internazionali (intelletti superiori d'ogni nazione comunicavano con lui) con tenace vasta e intelligente -Opera di propagand~. L'odio, che la sua opera aveva suscitato nel partito ner-0, fra i reazionari, s'era già rivelato nel 1906. Già i moti di quell'anno erano stati ferocemente repressi. A decine le fucilazioni di inS-Orti, a centinaia le condanne all'ergastolo. Già allora quei moti erano stati il pretest-0 per arrestare F'errer, per processarlo, con la speranza di toglierlo di mezzo. Già allora egli stava per essere c-0ndannato all'ergastolo o a morte, benchè egli avesse potuto proclamarsi e provarsi innocente delle azioni terroristiche imputategli, e dichiararsi assertore di opera di educa.zione e di civiltà, quando, sotto la pressi-0ne delle proteste del mondo civile contro la minaccia che gravava su di lui, egli era stato assolto. Echi di proteste erano venuti anche da Buenos Ayres, New York, Montevideo. In Europa poeti, r-0manzieri, scienziati, filosofi, artisti e giornalisti avevano detta la lor-0 parola di solidarietà: Massimo Gorki e Novioov in Russia, Heafford e Hidmann in Inghilterra, Lemo~nier e De Greef nel Belgio, Anatole France, Mirbeau e molti altri in Francia. In Italia, alta s'era levata la protesta di un comitato formatosi a R-Oma, di cui faceva parte anche un ardente rappresentante degli .studenti del7 Biblioteca Gino Bianco

l'Ateneo Romano dove, nell'Aula Magna, Napoleone Oolajanni aveva presieduto una commovente ma,nifestazione e pronunciato un forte discorso. Escito dal carcere, sicuro della sua coscienza di lottatore civile, fermò nella fiducia della bontà della sua missione, Ferrer l'aveva continuata intensa, punto piegato, anzi vieppiù incitato, dalla ferocia che la reazione aveva spiegata. In un articolo inviato e pubblicato a Roma nel maggio 1908 col titolo {< Il rinnovamento della scuola >>egli esponeva il programma della rivista« La scuola laica>> da lui fondata e diretta .. Noi vediamo come egli s'inebbriasse nella fede-della bontà della propria opera: « noi lavoreremo a distruggere l'ambiente artificiale, di cui a.Itri si servono per imporre le loro idee preconcette e credenze che depravano e a,nnichilano lil!volontà >>.E ancora : « Chia - meremo in aiuto quanti vogliono con noi la liberazione dell'infanzia, quanti aspirano a,oon- . tribi1,ire per S'UO ·mezzo al sorgere dJi wn/urnanità più. bella e più forte>>- Si compiaceva dei risultati ottenuti : «è· ,stata fondata la lega internazionale per l'educa.zione raziona.le del fanciullo >>.« Ciò che a-bbiamo tentato noi a Ba,rcellona altri lo hanno tentato altrove>>- Trucia, entusiasta, il programma del prossimo lavoro : << Riedificheremo le scuole distrutte dai nostri nemici>> « Intanto lavoreremo per fondare a Barcellona una_ scuola normale in cui si formeranno i maestri destinati a secondarci più tardi e creeremo una biblioteca della scuola moderna>> (e vi è cenno anche di un « mu~eo 8 BibliotecaGino Bianco

pedagogico))). E il programma è sempre illuminato dalla certezza che ormai la giustizia sociale non possa avere a base che l'educa~ione razionalista del popolo « persuasi che saremo a-iutati noi nostri sforzi da tutti coloro che lottano ,in ogni dove per la liberazione dell'uomo dai dogmi e dalle converizioni, con cui si consolida l'iniqua, organizzazione sociale odierna» (e alle parole .seguiva l'operosità per quella istruzione popolare laica serena e civile). C'era, in codesta a,zione, abbastanza perchè il potere gesuitico, cosi battuto in breccia, prendesse a pretesto i nuovi e gravi moti di Barcellona, per decidere della soppressione di Ferrer, coll'attribuzione di specifici atti terroristici. Del resto, non era palese la .stretta connivenza gesuitico-governativa, come pale.se era , l'unione dei due ideali di libertà, del pensiero e del lavoro, nell'animo e nell'opera di Francisco· Ferrer? Contro i nuovi moti rivoluzionari infuria la repressione più feroce: « Bagliori di fiamme e odore di roghi>>. Nella repressione si trama l'agguato a Ferrer. Arrestato ai primi d'ottobre, processato dal Consiglio di Guerra e condannato (come poi si scrisse) già il giorno 9, viene fucilato la mattina del 13. « Uno scoppio di fucili - ubbidiente ad un cenno di spada - da dentro una torre ,solitaria cerchiata di mura e di fosse >> ! La reazione del mondo civile alla notizia dell'avvenuto martirio, come già quella iniziata trepida nel dubbìo dopo l'arresto di Ferrer, dà la misura, per la sua vastità. e intensità, del 9 BibliotecaGino Bianco

contrasto fra la figura spirituale del governo clericale di Alfonso XIII e dì Maura, cioè la figura della Spagna ufficiale; e quella dei paesi già educati, per differenti vie storiche, al pensiero ed alla cultura laici. I numerosi scioperi e le dimostrazioni di protesta dei lavoratori, dei socialisti di quasi tutta l'Europa, s'inchinano al libero pensiero, vessillo di questo Martire di una rivoluzione politìcà e sociale. Le voci dei pensat-Ori, che alte e nobilissime e numerose si levarono soprattuto in Francia e in Italia, s'inchina.no, nell'onora.re il Martire della Libertà del pensiero, al Martire della libertà del. Lavoro : due Libertà che hanno radici profonde comuni « E i pensat-Ori levarono gli occhi dal libro . i lavoratori alzarono il pugno dall'incudine >> ! Non che fossero mancate o mancassero, in Spagna, coscienze liqere anche fuori delle schiere politiche e accant-0 alle masse rivolu- . zionarie, che non capitola,rono neppure dopo la fucilazione di Ferrer (a Madrid si preparava unò sciopero generale, proprio mentre a Barcellona si arrestava. chi non si compiacesse dell'assassinio). Durava ancora il processo Ferrer (o almeno non era ancora stata rivelata la condanna,) quando il romanziere spagnolo . Perez Galdòs conchiudeva cosi un suo appello al popolo spa,gnolo : « La pericolosa avventura (la guerra nel Marocco) continuerà e l'uragano reazionario in Catalogna. non si calmerà _cosi presto. I gesuiti non perdonano. Le fucilazioni sono cominciate : oltre duemila processi si stannno istruendo. Ferrer è nelle mani dei car10 Biblioteca Gino Bianco

l).efici, sarà conda,nnato e fors'anche sarà ~iusfo;iato. Ha ricusa.to di scegliersi un difensore : lo difende tutta l'opinione pubblica in Europa, che già lo stra.ppò ai carnefici dopo le giornate di Madrid. Riuscirà questa volta. il formidabile tribunale civile ad evitare l'assassinio? ))Anche l'ufficiale demandato alla sua formale difesa daJ Consiglio di Guerra aveva arditam~nte manifestato al processo Ferrer la sua coscienza libera. Egli aveva protestato per la mancata concessione di esibire le prove che Ferrer era estraneo ai fatti specifici, che importavano la condanna a morte (e ne derivò, naturalmente, l'arresto dell'ufficiale stesso). E' in soccorso di tale popolo spagnolo, in soccorso ed esaltazione dei principi conculcati, delle libere coscienze, che si leva in Europa il grido di esecrazione. Dall'Inghilterra dove, già innanzi alla condanna, il Times aveva scritto con indignazione : « in ogni caso Ferrer non sarà un giudicato, non sarà neanche un giustiziato : sarà soltanto un assassinato )) e dove la protesta è promossa da un Comitato internazionale democratico e socialista; all'Olanda, al Belgio, in Francia ed in Italia gli scioperi generali, le dimostrazioni (in Olanda contro il Consolato di Spagna) i comizi mettono in risalto le due forze di popolo•e di pensier.o, politico-sociali e ideali che insorgono come minaccia te ed offese. In Francia, a Pa,rigi, le dimostrazioni assumono tale vastità e gravità da provocare arresti, anch~ fra personalità politiche. Cinquantacin-• que città della Francia dedica.no una via a 11 Biblioteca Gino Bia·nco

Francisco Ferrer. Fierissimo il manifesto del1' Humanité (socialista) aJ popolo di Parigi. Ferdinand_o Brisson in un congresso nazionale radicale proclama cela necessità di raccogliere l_asfida lanciata alla Repubblica e alla sciwlalaica dalla Chiesa ». Anche in Germania si ha una voce ana-loga nel Tageblatt del 14 ottobre, che parla di « una nuova " Inquisizione ", in cui la Spagna ,9i pone, al principio del XX secolo, alla coda delle naziop,i civili >>. La protesta promossa fra intellettuaJi da Gherardo Hauptmann si copre in due giorni di un migliaio di firme. _ In Austria la protesta risente anche di amiia di libertà e di giustizia ,nazionali. La costituzione austriaca poneva bensì sullo stesso piano _ giuridico gli appartenenti alle varie confessioni , e chi all'anagrafe si fosse dichiarato fuori di ogni confessione ( cc confessionsloss >>;) ma il partito clericale cattolico aveva la maggioranza nel Parlamento e nel Governo; e ca.tooliche erano la nobiltà e la corte. La lotta politica a-ntigovernativa, i movimenti di indipendenza nazionale, diventa-vano per ciò stesso anticlericali. Le proteste anticlericali per ia conda,nna di Fràncisco Ferrer hanno, così, in Austria . un carattere prevalentemente politico-sociale nazionale: ta,li furono soprattutto in Boemia, a Tr~nto ed a Trieste. A Trieste, dove le dimostrazioni ebbero molto maggiore ampiezza e durata che non a Trent,,o (scioperi ili operai, astensione degli studenti daJle scuole, cortei, chiusure di negozi, conflitti colla •polizia, arresti), si offre anche una prova 12 Biohoteca Gino Bianco

deU'Ùnìversalità dei principi che legano e potrebbero legare i popoli fra loro e dare, ad essi, una base di pace più sicura di quella di baionette o di atomiche. Bandiere, in segno di lutto, sono issate non solo alle sedi dei circoli socialista, liberale e repubblicano (questi due ultimi irredentisti per definizione) ma anche in quella degli operai slavi. A Trento l'incontro dell'atteggiamento del pensiero di Francisco Ferrer diviene più intimo. C'è, a Trento, in piena, battaglia anticlericale, Cesare Battisti, l'italiano, apostolo fra i primissimi e il più efficace del socialismo nel Trentino. La battaglia ha avuto in quell'anno un successo nel Consiglio Comunale, che ha soppresso l'obbligo della Messa nelle scuole elementari. Alla Camera del Lavoro è sorta anche una Lega per la Cultura Sociale. E' questa che si fa promotrice della protesta; che viene organizzata dal primo deputato socialista di Trento, Augusto Avancini, e dal Segretario della Camera del Lavoro Mario Todeschini. Il Municipio concede pel comizio (20 ottobre) il cortile stesso dello storico palazzo, che fa sfarzosamente illuminare, e il comizio, in cui parla pacato l'avvocato socialista Antonio Pischel di Rovereto, riesce imponente e si scioglie senza scontri, nonostante i... timori del foglio clericale. Questo, a dire il vero, s'era industriato a. sostenere la voce che il Papa avrebbe avuto forse intenzione di chiedere la grazia per Ferrer. Ma viceversa a Vienna, dove solo la stampa d'opposizione al governo (come la socialista << Arbeiter Zeitung >> e il liberale« Extrablatt ))) 13 BibliotecaGino Bianco

aveva protesta.to, la stampa cattolica (« Vwterla11d >> e « Reìohsbote ») aveva invece plaudito all'assassinio, attribuendo alle logge massoniche la campagna della stampa a favore di Ferrer. Battisti, dopo a,ver partecipato col suo giornale alle proteste universali, dedicò al Martire pa,rticolari ricordi nella bella rivista. settimanale, ch'egli cosi generosamente dedicava a.U'educazione popolare (Vita Trentina). Nel fascicolo del 6 Novembre publicò in facsimile il seguente brano di una lettera, che il. Ferrer aveva scritto nel 1906dal« Carcel Modelo » al Comitato della Scuola Laica in Roma : « Italia, esta nacion « tan entusiasta por el arte y por la libertad, «.serà una de las primeras naciones que se li- « bren del yugo teocratico, que es el padre de « todos los yugos, gracia a su entusiasmo por « la escuela laica ». E Battisti annotava fra l'altro: « Non una parola di odio in tutte le sue lettere, e nemmeno contro i suoi più aspri nemici, e neinmeno mentre scrive daJ. carcere, ma. sempre un palpito generoso per l'umanità. E perciò l'hap.no fucilato ! » Cesare Battisti, che al pari di Ferrer partecipava del ccpalpito generoso per l'umanità», che al par di lui com. batteva strenuamente contro« i gioghi del pensiero», Cesare Battisti, che insorgeva contro l'Austria in nome di quei principi, che gli apparivano invece così vivi e liberi nella sua Italia, Cesare Battisti, scrivendo « perciò l'ha-nno fu. cilato » s'illumina nel suo cammino conscio, sicuro, al Ma,rtirio... ! Come Ferrer nel forte di Montjuic, Battisti nel Castello del Buon Con14 Biblioteca Gino Bianco

siglio confermava solennemente al sacerdote, che offriva i Sacramenti, di non partecipare alla sua fede, a nessuna Chiesa. Già un'altra pagina della Vita Trentiria (30 ottobre) Battisti aveva dedicato a Francisco Ferrer. Sotto la riproduzione di una fotogra.fia, che ritraeva Ferrer accanto alla sua bellissima e pensosa compagna Soledal Villafranca (era insegnante di grammatica ed aritmetica nelle prime classi della Scuola Moderna) Ba.ttisti riportava i passi, che a lui più parlavano, del Testamento scritto da Ferrer nelle sue ultime ore. « Francisco Ferrer (annotava Battisti) è morto 0ome un eroe e prima della,. morte fu grande come uno stoico>>. E del testamento diceva : « è un credo politico, è un programma sulle tracce del quale i suoi proseliti dovranno lavorare nel futuro per giungere a togliere dall'anima spagnola la nebbia del pregiudizio religioso>>. Nei passi del Testamento, riportati da- Battisti per i lettori di quella rivista popolare (il suo giornale Il Popolo l'aveva riportato per intero) era detto,: << Desidero che in nessuna occasione, nè prossima nè lontana, nè per qualsiasi motivo, si facciano davanti alle mie spoglie mortali manifestazioni di carattere politico o religioso, poichè io credo che il tempo, che si impiega .nell'occuparsi dei morti ,sarebbe meglio che fosse utilizzato a migliorare la condizione di quei vivi, che si trovano in bisogno)). E ancora: << Io desidero che i miei amici parlino poco o punto di me, perchè qua-ndo si esaltano degli uomini, si creano degli idoli : la quale cosa 15 BibliotecaGino Bianco

costituisce un gran male per l'avvenire umano: le aziowi solta11,to, di qualitnque genere esse siano, devono essere studiate, esaltate o biasimate. Che si lodino perchè sia,nò invitate, quando esse semb1-inp concorrere al bene com,une; che sì critichino p_erçhè non sieno ripetute qiielle, che si considerano come nocive al benessere generale»- E Battisti chiudeya il suo omaggio così : « Questo è predicare il bene e l'amore fra Je genti; e questa predicazione estrema Ferrer ha consacrato col suo i:;angue, l'ha consacrat(t nel ciwre di q1tanti battevano ii suo stesso ca,mmino ed anelavano alla libertà del pensiero, ad una scuola, che nella Spagna creasse degli nomini e non dei chierichetti ... e la buona parola darà, come un buon seme,· buoni frutti >>P. ra coloro « che battevano lo stesso cammino>> di Ferrer c'era lui stesso! E nelle varie celebrazioni del mondo civile nel nome di Ferrer non c'era, no, una disobbedienza al suo coma-ndo; non _c'era la creazione di un mito, ma Ja volontà. che le « sue azioni buone>>fossero imitate; c'era l'esecraràone per la reazione spagnola, che non doveva eontinuarsi nè ripetersi nè in Spagna, nè altrove. Nelle condizioni in cui era tenuta la Spagna dal suo governo, condizioni culminate nella fu. cila,zione di Ferrer, c'era, già, osservai, un anacronismo, un contrasto profondo colle condizioni di tutto il mondo civile. Ed ogni nazione aveva reagito nei limiti e nelle forme consen16 Biblioteca Gino Bianco ·

titi e suggeriti dalla sua particola.re storia e figura. Qui, e1·a stato più rilevato il carattere sociale, là, più quello politico e spirituale. L'Italia era laica. Tale l'aveva fatta la sua storia non remota.. La sua unità nazionale aveva comportato la distruzione dello Stato Pontificio; Roma ca.pitale faceva. riguarda'1'e, dal Vaticano, il Re come l'U survatore. Il complesso dei sentimenti, che hanno accompagnato una lotta, grave di pensiero e di guerre, di fedi e di sacrifizi, non si dissipa a vittoria ottenuta. La religione, impersonata nell'alta autorità religiosa che era stata battuta nel campo politico 1iazionale, non poteva non esserne scossa. Il popolo, nell'Italia settentrionale, s'era staccato dalle forme più esterne e più superstiziose della religione. E questo spontaneo risorgere spirituale di popolo non trovarn impedimento dal mondo della cultura. - cultura europea - .su cui il metodo di ricerca scientifica aveva portato un soffio -- qua e là anche giovanilmente a.ffrettato od intemperante - antimetafisico ed antiteocratico. In Italia., anzi, anche dal mondo della cultura non si sdegnava porger la mano a.I popolo, che cercava, che cerca {l'uomo non vive di solo pane!) di ricomporsi una coscienza non difforme dalla sua esperienza. Io voglio ricordare, ad esempio, poichè anche oggi quelle pubblicazioni, sepolte fra molte analoghe in dimenticati archivi, mi paiono ta,nto consentanee all'educazione spirituale del popolo, La Rfoista Povolcire fondata nel 1892 e diretta da Antonio Fratti, il gene1·oso repubblicano caduto poi a Domol(os nel 1897 per una 17 BibliotecaGino Bianco

idea e una causa di libertà; come, da ricordar,si, le numerosissime e preziose piccole pubblicazioni di cultura di quel rigoroso ed esemplare apostolo di scienza, che fu Arcangelo Ghisleri, pubblicazioni di cui La RiV'ista Popolare stessa faceva larga diffusione. In quell'anno 1909 si ritirava dall'insegnamento (cattedra di :filosofia nell'Università di Padova) Roberto Ardigò, il :filosofo insigne che, nel 1871, in confo1·mità al suo razionalismo, aveva. a qua.rantatre anni abbandonata la veste di sacerdote (canonico) della Chiesa. Un suo discepolo (Giuseppe Piazza), unendosi nel 1909 al saluto, che il pubblico itaHano inviava a.I Maestro, ricordava le oRtilità, ufficiali 1 e di pubblico cattolico, dinanzi a cui il pensatore ( 1 ) Per precisare: prima di salire, nel 1881, alla cattedra di Storia della filosofia all'Università cli Padova, l' Ardigò aveva ben dovuto attraversare il decennale tirocinio ginnasiale e liceale ostilmente oppostogli, durante il quale, nel 1880, aveva dovuto ~ubirsi dal segretario generale del ministero della pubblica istruzione l'ammonimento di dare alle sue lezioni « una fo1·ma dogmatica ». Ma nel 1881 la cattedra universitaria gli veniva offerta dal nuovo Ministro (Baccelli) col seguente· telegramma: « A Lei, onore di Mantova, illustrazione della filosofia italiana, offro il posto di professor!' straordinario di Storia della Filosofia nell'Università di Padova. Accetta 7 » e dell'accettazione prendeva atto « colla più viva riconoscenza ». Di più: nella seduta parlamentare del 10 febraio 1.881, a.vendo un Onorevole dell'opposizione chiamata ,la nomina cieli'Ardigò « la glorificazione dell'ateismo » il Bacchelli ebbe a rispondere, quasi unanimemente appia.udito, che egli non era stato che « un Ministro, che aveva voluto rendere un piccolo omaggio a un grande sapiente italiano ». 18 BibliotecaGino Bianco

senza piegar ,, sua costa,, s'era trovato dopo quel suo abbandono. E quel discepolo, dopo aver eletto di un certo inquilino che, a Padova, aveva ~gomberato per non trovarsi faccia a faccia colla modesta stanzetta, dimora austera clell'Ardigò, conchindeva : « Il grande Maestro, entrando nel suo riposo, creda che - se pur non sono sgomberati tutti dall'Italia gli inquilini come quello - la più gran parte, la più buona. parte, s'è nutrita del pane ch'Egli ha lor,o impartito>>. Già: non eran ancora, nel 1909, sgornberati tutti « dall'Italia. gli inquilini>> come quello del 1871- Infatti, la stampa, vaticana sosteneva esser giustificata la fucilazione di Ferrer; e a Roma i Domenicani dPlla Chiesa della Minerva, dopo la fucilazione di Ferrer, indissero un triduo ..-.per la salvezza di Alfonso XIII e per la sa.Iute della Spagna! (mentre continuavano le fucilazioni di popolani nel forte di Montjuic !). Ma. alcuni fatti sono da notare, a precisare come nella Chiesa stessa (che già avea voluto mettersi al passo coi tempi nel campo sociale) fos:sepresente anche una libertà di giudizio e di coscienza (forse anche una diplomatica saggezza:?). Non dico della commemorazione che del FPrrer volle fare Don Murri in difesa <>delogio della« Scuola Moderna>> (cbè troppo noto fu il suo« modernismo»),' ma penso al fatto nuovo dell'atteggiamento dei Democratici Cristiani cl'aUora. A Torino, infatti, il Segretario della Lega democratica cristiana nazionale invitava le sezioni a promuovere e partecipare ai comizi di prote. ta « per il bar19 BibliotecaGinoBianco

baro processo e la disumana uccisione di Ferrer >>e ciò « in nome della conculcata giustizia e in difesa del verace spirito cristiano, che insegna a subire la morte per una fede, non a darla))_ Questi episodi non alterano affatto - vorrei dire completa.no - il quadro del movimento politico-anticlerica.le e di quello ideologico del libero pensiero radicati e vigorosi in Italia nel 1909, quali ho Yoluto inn.anzi sommariamente ricordare. Fener certo ne aveva tale visione e in essi confidava quando, nel citato mirabile testamento dettato nelle ore estreme, raccomandando ad un amico la sua « Scuola Moderna>> e la pubblicnzione di una «Rivista>> analoga, gli indicava di recarsi anche in Italia « per procurarsi àei buoni libri di testo>>. Questo carattere politico-anticlericale e ideologico diede, sembrami, l'accento massimo alle proteste italiane contro la strage spagnola; qui fondendosi, là cercando di conformarvisi, in atteggiamenti più solenni e pacati, colle dimostrazioni di carattere politico-sociale dei socialisti e degli altri partiti più avanzati, insorti a solidarietà dei ri,oluzionari politici spagnoli. Già il 10 ottobre, tre giorni innanzi alla fucilazione di Ferrer, era stato « il Segretariato nazionale della Federazione del Libero Pensiero)) che da Bergamo aveva lanciato un manifesto alle Sezioni di tutta Italia perchè si insorgesse nel tentatiYo di strappare Ferrer, Ja vittima, dalle mani di chi vole,a in lui « sopprimere il forte filosofo... rianimatore dell'anticlericalismo spagnolo, fondatore di scuole 20 Biblioteca Gino Bianco

laiche e di biblìoteche razionaliste >>. A Roma è il Sindaco Nathan, di non equivoca professione ùi libPro pensiero, cb.-e, a nome della Giunta, fa affiggere un appello alla cittadinanza in cui anche è raccomandato che « la manifestazione caJma, solenne, dignitosa, valga a circondare di aureola la- vittima il cui sangue feconderà l'idea per cui Ferrer visse e mori ». Ed anche.l'appello dell'« Avanti»! fa eco perchè « i dimostranti conservino alle manifestazioni il carattere più alta-mente civile». A Milano la voce socialista vivacemente si colora ili anticlericalismo nella proposta inviata al Sindaco· da,i consiglieri comunali socialisti (Turati, Sarfatti, Ricchieri, Bonardi, Filippetti, Maino, Schiavi) perchè « al nome di Francisco Ferrer sia intitolata la via Arcivesoovado ». E protesta più decisamente ed aspramente anticlericale riesce - fra le dimostrazioni delle varie città d'Italia - quella di Cremona (patria di Giacomo Pagliari caduto il 20 settembre 1870 a Porta Pia) nel combattimento (come dice la lapide a lui dedicata da Cremona) « che fu ultimo ad atterrare una dominazione sacerdotale non voluta da Cristo, condannata dalla religione •e dalla storia ». A quella dimostrazione parteciparono tutti i partiti democratici e vi parlò con espressioni infiammatissime contro le responsabilità clericali l'avvocato onorevole Ettore Sacchi. Proteste singole si erano avute, come le dimissioni del Console di Spagna a Venezia (Prof. Coen-Rocca) e quella del vie.e-console a Ferrara (avvocato Guido Borghi); o come il 21 Biblioteca Gino Bianco

gesto del Rettore dell'Università di Bologna, prof. Vittorio Puntoni, che rassegnò all'ambascia,tore di Spagna presso il Quirinale la commenda dell'ordine del merito civile di Alfonso XIII. Altre voci si erano levate dal mondo degli intellettuali. Fra tutte, carica di commozione, appare quella di Cesare Lombroso, che, ammalato da tempo (ma tuttavia vivido di pensiero e dì lavoro) telegrafava all' A-,;anti! il 14 ottobre, sei giorni prima di morire (20 ottobre) : « Protestate anche col mio poyero nome contro quell'assassinio, che è la, criminosa condanna di Ferrer ll. Era quello il « povero nome Jl di uno studioso, che un giorno, scrivendo alla :fidanzata, cosi dichiarava la sua fede: « Fare il bene. Questa è la mia· religione Jl. Il « povero nome ll di uno, nella cui opera, che tanti benefici riflessi_ ebbe nel campo medico, nel campo sociale, nel campo penale, continuamente si intersecano e spesso coincidono i due ideali della verità scientifica, e del bene sociale ed umano; onde ben disse la figlia, Gina Lombroso Ferrero, che lo spirito che legava tutta l'opera del padre era « lo sforw di fare il mondo migliore )). La nobile estrema protesta di Cesare Lombroso ci riporta nella stessa sfera, da cui esciva l'epigrafe di Giovanni Pa,scoli, che, dopo aver solo visto impersonalmente lo spirito del male nell'uccisione di Re Umberto, dopo aver pianto sull'uccisore e sull'uccisa, quando l'imperatrice Elisabetta era caduta sotto il pugnale di Luccheni (« perchè l'hai tolto a qualche regia 22 BibliotecaGino Bianco

scure - il ferro pel tuo pugnal plebeo») ora, dall'esecra,zione per una strage, che non è opera di un singolo, ma di una società, di una classe organizzata, di una classe antica dominatrice, trae l'invocazione pel futuro : « Stringetevi l'~mo all'altro davanti a questo martirio - o pensiero e lavoro. umano - Quelli che Ferrer non potè redimere colla parola - Li redimerà col suo sangue ». L'invocazione esprimeva compiuta la protesta sollevatasi nel mondo civile dopo la fucilazione del Ferrer. Ammonimento ed auspicio. *** Vano fu l'ammonimento? Per sempre disperso l'auspicio? Pra le distruzioni etiche, in cui ci ha condotti ad errare l'ancor recente catastrofe europea, dobbiamo noverare anche quella del principio di educazione laica., a cui l•'errer consacrò la vita e che in lui la potenza gesuitica volle stroncare? E questa, antica e tenace erba, fra le rovine forse più forte rigermoglia e s'abbarbica non più solo nella sua sede, nè sulla sola Spagna, ma, sotto varie specie e curata da mani laiche, anche nei popoli in cui più viva fu la reazione nel 1909? Non la vediamo perfino esaltata in Italia, oggi, con alti ed autorevoli omaggi alla rievocazione dei · suoi fasti (nefasti!) nel Concilio di 'l'rento? Ahi ! Questo è lo spettacolo che grava sul cuore. Per esso ho ricercato, nella tragedia spagnola del 1909 e in quella insurrezione del pensiero europeo, ricordi di alta confortante civiltà, ricchi di insegnamento e di ammonimento : per tutti. 21 Biblioteca Gino Bianco

006359 Bibliotecà Gmo Bianco Fondazione Alfr~d LewUI Biblioteca Gino Bianco

[i! .., " ,· Biblioteca Gino Bianco

Lire 100 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==