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L A CRITICA POLITICA

risii spesso illusorie, ma più per la conquista di mezzi e strumenti di

lavoro, con la diffusione della piccola proprietà contadina, con la coope–

razione nel campo industriale; con un programma di redenzione di ter–

ritori abbandonati, di sviluppo intenso dell'artigianato ; un partito deciso

alla lotta per la scuola, per l'educazione civica e sopratutto per l'educa–

zione politica, da promuovere con esempi, con affermazioni sincere di

rettitudine, di disinteresse, di serenità, di fermezza, di tranquilla rinunzia

e anche di rifiuto di distinzioni, di cariche, insomma, col rifiuto del co–

stume politico travolgente per il quale tutta la vita pubblica è gara di

ambizioni, di aspirazioni, e peggio di vanità personali maschili, femminili

di uomini politici e delle loro famiglie.

Ho sempre sostenuto la necessità di partecipare al governo, ma coi.

propositi di fermezza e con l'intento di promuovere il rinnovamento

istituzionale, specialmente nell'amministrazione statale, e ho ritenuto che

ciò fosse possibile svolgendo azione serena di persuasione, essendo io

convinto che quanto è da considerare nell'interesse di tutti, sia prima o

poi, accolto da tutti coloro che sono in buona fede.

Dopo il

2

giugno, il Partito fu sopraffatto da chi lo volle or su una

via or sull'altra: ora a corpo morto con i comunisti e socialisti, ora a

corpo morto con i democristiani; ora per esagerazioni anche persecutorie

contro coloro i quali vivono ancora dei loro errori, dei loro pregiudizi, dei

loro sentimentalismi; ora, per fini propri, succube di coloro che si volevano

slesi a terra. Superai più volte i l disgusto per amore verso il Partito.

Da qualche tempo la sopraffazione è raddoppiata.

Uomini dì prepa–

razione insufficiente a capire le idee del Partito Repubblicano, di menta–

lità contrastante, di vocazione diversa da quella del Partito, hanno portato

nelle file un disordine intellettuale e tanto grave e profonda alterazione

di modi di sentire e di fare, che erano forza e orgoglio del Partito, da

rendere impossibile l'opera,

che per la sua funzione storica,

il Partito

doveva svolgere.

Negli ultimi mesi un'ondata di politicantismo ha determinato situa–

zioni non più tollerabili : ha prodotto contrasti politici,

i quali sì risolvono

in incompatibilità ideologiche che io dovevo ritenere ostative detta mìa azione

repubblicana.

Se poi si sappia, che il Partito Repubblicano è stato trasformato,

da Partito senza regole, che non fossero quelle dei più alto' costume

politico, in un «reggimento», con pretese di governo militare, con pre–

tese di ordini del giorno e di squilli di trombettieri da caserma, si in–

tenderà facilmente, che chi vive per idee, non per altro, che per idee

liberamente accolte e liberamente, benché fedelmente, servite non poteva

più«ammettere nò tollerare, che chi ha deformato il Partito e chi lo ha

persino, in altro tempo, combattuto, facesse gesti di richiamo a me, che

sono abituato a richiamarmi solo per comando della mia coscienza re–

pubblicana.

(Da

Il Giornale

d'Italia.

16

febbraio

1950).

Biblioteca Gino Bianco