NEL PARTITO REPUBLICANO
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tasse
di serie iniziative per organizzare in ogni angolo della penisola il
Parlilo, sarò con i repubblicani per farne una forza capace di orientare
e
guidare l'Italia a comprendere, a sentire e ad amare la Repubblica
»
.
E
a
farla,
amico Conti. Perchè questo era e dovrebbe essere il compilo,
la funzione di un partito repubblicano in Italia, fare la Repubblica,
rea–
lizzarla democraticamente e bene. Altrimenti, che ci starebbe a fare,'
1 motivi delle
dimissioni
Abbiamo detto così il nostro pensiero. Non ci resta ora che ripro–
durre le dichiarazioni che Giovanni Conti ha fatto alla stampa sui motivi
che hanno determinalo la sua decisione. Riferendole sappiamo di compiere
un dovere, doloroso ma necessario.
A"
quindi anche utile.
Ci limitiamo alle dichiarazioni fatte al • Giornale d'Italia » che, per
la toro ampiezza, possoro essere giudicate sufficienti.
Interrogato. Conti ha risposto
COSÌ :
La
mia decisione ha concluso un dissenso profondo con nomini del
Partito, sopratutto sul modo di considerare la funzione del Partilo Repub–
blicano nella lotta politica.
Diversa !a mia formazione intellettuale e pratica da quella di molti
aderenti al Partito. Io vi sono entrato esattamente cinquantaduc anni or
sono, e ho avuto la fortuna di conoscere uomini che ho considerato veri
maestri di pensiero e di vita.
Il dissenso è semplice.
.
Anche prima del giugno
1946,
e fino a
quando lasciai la direzione de «La Voce Repubblicana», e dopo il
giugno
1946,
ho pensato, che il Partito Repubblicano dovesse proporsi
di non cedere mai al costume politico non edificante e non... edifica–
tore, per il quale la lotta politica è scontro di gente primitiva che si
azzuffa per conquiste individuali e di parte. Volevo che il Partito si sen–
tisse continuatore della formazione polìtica che derivò dall'opera del suo
fondatore Mazzini e dei grandissimi i quali furono nell'orbita mazziniana,
anche non accettando tutta la dottrina del pensatore.
Continuatore: cioè fermo su alcuni principi fondamentali, deciso a
svolgere un'azione diretta a convincere gl' italiani della necessità di co–
struire un nuovo ordinamento dello Stalo libero, non solo per consacra–
zione della libertà intesa, secondo Cattaneo, come «esercizio della ra–
gione», ma per organizzazione di Comuni, liberati da inconsulte sogge–
zioni e forniti di mezzi di vita, per organizzazione regionale applicata
all'amministrazione dei tanti interessi locali, per riduzione della mole
opprimente dello Stato, e per incessante lotta contro la statolatria inva–
dente, oppressiva, depauperairice.
Volevo un Partilo deciso a promuovere la ripresa di un movimento
operaio che si riallacciasse al movimento suscitato da Mazzini e dai
repubblicani, con un programma di rivendicazioni che meno, nel periodo
di ricostituzione della ricchezza nazionale, agisse per rivendicazioni sala-
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