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LA CRITICA POLITICA

E l e z i o n i ammi n i s t r a t i v e

La questione della legge elettorale amministrativa è stata molto di–

battuta nella crisi per il piccolo rimpasto del Governo De Gasperi : tutti

i gruppi che hanno discusso la questione l'h3n vista da un punto di vista

esclusivamente politico

di partito,

e nessuno si è posto il quesito di qua!

fosse il modo migliore perchè in seno ai Consigli comunali fossero vera–

mente rappresentate le varie correnti di interessi e perchè compito dei

Consigli comunali, delle loro Giunte municipali e dei loro sindaci fosse

veramente quello di bene amministrare.

SÌ è discusso se doveva adottarsi la proporzionale pura o se doveva

darsi un premio anche forte alla lista che conquistava la maggioranza

relativa: e si è visto qua! sistema convenisse più ai democristiani o ai

cosi detti partiti minori e qua! facesse più danno ai comunisti.

La discussione cosi impostata si è conclusa col niente di fatto: pare

che tutto rimarrà com'è. Gli elettori dovranno subire la volontà dei par–

titi, accettando in blocco le loro liste con la piccola soddisfazione di

qualche cancellatura e di qualche preferenza.

Eppure il problema poteva impostarsi in modo del tutto diverso,

magari facendo ricerche storiche sul vecchio ordinamento dei liberi co–

muni, che avevano una rappresentanza più articolata e più aderente alle

esigenze locali.

Difetto generale dei Comuni in questo momento è l'eccesso di spese

per il personale: se se ne tolgono i piccoli, ove ognuno dei consiglieri

sente die se il Comune ha troppi impiegati e dipendenti gli crescono le

tasse a suo carico, i medi e i grandi soffrono di elefantiasi burocratica e

dalle spese per il personale viene assorbita la quasi totalità delle entrate.

1 «partiti» non se ne preoccupano: sanno che toccare questo tasto vuol

dire farsi dei nemici implacabili e attivi, e non hanno la preoccupazione

degli oneri fiscali che pesano sui contribuenti,

itile peats

per ogni gerar-

chetto politico di qualsiasi colore.

Per ovviare a questo male, che è la radice profonda della crisi finan–

ziaria dei Comuni e de! loro progressivo indebitamento, bisognava pensare

a una radicale riforma della legge elettorale, passando dall'indistinta

massa elettorale a una formazione di masse distinte e sostituendo all'indi–

scriminato suffragio universale — unica sorgente del potere — un suffragio

discriminato per categorie- in modo che i consiglieri comunali anziché

essere eletti tutti col sistema del suffragio universale fossero eletti in

parte per

rioni

e per

frazioni rurali,

in parte dalie varie categorie (con–

tadini, operai, artigiani, professionisti, contribuenti, ecc.) e in parte da

enti ed associazioni. Spezzettando cosi le fonti dell'elettorato e attri–

buendo i poteri anche agli elettori senza lasciarli tutti ai gerarchi dei

partiti è propabile uscissero fuori amministrazioni comunali meno sper–

perataci e più preoccupate dei veri interessi locali.

Quasi quasi varrebbe la pena di tornare ai bussolo per la nomina di una

parte dei Consiglieri: era antico sistema sorteggiare i Priori dei liberi

Comuni, e la sorte spesso aveva giudizio! Per lo meno era cieca: i ge–

rarchi dei partiti ci vedono e deliberatamente scelgono male.

Biblioteca Gino Bianco