Nel Par t i to Repubblicano
G. Conti esce dal Partito
Le dimissioni di Giovanni Conti dal parlilo repubblicano segnano il punto
culminante dì una grave crisi interna. Non possono essere passale sotto
silenzio e nemmeno minimizzate. E il solo allo che da Conti, pur con tutta
l'esuberanza del suo temperamento, meno sì sarebbe potuto aspettare tanto
-. ivo profondo geloso, quasi diremmo egoìstico, è stato sempre in lui l'amore,
l'attaccamento al suo partito. Perchè vi arrivasse bisognava proprio che la
situazione gli fosse divenuta intollerabile. È quindi impossibile non consi–
derare il suo atto per quello che politicamente significa, anche se dovesse
zupparsi che egli ne abbia alquanto forzati i molivi. Il peggiore servizio
che si possa rendere oggi al parlilo i di credere e di lasciar credere che
lutto possa essere messo a lacere ed essere risolto con qualche patetico appello
atta concordia, alte sante memorie o alle battaglie combattute e... da com–
battere. Oh, se ne combattessero.' Giovanni Conti non è uomo che si lasci
convincere da molivi sentimentali e non i nemmeno l'ultimo arrivalo per
cui si possa dire con indifferenza : «tanto meglio, ne faremo a meno a.' Chi
dice cosi dice una sciocchezza. Cauli ha cìnquantadue anni di attività nel
partito e per il partito, lo ha vivificato del suo spirito e lo ha reso forte
nel momento determinante dell'attuale periodo della vita italiana, è anche
oggi tra gli uomini polìticamente attivi uno dei più combat/ivi. E non
cesserà di esserlo. Non si può nemmeno supporre che il parlilo si adatti
facilmente a trovarsi dislaccalo da lui c che ciò non abbia conseguenze.
Il gesto di Conti arriva in un momento in cui gli scontenti sono net
partilo in numero maggiore dei soddisfalli anche se le Sezioni e i Convegni
regionali continuano a volare
ordini del giorno
di approvazione e di con–
senso con la polìtica degli organi dirigenti, mentre ovunque è scemato, se
non pure è cessato quasi del tutto, ogni vero fervore di vita. Giunge il suo
•sesto opportuno? Poteva essere evitato? La questione poteva essere posta
diversamente, prima o dopo, in una forma fileno grave, meno brusca, meno
sconcertante? E inutile soffermarsi su tali domande dal momento che Conti
ha posto cosi la questione e non è più possibile ignorarla o prescinderne.
Bisogna parlarne. E uscirne se è possibile. Come, non sarà facile. Il so/o
modo per non uscirne è però pretendere che non se ne parli e di continuare
a vedere in ogni dissenso, in ogni tentativo di interno dibatiìlo, per quanto
serio, anzi appunto quando vuole essere serio, una minaccia per la vita
slessa del par/ito. Noi siamo invece di luti'altro parere. Le questioni tanto
pili sono serie tanto più debbono essere decisamente e liberamente affrontate.
UH partito non è una frateria. E non può funzionare come tate. Ecco perchè
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