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LA CRITICA POLÌTICA
30 sottosegretari di Stato!
Tra le parti della Costituzione che
non sono stale osservate e di cui
npn è nemmeno in vista l'applica–
zione v'è pure quella relativa al nu–
mero dei Ministeri. L'art, 95 della
Costituzione dice infatti : a La legge
provvede all'ordinamento della Pre–
sidenza e determina ¡1 numero, le
attribuzioni e l'organizzazione dei
ministeri». Lo scopo è evidente:
evitare che ogni nuova crisi si ri–
solva in un ulteriore scombussola–
mento dell'Amministrazione dello
Stato. l i numero dei ministri e il
numero e la ripartizione degli uffici
dovrebbero rimanere slabili. Mini–
stri senza... Ministero non sono
previsti e nemmeno sarebbero con–
sentiti dalla Costituzione, secondo
lo spirito che ha determinato que–
sto articolo. Cosi invece, sotto la
pressione degli uomini che vogliono
salire e arrivare, si creano i mini¬
stri senza avere prima nemmeno
pensato a che li si vorrebbe desti–
nati. Il caso s'è verificato coll'ul-
tima crisi. Comunque, ciò porta a
rimaneggiamenti, a sdoppiamenti e
quasi sempre alla creazione di nuovi
uffici.
Abbiamo così, in barba alla Co–
stituzione, l'inflazione dei Ministeri,
Ecco intanto che cosa avviene. L'ul–
tima crisi sì è risolta con la nomina
di tre Ministri senza . . . portafoglio
e portando addirittura a
30
i Sotto–
segretari di Stato, che non servono a
nulla tanto che Pop. Nitti lì.vorrebbe
addirittura aboliti. Non si era mai
arrivati a pensarne tanti
l
E sembra
che non ci si debba fermare lì e
che il numero debba, con questo
ministero, crescere ancora tante
sono le aspirazioni che continuano
a premere per essere soddisfatte.
Naturalmente ogni sottosegretario
porta con sè un rispettabile seguito
e un uso sempre più largo delle
automobili dello Stato: per i sot–
tosegretari, per il loro seguito e per
le loro famiglie. Non solo non è
una cosa scria quella dell'uso che
si fa delle automobili dello Stalo;
è pure enormemente costosa. Ei–
naudi propose un giorno che le eco–
nomie dell' erario incominciassero
appunto di lì !
NOI
Investimenti esteri e politica economica.
Ora che ci stiamo avvicinando alla fine degli aiuti Erg, sì sta .avver–
tendo la necessità di «orientarsi verso il finanziamento degli investimenti
interni mediante la mobilitazione del -capitate privato americano, creando
in modo inequivocabile la convenienza del toro investimento in I/alia». Cosi
ha dichiarato il Ministro Sforza in tiri discorso pronunciato a Roma il
20
gennaio. In modo invequìvocabite: benissimo detto. Ma assai mate inteso
quel modo se si tratta solo di offrire a tali investimenti, sìa pure con alcune
modifiche, « le garanzie già date dal D. L .
11.
zìi, del
2-3-48
»,
come pensa
il Ministro. Quei decreto, se pure costituisce una Neve attenuazione aite
norme che vincolano ufficialmente il movimento dei capitali tra l'Italia e
l'estero, non offre in realtà nessuna garanzia.
È utile, è necessario, che capitali esteri trovino la convenienza ad
investirsi in Italia. Ma è inutile illudersi che essi la trovino, se non saranno
prima tolte completamente le limitazioni, le formalità, sciolti i vincoli che
ostacolano il libero movimento e la prodnllii-iià dei capitali. Fino a che
sulla attività produttiva resteranno fermi tulli gli attuati gravami ad in–
cominciare dai forti oneri fiscali e previdenziali, non c'è nulla da sperare,
a meno che non si traiti d'investimenti parassitari per i quali basta ed è
di troppo il capitale nostrano. È ad una profonda modificazione di tutta la
nastra politica economica che bisogna pensare : di liberazione e di liberaliz–
zazione, che offra possibilità di vita e di esportazione alle attività produttive
e che sopratutlo impedisca che i costi diproduzione siano da noi maggiori che
altrove e la merceprodotta in Italia sia messa in condizioni di affrontare e su–
perare la concorrenza internazionale. Si avrà il coraggio di fare tale polìtica?
Biblioteca Gino Bianco