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LA CRITICA POLITICA

rienza in cui le esigenze federaliste non vennero sempre rispettate e in

cui anzi le tendenze centraliste e autoritarie enormemente sviluppate

in tutto il resto del mondo hanno esercitato il loro influsso tutt'altro che

indifferente. È sopratutto in considerazione di ciò che l'indagine meritava

di essere fatta. Come tali tendenze hanno influito nella evoluzione degli

Stati federali? Come hanno soddisfatto tali Stati alle esigenze per i quali

vennero creati? Quest'ultima domanda è tanto piò importante in quanto

l'esperimento che fin'ora ha avuto una applicazione parziale e solo rela–

tivamente ad alcuni Stati o gruppi di Stati, dovrebbe trovare una appli–

cazione molto più vasta fino ad estendersi per una grande parte dell'Eu–

ropa e forse anche — in un domani che ora può vedersi solo lontano —

del mondo o magari a tutto il mondo, e si pone in assoluto contrasto con

quanto si verifica per la maggior parte degli Stati organizzati e svilup-

pantisi invece in senso autoritario e centralista. Più in piccolo, ma assai

concretamente, possono rilrovarvisi, nell'esperienza già fatta, le condi–

zioni e i problemi che si presenteranno domani (piando si volesse addi–

venire ad una soluzione federalistica dei problemi della pace, della si–

curezza e della cooperazione economica tra i diversi popoli.

L'aspetto finanziario del problema federale

Un aspetto molto importante è evidentemente quello finanziario:

il principio federale richiedendo che il governo centrale e quelli regio–

nali siano indipendenti l'uno dall'altro e insieme coordinati senza essere

però subordinati, ne consegue che sia l'uno che gli altri devono avere,

sotto il loro controllo indipendente, risorse finanziarie sufficienti ad as–

solvere le loro funzioni esclusive. Deve esistere una autonomia finanziaria

del governo centrale che abbia applicazione uguale per tutti gli Stati e

una autonomia dei singoli Stati regionali nel loro ambito. La diversa

attribuzione dei compiti dovrebbe servire anche a stabilire i criteri di–

scriminatori del diverso genere di entrate rispettive. Per l'applicazione

che se ne è fatta dovrebbe appartenere al Governo centrale la valuta e

il conio della moneta, le contribuzioni indirette, i dazi d'importazione :

fino alla prima guerra mondiale la Svizzera riservava alla competenza del

governo centrale ¡ soli dazi doganali e ciò si verificò in altre federazioni.

Apparterrebbero invece ai governi locali ie imposizioni dirette (redditi

formatisi e consumati sul luogo), le entrate dipendenti dai servizi sociali

e d'istruzione che essi amministrano, il potere di ricavare entrate da

prestiti, d'imposta sull'entrate, le sovvenzioni obbligatorie dello Stato cen–

trale in conseguenza della cessione ad esso di speciali diritti d'impor–

tazione. Governo centrale e governi regionali devono infine poter di–

sporre, naturalmente, ciascuno delle entrate che direttamente dipendono

da diritti che sono ad essi comuni, sia per le proprietà demaniali

che loro appartengono, come dall'esercizio d'imprese commerciali e

monopoli.

Biblioteca Gino Bianco