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I-l

LA CRITICA POLITICA

E stato dunque dato corso, sia pure in proporzioni ridotte,

a quel problema di

surveys

tecniche e a quella seminagione di

aziende pilota preannunciata da quella stravagante pubblicazione

della Direzione generale dell'emigrazione edita nel marzo dello

scorso anno per giustificare la richiesta dì

38.493.400

dollari per

gli « indispensabili stanziamenti per l'incremento del flusso emi–

gratorio del

1 9 5 0 » .

Certo questi undici esperti implicheranno ima

spesa non lieve, ma anche se questa spesa non venisse conteg–

giata negli undici milioni di dollari assegnati al fondo emigra–

zione, non vediamo come questa somma possa dare un serio in–

cremento al flusso emigratorio. Anzitutto occorrerà non poco tempo

per valutare i risultati di queste imprese di pilotaggio; risultati

sempre incerti nel clima economico e politico sud-americano, co–

sicché anche quando fossero apparentemente ottimi, andrebbero

coordinati con la eventuale continuità di una serie di circostanze

favorevoli cosa non facile ad ottenersi ne! mutevole ambiente delle

esperienze. Comunque i piani della Direzione generale dell'emi–

grazione non possono non suscitare diffidenza quando si apprende,

dalla pubblicazione del ministero degli esteri del marzo dello scorso

anno, che per l'insediamento di una famiglia colonica di cinque

elementi è stata calcolata, senza tener conto del costo della terra,

la spesa di

1.768.000

lire. In questa somma figurano:

200.000

lire

per la sistemazione di sei ettari di terreno,

260.000

lire per la

costruzione di una casa e roo.ooo lire per dotazioni aziendali vive

e morte. Per ciò che riguarda la casa una semplice tenda costa

anche meno, ma non è ingiustificato il sospetto che l'autore di

questo semplicistico bilancio abbia scambiato i l valore de! modesto

arredamento della casa con quello delle dotazioni aziendali. Tut–

tavia anche considerando per buone le troppo ottimistiche cifre

della direzione generale dell'emigrazione, e nella speranza che

la terra ei venga regalata, con undici milioni di dollari si po–

trebbero collocare non più di

4.000

famiglie. Per ciò che riguarda

l'appello all'intervento finanziario dello Stato ci sembra debbasi

prendere in seria considerazione quanto scrive F. M . Paces sulla

« L i b e r t à » di Roma del

7

febbraio:

« Quanto al finanziare, con capitali italiani, i l lavoro emigrato,

i vari governi che si susseguirono dalla fondazione dell'I. C. L . E.

in qua, si resero tutti conto, chi prima e chi dopo, dell'assurdo di

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