NULISMO EMIGRATORIO
I I
operai italiani avranno tutto l'interesse a che i l nostro paese sia
presente tra le potenze che saranno a capo di quell'organismo».
Tutto ciò potrà avvenire nelle imprecisate lontananze del
tempo, fra cinque, o dieci o cinquantun ni se l'ancora incerta pos–
sibilità e buona volontà degli uomini potrà essere avviata sulla
strada indicata dal ministro Sforza. Ma intanto quali sono le odierne
possibilità della nostra emigrazione in Africa? Proprio in questi
giorni i l « Bollettino per gli emigranti stranieri » pubblicato dal
ministero del lavoro francese riferisce le norme per l'entrata nei
territori africani dell'Unione francese dei paesi dipendenti dal mi–
nistero della Francia d'oltre mare. I l governo francese vorrebbe
reclutare emigranti per valorizzare il Madagascar. Ma si veda quali
sono, e quanto onerose sono, le condizioni di questa piccola porta
aperta ai nostri emigranti. Anzitutto ogni emigrante prima della par–
tenza deve versare una cauzione di
66.000
franchi per i l suo even–
tuale ritorno o per il caso di malattia. Sono interdette agli stranieri
parecchie attività e fra le altre quelle di agente di informazioni, di
albergatore o d'impresario, di geometra o di stampatore, di libraio
o di orefice, di barista o di banchiere. Inoltre le persone e le so–
cietà straniere non possono ottenere concessioni per appalti di
pubblici servizi, concessioni demaniali urbane o rurali qualsiasi, non
possono neanche acquistare concessioni demaniali per via di ces–
sione. Del resto i l
2 4
gennaio, rispondendo per iscritto ad un'in–
terrogazione dell'on. Sacchi, il ministro Sforza dichiarava che i l
governo francese non consente che nelle sue colonie africane la
manodopera straniera superi il
15
per cento del totale degli operai
francesi metropolitani.
L'Egitto ha chiuso le sue porte di casa all'immigrazione e
parecchi di coloro che già si trovavano sul suo territorio sono
stati posti nelle condizioni di andarsene. In questi ultimi due anni
ia colonia italiana è discesa da
70.000
a
50.000
persone. In ogni
azienda i l
75
per cento degli impiegali deve essere egiziano. I l
9 0
per cento degli operai delle fabbriche deve essere costituito da
indìgeni. Per ciò che riguarda il Congo belga una delegazione
italiana nella speranza di aprire alla minacciata manodopera ita–
liana in Belgio una qualche possibilità di lavoro nella colonia afri–
cana, recatasi dal ministro delle colonie Wigny si è sentita rispon-
Biblioteca Gino Bianco