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Recentemente i l ministro Sforza, in un articolo pubblicato sul
<> Corriere della Sera », ha melancoiiicamente dichiarato che non
vi è speranza più o meno immediata di larghi sbocchi emigratori
ed ha indicato nel I V punto di Tramali « g r a n d i prospettive per
industriali italiani, e, come risultato successivo, per emigranti ita–
liani. Ma è necessario — ha aggiunto — che gli industriali si
preparino presto, perchè la concorrenza circa le zone depresse
sarà molto vivace ».
Non so che cosa abbia fatto supporre al nostro ministro degli
esteri che il I V punto di Truman possa, per certi aspetti, offrire
le prospettive di un grande « mercato delle pulci » per industriali
grossi e medi, più o meno avventurosi, più o meno dissestati e
di macchinari più o meno vecchi e inutilizzati. Ma se anche tale
dovesse apparire i l piano di Truman non vedo in qual forma
dovrebbe e potrebbe esplicarsi l'attività dogli industriali italiani.
Esportando macchine o capitali? Ma se può essere auspicabile
una accorta emigrazione « temporanea » di complessi aziendali
delle industrie edilizie, di bonìfica e simili, e se può essere con–
sigliabile quella di piccoli complessi inattivi in cui gli elementi
del lavoro e della tecnica abbiano una notevole prevalenza su
quelli dell'attrezzatura, appare deprecabile un'emigrazione defini–
tiva di complessi industriali clic comporta anche un'esportazione
di capitali. La deficienza del risparmio strumentale del nostro
paese con comporta un tale depauperamento. Ma in realtà questo
IV putito per le aree depresse, annunciato più di un anno fa da
Truman, non è stato ancora concretato e si ignora quale sarà la
sua estensione, quale il suo finanziamento, quali le sue possibilità,
quale la sua estensione. Tuttavia non mancano notizie sulle inten–
zioni e sui propositi americani. In un recente discorso George
V. Alien, presidente del Comitato interministeriale degli Stati Uniti
per la cooperazione scientifica e culturale, persona molto vicina
al Presidente, ha detto : « È ovvio che nelle proposte di Trumaii
vi sia egoismo e insieme altruismo ». Ed ha aggiunto che saranno
le imprese sia tecniche che commerciali degli Stati Uniti che
porteranno il maggior contributo alla realizzazione del I V punto
di Truman. « Gli Stati Uniti mobiliteranno personale specializzato,
comprendente tutti i rami dell'ingegneria, e faranno assegnamento
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