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CRISI DELA DEMOCRAZIA

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debbono fare nel campo economico e ili quello sociale, imposte

dalla necessità, dalla pressione degli interessi, dalle masse che

vogliono vivere e lavorare, dall'equilibrio tra produzione e consumo

che deve essere raggiunto, dai bisogni sempre crescenti dell'am–

ministrazione dello Stato ed è evidente che ciò debba richiedere

da parte di chi sta al Governo come da chi fa parte delle Assemblee

legislative un insieme di atti e di provvedimenti che può rappresen–

tare una mole di lavoro in se stessa enorme. Non sì sono mai — in

nessuna epoca e osiamo pensare in nessun altro Stato — fatte

tante leggi ed emessi tanti decreti ! Ma bisogna anche vedere se

tale lavoro si svolga secondo una linea direttiva o non consista

invece in un groviglio di provvedimenti svariatissimi e discordanti,

destinati ad aumentare le complicazioni e a perpetuare le difficoltà

fino a renderle inesplicabili. Ma bisogna sopratulto vedere — dato

anche .che si arrivasse a ottenere una maggiore coordinazione e a

dare, come sembra se ne abbia la intenzione, più largo inpulso

agli investimenti — se tutto ciò, appunto per i mezzi ed i metodi

dei quali si pensa di poter continuare a servirsi, non si risolve

in definitiva in un intervento sempre più massiccio e assoluto dello

Stato nelle faccende economiche e sociali destinato a preparare e

a giustificare un rigido sistema autoritario e centralista.

11 vero problema polìtico della nazione è hi questa alterna–

tiva tra la democrazia che non si fa, che stenta a farsi, che rimanda

di mese in mese, e così di anni, i problemi della sua organizza–

zione interna e lo statalismo che frattanto si sviluppa. Ci sono le

esigenze economiche e sociali. Ma appunto perchè, ci sono, e

sono grandi e pressanti, l'alternativa si pone anche di fronte ad

esse. Le strade su cui procedere restano infatti sempre due, la demo–

cratica e l'autoritaria, quella dell'autogoverno e quella del cen–

tralismo. L'organizzazione politica dello Stato può benissimo nel

campo sociale svolgere la più ampia ed efficace azione per la

soluzione dei problemi sociali ed economici che interessano la

nazione, farsi ìn cento forme iniziatrice, suscitatrice e cooperatrice

di attività e di opere, senza pretese di dirigismo e senza dar

luogo ad un nuovo statalismo. I socialisti che in Italia continuano

a dirsi democratici dovrebbero studiarsi di offrire soluzioni demo–

tiche ai problemi del socialismo senza pretendere che SÌ possa

Biblioteca Gino Bianco