IO
LA CRITICA POLITICA
afferma sempre più imperiosa la necessità di redimere dallo stato
dì bisogno le molte centinaia di migliaia di nomini che vivono
nelle immense aree depresse della t e r r a » . Molto lavoro, troppo
lavoro, troppa cuccagna per le nostre deboli spalle sulle quali ver–
rebbero a posarsi le sorti di centinaia di milioni dì uomini! Non più
leoni in Africa, non più carovane di esploratori in cerca di emo–
zioni fra genti e bestie selvagge. La Somalia: ecco i l miracoloso
punto di appoggio della leva destinata a ricreare nella civiltà le
aree depresse di tutto i l mondo!
Già dalle scuciture di un articolo di fondo pubblicato dalla
«Voce Repubblicana » del
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febbraio era uscita l'affermazione che
l'Italia assumeva i l mandato della Somalia « m e n t r e si presenta
quel grande piano costituito dal I V punto di Truman che si pro–
pone di sollevare le zone economicamente depresse. Canali, strade,
impianti sanitari, agricoli, industriali, minerari dovrebbero gradual–
mente mutare l'aspetto'del continente africano e portarlo al livello
della civiltà europea ». D i fronte a tanta euforia i l giornale finan–
ziario lombardo «
24
Ore » dell*
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febbraio si è sentito autorizzato
a scrivere chi: « è inutile farci soverchie illusioni per quanto ri–
guarda l'attuazione del I V punto di Truman. I fondi messi a dispo–
sizione per l'assistenza tecnica saranno molto modesti ».
Anche l'on. Sforza, in un'intervista pubblicata sulla « V o c e »
del
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febbraio ha affermato che servendoci della posizione rag–
giunta in Somalia sarà nostro supremo interesse partecipare a tutti
i piani che si stanno preparando « soprattutto con l'appoggio finan–
ziario degli Stati Uniti, mirante allo sviluppo
-
di varie- zone del–
l'Africa. Rimanere fuori di quest'opera significherebbe tradire un
interesse preciso del nostro paese e soprattutto dell'Italia operaia
e contadina ». E nel discorso pronunciato il
9
febbraio al Senato
ha detto :
« È probabile che presto, attraverso un'organizzazione soli–
dale di potenze, si assista alla creazione di un gigantesco orga–
nismo economico-tecnko per la messa in valore dei territori del–
l'Africa Centrale. Ora quest'opera non potrà essere compiuta senza
il concorso del lavoro e dell'ingegno italiani, che sono largamente
profusi in quelle regioni. I l giorno in cui questo accadrà — ed
avverrà sicuramente in un domani molto vicino — i tecnici e gli
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