Table of Contents Table of Contents
Previous Page  42 / 52 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 42 / 52 Next Page
Page Background

LA S E D I Z I O N E DI S. MARTINO

331

sintesi, un giudizio negativo, che investe la classe dirigente del seicento

e, particolarmente, dei funzionari spagnoli, e si estende (logicamente) a

tutte le sollevazioni nelle quali agisca, come oscuro movente, una neces–

sità di carattere economico-sociale. Questo giudizio (se giusto o non, a

noi non interessa) ha le sue premesse in una duplice considerazione : di

ordine economico e di ordine morale. Distinguiamo, per chiarezzza di

esposizione; ma è ovvio che i due problemi nella pratica sono, si può

dire, inscindibili.

L'analisi del fenomeno economico è fatta con criteri evidentemente

liberisti. Lo scrittore risente l'influenza dei nuovi principi economici di–

vulgati dagli enciclopedisti francesi e dai pubblicisti italiani, che avevano

reso accessibili coi loro scritti e con le loro polemiche le idee del Can-

tillon, del Verri, di Adamo Smith, ecc., fino a farne l'elemento costitutivo

di una cultura d'avanguardia o, meglio, della nuova cultura, e il fulcro

di una concezione, che doveva permeare di sè la vita economica del secolo.

Come è naturale, la prima afiermazione di un'idea nuova doveva espri–

mersi anche per vìa di antitesi col passato, che quell'idea non aveva

posseduto o che non aveva goduto benificio alcuno. Ogni progresso è

condanna inesorabile del tempo dal quale ci si distacca, senza percepire

immediatamente quanto dì sè appartenga ad esso. L'atteggiamento del

Manzoni sembra quello di un neofita; accolte le nuove idee, giudica e

condanna alla luce della sua cultura. La scienza economica condizionava

il prezzo alla legge della domanda e della offerta; come doveva apparire

campato in aria quel « prezzo giusto », a cui si appigliavano nella Milano

secentesca (e" non solò allora!) t milanesi poveri ed anche i Ferrer e

tant'alra gente? E come si rivelavano contro-producenti quel ribasso del

prezzo del pane e tanti altri provvedimenti del genere, decretati, per

ignoranza di quella legge economica, dal predetto Ferrer e da altri! La

sfiducia del Manzoni colpisce, oltre che le classi dirigenti, anche il popolo ;

se si potesse sintetizzare in una parola l'oggetto delle sue accuse, potremmo

dire che egli parte in lizza contro «l'ignoranza», causa di tanti mali,

ignoranza di tutti. Qui è il problema, che da una trattazione particolare

ci porta ad illazioni di carattere generale. Ascoltiamo ancora, restando

nel nostro campo ristretto, ¡1 Manzoni : « In un paese (nella Francia) e in

un'epoca vicina, nell'epoca la più clamorosa e la più notabile della storia

moderna (l'epoca della Rivoluzione Francese) si ricorse, in circostanze

simili, a simili espedienti (t medesimi, si potrebbe quasi dire, con la sola

differenza di proporzione, e a un di presso nel medesimo ordine) ad onta

dei tempi tanto cambiati e delle conoscenze cresciute in Europa, e in quel

paese forse più che altrove; e ciò principalmente perchè la gran massa

popolare, alla quale quelle cognizioni non erano arrivate, potè far valere

a lungo il suo giudizio, e forzare, come colà si dice, la mano a quelli che

facevan la legge». Pare di sentir nell'aria i motivi cari agli illuministi,

l'opposizione al passato in nome della verità, la fede in una umanità

libera e felice col trionfo della « raison », e in tal senso ü Russo, nel suo

*I3

Biblioteca Gino Bianco