F A T T I E COMME N T I
Inizio di vita parlamentare.
Si
è
iniziata la vita parlamentare
della Repubblica. Fino ad ora gli
Italiani erano restati sotto regime
di tutela: tutela di un governo de–
mocratico, sìa pure, ma sempre tu–
tela in quanto era il governo che
faceva lui le leggi e le metteva in
vigore per virtù di decreto. L'Assem–
blea Costituente non fu infatti un'as–
semblea legislativa: e quel poco che
le fu concesso in tale materia servi
piuttosto per la platea e per dare sod–
disfazione al legittimo desiderio dei
costituenti di avere qualche cosa da
fare e qualche diritto da esercitare,
oltre quello di fabbricare la nuova
Costituzione. I l Parlamento
è
invece
lui che fa le leggi, le discute, le
elabora, le approva e al Governo
resta un compito esecutivo: quello
di dare applicazione alle leggi, di
farle osservare e di mantenere la
propria azione nei limiti di quelle
leggi. Ciò secondo la pratica tradi–
zionale del sistema parlamentare,
interrotta la quale — per ragioni
contingenti come quelle dell'altra
guerra —
¡1
sistema rapidamente
decadde e crollò.
Ora si tratterebbe di restaurarlo.
La Costituzione ha preferito il ri–
torno al regime parlamentare che
avevamo già sperimentato piuttosto
che la creazione di un ordine nuovo.
Non s'è visto i l passaggio.
Ebbene: è mancata del tutto la
sensazione del passaggio o del ri–
torno ad un sistema abbandonato
da tempo. Marcare la differenza si–
gnificava valorizzare la Costituzione,
elevare il prestigio della Repubblica,
dare infine soddisfazione alla aspet–
tazione degli italiani.
Un primo atto di ossequio al Par–
lamento uscito dalle elezioni del
18
aprile doveva consistere nel dar
vita ad un Governo nuovo. Una
nuova investitura era necessaria.
Invece si è pretesa una
continua–
zione
la quale non ha impedito
però che la composizione del Go–
verno ne uscisse profondamente
modificata in seguito a
pourparlers,
trattative, scambio di posti, giuochi
di rivalità e divergenze di vedute che
hanno immiserito ia cronaca poli–
tica per circa due settimane e che
non hanno giovato al prestigio del
nuovo governo. Infatti si è data, più
che la impressione, la convinzione
che le cose continuano a cammi–
nare come prima e senza nessun
miglioramento.
Il discorso che si attendeva è mancato.
Quello che è apparso evidente
è
la mancanza di un indirizzo. Il di–
scorso che avevamo atteso dal Capo
del Governo costituitosi dopo le
elezioni del
2
giugno
46,
lo abbiamo
atteso invano dal governo presen–
tatosi il i " giugno di quest'anno,
e cioè due anni dopo, alla prima
assemblea legislativa. Non che l'o–
norevole De Gas peri abbia detto
poche cose. Ha toccate anzi un po'
tutte le questioni, e non c'è punto
su cui egli non abbia riferito: una
specie di resoconto amministrativo
con molte verità velate e con tante
buone intenzioni: un discorso nella
stesura del quale ogni dicastero ha
portato il proprio contributo, ma in
cui il Capo del Governo non ha fatto
il punto della situazione per dire
nettamente come pensa dì risolverla,
e per quale via e verso quale meta.
Andremo ancora avanti cogli espe–
dienti? Oppure avremo una politica
chiara energica risolutiva, che sol–
levi lo Stato dai troppi impegni e
dai troppi parassitismi, che rimetta
Biblioteca Gino Bianco