F A T T I E COMMENTI
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quanto prima si avrà un nuovo
Congresso.
l i tentativo di ridare al partito
liberale ha probabilità di riuscita ?
Non lo crediamo. Non basta l'enun–
ciazione di alcuni princìpi o la buona
stesura di un programma che diffe–
renzi il partito, quando è mancata
nel passato una azione corrispon–
dente. I l partito liberale è stato
screditato dall'azione incoerente dei
suoi uomini rappresentativi : dietro
una bella bandiera vi si raccolsero,
insieme a uomini in buona fede,
interessi conservatori, nostalgie del
passato, diffidenze e conati di rea–
zione. I l che non vuol dire che una
positiva azione liberale in campo
politico e in campo sociale non sìa
possibile. Sì renderà anzi neces–
saria. Resta a sapere chi sarà a
farla e se a farla saranno proprio
i residui del vecchio liberalismo.
Non per nulla la crisi abbraccia
quasi tutti i partiti e in seno a
ciascuno di esso due stati d'animo
e due concezioni si scontrano.
Il dissidio sindacale.
E passiamo ad un'altra crisi,quella
sindacale, latente da tempo e sulla
quale la nuova situazione politica
non poteva non avere immediate
ripercussioni.
È dì questi giorni un accordo tra
le correnti sindacali facenti capo ai
partiti che partecipano al governo,
accordo il cui scopo dichiarato è
quello di far fronte al prepotere
social-comunista e alle interferenze
politiche in seno alia Confederazione
del lavoro.
Ciò ha provocato una immediata,
e vivace reazione da parte dei social-
comunisti che hanno denunciato nel
patto una premessa alla scissione
sindacale. Si è risposto, e la risposta
é sincera, che si vuole agire per
l'indipendenza del sindacato e per
la tutela delle minoranze. Nessuno
può desiderare la divisione della or–
ganizzazione sindacale! Ma perchè
questa non avvenga bisognerebbe
che i sindacati non fossero come
sono diventali strumento dei partiti
per la loro politica.
La democrazia sindacale non fu
fatta in principio e più difficile sarà
ottenerla ora. Anzi in conseguenza
della netta frattura che si è creata
tra i partiti sul terreno politico, è
più facile che, nonostante le buone
intenzioni, il dissidio si inasprisca
con tutte le conseguenze.
NOI
L I B R E R I A
S U M M E R
W E L L E S ,
Dove andiamo
a
finire?
Milano, Garzanti Editore.
Summer Welles è stato l'ultimo collabora–
tore del presidente Roosevelt per la politica
esterasulla quale egli ha fattonel Dipartimento
di stato una lunga esperienza.
È
certamente
uno degli uomini più costruttivi e influenti
degli Stati Uniti.
In questa opera, che fin dal suo apparire
ha suscitato grande inn teressee molte discus–
sioni, egli ci dà un quadro
,
chiaro e preciso
delle grandi, anzi enormi, difficoltà che osta–
colarono la ripresa di una vita normale tra le
nazioni dopo l'ultima guerra mondiale. E so–
pratutto tenendo presente l'antagonismo che
subito dopo la pace, anzi prima ancora che la
guerra finisse e sul problemi della pace, si è
determinato tra le potenze democratiche e
l'Unione Sovietica, che Summer Welles ha
scritto questo libro con uno stile chiaro pre–
ciso, perchè tutti possano rendersi conto del
significato e degli avvenimenti di cui tutti
dobbiamo in certe moda rispondere. La do–
manda che egli fa, col titolo di questo libro,
è una domanda rivolta a tutti e che tutti di
ogni paese e di ogni partito dobbiamo farci,
ad ogni momento. La politica estera è ormai
un campo aperto alla discussione e alla com–
prensione dei popoli
i
quali non si considerano
più estranei alle sue vicende. Ecco perchè
tutti ne parlano, ne scrivono, e il segreto di–
plomatico
'
su questa materia non è più com–
prensibile e non è più serbato. Le critiche
che si sono fatte a questo libro, come all'altro
scritto da Byrnes col titolo * Carte in tavolai,
vennero fatte appunto perche con esso si pone
e si discute in pubblico ciò che una volta si
preferiva si svolgesse in segreto, come se
1
popoli alla pace del mondo non fossero in–
teressati. Ora invece i popoli vogliono sapere
e vogliono discutere. Può darsi che ciò mo–
mentaneamente non giovi. Certamente però
pone un freno agli appetiti ed evita le mag–
giori sciocchezze. Noi abbiamo una fede as–
soluta nella pubblicità degli affari esteri,
11fatto che una parte notevole vi è dedicata
alla politica americana in Italia rende per noi
particolarmente interessante questo libro del
Welles che ci consente di vedere sotto una
luce più diffusa il panorama della politica
mondiale di oggi.
Biblioteca Gino Bianco