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LA C R I T I C A
POLITICA
morosi incidenti, anche con vie di
fatto, a cui ha dato luogo. Quindi
non ce ne occupiamo. L'interesse
politico si volge piuttosto a quello
che, in conseguenza dell'esito delle
elezioni, sta avvenendo dplle forze
politiche del paese.
Le crisi in corso.
Le ripercussioni sono state pro–
fonde. Ci sono infatti molte crisi
in corso: alcune maturate, altre
in via di maturazione. Ben ma–
turata e pressoché risolta è quella
del partito qualunquista. In via di
maturazione £ quella socialista :
la più significativa forse e anche
la più complessa perchè per quanto
duri da molto tempo, non ha tro–
vato la sua via di uscita. A l so–
cialismo capita come è capitato
alla democrazia, di essere diventato
una parola d'interpretazione cosi
lata e così varia che ciascuno in–
tende e applica come vuote. Chi è
più socialista? chi è meno socia–
lista? E come, in quale forma, con
quali sistemi può realizzarsi il so–
cialismo? Democraticamente s'in–
tende. Perchè la difficoltà è 11, nel
realizzare un socialismo che sia de–
mocratico e nel realizzarlo demo–
craticamente. Contrapporre cioè alla
soluzione e al metodo comunista
una soluzione e un metodo chiara–
mente differenziati. Finché non vi
si addivenga, l'unità socialista non
ci sarà, anche se l'aspirazione al so–
cialismo diverrà universale. Questo
dal punto di vista ideologico e pro–
grammatico. In Italia le cose si com–
plicano per la posizione tenuta nel
governo dei saragattiani. Moltissimi
socialisti che mal sopprimano la po–
sizione di subordinazione dei par–
tito socialista a quello comunista e
che non vogliono servire il comu–
nismo nella sua politica e nei suoi
obiettivi, non se la sentono nem–
meno di dare la loro solidarietà a
Saragat nella sua attuale partecipa–
zione al governo. Vorrebbero rom–
perla col comunismo, per dare al
partito socialista una posizione di–
stinta dai comunisti e dai gover–
nativi. E pensano che a tale posi–
zione corrisponderebbe anche un
rafforzamento del partito col ritorno
ad esso di una grande parte delle
forze che se ne erano allontanate.
Solo una vittoria dei fusionisti po–
trebbe a Genova determinare una
nuova scissione. Ma non ancora
l'unità dei socialisti.
li travaglio dei liberali.
Altra crisi in corso
è
quella dei
liberali, pure essi scontenti dei ri–
sultati delle elezioni e in cerca di
valorizzare il loro partito, impresa
molto difficile questa perchè . . . i l
partito non c'è. Nell'ultimo Con–
gresso Lucifero pensò che il partito
potesse formarsi solo poggiando de–
cisamente sulle forze conservatrici
che sono ancora molto potenti in
Italia, almeno di mezzi. L'idea non
sarebbe stata sbagliata e in altra
situazione avrebbe potuto riuscire.
Invece ha fallito in pieno e si spiega
come una parte dei liberali, inte–
ressati a mantenere una posizione
politica, abbia pensato che bisogna
per lo meno salvate la faccia. Di
qui un appello che alcuni esponenti
del partito liberale, tra i quali Ca–
sati, Corbino, Bellavista, Martini,
Morelli, hanno diretto ai loro amici.
L'appello afferma che oggi più che
mai ia situazione politica rende in–
dispensabile l'azione di un partito
liberale che fra i contrapposti gruppi
democristiano e marxistico, proteg–
ga e salvi il patrimonio di tradi–
zioni liberali e schiettamente demo–
cratiche del Risorgimento nazionale,
messo in grave pericolo di distru–
zione o di menomazione dal con–
trasto o dall'urto tra i due, ove
fossero lasciati soli a contendersi.
S'invitano perciò tutti i liberali
«iscritti, non più iscritti o non an–
cora iscritti » a prepararsi ad una
riunione per concretare alcuni con–
cetti comuni da far prevalere come
base di azione del partito. A questo
appello ha fatto seguito una lettera
di Benedetto Croce che, dimetten–
dosi da presidente onorario del par–
tito, ha approvato l'iniziativa e così
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