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LA CRITICA

POLITICA

quale criterio proporremmo si fosse seguito in quelle particolari circostanze?

Il nostro autore parla di opere di carità, descrive le benefiche iniziative

del cardinale Borromeo ; ma tutti coloro che continuano a morire di fame

nelle case o nelle strade perchè non sempre può giungere fino ad essi

l'assistenza del caritatevole Federigo, offuscano, passi l'immagine, la vi–

brante gagliardia dei postulati economici manzoniani e non possono cer–

tamente soddisfare il suo sentimento di solidarietà umana. Egli non ri–

solve e pure ha condannato. Deficienza in lui di senso scorico o di senso

pratico, come quasi vorrebbero i l Russo e il Nicolini? No. Siamo di fronte

ad un problema, che non è particolare del Manzoni, il quale ha il merito

di averto storicamente sentito e riportato nei modi che la cultura del suo

tempo permetteva

e

di averlo anche volgarizzato. È un problema che,

prospettato in termini sociali, determinerà la crisi di un sistema {il liberismo)

e travaglerà gli spiriti migliori dell'Ottocento e dei nostri tempi; spiriti

che, o resteranno vagamente perplessi come i l Pareto, o tenteranno una

soluzione pratica come il Mazzini, o determineranno una corrente più

attivamente sociale in seno alla chiesa cattolica come Leone XIII, o ad–

dirittura prenderanno altre vie, come il Marx, l'Engels e i loro seguaci ;

i quali ultimi, riuscendo nella involuzione della idea di libertà, ripropor–

ranno in termini opposti il problema della personalità umana.

MICHELE FUIANO"

Giornalisti e giornalisti.

In Italia noi abbiamo

avuto un grande

giornalista,

il senatore

Al-

bertìnì, che al

Corriere della Sera

dette

un'impronta

dì serietà e una

rispettabilità

senza pari.

Raramente

scrìveva: ma egli inquadrava

il gior–

nale, lo curava in tutti i particolari,

ne faceva uno strumento

armonico

in ogni sua parte: e il giornale

milanese

ebbe in quel periodo una fama

europea e ... un bilancio

attivo.

Mussolini

fu un giornalista

di tutt'altra

qualità:

egli si

preoccupava

dell'artìcolo

dì fondo e dei tìtoli

della

prima

pagina:

voleva

èpater

il

pubblico dei lettori,

mentre

Albertini

voleva

educarlo.

Fra ì due tipi dì giornalisti

quello che più garba

agli

italiani,

in

apparenza,

è il secondo

tipo,

quello

deteriore;

ma in realtà gli

italiani

tornerebbero

volentieri

al tipo Albertini,

solo che vi fossero

uomini di

quella

tempra e di quella

capacità.

I socialisti,

che al prossimo

Congresso di Genova

dovranno

occuparsi

anche della direzione

dell'

Avanti!

che Mènni capisce di dover lasciare, po–

trebbero

dare al loro quotidiano,

in luogo e vece del

direttore politico,

un

direttore

giornalista,

che scrivesse

molto dì rado artìcoli e ne curasse

tutto

l'inquadramento,

per farne

uno strumento

dì battaglia e dì

educazione:

la

jtalia socialista

dì Roma,

malgrado

la sua scarsa

diffusione,

il

Risor–

gimento liberale

in alcuni

momenti

felici e qualche

altro giornale

quoti–

diano

hanno

saputo

realizzare

il tipo del giornale

politico

di cultura e

dovremmo

augurare

loro maggior

fortuna

per l'elevamento

della

nostra

vita polìtica e del nostro

costume.

Al

matador

nei giornali

occorre

sostituire

l'uomo di superiore

cul–

tura, che non vuole

andare al Governo e che sì contenta dì far bene il

suo

mestiere.

Biblioteca Gino Bianco