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F A T T I E COMMENTI

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in ordine il Bilancio, che ponga fine

alle enormi complicazioni, che sia

onesta nelle previsioni e inflessibile

nell'esigere che le norme siano ese–

guite e gì' impegni osservati ? Siamo,

con questo, al sesto governo presie–

duto dall'on. DeGasperi, e il Capo

del Governo ci ripete sempre le

stesse intenzioni con le stesse previ–

sioni, condite dalle stesse speranze

che poi vengono sempre smentite

dai fatti e dai risultati. Quello che

De Gasperi si proponeva quando

era insieme ai socialisti e ai comu–

nisti ha continuato a proporsi i !

giorno dopo che quelli se ne sono

andati, o erano stati messi fuori,

senza che poi si sia veduto niente:

nè l'assestamento del bilancio, nè

la diminuzione del

deficit,

nè un più

ordinato modo di fare. Non unità

di azione, non concordanza di pro–

positi : e ogni ministero, nonostante

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capo, ha continuato a camminare

per conto suo. E sono aumentate le

insolidarietà, si sono moltiplicati i

parassitismi,gli sperperi,l'inflazione

monetaria e l'inflazione del per–

sonale. Si fanno tanti piani, e tutti

ne fabbricano. Perchè il Capo del

Governo non dovrrebbe farsi i l suo

programma e dirci come vuol risol–

vere il problema del Bilancio dello

Stato, come pensa di riordinare la

pubblica amministrazione, quali l i –

miti intende porre alla sua azione

e a quella dei suoi collaboratori?

GH aiuti del piano Marshall.

Il piano Marshall, ossìa gli aiuti

che verranno da quel piano, come

s'infende utilizzarli? come espe–

diente per coprire in parte lo sbi–

lancio dello Stato, così come è av–

venuto per il prestito di ricostru–

zione e per l'imposta patrimoniale

che non hanno servito nè per la ri–

costruzione n è per la diminuzione del

deficit ì

oppure per una azione rico–

struttiva della economia del paese?

Per consentire agli italiani di ripren–

dere la loro attività produttiva e

inserirla nell'economia mondiale,

oppure per consentire allo Stato di

fronteggiare le esigenze di cassa del

tesoro fino al

1952

e trovarsi poi,

allo scadere degli aiuti, di fronte al

duplice fallimento delio Stato e del–

l'economia nazionale? Insomma si

pensa dì /separare nettamente i due

problemi dello Stato e della econo–

mia nazionale per modo che gli aiuti

Marshall servano unicamente allo

scopo per cui ci vennero inviati e

al problema dello Stato, che è di al–

tra natura, provveda lo Stato stesso

organizzando meglio le proprie spe–

se e le proprie entrate, e quindi

tutta la propria amministrazione, eli–

minando e liquidando intanto le que–

stioni passive e modificando radical–

mente i criteri che la dirigono?

E' ammissibile che, mentre gli

aiuti arrivano, il Governo non ab–

bia ancora un piano concreto sul

modo di utilizzarli? Che non si sap–

pia cioè a chi quegli aiuti e quei

fondi debbano andare e come deb–

bano essere impiegati? E dovrà es–

sere proprio il governo a dirigere,

a stabilire come la ripresa dovrà

avvenire, in quali settori, per quali

attività, con quali criteri?

Nulla di preparato e nulla di concluso.

Abbiamo purtroppo l'impressione

che non ci sia ancora nulla di pre–

parato e nulla di concluso. I l fatto

che socialisti, comunisti e liberali

abbiano particolarmente tenuto ad

avere voce in capitolo per far va–

lere le loro particolari vedute (i re–

pubblicani come al solito non ave–

vano nulla da dire!) sta a dimo–

strare in modo assai chiaro che si

è ancora lontani dall'aver formulato

un programma qualsiasi mentre è

certo che sono moltissimi, vigili e

attivi, gl'interessi particolari che

pensano dì approfittare degli aiuti

americani magari per specularvi so–

pra per il loro tornaconto imme–

diato.

La discussione che nell'uno e nel–

l'altro ramo del Parlamento ha fatto

seguito alla relazione dell'onore–

vole De Gasperi non ha avuto nulla

di notevole, salvo i frequenti e cla-

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