LA C R I T I C A
POLITICA
crebbero essere versati dal «ricco» Comune di Milano; strana «ric–
chezza» che si salda con un deficit annuo di alcuni miliardi! Dieci mi–
lioni sarebhero appena sufficienti a ristampare le
2008
fittissime pagine
dei tre volumi già editi, le quali, riprodotte in caratteri d'un corpo che
non accechi i lettori, darebbero cinque volumi di circa
600
pagine cia–
scuno. Ma è proprio necessaria questa nuova edizione? Non v'è biblio–
teca governativa o civica di qualche importanza che non possieda
1'
«Ar–
chivio Triennale » ; e quei collezionisti che non potessero sopportare i l
peso delia vita senza possederlo, possono agevolmente procurarselo a
prezzi varianti dalle sei alle nove mila lire la raccolta (ma chi ha latto
ingoiare al Monti l'astronomica cifra di rso biglietti da mille?!) La parte
inedita dell'« Archivio » comprende circa
ottomila
documenti:
quanti vo–
lumi, e di quante pagine ciascuno, occorreranno per contenerli?
Le previsioni di spesa saranno dunque paurosamente sorpassate ;
e poiché non è da pensare che i l Comune di Milano, o io Stato o altro
Ente pubblico, o qualche mecenate vogliano e possano sobbarcarsi a tal
peso, bisognerebbe concretar le speranze in un editore. E l'editore di–
sposto a investire un patrimonio in un affare che non solo non presenta
nessuna probabilità di successo, ma che non promette neppure il rim–
borso di una parte della spesa, aspettiamo che ce lo indichi Antonio
Monti.
•
Bisogna chiarir le cose. La sostanza dell '« Archivio Triennale » è
contenuta nelle « Considerazioni » che il Cattaneo appose a ciascuno dei
tre volumi pubblicati; i l resto è un'accolta di ritagli dì giornali, di
estratti e di documenti di opere italiane e straniere, di lettere, di atti
vari ecc. che sono come la giustificazione e la prova di quanto egli as–
serì nel!'
Insurrezione di Milano.
Ora, le «Considerazioni» sono state ri–
prodotte nel primo volume degli
Scritti
politici
ed Epistolario
editi dal
.
Barbèra e in un volume allestito da Cesare Spellanzon per l'editore
Einaudi. Sulla parte documentaria è bene tener conto del giudizio che
ne dava Angelo Brofferio scrivendo al Cattaneo il
4
novembre
1&50.
« Mi
sarei aspettato di più. Non ho veduto niente che già non sapessi».
E quanto, nella lunga serie di pagine e in forma di note, vi appose di
proprio il compilatore, è invero cosa di scarsa importanza, se pure non
si voglia sopravvalutare qualche battuta polemica contro noti e costanti
bersagli.
Per la parte inedita dell'opera, rimasta interrotta dopo la giornata
del
6
.
febbraio
1853
a Milano che portò alla forzata chiusura della Tipo–
grafia di Capolago, valgono le riflessioni sopra esposte, rafforzate dagli
infruttuosi tentativi di portarla alla luce fatti nel
1868
dal Crispí e dal
Guastalla e dal Bertani, e infine da Tomaso Palamenghi Crispí e da me
nel
1934.
Senza contare quel che scriveva il Cattaneo a Francesco Crispi
il rz maggio
1866;
«Usciti dalle mie mani, quei materiali diverrebbero
un carro di carta straccia ! ».
Biblioteca Gino Bianco