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• 212

LA C R I T I C A

P O L I T I C A

I tempi dì Edoardo Giretti, di Gaetano Salvemini, di Eu–

genio Chiesa e d i Filippo Turati, i quali, con le cifre alla mano,

senza separare mai i l cuore dalla mente, insegnavano a cammi–

nare sulla terra ferma, guardando, si, in alto, ma senza smar–

rirsi fra le nubi. Ernesto Rossi parlava argutamente preciso, fu–

stigando i l caos amministrativo dello Stato, nel quale l'economia

italiana rischia di naufragare con irreparabile danno di tutte le

classi sociali.

Un discorso un po' lontano, abbiamo detto, dalla illusionistica

atmosfera elettorale, ma profondamente educativo, perchè riboc–

cante di quel coraggio morale d i cui si ha tanto bisogno, ma di

cui quasi tutti i candidati polìtici fanno uno scarso uso. La verità,

si sa, è spesso ingrata all'orecchio abituato alle suggestive illu–

sioni, ma soltanto con la verità si risolvono i problemi di una

nazione invitata a partecipare alla ricostruzione dell'Europa perchè

nella salvezza comune salvi se stessa.

II popolo chiede ai partiti di non essere ingannato, perchè

tocca sempre al popolo d i scontare gli errori dei partiti. Essi

devono presentarsi al giudizio popolare con un inderogabile senso

di responsabilità, col linguaggio lucidamente espressivo dei pro–

blemi, impossibile ad essere deformati con arbitrari espedienti

polemici, e con astratte impostazioni ideologiche.

In questo prestigioso giuoco dei fabbricatori di illusioni tutti

i banditori delle dittature, di ogni colore, sono maestri; ma ap–

punto per questo gli onesti assertori della democrazia devono

abituare i l popolo al nudo linguaggio della verità, al severo eser–

cizio del costume politico.

Facciamo che i l popolo non si disgusti dei partiti; ecco i l

segreto della vittoria della libertà e della democrazia. Questo è

anche i l metodo più sicuro perchè sia disarmato in partenza ogni

tentativo di avventurieri della dittatura, Ì quali adoperano sempre

secondo le circostanze o la frode o la violenza. Tutte le volte

che questo monito storico è stato dimenticato, ne hanno sofferto

la libertà e la democrazia. I partiti che non ne tengono conto

tradiscono l'una e l'altra. Dobbiamo avere i l coraggio di confessare

le nostre colpe e i nostri errori, e la fermezza di non ripeterli:

soltanto cosi i l popolo imparerà a non disistimare i partiti.

Biblioteca Gino Bianco