Table of Contents Table of Contents
Previous Page  20 / 52 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 20 / 52 Next Page
Page Background

IV A T T E S A D E L CONGRESSO

SOCIALISTA

209

munque si venga a deviarla con il confessionalismo cattolico, con i l

curialismo di Terracini, con la lusinga frónti sta di tutti gli egoismi,

con i l settarismo loico di Basso, con le elucubrazioni pianificatrici,

di Tremelloni e di Morandi, con le abilità di Togliatti e le insidie

di Nenni, e con gli errori di Saragat e di Lombardo.

La elasse operaia vuole e deve mantenersi sul suo terreno

di classe, con la decisione lernia di conquistare i l potere per la

sua superiorità dì sacrificio e di passione volendo darci una civiltà

superiore, in cui non credono certamente gli A / z i e i Molè, reclute

del Fronte; la classe operaia intuisce che la politica agitatoria e

negatrice non risponde in nessun modo alle sue esigenze di svi–

luppo, come intuisce che affidando i suoi destini a un'oligarchia

di politicanti estranei al processo produttivo non attuerebbe i l

socialismo. Nella misura in cui i l Congresso di Genova intenderà

queste esigenze fondamentali della classe operaia — che necessa–

riamente si identificano con quelle di tutte le categorie direttive —

dirà se i l Partito Socialista Italiano è all'altezza delle indistinte

aspettazioni, che ne seguono la preparazione confusa e ne atten–

dono le decisioni: comunque decida, il moto socialista continui rà

irrestibile, superando gli ostacoli e le dighe del Partilo, strumento

inadeguato alla emancipazione operaia in atto.

FEURBALH

Tutto, va bene, dunque?

Noi certo non lo diremo.

Non crediamo che te cose del mondo e quelle

dell'Italia

in particolare

procedano

verso un migliore

assestamento

e verso

una soluzione

stabile e democratica.

Ora, assai più che dopo la prima

guerra,

la nostra

pace, la nostra

Libertà, il nostro

avvenire

sono minacciati.

Le

passioni

e gl'interessi

che hanno fomentato

e detcrminato

la guerra

non

sono state affatto

dominale

o frenate.

Sono vìve e si agitano

come

prima

e determinano

gli avvenimenti.

Nulla si è risotto e nulla è vicino a

risol–

versi e il mondo

rischia

di perdere

definitivamente

la libertà.

Non è una

nuova democrazia

quella che si sta creando!

Positivamente

— almeno per

ora e fino a che si procederà in questo

modo — si va verso la morte

detta

democrazia

con l'annullamento

dì quelle stesse libertà che erano

considerate

naturali ed essenziali

e verso un totalitarismo

più assoluto e spietato di quello

che abbiamo

sperimentato.

Almeno

fino a che un sentimento

profondamento

diverso

non si sarà formato

nella coscienza

degli individui

e non

diventerà

volontà di molti,

anzi di moltissimi.

É a questo che vogliamo

lavorare.

E questa l'azione

repubblicana

che riteniamo

necessaria.

Biblioteca Gino Bianco