IV A T T E S A D E L CONGRESSO
SOCIALISTA
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munque si venga a deviarla con il confessionalismo cattolico, con i l
curialismo di Terracini, con la lusinga frónti sta di tutti gli egoismi,
con i l settarismo loico di Basso, con le elucubrazioni pianificatrici,
di Tremelloni e di Morandi, con le abilità di Togliatti e le insidie
di Nenni, e con gli errori di Saragat e di Lombardo.
La elasse operaia vuole e deve mantenersi sul suo terreno
di classe, con la decisione lernia di conquistare i l potere per la
sua superiorità dì sacrificio e di passione volendo darci una civiltà
superiore, in cui non credono certamente gli A / z i e i Molè, reclute
del Fronte; la classe operaia intuisce che la politica agitatoria e
negatrice non risponde in nessun modo alle sue esigenze di svi–
luppo, come intuisce che affidando i suoi destini a un'oligarchia
di politicanti estranei al processo produttivo non attuerebbe i l
socialismo. Nella misura in cui i l Congresso di Genova intenderà
queste esigenze fondamentali della classe operaia — che necessa–
riamente si identificano con quelle di tutte le categorie direttive —
dirà se i l Partito Socialista Italiano è all'altezza delle indistinte
aspettazioni, che ne seguono la preparazione confusa e ne atten–
dono le decisioni: comunque decida, il moto socialista continui rà
irrestibile, superando gli ostacoli e le dighe del Partilo, strumento
inadeguato alla emancipazione operaia in atto.
FEURBALH
Tutto, va bene, dunque?
Noi certo non lo diremo.
Non crediamo che te cose del mondo e quelle
dell'Italia
in particolare
procedano
verso un migliore
assestamento
e verso
una soluzione
stabile e democratica.
Ora, assai più che dopo la prima
guerra,
la nostra
pace, la nostra
Libertà, il nostro
avvenire
sono minacciati.
Le
passioni
e gl'interessi
che hanno fomentato
e detcrminato
la guerra
non
sono state affatto
dominale
o frenate.
Sono vìve e si agitano
come
prima
e determinano
gli avvenimenti.
Nulla si è risotto e nulla è vicino a
risol–
versi e il mondo
rischia
di perdere
definitivamente
la libertà.
Non è una
nuova democrazia
quella che si sta creando!
Positivamente
— almeno per
ora e fino a che si procederà in questo
modo — si va verso la morte
detta
democrazia
con l'annullamento
dì quelle stesse libertà che erano
considerate
naturali ed essenziali
e verso un totalitarismo
più assoluto e spietato di quello
che abbiamo
sperimentato.
Almeno
fino a che un sentimento
profondamento
diverso
non si sarà formato
nella coscienza
degli individui
e non
diventerà
volontà di molti,
anzi di moltissimi.
É a questo che vogliamo
lavorare.
E questa l'azione
repubblicana
che riteniamo
necessaria.
Biblioteca Gino Bianco