P O P O L O E P A R T I T I
La storia non deve ripetersi
Il
a dicembre
1851
segnò indubbiamente una svolta decisiva nel
cammino della democrazìa francese ed altresì una data significa
tiva, un grandissimo insegnamento per la storia della democrazia
in genere.
La facilità con la quale Luigi Napoleone potette trionfare
sui partiti, facendo leva sul suffragio universale, ossia sul popolo,
non fu certo un avvenimento casuale. I l frutto che egli seppe
cogliere con volpina astuzia e rapida destrezza era evidentemente
giunto a maturazione con la sua naturale tempestività. Se un
uomo, che serbava in sè i l segreto della dittatura, e a tempo
opportuno gettò la maschera, potette vincere l'opposizione dei
partiti, è segno che i partiti non godevano più la fiducia del
popolo.
Questi era disgustato della insensata pluralità dei partiti,
delle loro contese interne, del loro insaziabile disputare su troppe
questioni di lana caprina, i l cui interesse, se solletica, per costi–
tuzionale temperamento, lo spirito polemico dei popoli latini, lì
disabitua insieme a guardare con vero senso pratico la realtà es–
senziale dei problemi concreti: questa è la verità.
Luigi Napoleone fece i l colpo in ambiente e momento favo–
revoli. Egli consumò i l suo crimine contro la libertà e la demo–
crazia, dopo di essersene proclamato vessillifero, ma i partiti, con
fatale insipienza lo spinsero ad osare. Bisogna, quindi, riversarne
la responsabilità non solo sull'uomo del z dicembre, ma anche
sui partiti che non seppero prevenire i l pericolo al quale sono
esposte la libertà e la democrazia, se essi vengono meno al loro
compito.
Aveva ragione Mazzini di accusare i socialisti francesi « d'aver
consacrato tutta la potenza dell'intelletto al guerreggiarsi, al di–
vorarsi Tun l'altro, a distruggere nel cuore del popolo ogni lede
Biblioteca Gino Bianco