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LA C R I T I C A
POLITICA
lavoratrici e idi impedire ogni ritorno della reazione e ogni ri–
stagno conservatore, inammissibile per noi che siamo convinti pro–
fondamente del quotidiano realizzarsi della nuova società socialista.
Non per amore di fedeltà alle « sacre carte s> del marxismo,
ma per una ragionata convinzione penso che questa interpreta–
zione del divenire socialista non è una eresia aberrante dalle ge–
niali intuizioni di Marx, e credo invece che gli uomini, che con
formule diverse nelle parole si contendono in Italia la direzione
del movimento socialista, negano a fatti nella sua sostanziale ve–
rità, la intuizione marxista. Antepongono la politica alla economia:
ignorano la
verità
essenziale della ascesa proletaria, che si realizza
giorno per giorno nell'elevamento materiale e spirituale della classe
operaia, costituita da operai e da contadini addetti ai lavori pro–
duttivi, e che si traduce nella aspettativa — messianica come ho
detto —- di un partito socialista capace di intendere le sue ne–
cessità, eliminando le funzioni parassitarie dei troppi addetti ai ser–
vizi, favorendo lo sviluppo delle forze produttive, fiancheggiando lo
sforzo di autoeducazione che avviene nei campi e nelle officine.
L'aspettativa di un partito socialista forte e consapevole cor-
riponde all'automatico divenire della società socialista; gli operai
ed i contadini che ascendono nella scala sociale (sieno essi poli–
ticamente democristiani, repubblicani, socialisti dell'una o dell'altra
confessione, comunisti, libertari) concorrono, anche quando nón se
ne rendono conto, a formare questa atmosfera, insieme agli intel–
lettuali che non sieno arrivisti e ai borghesi che non sieno affa–
risti.
Qui è la vitalità del socialismo proletario.
Il Congresso di Genova potrà dire o no la parola chiarifica–
trice, ma non ucciderà il movimento socialista, che ha le sue ori–
gini nelle fabbriche e nei campì e ha le sue radici profonde ne!
moto di ascesa proletaria determinato dallo sviluppo delle forze
produttive: auguriamo ne intenda lo spirito, ma anche se non io
intendesse (traviandosi nelle romantiche invocazioni unitarie come
ai tempi del buon Morgari) assisteremmo al melanconico tramonto
di un
apparato
politico, non a quello di un moto sociale, più forte
di ogni errore o dì ogni traviamento.
La classe operaia, che oggi non è ancora capace di assumere
il potere nello Stato e nella Società civile, sta acquistando ogni
giorno più la maturità necessaria a tale esercizio del potere, co-
Biblioteca Gino Bianco