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LA CRITICA POLITICA
adottato con la
localizzazione
del problema agrario, mediante la
delimitazione di un comprensorio e la conseguente elaborazione,
in base a rilevazioni, indagini, esperimentazioni sulla terra e
studio dell'ambiente sociale, e per un programma di opere, di si–
stemazioni, di organizzazioni
adalle
per la trasformazione delle
cose e della vita sociale '.
L da augurare, che quanti si occupano di problemi di eco–
nomia agraria e del problema sociale che si presenta in più parli
della penisola seguano l'esperimento che si farà nella Sila e nella
pianura Jonica.
GIOVANNI CONTI
' Offrirò ai lettori, quando sarà promulgata, i lineamenti della legge
cenni sulle questioni di principio dibattute al Senato e alla Camera dei
deputati e dati e cifre per la parte finanziaria.
Dovremo, per questo, diventare centralisti
Le * buffonate » a cui ha dato luogo la dìsputa di Reggio e di Catan–
zaro, di Aquila e di Pescara per diventare capoluogo dette rispettive regioni,
hanno offerto comodo pretesto alla propaganda antiregionalista. Probabil–
mente sono state provocate e gonfiate anche per questo. Sono intanto la di–
mostrazione del come fascismo e centralismo abbiano sviluppato la volontà
di comando e di supremazia, fino a dar vita cioè a forme di esagerato cam–
panilismo che sono tra tutte le peggiori perchè prive di ogni vero desiderio
di autonoma. La lotta per il capoluogo è la lotta per avere gli uffici, la
burocrazia degli uffici,e la possibilità di maggiori preferenze e favorì, da
Roma naturalmente. E per ciò? Dovremo diventare centralisti per questo?
E visto che la riforma è male attuata c peggio inlesa, batterci il petto,
dichiarare che abbiamo avuto torto, che non se ne deve far nulla, anzi
natta di natta, e dare perciò una mano a co/oro che dicano di temere che,
anche cosi, la statalismo ne risulti indebolito, che lo Stato possa addirittura
disgregarsi, mentre essi lo vorrebbero potenziato? Dovremo agevolare i
disegni di coloro che si pongono contro la Regione solo perchè vogliono lo Slato
forte? Preferiamo, che atta Capitate unica si aggiungano ad ogni modo,
venti capitali piccole e in sottordine. E magari se i particolarismi si svi–
luppassero intorno a loro! La vita in provincia ne resterà comunque rav–
vivata. E non tutta la provincia graviterà solo su Roma. E possibile altresì
che te dispute dei politicanti di Abruzzo e di Calabria, come delle altre
regioni, trovino un addentellato nei problemi che sono loro pili vicini e che
questi si sentano come problemi della regione. Non è forse appunto quel
che si teme? Aiutare perù il centralismo a svilupparsi e lo Stalo a farsi
più totalitario e dispotico, questo poi no. Non entra nel nostro programma.
Biblioteca Gino Bianco