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LA C R I T I C A

POLITICA

sue avventure con obiettività e tristezza e senza rancore. Ricono–

sceva che quel che gli era avvenuto era inevitabile. Si doleva solo

che mentre i fascisti che avevano denaro andavano in giro libe–

ramente, alcuni che non potevano pagarsi l'avvocato, rimanevano

in prigione dimenticati da tutti. M i disse: «Ella mi ha scritto

c h e non era d'accordo con me. Crede proprio che io non sia in

molte cose d'accordo con L e i ? » . Q u e l giovane mi si rivelò assai

più vicino a me che non certi antifascisti di alto bordo, per i quali

non è possibile sentire che disprezzo.

*

Mi incontrai ovunque con uomini e donne tra i venticinque

e i quarant'anni —

anch'essi, dunque, parte dei nuovo mondo a

me sconosciuto —

che fra l'autunno del 1943 e la primavera del

1945 avevano partecipato al movimento

dei partigiani. N e ebbi

una impressione profonda. A n c h e essi mi dettero la certezza che

venti e più anni di perversione fascista, e questi ultimi anni di

spropositi e di bricconate antifasciste, non hanno

fiaccato

la

fibra

intellettuale e morale di un grande numero di italiani. Anche fra

essi i semi hanno germogliato sotto la neve. Sono essi la avan–

g u a r d i a dei giovani e delie ragazze, che sono ora intorno ai venti

anni. D a queste generazioni che sí avanzano il popolo italiano ha

tutto d a sperare.

E r o andato in Italia nel luglio con un senso di grande in–

certezza su quanto avrei trovato. Tutte le lettere che avevo rice–

vute per quattro anni dall'Italia, tutte le informazioni che mi ave–

vano portato

le persone provenienti dall'Italia, contribuivano

a

darmi una pittura scoraggiante. Invece, lasciai l'Italia nel novembre

col cuore pieno di speranze. C h i vive nella foresta vede gli alberi,

m a non la foresta. Solo chi guarda la foresta dall'alto e da lon-

tanto vede la foresta, anche se non vede più

gli alberi. Stando

in Italia, a me parve chiaro che molti italiani vedevano i singoli

alberi, m a non vedevano la foresta (mentre non posso escludere

che io alla mia volta non tengo forse conto degli alberi sotto cui

gli italiani soffrono mentre bado alla foresta). Sono persuaso, che

le forze di

ricupero

in Italia sono molto più vaste e più

potenti

dì quanto i più suppongano

oppressi come sono dagli incidenti

immediati di vita giornaliera assai penosa.

Biblioteca Gino Bianco