Francesco Saverio Merlino - L'individualismo nell'anarchismo

~austo Bondolfl. F. S. i\IERLIKO L'lnOi~illualismo nell' Ana1 1 cl i 1110 · CON PREFAZIONE G. DOMANICO ROì\JA TIP(}t.n,\FIA SOCIAl.1-: nu.1.'Asino Biblioteca Gino Bianco

~ ll presente07mscolo fii pubblicalonell'appendice delC Asino~ giorncilesocialistaquotidiano. ~ BibliotecaGinoBianco

«.... nè. i supi·cmii bisogni, ne i ri senli1ne1ui devono offuscare lo spi1'ito d'un vero sociali$la al 1ninto da fa1·9ti dimenticare che abbiamo compagni nella sventura, anarchici sinceri, e che la concezione ancwchicci 1·accltiude una parte di qitell'ideale, r,Jw it socialismo si sforza di 1·a.p1wesentarecon vcwie formule e di 1·ciggiiinge1·econ diversi mez:zi. «.... al diso1ira della f ecle f01·1n1Llatcie codificata vi sono i combaucnti che, sollo bandiere im JJO' divers·e dalla mia, lottano eroicamente nell'inte1·esse _dell'umanitù,, e ci cui io mi onMo di stringere la mano con a/fello fraterno ih un 11iomento, in cui le galere del 1nondo minacciano cl' inghiottirli disonorando IL « È luogo questo di 1iensa1·ea distinzione di scuole, e anatemizzare i fratelli anarchici , mentre lei reazione i1nperve1·sa e disonofa noi e loro ? . " « : •• • valgano i eonwni dolori ci imi re i militi sinceri del socialismo. » Ntoor.A BARBATO Questenobilissimee. severevarale cheNicola Ba,rba-topronunzia.vainncmzi al Tribunale di Guerradi Palermo,per « protestare in nome BibliotecaGi'1oBianco

4, degli ideatiwnani controle paroleingiiistepronunziate daJl' av'lJ.1llontaltosugli anarchici sonola più eloquenterispostç,c,heiopossa da,ì a quei socia.listiche>certo in buona fede, e1 ispirati al concettodella disciplinacli partittJ nel sensopiù gretto>mi .rivolsero&ritiçhe ingiuste e parole acerbeper av-erpubblicato neltf Asino il pregevolescrittodi Saverioil!ferlino. l' IndividQalismo nell'anarchismo, appetrstJ per la,prima volta in francesesull'importa'l'llè rivista belga La Société nouvelle. · Se coloro i quali_1nosseroa me il rimpr,overo vmmer-itatoavesseroavuto la previgenza di attendereil éonipimentodellapubblfrazione,e nòn avesseroagito per i-mpu.lsodi impressionesospettosa;se avesserovolutosemplicementer·icor- . dare che il socialismoitaliano ha una storia gloriosapreesistenteal Congressodi Genova, certamenteil giudizio sarebbestato meno ' av:.... ventato di quello che fn, tanto da farlo se_mbrarc una insinuazionepoco generosaquando si volle - con grida clamorosedi oche capilo-,, line - scambfore il nostro onesto Asino per Pù,isidfatorecavallo di Troia. · _ D'altrondeio ritengo cheil tempo - il quale è galantuomo -farà, niegliod-inoi, lenostredifese. Ora, presentàndoal pubblico _ socialista,rac-. . colto in opuséolo, il lavoro del i"Jllerlinom, i sembraopportunopremetterequalrhenota esplicativa che valga a meglio.delineare lo scopo Biblioteca Gino Bianco, I

i) ·ui è ispirato, e a metterein chiaro la situa- --:ione cli queisocialisti quali procedenti dal pri- ;nitivoanarcMsmoBalwniniano, oggi, per fataleevoluzionedelleidee, si trovanospinti,secondo il mio modo di vedere, sulla stesscivia in wi si rl messo il partito socialistainternazionale. Dopoche l'Internazipnale ressù dal funzionare tome organizza::;ionevera e propria, i socialistiitaliani si diviseroin due campi: da. w1 lato i socialisti che segufrono la mt01'c1, tatl'ica possibilista ini::;iatada Andrea Costa e preconizzantealla partecipazione nelle lolle e/ellorali,e alla cùnseguentetallica par/amen-- tare 11elPal'lameutoe néi Comuni,e dall'altro (Jl'iutrausiyenti, i quali ripudiando l'uso dei me:;:,i legali, ritenevanonecessaria. l' organi:-· zazionedel prnletciriatoallo scopo di provocare la lolla eco11omicacontro il capitale la quale, cominciatasul terrenodelleagita:'ioniopemie, dovesse servirepoi come spinta a quella insurrezionepopolareper cui è lecitospera.re il decadimentodelle auuà./i forme di dominio politicoecl economiro. La clifferen.:a,dunque, era solo 1,ella concezione del metodoe 110nnPI.finP, qiorth,, .r;i l'una che l'altra 7Hwle m·Nmo a basr> del loro programma: l' abo[,izionedellaproprietà individuale, la organi:.za:ionedella 7Jroprietltsociale (collettivao cornu11e)clellciprorluzionecollettiva nelle associazioni.di la·.-1oratori, BibliotecaGinoBranco

-I 6 orga.11izza::iofnedeeraledeiservizipubbHci, anti-autoritaria, - comunità di mezzi e libertà;evolu.zi01p1eèr preparare, rivoluzioneper attuare. (1) Questolo stato _ante-quo del socialismo- iraI ian<J. Ma al presente,per l'avvenutaevoluzio11deelle idee, eper l'~sperimentofatto deimelodi,.bisogna put~riconoscerlo,l.a situazione è cambiata: . Da una parte i socialistisi son venwi meglio · determinandonel concetiodella lotta di classe IJ dell' azione politica; dét,ll' altra, le JJrfrnitive idee anti-autorilarie !3 riroluzionarwdei socialisti anarchicisi sonoandate trasformandosino a riuscire alla negazionedel socialismo5lesso; giacchègli anarchie-i,spinti sulla via dell1assoluta libertà dell' individuo, ,-,dell'iniziatiYa •·· singola, dell' azione isolata, della disorganizzazione come metodo di lotta, della ribellione istintiva,. sono riuscilialla negazione dellalegge eh' é fondamento al rettofimzionamenfo , della società.civile -la solidarietà 'u11ia11a, - senza · il ella quale non è possibilealcuna f orrna cli socialismo. Se nel r,(1/111.,po teoricotali ideespingevanoalla concezioneincredibile di unctsocietàsenzaforma - amorfia - nel carn,popratico, sviluppando (l) Vt>di 7;ror;rnmmadel 1im·titosocial-i.strr, ivoluzionario italian?, clr.tl:ito da Andrea Cosin, edito a Rayenna, 1886. Bibliot':lep Gino BìaAco

7 11 cll'uomo a sentimentodell'individualismo.~e11za freni, portaronoalla giustificazioneclel furto, della violenza come scopo a sè · stessa, alla c01ru,::-io11e. Jl pericolo era grave, e app·unto Saverio 111erlinointese la necessitàdi una separa,z-ione netta e cli una crit'icasincera. · Così venne fuori {opuscoletto NécP✓ssité et bases d'une entente, che io m,a' ffrettaia trarlurrèe pubblicarein italiano. . Lo scopodell'opuscoloeta nettamentedichiarato « se sul terrenopratico nni sentirinwil « bisognodi separarcinettanienteda coloroche, « anche chiarnanclosainarchis;icomenoi, pre- « dicanoe·praticanorazione individualee l'iso- « lamento o meglioil ciascuno per sè ; è su- « perfluoil soggiungerechenoi siamo in teoria « e in pralica, agli antipodi degli anarchici « individualisti.Noi, comimisli e collettivisti, « siam.o,anzi tutt(I, sociàlisti,perchèvoglfomo « distrutta la causa cl-tiutte le iniquità,di ww: · « gli sfruttamenti, di· tutte le miseriee di t1111i « i delUti - la proprietà individ'llale (1). » In seg'lliloalla pubbffcazionedell'opusrolos11clclelcloh,efn argomentodi criticheappassionate e vivacispeàalmentenel cmnpoanarchico, si tenne a Chicagouna conferenza anarchica · nella·quale furono porlate, le questionisolle- (1) Necessità e base di un acco·1·do, p. 10. Biblioteca Gino Bianco

·' 8 vate dal Merlino. Occorrevaquindi sviluppare ~negliole idee, e mettereprìncipalmeJllela questione di principi, poichè in fondo le differen::.;e vere e reali tra il socialisrno-anarchicoe l' anarchismo individualista, era una questione di principio. · Questeidee, determinatedal jferlino in un rapporto inviato alla Conferen:a di Chicago, f11ronopoi svil1-ippateneWm·ticoloche fn pnùbliwto dalla Société Nouvelle, (1). llla io credochenè i due ozyuscoli rli Scirc:rio J.llerlino, 11è gli articoli riguardanti lri stessa q-uesf'ionepubblicati dal lllalatesta, 11è i·trmtatiri falli cli una riorganiz::a:::ù,ne del partito gor-iali.r:;ta-anarchicosiano ri11scitiallo scopo. Ecidenternente clisgraziaiamenlegli a.11archici hanno preso ww via opposta e -non .~i arrt";s/ano.Evidemementela parola anarchia ha cmnùiato (per opera dcJqlinrlicùlualisti, il suo siguificatoprimitfro. A me vare chero1itinuanilo a definirci con una pm~olachenel significatoallualeindicauna cosa che è l'opposto di r1uello che siamo e che vogl'iamo ,:,ssere,noi gt>1llwfo1110 ros_rientemenle'equivoco. · Se siamo socialistiil nostro pnsto 1} tra, i _socialisti. Jli si oùbiellenìcheesistono cli fferen:.P cli tallica, e io risponden) che la taflica e; determinata specialmentedall' mnbieute in rui si (1) La Socitlé l\'ouvdlc 1 .\nno IX, Yol. Il, pag. 567. t I B blioteca Gmo B1arlCO

9 ,çi,olgel'attività nostra ~ clal momento storiro che àttraversiamo. ]fi si dirà che ci separa il concetto della rivoht::cione, il qucile per alcuni è un astni::ione 111eta fisica,omeglio,sinonimo di trasformazione pacrnca, mentre vei altri la rivcluzione è una eosa fai tta. 1lfo perchè la ricolilzione sia cosa ratta, bisogna far sì che il popolo abbi~ coscien.r.a del suo diritto e della sua forza; otto11·c che sia pronto alla lotta e atto a prendere nelle sue mani la gerenza diretta dei proprii affari. - Ora, io credo fermamente che la preoccupa- :io11,: tostcmte dei sorialisl'idere essere quella, rii portal'e le JJw.. -;sea 111wsto stato di spirito, P a (Jltesto stopo dece es.<:erncoordinata tutta l'a:ione del J)((rtiloSocialisla. ~ Biblioteca Gino B1a11co

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._. ...................................................... u .............................................. ••••••••• ~••• .. • • •• ·u .. ••••••••• .. • ~~--..._.._._........,,...__~~......,,...,_,, CENNI BIOGRAFICI DI F. S. MERLINO Saverio Merlino appartiene a cospicua famiglia napoletana. Il padre era consigliere di Corte cl' appello, un fratello è t~ttavia Procuratore del Re, l'altro esercita con fortuna l'avvocatura a Napoli. Il Merlino d'ingegno syegliato, si laureò giovanissimo e esercitò l'avvocatura per parecchi anni con pieno successo. Nel 1876, quando un coro di imprecazioni si elevaya a condannare la tentata insurrezione di San Lupo, risultato di un complotto sociali~ta, mentre i giornali democratici osavano spargere il ridirolo e il discredito contro gli autori di quel fatto, in un giornale di Napoli, non democratico, comparvero alcuni articoli in difesa qi quelli : erano del Merlino. BibliotecaGino Bianco

. , 12 Il suo primo entrare nelle tne socialiste fu una battaglia combattuta aspramente e ·coronata di piena vittoria, perchè egli fu il difensore di fiducia degli imputati per l'affare di Benevento, e con la sua arringa, che resterà famosa fra gli annali dei processi politici, strappò ai giurati un verdetto di assoluzione. In quell'occasione.egli pubblicò un importanJe opuscolo, La questione sociale innanzi ai giurati di Benevento. Da quel momento, entrato risolutamente nell'Internazionale, vi si distinse per l'energia della sua propaganda e vi portò gran contributo d'ingegno, di serietà e di studì. Come avvocato fu sempre il difensore.dei compagni accusati: tra i processi più importanti che egli difese ricordiamo quello alle Assise di Castrovillari contro il Dornanico, quello _per cospirazione contro gl' internazionali,sti a Firenze nel 1880, quello contro i socialisti romagnoli a. Forn per associazione di rnalfattori. Nella propaganda giornalistica fu attivis- - - simo. Fondò a Napoli insieme al Domanico, il Movimento sociale, e poi il Grido del.. Popolo. Collaborò a quasi tutti i giornali socialisti che dal 1877 in poi videro la luce in Italia. Conoscitore di pa1~ecchie lingue, . inviava corrispondenze ai giornali socialisti france~i., inglesi e tedeschi, trovando anche Biblioteca Gino Bianca

13 il tempo di scriye.re apprezzati articoli sci~ntifici per -i giornali giuridici napoletani. Naturalmente un uomo così attivo doYea diventare il bersaglio delle persecuzioni O'overnative. Varie volte processato a Napoli trovò sempre magistrati che non vollero farsi complici delle esagerazioni poliziesche. Occorrevano magistrati meno scru- -polosi e più ligi agli ordini del Ministero. Il Merlino fu arrestato, tradotto~a Roma ed implicato - sulla base delle denuncie di una spia, certo De Camilis - in un processo contro vari soèialisti per titolo di Associa- :=ionedi m'alfattori: ed il tribunale di Roma, pur riconoscendo che i malfattori erano dei galantuomini, per il solo fatto che gli accusati dichiararono francamente di essere socialisti e di appartenere all'Internazionale, condanno. il Merlino e gli altri a -parecchi anni di carcere. Il Merlino riparò all'estero, dove ben presto acqufotò nome .e influenza grande tra i socialisti più noti, lavorò indefessamente e pubblicò opere importanti ed apprezzatissime. Ricordiamo il . Socialismo o nionopolismo e l'ltalie telle q'uelle est. I suoi articoli furo·no ricercati dalle principali riviste estere come la Revue des E'conornistes. La Revue de sceances sociales, La societé nouvelle. The Foru1n, Ni- · nentecn Century ecc. Biblioteca Gino Bianco

14 Fece un giro di propaganda negli Stat , Uniti e le sue conferenze furono il temr di lunghe cd appassionate discussioni. Venuto in Italia nel gennaio 1894, durante le agitazioni di Sicilia, fu, da un Yilc traditore, consegnato alla polizia, e d'allora ò sempre in prigione. Carattere viYace, tempra fortissima, mento elevata, cuore nobile; - tali sono le qualità che rendono Saverio Merlino un socialista cli gran valore. G1m. ~ BtblfotecaGino BianGO

L' INDIVIDUALISMO NELL'ANARCHISMO I. Il partito socialista, dopo di avere oscillato per lungo tempo fra opposte tendenze si è dèfinitivamente diviso in. due campi. Da una pai.te sono i costituzionali (come si dice in Inghilterra, pa1"larnentari riel coEtinente), ::ipologisti noti del progresso lento e gradua.le, delle piccole misure e degli eterni })alliativi; gente che spera « rnoralizzà.re » il capitalismo e' convertire il governo, sin oggi istrumento cl' opposizione e cl' impoverimento delle masse, in istrumento atto alla loro emancipazione. Lo scopo finale di questo partito è un governo possessore di· tutta la ricchezza, ed organizzatore della produzione e degli scambi di un paese, o anche del mondo intero (socialismo di Stato). Dall'altro lato sono i. rivoluziona1·ii, (so-. BibliotecaGino Bianco

.... 16 cialisti ed anarchici) nemici dei govérn.1, nemici sopratutto degli equivoci e dei com-· · promessi, i quali - essendo persuasi che le istituzioni politiche ed economiche attuali sono necessariamente viziose - si sono messi all'opora per demolirle, prima nello .,, spirito delle mass~, e in seguito nella realtà - delle cose, al _fine di fondare, sulle loro ruine_, un,a società d'uomini liberi, lavoranti in coo1~erazione .senza padroni nè proprietarii. · La frazione più avanzata del partito rivoluzìonario -· gli anarchici - pur avendo in comune con la democràzia socialista lo scopo dell'abolizione della proprietà individuale e del salariato, se ne separa sni punti• seguenti: 1. Gli anarchici non ammettono che lo -Stato ·sia il possessore unico dei mezzi di produzione e degli scambii per mezzo di . , leggi é decreti, emanati da U:n governo .centrale o locale ; 2. Essi non credono alla formula della democrazia « il gòverno del popolo per il popolo » - che è un'illusione; poichè oglli governo essendo necessariamente gestito,· · in nome del popolo, da una piccola mino-· ranza, la partecipa7,ione eventuale della . massa al governo è ljmitata al voto, o alla scelta tra gli uomini e i partiti cJrn si alternano al potere; . BibliotecaGinoBianco , .

17 3. Governo e capitalismo (dominio e monopolio) sono a loro avviso insepara- - _ bili; essi si riproducono uno dall;altro, se non sono· distrutti nel tempo_ istesso. 4. Infine gli ai;archici e gli antiparlamentari in generale, pensano_ che è così assurdo pel proletariato. spera rè di « cmi,- quistare »·il governo eolle elezioni, come il div~nire tutti capitalisti a me7ZO del risparmio. Ciò è specialmente dimostrato negli Stati Uniti, dove la corruzione politica è al colmo, e il parlamento è. l'umilissimo .servitore del potere esecutivo e -dei poteri non ufficiali, più possenti ancora dell'esecutivo, Un cambiamento radicale delle condizioni sociali non può avvenire se non p,er rivulsione dei sentimenti della massa. " Quando un popolo sarà intieramente disgustato della politica .- h_a dettp un membro del go,- verno degli Stati Uniti -- insorgerà! ,, E precisamente il n,ostro avviso. Noi crediamo alla imminenza di una rivoluzione, poichè già in tutti i paesi del mondo la lotta è ingaggiata fra lavoratori e borghesia. 2 Biblioteca Gino Bianco • J

.. 18 II . Io so che vi sono degli anarchici pacifici, specia lrnen te gl' indi?Jiditalisti degli Stati Uniti; ed io ne rispetto le opinioni, ma non le· divido. Ogni Yiolenza è rincrescevole, e convenendone, sono ben lungi dal consigliare la violenza per la violenza.· · :Ma non bisogna oùbliai·e che, per gli uomini che furono privati di ogni diritto, e la di cui libertà e la Yita stE:ssa sono continuamente calpestate da nerniqi implacabili, la Yiolenza è una dolorosa necessità. Se la violenza è un male, che· i nostri padroni ed oppressori cessino d',adoperarla contro cli noi. Congedino i loro soldati, aùbattino le· fortezze, smontino le 1Jatterie Gattiling, e infine, s'intendano con noi per edificare ui:.a società in cui tutti possano vivere e prosperare .... l\Ja essi non fanno nulla; persi,stc!n? a · circoudarsi di baiouette e di cannom, mvia1-10al bagno penale i più ardenti campioni élella nostra causa;_ massacrano quei proletarii çhe osano chiedere il lavoro o resistere alla riduzione progressiva dei· salarii. E ciò non ostante, è a. noi che si ,. 13iblioteCçiGino Bianco

19 chiede di rinunziare all'impiego della forza, a noi, gli oppressi e le vittime. l\fa, benchè di tal gravità da impedire 0o-ni c.:omunanza d' azione tra di noi, la e, 1~estione delJa legittimità della violenza non è la sola che ci separa dagli anar-. chici individualisti. Vi sono, anche, più gTaYi dissensi di principii. Gl'individualisti anarchici si dicono, come noi, socialisti, ma partiti, essi, da Prouùhon arriYarono ad ....... Herhert Spencer ! Essi incominciarono col dichiararsi nemici dichiarati della legge, del goYerno ·e del salariato; ma passo a passo, essi hanno abbandonata una posizione appresso l'altra, ed ora si limitano a rintonacare quelle stesse istituzioni e a d1-~coral'lecon la parola '' Yolontario ,,. Essi preconizzano un goYerno volontario; le leggi Yolontarir, l'imposta volontaria, ecc. Si tratta, certamente, cruna " Yolontarietà ,, assai relati"'i'a. Gli individualisti basano il loro sistema sulla " libera concorrenza ,, e non prevedono che la concorrenza, dovendosi necessariamente unire alle ineguaglianze indistrnttilJili di situazione, <li bisogni e di capacità, riuscirebbe al monopolio, e per conseguenza cesserebbe d'esser libera. L'uguaglianza inizia le delle condizioni B b 1otee,aGino Bianco

20 (equa! oppor-tunities) - supJ)Onendo che fosse. già stabilita nella società (ciò che ·sembra difficile senza una rivoluzione sociale) - non durerebbe molto tempo. Le situazioni vantaggiose, sia, per l'agricoltura, sia per l'industria e pel commercio, sarebbero presto òccupate; e poichè ogni individuo o gruppo avrebbe la "·libera disposizione ,, dei proflotti della sua attività, ben presto non solamente la rendita, ma anche il profitto e e l'interesse, si riaffaccerebbero negli scamhii, e, una volta nati, sarebbe impossibile rli oontenerli, ma crescerebbero subito al di sopra del " minimum ,, (rendita economica) patrocinata da M. Tucker. Se un gruppo ayesse costruito delle case, chi gl' impedirebbe di esigere un prezzo esorbitante, se non un affitto, da quelli che vorrebbero abitarle? Se ne· potrebbero costruire delle altre, ma occorrerebbe avere. il consentimento dei possessori del suolo di quella data località o andarsene altrove, e forse in terre lontane. Se un altro gruppo avesse costruito dellè i11acchine, chi gl' impedirebbe di affittarle esigendo~1e un interesse? Non tutti hanno · le attitudini speciali necessarie per la cò- · struzione delle macchine, e potrebbe convenire al coltivatore di . dare una parte · · della raccolta in ·cambio dell'uso delle mac1blioteca Gino 81ancCY.

21 chine agricole che gli necessltano, anzichè contentarsi dell'aratro primitivo. Che dire delle miniere? 1on si scoprono mica delle cave di carbon fossile · ogni giorno; e per con_seguenza non si potrà impedire ai gruppi minatori di una regione di coalizzarsi per risollevare il prezzo del carbone. Lo stesso -per 1e industrie che richiedono _una grande istallazione; ferrovie, cantieri, doks. ecc. Le società ferroviarie . elevano le tariffe; ebbene, si dice, si costruirebbe un'altra rete di strade ferrate. ;i1a bisognerà certamente ottenere il consentimento dei_possessori del suolo di quella data località, poichè non c6nverrebbe andare a costruire le nuove lirìee nel suolo inoccupato _Jel centro dell'Africa; e occorrerebbero degli anni di lavoro, durante i quali bisognerebbe subire il 1nonovoliodelle società esistenti, dopo di che si sarebbe ottenuto il meschino risultato di a-yere due ferrovie là ove ne bastava una sola! Del resto la nuova società potrebbe bene coalizzarsi, nel suo interesse, con la società prima esistente, ciò che obbligherebbe il pubblico a ricercare ancora del suolo disponibile, a mettersi al lavoro, e a costruire una terza linea-! . Il sistema potrebbe funzionar0 nel solo caso che vi fosse per sempre libero ao-_ Biblioteca Gino Bianco

22 cesso di tutti a tutte le parti del suolo e che tutti avessero la capacità di far tutto. BisognerebJJe, almeno, offrire a' nuovi venuti (non· intendo dire solar,nente alla popolazione accresciuta, _ma a tutti quelli che potrebbero aver bisogno del suolo o della materia prima, 11er le intraprese ed industrie nuove) qualche cosa di meglio che le roccie inaccessibili o l'alternativa di andarsene a colonizzare qualche isola deserta! Occorrerebbe egualizzare le condizioni della produzione, ed anche le capacità, per impedirè, in regime di concorrenza, la -riproduziòne delle rendite, profitti, extca-profitti, e -insomma di tutte le usure ed estorsioni che ci affliggono nel sistema capitalistico, e finalmente del salariato; giacchè bisogna. pur prevedere che, se i gruppi meglio situati e meglio armati per la concorrenza, fossero riusciti ad accumulare· delle ricchezze, chi può garantire, che i loro componenti non si darebbero agli aggi e al riposo, con l'invitare i loro vicini poveri ad inteaprendere i lavori che .essi . erano prima obbligati a compiere, ristabilendo così, in una I forma o in un' altra~ · il salariato? Un tempo, per evitare coùesti· inconvenienti. gli anarchici individualisti, ad imiBibliotecaGinoBianco

23 tazione di Proudhon, si fngegnavano ad inventare dei piani, per assicurare ad ogni individuo l'uso gratuito' degli strumenti e mozzi di lavoro. Ma oggi s'è perduta ogni fiducia nella virtù medicinale della " Banca di crectito mutuo ,, e in altri rimedi empirici. Il credito non crea la ricchezza ma è questa ch,3 crea il primo. La Banca del Popolo non potrebbe prendere il suolo, la miniera, la macchina, ecc. a coloro elle ne sono in possesso, per darla gratuitamente a quelli che ne mancano. Essa non sarebbe che un organo di s<:ambio tra tutti i possessori dei . mezzi di lavoro, che potrebbe fare il servizio cli scambio : più o meno gratuitamente. (Io dico più o meno, per_chè bisognerebbe, sempre, pagare le spese 'di amministrazione della Banca, di valutazione, di cambio, ecc) ..La differenza tra l'offerta e la dimanda delle ricchezze di varia natura, darebbe luogo., necessaria- _ mente all'interesse. Ma coloro che nulla possiedono non potrebheto essere socii della Banca, e non potendo offrire assolutamente nulla in cambio dei mezzi. di produzione a loro necéssarii, sarebbero costretti a pagare un interesse o réddito da prelevarsi sul prodotto del Joro lavoro. Eccoci,. dunque, ritornati ancora una volta in regime d'usura, coll'aggravante del monopòlio della Banca. Biblioteca Gino Bianco .,~

24 Monopolio formidabile, poichè tutti gli scambii (supponendo che la Banca riuscisse a riunire in essa tutte le ricchezze del paese) si farebbero per mezzo della Banca e tutto il lavoro sarebbe organizzato, direttamente, o indirettamente, da essa e sotto la sua alta direzione. Avverrebbe ancora che la sola Banéa potrebbe mettere in circolazione il danaro, o dei valori di credito equivalenti, poichè la !noneta fiduciaria è garantita solamente dalla ricchezza già accumulata. In proposito, lo stesso M. Tuker ba confessato che se si abolissero, oggi, i privilegi delle Banche, avverrebbe che solo. i biglietti di Rothschild potrebbero aver corso. . Infine, nella pratica l'anarchia individualista equivarrebbe al dominio delle compagnie, preconizzato dall'economista Molinari : compagnie delle miniere, compagnie delle ferrovie, compagnie fondiarie, compagnie edilizie, ecc. ecc., le quali, sia che si farebbero -concorrenza fra loro, sia che si coalizzassero, come facilmente potrebbe accadere, regnerebbero sempre, da padroni . assoluti, sulla massa dei proletari.. . A queste compagnie mancherebbe, è vero, l'appoggio del go./.erno ! ma il governo (la . storia_ ce lo dimostra) è la resultante della ineguaglianza di condizioni. Supponendo Biblioteca Gino Bianco

25 pure che queste disuguaglianze sparissero (senza rivoluzioni violente, come preten-· dono gli anarchici individualisti), il governo rinascerebbe, ben presto, per necessità di cose. Non bisognerebbe obbligare gl'individui o i gruppi che si troverebbero in posizione svantaggiosa a ris1Jettare i possessi e gli acquisti aei membri più fortunati della società? non bisognerebbe costringere i primi a compiere gli 0bhlighi a cui sarebbero stati forzati a sottomet- - tersi per il fatto della .loro posizione sYahtaggiosa? Tucker propone, per evitare questi inconvenienti, delle associazioni difensive, formate direttamente e volontariamente dagli interessati, e mantenute a mezzo di contribuzioni. Ciò non farebbe che rendere ·il governo (il potere) più arbitrario di quello che oggi non sia; poichè esso Sè1rebbe, allora, l'emanazione diretta ed e~clusiya della classe agiata (la cosa di coloro che hanno qualche cosa, come si è tradotta la parola latina repubblica) ed obbedirebbe soltanto ai suoi ordini. Le associazioni difensive sarebbero 1.:olonta.rie e difensive per quelli che ·1ecostituirebbero; ma esse sarebbero coercitive ed aggressive per coloro che dovrebbero subirle. 1 ·- --· ~ ·li mantenimentosarebbero fa.. Biblioteca Gino Bianco ·

26 dln:iente àddossate, per ,mezzo degli scambi, ai poveri, i quali, quando non volessero vendersi ai ricchi come gendarmi, resterebbero certamente senza difesa. O invece, sopponendo che esistessero le associazioni ~ difensive da una e dall'altra parto, avverrebbero conflitti di giurisdizioni, e lo'.to armate, col risult:::i.tonormale, la vittoria dei più forti, e· finalme11te la fondazione di tlll governo regolare. L'errore fondamentale della ~cuola individualista è di aspettare la giustizia, la libertà e l'armonia sociale dalla lotta. La società è considerata come una semplice agglomerazione d'individui liberi ed indipendenti, dimenticando ·che gli uomini vivono una vita essenzialmente sociale, che le loro azioni sono legate insieme irr mille modi, che una buona organizzazione - unao··ganizzazione sociale fondata sul _principio di solidarietà - è la condizione primordiale dello sYiluppo delle loro facoltà .e del loro funzionamento armonico. L'anarchia individualista, ha dettò ,V. :i\lor- _ris, è la negazione della società. Io ag- . giuugerò ch'essa è la negazione dello stesso _ incliYiduo. BibliotecaGinoBianco

27 III. Per essere più imparziale nel mio apprezzamento sulla dottrit1a dell' anarchico :unericano M. Tucker, io sono portato ad ammettere, contrariamente alle precedenti mie _convinzioni, che una gran parte di ciò ch'è classificato oggi sotto il nome di comunismo anarchico rieptra, invece, nella teoria individualista. Questa mia affermazione sembrerà temeraria, ed io vado a giustificarla. È necessario di premettere che io non ho minimamente l'intenzione di disa pprovare il comunismo anarchico, benchè volendomi sottrarre alle formole io preferisca, per me, il nome più generale di socialista anarchico. Del resto io desidero solamente richiamare l'attenzione dei miei amici su certi errori che si sono infiltrati nel nostro ·programma, o più esattamente intendo criticare una delle tendenze che si sono manifestate nel campo anarchico. Vi sono dei sedicenti comunisti anarchici che, a somiglianza degl'individualisti parlano cli sovranità dell'individuo e chiea BibliotecaGino Bianco

28 dono, al pari di quelli, che ogui individuo abbia libero accesso; come se ogni indiv,- duo vivesse in un mondo a parte. Fa ciò -che vuoi è la divisa che hanno adottato, e secondo loro solQ quando ognuno agirà a suo talento, la società potrà funzionare perfettamente. Affermano- che n·on sarà necessaria mm qualsiasi forma di organizzazione, poichè gl'individui s'intenderanno, coopereranno, si distribuiranno gl'incarichi, scambieranno i loro prodotti, senz~ un accordo pr@stabilito, senza un piano preconcetto, ma allo azzardo delle circostanze e per impulso segreto della natura. Cosicchè bisogna sforzarsi a ridurre la divisione del lavoro .e gli scambi al minimum, adoperarsi perchè ogni regione, ogni comuné, ogni gruppo produca tutto. _Il comunismo anarchico consiste nella libertà di lavoro e di consumo, nell'assenza di ogni mi_sura o determinazione dell'uno o dell'altro, nel!a confusione degli sforzi e dei bisogni non solamente tra individui appartenenti a una comunità })Oconumerosa, .ma tra parecchie comunità, e fors'anco tra gli abitanti tutti dell'univRrso. « Da ciascuno secondo le sue forie, a ciascuno ~econdo i suoi bisogni » è la vecchia formula comunista che, epurata dal Biblioteca Gino Bianco

29 sottinteso autoritari-o . secondo cui _loStato dovrebbe pesare le forze e i l1isogni cli ciascun individuo e organi.zzare l' economia pubblica su que-sta base,. significa che ciascun individuo valuterà esattamente i propri bisogni e le proprie capacità, oppure, il che torna lo stesso, che non yale la pena cli far la stima di chicchessia. Se non ~ 'inganno questa è' la idea fatta valere da Kropotkine, e svolta poi nella Revolte . . « Un tale sente il bisogno di percorrere in strada ferrata mille leghe ; un altro. invece solo cinquecento o anche meno. Questi sono, dice KropotkineJ dei bisogni perso- . nali, e non sarebbe giusto di far pagare all'uno il doppio,• o più dell'altro, trattandosi d'un bjsogno ugualmente intenso. » (La conqùi,;ta del pane, pag. 36). . Infatti non havYi alcun,a ragione, tranne quella che per far correre un treno mille leghe occorr~ un doppio impiego di carbone, ùi lavoro ecc., che non per le sole cinquecento leghe. Ma havvi forse qualche ragione per imporre ai minatori, ai macchinisti un doppio lavoro?! " Diritto al benessere per quanti prendono una certa parte alla produzione ,, (p. 229). Kropotkine dice al medesimo capitolo clìe bisogna " porre i bisogni al di , BibliotecaGirloBianco

30 sopra del lavor·o ,,. Ciò sarebbe certamentf amnikabile se prima· di consumar·e 11011 bisognasse aver prodotto. " Se la Società borghese deperisce, dice ancora un po' più avanti, è perchè, ha troppo calcolato _,, (p. 231)_. · . Dunque non calcoliamo: prendiamo come ci viene quanto più possibile, salvo a rìdutre il _resto. Alla pagina 102, sempre della medesima opera, Kropotkine parla della " gratuità dell'alloggio ,, espressione che ha l' inconveniente di dissimulare il fatto capitale che le case -di abitazione bisogna pure edificarle, ammobiliarle e ripararle a misura del loro deperimento. Qualché pagina più in là egli parla " di spalancare le porte di tutti i negozi d'abiti a profitto di tutti, affinchè ognuno possa prendervi (gratuitamente s'intende) quanto gli può occorrere.,,. - La {ormula di distribuzione proposta da Kropotkine è : presa a volontà per le cose di cui havvi abbondanza, riduzione razionale per quelle - disponibili in quantità inferiore ai bisogni attuali. Ma egli non dice quali cose potrebbero essere prodotte in abbondanza, e quali altre, inv_~ce, dovrebbern essere in proporzione più ridotta. Al capitolo « vie e mezzi » egli calcola, sulla bas~ della rendita- attuale di qualche podere ' Biblioteca Gino Bianco

31 llell'ovcst americano e di 751 manifatture di cotone dPgli Stati Uniti (1), che basterebber0 oo mozze giornate di cinque ore cadauna di latoro pei- ogni uomo pc1· procutarsi i pl'odotti della ter-ra: quaranta per il ~mantenimento dell'abitazione e cinquanta per la produzione dei Yestimenti necessari. È già qualche cosa; ma Yi sono pure, in oTan numero, altri bisogni a cui si deve sod- ~isfare. Bisogna arredare le nostre case, alleyare ed ed_ucare i nostri figli, curare i nostri malati, trasportare le nostre corrispondenze, selciare le strade della nostra città, fabbricare e tenere in buono stato gli edifici pnbblid, ecc. Kropoltkine, invece, non si occupa che del consumo individuale. Certo è che, per lo meno, prima di arriYare alla coltura intensiva e al sistema cli produzione perfezionata, così ammireyolmcnte descritto da Kropoltkìne, bisog1wrà trasformare interamente gli istrurnenti di produzione, il che eviclenternen le richiede non solo tempo e lavoro straordinario, ma anche la necessaria educazione (I) Mi sPmbra <'he Kropoltkine non tenga conto che del la\'oro fatto nel podere o nella fabbrica, mentre d.inwntica il lay,11•0 antcccJcnle e s11ccessiro,e cioè la costruzione dt!lle mncchine e degli edifìc;, i trasporli, l'illumin,1zionc, la manutenzione in genere, ecc. Biblioteca Gino Bianco

32 delle masse. Non è gran tempo che dagli anarchici si sosteneva esistere all'ora attuale una accumulazione tale di prodotti, da essere più che sufficiente per i bisogpi del popolo in caso. di rivoluzione. Si calcolava (vedi J ·prodotti della terra e i prodotti dell'industria pubblicati. nella Ré11erlte) che -ogni anno si producono gen~ri .alimentari per il doppio del bisogno, mentre, d'altra parte, la produzione manifatturiera a-nnua è quattro volte superiore alle razionali necessità di tutti gli uorùiui, tanto ricchi che poveri. La conseguenza sarebbe che al momento della rivoluzione baste- , rebbe stendere la mano. Kropoltkine non è troppo esplicito quanto all 'alime1ùazione; ma a proposito delle abitazioni egli crede che, almeno in_ tutte le città di qualche , importanza, " ci sia un tal numero di abi- " tazioni disoccupate da bastare quasi ad " alloggiare presso che tutti i ricovera ti " nelle capanne di villaggi ,, (pag. 110). A p8g. 20 egli sembra ritenere vicino il giorno in cui si griderà concordemente " basta di carbone, basta di pane, basta di " vestiti, riposiamoci, ecc., ,, Irt sostanza la tendenza generale in Kropotkine è precisamente quella di mettere i bisogni al disopra del lavoro, e rendere il benessere, almeno individuale indij)endentè Biblioteca Gino Bianco

dalla produzione. Tutto il sistema è basato sull'ipotesi che si possa produrre oltre il bisogno. La riduz:ìone razionale non ò considerata che come un meno peggio, imposto dalla forza maggiore, e però un'eccezione da applicarsi agli oggetti di una importanza aff\ttlo secondaria. La regola è sempre quella della presa a volontà, il che presuppone l'abbondanza assoluta, l'eécesso della produzione sul consumo (la soprap1·oclu~ione degli economisti). Ora, in un certo senso, tutte le cose esistono in una quantità· limitata - perfino l'aria e l'acqua. Vi potrà essere abbondanza d'alimenti_ in generale: ma ciascuna varietà subirà sempre qualche limitazione. In tal caso, che è d'altronde il caso ordinario, si potrà ancora prendere a volontà, o invece a razione ridotta? Del resto, data una buona economia, non si produrrà mai nulla cli super.fluo, giacèhè i bisogni umani sono suscettibili d'espansione all' infinito. Soddisfatto un dato numero dLbisogni, bisognerà scmpre dirigere il lavoro alla soddisfazione de' bisogni nuovi; dimodochè la produzione sarà sempre limitata dal consumo, e il consumo dalla produzionP. La regola, àunque, della presa a volontà è inapplicabile. Rimane la riduzione o la divisione eguale per testa. Questo però vorrebbe dire che 81bliotec~Gino Branco

34 tutti gli individui dovrobbero consumare esattamente una razione eguale dei differenti generi alimenta.ri, dei . vestimenti, ecc. ma Igrado la diversità dei gusti, delle situazioni, dei bisogni, ecc. Sarà permesso agli. indiYidui di cambiare le loro razioni? Evidentemente non si potrebbe loro impedirlo: cd ecco, senz' altro, ristabilito lo scarnbio fra i membri delle comunità, e quesli scambi divenendo regolari, una misura d' equivéllenza verrebbe necessariamente a stabilirsi : e però si ricomincerebbe " a calcolare·,,. Nel fatto, Kropotkine s'allontana spesso _dalla sua formola per ritornare alla regola generale del comunismo: '' a ciascuno secondo le sue forze ,,.. Il principio , è certamente eccellente,. ed i vantaggi ne sono evidenti. Quando ciascuno lavorerà nella misura delle sue forze, il lavoro sarà prodùttivo al più alto grado, e lo stesso consumo di ciascun individuo sarà vantaggioso alla societa. Le difficoltà però, principiano all'applicazione. Come ottenere che realmente ciascun individuo lavori nella misura assoklta delle sue forze e consumi nella misura de' suoi bisogni? Come e da chi si valuteranno i bisogni e le capacità dell'individuo? Da1l'individuo interessato ol)pure dalla società? ~ Biblioteca Gino Bianco

J,J Kropotkine gira la difficoltà parlando indifferentemente ora degli indiYidui, dei ctttadini, ora del pQpolo, della società, della comune, della città. Secondo lui è il " popolo ,, che esproprierà i capitalisti, il " popolo ,, che procederà all'ienventario delJe derrate esistenti; il " popolo ,, della ciltà che s'intenderà coi contadini e loro .permetterà di provvrdere le macchine agrarie; il " popolo ,, che garantirà ai lavoratori delle officine l'esistenza, mentr~essi costruiscono macchine pei contadini (pag. 72) " che il popolo abbia solamente le braccia libere e in otto giorni il servizio delle dèrrate si farà con una regolarità ammirevole ,, (pag. 77) « La società distinguerà probabilmente tra il superfluo e il necessàrio,, (pag. 114). « Essa, (la comune) conferirà ai cittadini la cura di approvvigionare i rispettivi magazzini di derrate, e quella di ripartire prodotti ,, (p. 61). " Ancora; saranno degli individui che dovranno compilare le statistiche ,, (pag. 104): al che si pu·ò obiettare che le statistiche devono essere compilate sopra un pian_o generale fissato anticipatamente. In sostanza, per Kropotl{ine, il popolo è il mondo intero, ove però alcuni individui agiscono in nome di esso. « Il popolo » dice Kropotpine, andrà a - Biblioteca Gino Bianco

3G ricercare gli abitanti delle capanne per installarli nei. palazzi. E una volta avve~ nuta l.'installazione « il popolo armato parlerà a coloro che volessero scacciarneli » (pag. 105). Se vi è una casa, un appartamento che il proprietario affitta a un altro « il popolo andrà a trovare quest' ultimo per dirgli: sapete camerata?· Voi non dovete più nulla al vecchio padrone: Restate nel vostro appartamento tranquillo e contento ecc. » E se il proprietario occupa lui solo venti camere, e nel quartiere ci sia una madre con cinque figli alloggiati- in una sola camera, ebbene,! « il popolo verificherà se nelle venti camere non ve ne siano alcune che, dopo qualche riparazione, non possano costituire un buon alloggio per la madre e per i suoi cinque figli» (p. I09). Il popolo qui rappresenta la parte dei cori nelle tragedie greche. Kropotkine non ci djce come il popolo sarà organizzato, oppure se resterà una massa informe. una moltitudine. Ciò che vi ha di più preciso a .questo riguardo, nella sua opera ·è un passo alla pagina 106, in. cui egli parla del popolo, riunito per vie, per quartieri, per· circondarii, il quale dovrebbe inca~icarsi del servizio dell'alloggio, (o piuttosto degli sgomberi); e lln altro alla pag. 116, ove egli Biblioteca Gino Bianco

parla de1 grupp{ chè « potrebbero sorgere» e incaricaricarsi di provvedere ai vestimenti. Bisogna d' altronde rendergli giustizia.· Egli s'è occupato principalmente delle g~andi giornate della rivoluzione, nelle quali certamente molte cose saranno compiute all'azzar·do, e dal popolo in massa .. Tuttavi:l, a1tche allora, bisognerà procedere, per quanto è possibile con qualche metodo razionale; sotto pena di carestia immediata, e della conseguente reazione. Concepire l'espropriazione rivoluzionaria nel modo ·sommario della presa a volontà, dei magazzini aperti a .tutti e del popolo che va in massa, di casa in casa, a vedere se il numero degli abitanti corrisponde alla capacità· degli edifici, mi sembra un metodo alquanto per:icoloso. Lo stesso Kropotkine, raccomanda di nulla " sperperare ,, in fatto di derrate (pag. 72); bisognerebbe parimenti raccòmandare d'organizzare di seguito la produzione e di mettersi al lavoro, in luogo di dire : '' cominciamo dal soddisfare la sete della vita, della gaiezza, della libertà..... e quando ognuno avrà gustato di questa felicità, noi ci metteremo all'opera ,, p. 234). Di più, altro è piegarsi a una necessità di transizione, e altro l'esigere per principio Biblioteca Gino Bianco

38 i processi sommarii e abbastanza auto'ritarii della rivoluzione. Kropotkine sembra non comprendere la .società futura che come una rivoluzione in permanenza. '' Tutto a tutti, e tutti a tutto. ,, Nessuna misura di scambio vi è ammessa: e si preclude invece a una decentralizzazione economica al punto che ciascuna regione o anche ciascun comune possa bastare a sè stesso col proprio lavoro: infine nessun rapporto tra il lavoro e il consumo dell'individuo: solidari~tà perfetta. L'intenzione è buona. Però, vi sarebbe a temére che in questo " lasciar fare ,, universale, sotto le apparenze delhi solidarietà la più completa, si producano ineguailiaze e jngiustizie delle più flagranti. Non bisogna dimenticare che non vi è una propria linea di demarcazione tra il lavoro e l'ozio: nè tra il consumo necessario e il lusso o il capriccio. , Infatti è cosa che stupisce il pensare a qual punto il nostro lavoro e il nostro consumo siano un affare d'abitudine, e come si contragg0110 facilmente abitudini d' ozio e di sperpero. Conseguentemente gli uomini o gruppi di uomini che -amerebbero una vita regolare e il pane as~icurato per il domani, -vedrebbero la loro previdenza fruBiblioteca Gino Bianco

strata da coloro che prendono la vita con noncuranza, giorno per giorno, passando volentieri dall'abbondanza alla privazione. Le persone d'iniziativa sarebbero impacciate dai tardigradi. Gli operai sarebbero sfruttati dai fannulloni. Sorde diffidenze corroderebbero la società;· e discordie aperte non tarderebbero a scoppiare: Kropotkine stess·o finisce per scorgere la necessità di una limitazione allo arbitrio iudivicluale ·e alle pag. 203 e· 204 espone un'idea che ricorda (sebbene da lontano) le ·compagnie di sfruttamento preconizzate dal Molinari·: l'associazione, cioè, che stipulerebbe con ciascuno de' suoi membri il contralto seguente : '' Noi siamo pronti a garantire il godimento delle nostre case, magazzini, strade, mezzi di trasporto, scuole, musei, ecc. ecc. alla condizione che da venti a quarantacinque o a cinquant'anni, voi consacriate quattro o cinq1:1eor,e al giorno a uno dei lavori riconosciuti necessari ·alla vita ,,. · Da venti a quarantacinque o cinquanta anni! Ma _sarebbe una vera e propria schiavitù! D'altronde non bisognerebbe tener conto della differente- intensità del lavoro? Non bisognerebbe una volta fissato un rninimo al lavoro, fisssar~ egualmente un m,as_simo al consumo? " 1 Bib ioteca Gino Bianco

40 Infine su quale base sarebbe organizzato il lavoro dell'associazione, e quali sarebbero i rapporti tra le associazioni? Vi sono degli anarchici i quali realmente credono che allorquando la rivoluzione sociale sarà fatta, ciascun individuo per naturale impulso (cioè per soddisfare a un bisogno fisiologico) si dedicherà al lavoro più conforme alle sue attitudini e però succederà che il lavoro .ch'egli sceglierà sarà proprio lJUello di cui la società avrà momentaneamente maggior bisogno. Egualmente l'individuo con·sumerà ciò che maggiormente aggradirà: e· però egli non sperpererà punto le risorse della società, non intacchera i fondi cli riproduzione, nè si approprierà -. per un consumo sr.condario •-- ciò che dovrebbe servire alle prime necessità de' suoi simili. L'accordo fra gl'inllividui si stabilirebbe per mezzo del libero giuoco degli interessi e ·delle volontà individuali. L'individuo che vorrebbe mettersi. al lavoro, troverebbe gli strumenti e la materia prima ·di cui avrà bisogno, e magari quanti compagni gli occorrono per aiutarlo. I costruttorì di macchine avrebbero la sussistenza assicurata durante il lavoro. Gli operai delle fabbriche riceverebbero regolarmente la quantità di materia prima Biblioteca Gino Bianco

41 nècessaria alla continuità della produzione e così via di seguito. Ci vuole una buona dose d'ottimismo, ~ sopratutto di fatalismo, per accettare questa maniera di vedere. Anehe supponendo l'individuo animato dai migliori sentimenti_, rorne potreblJe egli scegliersi un lavoro ? Dire el1e egli sceglierà il lavoro più conforme alle sue attitudini, non è rispondere alla qm~stione; giacchè si può avere attitudine piuttosto a un genere di attività rhe non a un altro, ma nessuno nasce col bernoccolo dichiarato di essere cocehiere, muratore o fq.legname. La scelta finale dev'essere determinata dall'interesse sociale. Ma ché ne potrebbe sapere l'individuo? Come potrebbe egli conoscere in qnele ramo la sua attività sarà la più utilizzabile? . Altrettanto dicasi pcl consumo: come farebbe l'individuo a sapere e iò ch'egli può o ciò che non può consumare? Si ha fame, è vero: ma si può anche essere saziati in differenti maniere. Si può consumare ciò che invece deve-conservarsi come occorrente alla produzione futura : si può distruggere una foresta per avere legna da fuoco, o anche delle pescherie intere con la ra~·ione di procurarsi il pesce: si può e onvertire in ·birra il grano destinato al Biblioteca Gino Bianco

, pane. Un individuo non può abbracciare col suo sguardo tutta la società. La conseguenza del sistema sarebbe evidentemente clÌe i buoni lavorerebbero di piu e consumerebbero meno; i tristi, invece trionferebbero e tutti si troverebbero angustiati · da un tale insieme di cose. . " Sorgeranno dei Gruppi. ,, Ma se dei gruppi sorgessero, con la pretesa, suppo- ··niamo, di voler provvedere alla pulizia della città, con un sistema che gli altri cittadini ritenessero anti-igienico, questi ultimi dovranno dunque sottomettersi alla dittatura dei gruppi, che possono essere composti d'uomini assai competenti, ma che potrebbero anche esserlo di capi ameni desiderosi di burlarsi del loro prossimo, o peggio · ancora di fanatici per una vocazione· ch'essi poi non hanno: e allora? Inoltre, si scorge in fondo a tutto, il pre- . giudizio che i gruppi " sorgeranno ,, quasi per azzardo, come per. ispirazione provvidenziale, per brillare un breve corso di tempo, e poi sparire. Ora bisogna invece concepire l'organizzazione economica come un bene permanente, e non transitorio. '' Colui· che vorra un pian forte a coda, dice Kropotkine, entrerà nell'associazione dei fabbricanti di istr.umenti musicali ,, ·(p. ·150) I sapienti, i letterati si ·costituì81bJ1otecaGino Bianco

43 t ranno in associazione per s_tampare la loro· prosa e· i loro versi (.p:" 637) - oppure s' j ndirizzeranno ai loro ammiratori e alle loro ammiratrici per ottenere la collaborazione (id.) o cercherannQ· la collaborazione fra coloro che conosceranno il mestiere e avranno intuito il valore della nuova opera» (p. 114). , « Ah!. ~e ciascun scrittore dovesse partecipare direttamente all~ stampa de' suoi libercoli! Quale progresso avrebbe fatto a quest'ora l'arte tipografica » (pag. 138). Ora se prima d'intraprendere un lavoro, l'individuo dovesse catechizzar:e i suoi futuri coll~boratori e convertirli alle sue viste, ci sarebbe davve;ro da temere che i tempi non siano maturi per le nuove idee. Se, d'altra parte, l'individuo dovesse mettersi .egli stesso al lavoro, gli toccherebbe apprendere nuovi mestieri, perdendo · un tempo ch'egli potrebbe assai meglio impiegare. Inoltre per fabbricare un piano ci vuole della materia prima; per: quante associazioni dovrebbe dunque lavorar'e colui che desidererebbe un nuovo piano? E ancora resterebbe la difficoltà: se tutti ne vogliono :' se tutti desiderano il piano di nuova invenzione? il biciclo? e il teles<:opio? Quale sarà il criterio dL preferenza? Sarà forse neces$ario che, cia.sébeélunolimiti il t . Biblioteca Gin,o Bianco ,

44 suo desiderio a quel fanto, pel quale ne rimanga agli altri (ed eccoci al riparto).; , oppure bisognera imporre un e8ame di musica prima di dare un pianoforte, d' astronomia prima di dare un teloscopio, ecc. ecc., H che corrisponderebbe alla distri- . buzione secondo il bisogno? Si dirà che non tutti pretendeeanno il pianoforte dell'ultima invenzione e il telo- . scopio .o la bicicla per sc,pramercato. E perchè no, replichiamo noi, dal momènto che ognuno avrà allora ta~to tempo da GOnsacrare alle arti ed alle scienze ? E ciascuno non preferirà sempre un pianoforte più armonico, o quello ch'abbia il maggior numero di ottave? . Infine se si suppone l'organizzazione sociale abbandonata all 'iniziativà individuale, non scapperanno fuori degli individui o dei gruppi che vorranno prevalersi della loro terra, della loro miniera, strada ferrata ed opificio, 015pure·d'un avvenimento fortuito - per esempio d:un buono o cattivo raccolto d'una nuova invenzione, dell'apertura d'una strada, perfino della loro , capacità e abilità, o ctella loro parsimonia per assicurarsi la parte del leone negli scambi, accumulando così ricd1ezze, e divenendo .consegueriteménte una n...inaccia permanente per la libertà e il benessere altrni i Biblioteca Gino Bianco

45 La scienza,- si è detto, (e deploro d1 avere esposto io stesso questo errore nella Révolte) darà la soluzione per tutte queste difficoltà: Essa suggerirà all' inrlividuo il lavoro che dovrà fare: essa gli prescriverà gli a limenti, misurerà la quantità d'aria, di luce e di quant'altro gli sarà necessario. Si distribuiranno a ciascuno delle statistiche, dalle quali ognuno discernerà a colpo d'occhio il suo giusto posto nell'economia generale. In altri termini ciascuna persona dovrà portare nella propria testa il piano intero dell'economia sociale, e, cosa meravigliosa, il piano di ciascun individuo dovrà coincidere esattamente con quelli delle centinaia di milioni de' suoi simili. Queste e altre cose non meno stupefacenti sono state dette e ripetute con una insistenza e una buona fede degne d'una causa migliore. Senza dubbio sòtto questi apparenti paradossi stanno delle verità di un grande avvenire, che è bene popolarizzare del nostro meglio: ed è che la società umana non· è per nulla guidata dai deboli fili, che si chiamano leggi, nè dagli intrighi, dai capricci; dai meschini interessi o dalle cospirazioni di .qualche ~ntrigante o rapace. Vi sono delle forze immense che oggi sono ignorate o soppresse, all'infuori delle polizie, dei tribunali, delle borse e dei Biblioteca Grno Bianco

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