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LA ti CONQUISTA» DELA SILA

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nente superfìcie di Ha.

53.000

circa

( 2 5 0 0

ettari sono occupati

dai laghi Arvo e Ampollino e dal lago Moccone in via di costru–

zione) è terreno da pascoli e bosco variamente distribuito.

« Prove sperimentali per una lunga serie di anni eseguite dal

compianto Tommasi e da chi scrive — è da un articolo del

prof. Tallarico, che riproduco gl'interessanti dati che seguono —

e da prove recenti di coltura, non più parcellare ma di pieno

campo, hanno dimostrato che in Sila è possibile ottenere da un

ettaro di terra

200

e più quintali di patate, e

2 0

quintali di fru–

mento, al posto della segale.

« L'esperimento ha anche messo in chiaro che in Sila si pos–

sono ottenere una quantità di piante industriali, come la bietola

con un tasso zuccherino che supera i l

2 0

per cento, il lino a

fibra lunga tipo fiammingo e l'orzo distico da birra, alcune varietà

pregiate di tabacchi, una quantità di erbe aromatiche e medicinali.

« L'esperimentazione ha dimostrato che in Sila si possono

ottenere facilmente tutta una serie di prodotti orticoli specie di

cavoli, d'insalata e di fagioli che hanno un aroma e un sapore

tutto speciale, e piante fruttifere nelle zone riparate a base so–

pratutto dì meli, di peri e di ciliegi.

« L'esperimentazione ha dimostrato che la Sila per le sue

peculiari caratteristiche biologiche e climatiche ed altimetri eli e

d'ordine mediterraneo è capace di colture speciali che potrebbero

dare largo reddito come le « tardizie », come sopratutto la coltura

di « piante da sementa » per esempio tuberi di patate, semi di

bietola e di ortaggi ».

Non si dovrebbe tenere in nessun conto la diceria tanto, e

tanto artatamente, diffusa dai latifondisti, secondo la quale i l

freddo invernale renderebbe impossibile l'insediamento di una

popolazióne, ma, mentre per i l completo esame del problema, ba–

sterebbe osservare, che nell'inverno è indubbiamente impossibile

la vita in capanne di fango e di tavolette, è bene registrare an–

cora quanto scrive i l prof. Tallarico : « P o i c h é d'inverno — egli

scrive — nelle zone fredde, l'uomo e le bestie possono permanervi

e prosperare in apposite abitazioni e in ricoveri, come è dimo–

strato dalla economia agricola e zootecnica di tutti i paesi freddi

d'Europa, ne segue la conseguenza che in Sila esistono le condizioni

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Biblioteca Gino Bianco