Domenico Zanelli - Per l'apertura solenne della scuola di metodo nella città di Forlì

L' APERTURA SOLENNE DELLA SCUOLA DI METODO DISCORSO IN FORLI llALLA STAMPERIA BORDANDINI 18~8 .

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La educazione religiosa, morale e civile Ento Principe, riveriti Signori, è cosa di tanta importanza, che merita la vostra attenzione quanto la politica, che a di nostri agita ogni mente cd ogni animo tiene sospeso. La educazione religiosa, morale e civile è di sommo momento, e perciò appo tutti doVl·ebbe essere il primo pensiero : dappoichè senza di essa per rendere felici i popoli non giova mutar le for. me dei governi; non giova alle monarchie assolute sostituire le rappresentative, rovesciare i troni creduti rovina dei regni e sostituirvi le repubbliche : i popoli se non sono bene educati saranno sempre miseri , saranno sempre in lotta fra loro; le famiglie in preda a sventure, e la società a cagione delle prepotenti passioni che l' agitano, minacciata dalle fondamenta. Quanto più libere diventano le forme dei governi, e più miti le leggi , tanto più necessaria diviene la educazione, perché più forti , più grandi debbono essere le virtù, più severi i costumi ; perché regni la pace, l' amore, la concordia e l' ordine, fondamento di ogni ~ocietà. Gl' individui e le m~ni sono quali le forma la

ed:cazione • e quando le Sacre Carte ci dicono che Iddio fece le naz.Ìoni sanabili, nessun'altro rimedio addi~ano s_e non la educazione. E questa verità proclamata da saggr, penetrò )a Dio mcrcè, anch~ nei _g~bine.tti dei ~e, fu sen: tita da coloro che reggono • destim der popolr : p~r cur con inuente dispendio si sono fondate scuole pubbhchc e " ~ ' (1 private nelle città nelle borgate e un onco ne .e campagne volendo che'a nessuno , e al ricco eire 1•ive fra le agia~, e al povero eire guadagna il pane col sudore di soa fronte, mancassero i mezzi per essere secondo la propria condizione istr·uito, e secondo religione educato. E prima dei sapienti del secolo, e dei reggitori dei popoli volse pensiero alla educazione cd istruzione del popolo la Chicsa, quella Chiesa , che da taluni i quali bestemmiano ciò che ignorano, fu tacciata di nemica dei lumi, di avversa al progre;so morale e civile delle nazioni. Il perché allor·quando i principi dimentichi della loro missione passavano gli anni del loro regno o nello appagare la loro ambizione fra gli orrori delle guerre, o a sprecare fra le mollezze e la immoralità della corte i tesori che strappavano di mano ai loro suddi ti sempre rimunerati colla oppressione c coll' arbitrio, i ministri del Santuario, memori sempre del di1•ino mandato di ammaestrare i popoli, e guidati da un amore ardente per la religione c per l' umani tà ; accanto ai sacri templi apri1·ano scuole a beneficio di quantunque persona. I Concilii ecunemici, provinciali c diocesani prescrivevano ai sacerdoti di aprir scuole di carità pei fanciulli dd poverello, a' quali se talvolta pote1•a mancare il pane della ' 'ita, non volevano che mancasse il pane della istruzione: raccomandavano ai sacerdoti di attentamente vi,i lare e i pargoli allettare con premii a frequentare si lfat~e scuole ben conoscendo essere la i;;noranza fonte d' infiniti mali ve;o fl agello della società. E fu per rispondere alle voci d;IIa Chies~, ~r combattere la ignoranza, per migliorare le gcncrazronr, c!1e fondarono ~ moltiplicarono le scuole un Filippo NeTI, un Calasanzro, un Girolamo Jlliani e un Lasalle "' ' '

5 uomini cari a Dio e all' u111anit.à. Ora e principi e governi hanno sentitv il bisogno di fare ciò che in tutti i secoli ba fatto e raccomandato la Chiesa : per cui doYunque hanno stabilite scuole, a bene dei popoli da provvidenza a loro affidati. l\Ia a che gioverebbe fondar scuole, moltiplicarle, quando non fossero ben dirette, quando in esse non fossero uomini capaci a bene istruire, a compiere sapientemente l' ufficio di veri educatori ? Le scuole sarebbero di nessuna o assai poca utilità : il che essendosi pienamente compreso in questa nostra età, onde la pubblica isl.rn1.ione conseguisse il suo vero scopo, si sono stabilite scuole di metodo, per formare idonei precettori. E in Italia, in questa terra beata, che dopo tanti secoli, spira l' aura di libertà, le prime scuole di metodo furono fondate in Lombardia; di mo• do che se in questa bella, ma or troppo s'•enturata, troppo oppressa parte di Ausonia l' istruzione popolare vi è diffusa e ben diretta più che in qualunque altro paese di Europa, se ne debbe attribuit·e il merito alle scuole di metodo fondatevi fino dall'anno t S'H in ogni capoluogo di provincia. Nello Stato P ontificio siffatte scuole sono ancora un desiderio: il grande l'immortale Pontefice PIO IX fino dai primi mesi del suo glorioso pontificato caldamente raccomandava la educazione e l' istruzione popolare; ma a somma sventura chi presiede al ministero dell' Istruzione non promulgò un atto di riforma, uon ha compreso o non vuoi comprendere che senza buoni, senza abili maestri non giovano le scuole stabilite, e non giova stabilirne delle altre. Ond' io nel dolore di dovere condannare questa incuranza del Governo, non posso abbastanza encomiare quei municipii, che nel desiderio e nella necessità di giovare daddovero alla patria pensarono alla ri[orma dell' istruzione, e perciò a fondare scuole di metodo. E non posso abbastanza encomiare l' illustre 1\lagistratura di questa inclita città, che generosamente applaudendo al pensiero esternato dalla Commissione 1\Iunicipale degli studii, volle <JUi rou-

6 data una scuola normale. In siffatlo modo F orlì per mezzo de' suoi degni rappresentanti mostra all'Il~ l ia .tutta quanto apprezzi la vera istruzione : e ha la.gl?na dJ essere sta: ta la prima ad aprire nello Stato Ponta~~·o una scu?la dJ metodo : gloria però che sareb~ .stata pm gr~nde ~ m essa avesse chiamalo a dellar lez10m un uomo dJ mento maggiore di quello che io sono. Io, o Signor~ ~on posso ' 'antare quella scienza pedagogica, ci·JC· ~nto d1stmgue un. Lamhruschiui, un A porti, un ParraVJCJOJ : ma da qucsll e da altri maestti guidalo farò ogni sforzo, onde corrispondere alla vostra aspettazione, a quella fiducia che avete in me J'iposla. Oggi onorato dalla presenza de' migliori cittadini e da chi ama assumere il ministero della pubblica istruzione, mi è caro indicare quanto sia utile la scuola da voi stabilita, e da quali s~ntimenti sarò io in essa guidato. Una dolorosa esperienza ci ammaestra che finora poco e quasi nulla dalle famiglie e dai governi si pensò specialmente per la istruzione elementare, per scegliere maestri idonei a ben guidare la gioventù. Avveniva, e talvolta ancora avviene, di vedere ricchi cittadini intenti ad avere valenti cucinieri, tutto pensiero a ben custodire cd educar cavalli; e poi poco curanti nello educare la parte migliore di loro stessi, i proprii figli, poco curanti in cercar loro veri precellori. Si chiamava nelle case dei grandi un p~e~, uno che vestisse le di,•ise clericali, e ciò bastava pe•· gmdu:arlo capace a bene istruire, non considerando che non tutti sono capaci di saggiamente educare, non considerando che a?co sotto le sacerdotali vcstimcnta vi possono essere cuor• che poco sentono e intelletti che poco comprendono. Per essere convinto della nessuna cul'a che si a~ea e si l1a .ancom in molti luoghi della pubbl ica istruZlOne, e perc•ò della quasi inutil ità di tante scuole basta andare a ~isitame alcuna delle molte che esistono, ~pecialmente nelle campagne. In esse nessun' ordine nessuna divisione di classi, nessuna distribuzione di ma'terie d' inse- 'namcoto, nessun metodo: in esse i fanciulli senlpre di-

7 stratti, ciarlieri, scomposti o donnigliosi: il maestro continuamente annojato, disadorno della persona, intollerante, pronto all' ira, minacciante ad ogni fallo, incapace a distinguere nei giolinetti ciò che è vilacità da ciò che è malizia : ignaro di un metodo facile, breve e dilettevole : priYO di norme e sempre pronto a rimproverare con parole villane o a punir colla sferza ciò che il pazientissimo scolaro per colpa non sua non ),a potuto apprendere. In queste scuole a furia di minaccie e dopo tanto tempG si arriva a cacciare nella memoria dei fanciulli molte parole; ma non mai un' idea : in queste scuole i fanciulli anche i più svegliati perdono il tempo, perché esercitando sempre la memoria e non mai la ragione, dopo di avere passati non pochi anni a continuamente studiare non sanno concepire una idea, sono incapaci a giudicare, a riflettere. Che hanno essi imparato? Una moltitudine di regole grammaticali inutili, percl!è non ostanle scrivono sempre a spropositi, qualche sermoncino, delle canzoni , dei sonetti arcadici, uno scheletro cronologico chiamato S toria, un elenco di nomi di città, di fiumi e di montagne chiamato geografia, una serie di domande del catechismo senza averne compreso il senso. Ecco il grande capitale dei più distinti fanciulli cl1e si trovano in queste scuole; eppure costoro perché verbosi sono creduti eloquenti, e perche banno attaccale alla memoria molte parole sono giudicati dotti. E intanto che si è fatto del cuore di questi studiosi fanciulli ? Che si è fatto della parte veramente educativa? Nulla. Il maestro non si è occupato mai a studiare l' indole de' suoi all ievi, a soffocare dal loro nascere le cattive inclinazioni : non si è occupato mai a coltivare nei suoi scolari, l' amore alla verità, la modestia, l' obbedienza, la compassione, la pazienza, il rispetto con tutti, la purità, e ogni altra virtù cristiana e civile. E perciò ne fa vedere la esperienza non pochi giovinetti fatti tristi nelle scuole, non pochi giovinetti istruiti, ma pessimi nei costumi. E di chi è la colpa ? In gran parte dei maestri, che non sanno educare.

8 difficil l p Oh ! il ministero dell' educatore è grande, è ~ · . er bene istruire per non tradire quella gioventù che Cl ~~~~ne dalle famigli; e dilla patria affidata, biso~a avere le necessarie qualità hiso"oa essere stato pnma ammaestrato nell' arte difficiÌe dcii~ istruzione. Forse molti colla lunga esperienza a1•ranno potuto divenire val~nti maestri: ma sempre a furia di errori; onde ~; assa•. tempo. avran~o. fat~o dei loro scolari altrettante v•tllme di loro mcapac1tà. S•- gnori, il causidico prima di entrare nel foro studia giurisprudenza e ne fa pratica presso qualcloe valente; il medico prima di mettersi accanto all'infermo per curarlo, stq. dia la scienza ippocratica: e cl1i si accinge ad istruire la gioventù non dovrà fare altrettanto? Per avere de' buoni, dei bravi soldati ci vogliono abili, esperti officiali. Necessarie pertanto sono le scuole di metodo, in cui tutti coloro che aspirano ad essere maestri possono far tesoro di tutto ciò cl1e si è fatto da altri valcntissimi, possono apprendere in poco tempo ciò cl1e ad altri costò tanta pena c tanta fatica. Le scuole di metodo espongono quelle teorie che hanno stabilite gli uomini i più distipti nell' arte d' istruire, espongono ciò che una lunga esperienza fatta da tanti valenti mostrò utile e sommamente neeessa~io. Per essere un maestro abile non basta lo avere molte cogni~ioni, l' essere versato di molto nelle lettere e nelle scienze: chi dev'essere maestro, olh·e al conoscere profondamente una scienza, hisoana che sappia insegnarla a«li altri.. ?"i· dev' esser maestr: della infanzia più che lat~te cog~• zoom deve aver l'ar te di comunicarle, e in m<><!o che possmo essere apprese. Giova pur riflettere che le scuole furono stabilite non solo per istruire, ma anco per educar~. E a bene educare non basta coQoscere ciò che da noi S> pretende da' fanciulli, e ciò che vogliamo comandar loro: no~ basta premiare con lodi e con doni i fanciulli se fanno C>ò che ordiniamo loro · J' · · . . . , e pun>r • con mmacc>e e priVUIODI se noi fanno Se ciò fosse 1 't . 1 . . •. , a gem r•ce a piil snaturata, l~ p•u rozza, •l padre il più severo, il più •u-

9 curante, il maestro il piu ingordo, il piu mercenario sarebbero educatori tanto valenti quanto un Pestalozzi, una Nel<er, una Campan, un Naville e un Aporti. Bisogna che un educatore pensi a formare l'animo dci fanciulli, a rcnderlo fermo nel bene : onde bisogna eh ' egli distrugga infermità morali, combatta cattive inclinazioni, distrugga perniciose abitudini, renda forte ciò che è debole, tempri bollenti passioni, tolga pemlciose illusioni, abitui la \Oiouta alla pratica della virtù : bisogna che innamori del vero e guidi ad abbracciare cd amare cose che non hanno il primo aspetto del lutto piacevole: bisogna, a d ir breve, che sviluppi la mente, c renda il cuore quale lo \'nole r online, la legge morale. L'istruzione, dice il Lambru:.ehini , non mira agli interessi estrinsechi, materiali e passeggieri : l'insegnamento materiale della lettura e dello scri,·ere in qualupque ~iasi scuola non si deve considerare come un fine; imperochè allora si leggerebbe per leggere, si scl'ivc· rebbe per iscrivere. L' istruzione tende a più alto fine, il leggere lo scrivere è un mezzo ; ma l' is truzione geua lo sguardo nella vita interna dell' uomo. Il di d'oggi poco i! per lei, essa calcola per le generazioni che vengono e vuole impadronirsene a sua guisa. I dee, opinioni, effetti, volontà, passioni, speranze, timori, a2ioni pubbliche e azioni private, tutlo insomma aspi ra a r idune solto il •no dominio. Per 1a qual cosa ognuno può comprendere qual ministero, grande, sublime, sia quello dell'educatore: e ognu· no deve guardat·si dallo affidare alla ' 'cntUl·a, a pm'SOnc inesperte, incapaci l' educazione della infa11zia. Colli iene chiamare al ministero di educatori uomini capaci, c se uou ci sono, formarli. A questo fine tendono le scuole di metodo o magistrali, le qual i fanno la scienza educali\a un comune patrimonio, mentre per lo passato era privilcl(iO !l i pochi. l o pertanto che ho assuolo di dettare in f(IIC>la 1 o- ; tra città lezioni pedagogiche, dte ho a.suuto di ;;uitlarc coloro che intendono consacra rsi all' i>ll uzioue dcii,, infa n zia, con tutto l' imp('gno che per mc ~i polra vcn o ,.,po-

IO ncudo mano mano ciò che <leve fare un maestro per la t'· l . . 1 'ntellctualc e fisica de' fanciulli. La i<:UO· ( UC37.10 1lC lllOI a c, l la in cui mi a1·cte chiamato a maestro. avrà dunque r:r iscopo di dirigere c diffondere con nusura e con ordr~o l' istruzione primaria, indiriztandola scmp_re alla _for~azro: 1rc dell' uomo morale e civile : avrà per rscopo dr unrre 1l dilettevole all' utile anco nelle cose le piu severe e le più monotoue. E siccome l'fistruzione abbraccia la materia che insegnar dobbian~o, la dist~·ibuzion_e delle mede~ime nelle diverse classi, e rl modo dr bene rn!>Cgnarle, cos1 su que- •tc mi fermerò ponderatamente. Con ciò verremo a conoscer·e ciò eire nelle vostre scuole si de1·e togliere o correggere, c ciò che si deve aggiungere: onde l' istruzione il suo vero fine raggiunga, e corrisponda all' indole dei tempi c ai bisogni della sempre crescente civiltà. Noi ci geLtcr·crno nelle vie facili e brevi , onde con minor tempo possibile c con poca fatica apprendere ai fanciulli il leggere c lo ser·ivere, il conteggiare e la grammatica, la geografia c la stor·ia per apprendere a svi luppare fino dai primi anni le intellettuali facoltà. I l metodo deve fi ssare specialmente la nostra attenzione; dappoichè come dissi, non basta sapere uroa cosa, bisogna ancora conoscere bene l' arte di farla penelrar·e nella mente dci popoli. Arte difficile, che io vorrei fosse profondamente studiata non da' maestri soltanto ma da Lutti i padri di famiglia, c specialmtntc dai urirristri del Santuario. Costoro destinati da Dio a maestri in lsr·aello sono tenuti a catechizzare i sapienti e gl' i"'noranti, i ricchi e i poveri , ma specialmente i fdnciullt E non basta, per compiere il divino mandato, catechizzare, ftt <l' uopo catechizzar bene , in modo da essere pienamente compreso: o~de se m?l.t_i cristiani poco o nulla imparano da catechrsmt parrocch r1u, forse a' ' iene per·chè i sacerdoti non adoprano modo e lin~uaggio com enicnte, perchè non sanno abbassarsi all' intelligenza di chi li ascolta: e io credo eire le_ 1~ar~l e d elle Sante Scritture, dtc rimpt·o,•erando i sacri !Unustn esclamano peticrunt pancm et non erat qui

il franger·et eis, vogliano inC!icare non taotò la mancanza dì sacerdoti, quanto la mancanza di sacerdoti che sappiano bene istruire, cioè spezzare il pane clelia di,•ina parola , da renderlo atto ad ogni capacità. Per la qual cosa anche a' ministri del santuario sono necessarie le scuole di metodo, cioè l'arte di ben istruire: e io vorrei che fossero stabilite in ogni seminario: vorrei che tutti i vescovi ne comprendessero la utililil, non le rifiutassero siccome cosa superflua. Signori, in questo breve corso di pedagogia, che oggi con solenne pompa a\•ete iniziato, una cosa starà sempre in cima ad ogni mio pensiero, ad ogni mio discorso: è questa la religione. Eccovi la mia solenne professione di fede. Innanzi a lutto metterò sempre la religione; ciò mi è imposto dal mio carattere di sacerdote, dal mio do,•ere di maestro e di cittadino; mi è imposto dall' amore che nutro per l' uman genere, e dalla glor ia d' Italia. Senza religione non vi l1a vera educazione, perchè non vi possono essere vere l'irtù. l popoli non sono grandi e felici quando son giunti ad avere governi liberi, mille e mille officine, da cui sor tono tutti i generi dell' umana industria, strade ferrate che colla celerità del fulmine trasportano dalla capitale alle provincie, dall' uno all' altro stato merci, uomini e idee ; quando fanno volare i vapori sui mari, quando piacevolmente provedono ai bisogni della vita, e vantano università, accademie e licei, e per organo della stampa fanno liberamente promulgare i propri pensieri: no, i popoli con tutti questi a aìiri beneficii non sono felici , se poi fra loro regnano potenti passioni, se non sono educati alla moderazione, alla concordia all' umiltil, al disinteresse, alla verità, alla carità. l'Ila queste e le altre virtù, che formano la vera felicità pubbl ica e privata sono impossibili senza la religione. È questa la vita dell' umanità: essa sol tanto può contenerci nei nostri dolori e nella letizia. Im•ano senza la rel igione cloc Ta,·clli polente all'animo delle nazioni, potranno i govconi compiere l' opra loro: ogni politica sarà vana : c quanto piu c-

u sle:.o il 111.,vimcuto sociale, tanto piu necessaria la relig_ione. La e<iu ca~ione vera nou ronsiste soltanto nella g~nt.lez~ do·i 111orli, nel linguaggio cor tese, nel contegno nob.le e d•- guit0,0 in societa c con ,1ualunquc p~rsoua : queste sono m,c assai lodevoli; ma ci \Uole un annuo generoso, un auiono siuce.-o un cuo1c compassionevole, un cuore che pal- ' ' . piti di puro am01·e pcl vero bene: e quest ano_m~ e questo cuore non può esser f.1ll0 se non dalla r?log10n~. P er cui aurloe sotto ricche vestimenta, sotto superb• palag• stanuo a11i111i efferati, che odiano, perseguitano c uccidono, animi ambiziosi, egoisti, ingordi dell'oro, c p.-onti a calpestare qualunque diri tto pc•· conseguire i l loro fine. La vera educazione consiste nello a,·ere abi tualo sè stesso allo a- ,lenopimeoto di tutti i doveri che ci sono imposti da Dio, dalla f.tmiglia, dalla patria e dall'umanità: c tale educazione non si può supporre se non è religiosa. E non bisogna arrossire di professare fJuesta massima, quanto onesta e santa, altrettanto politica e degna degl' i taliani. E nei moderui ri, olgimenti politici che sarebbe mai della società senza la religione? Che sarebbe dell' I talia? In questa terra guardala con occhio di pr!'<lilczione da Dio, gli a;·venimenti •' incalzano, si moltiplicano: i governi ogni giorno piil di- \ 'entano liberi, c piu liberi i popoli , le idee politiche da lle rcggic e dai gabinetti diplomatici sono penetrate mediante la stampa periodica e nello studio del letterato c dell' artista c nl'i fondaco del commerciante, nell' officina dell' arti.,iano, c nel casolare del vilico: esse sono penetrate dovunqu~~ perfino entro la cella del claustrale: onde tutti favellano di governo. e ·~i •:il?rme: i buoni per amor di patria, per il ~en~ ~!et pnncop• ~ dei popoli, gli stolti per imitazione, e • tl'ISb per nefand• motivi. I ntanto la società va tmsformand~si? cade. la gerarchia dc i titoli e degli onori, tutte le clasSI s• conlondono, la. libertà è il nome caro a tutti , è la vocu cloe fa balzare 1l cuore. Ma in ,1ucsta 0113.,.,iore confid . . '"' enza, m _questa ~n•one di classi, in que>ta libertà ,,i souo nccessanc magg•ori virtù ; 'Iuiudi sempre più necessaria

13 la religione. Senza di essa come contenere r amhi t io;o non soddisfatto, il cilladino che solto il pretesto di giorarc alla patria soddisfa a private sue vendette, il facinoroso et.~ nulla ha tla perdere, il dolto che si cr~dc ci solo capace di governare, c il po'•ero dannato dalla necessita n continuo, ma non ben compensato la,•oro? Come frenare tante c si bollenti passioni? Io insisto sulla re ligiosa educazione, perché essa sola può migliorare la nostra sorte; per· chè ora più che mai sono necessarii ma:;(strati integcr rimi, scri ttori onesti, ci ttadini pacifici, e morigcmti. Insisto sulla religiosa educazione perche l' uomo non è là tt.o per la l••rra soltanto, ma per !a eternità, perchè egli ha un' ;mima im mortale, che dev'esser posta sulla bilancia della di,ina giustizia, o:.de ricel'ere la corona o la punizione di sue azioni. Ed ,ho ferma speranza e meglio dirò ferma persuasione che og ni maes tro, che ogni ci ttadino, ogni italiano abbraccierà questo mio principi o, che è principio di verità, perchè la nostra patria non sarà mai felice e grande se i cittadini non \•i saranno religio<i ; noi non S3l'cmo mai veramente libc•·i, senza dd la r eligione, che sostiene e santifica la vera libcrla. Gu idato da qurste idee io mi sederò fra ,-oi non come maestro, ma come amico, come fratello; vi ~arlerò con franchezza, e ascoltc•·ò ogni vostro consiglio, apprezzerò le vostre opin ioni. Or a voi specialmente che già avete assunto il ministero di maestro, o siete per assumerlo, io di • riggo le mie parole. Nelle scuole a \ 'OÌ affidate siete chiamati a svi luppare la intelligenza di tanti pargoli e a dar loro una direzione morale, siete chiamali a g uidare sul retto sentiero le più care spera m-e della religione , delle famiglie e della patria ; siete chiamati ad essere i padri d i coloro che sortirono da natura parenti snaturati o aiTa tlo ignar i di ogni morale principio. La religione ,,i affida un' anima redenta perchè la innamoriate del cielo , pcrcloè ne d irizziate a Dio i pensieri c gl i a!Tetti : le fami glie 'i affidano un loro tesoro, perchi: il custodiate, una loi'O pian· ticella, pc•·chè la di•·izziate, se fosse per prendere callir•

1(, 1 , iega : la patria pone in ~os tre mani molt.i giovinetti. ond~ li facciate cittadini probi, morigerat• , fedelt e gen~ros1. ~01 avete una " fave missione : come amoroso padre s•ete ehm· mali a sed~re a mezzo tanti giovinetti, e solto i vostri OC· chi questi sviluppano le facolta della ~~nte e le qualità d~ l cuore. Compiendo scientcmcnte c rc ~• g•.osamente ~u~sto ministero voi in restituire i vostri all 1ev1 alle fam•ghe 1 alla , . . . . socictil , potrete dire con vera comp•a~enza: _ecco_v~ 1 vosl~• fogli io ve li restituisco non piu rozZI, ma •strmh, ben di- ,·er~ da quando mc li affidast e. Io , o Signori 1 considero la sanla funzione del maes tro primario, specialmente dell' educatore del popolo, come una emanazione di quella subl ime autorità dalla natura e dalle leggi divine e umane conferila a chi siede al governo della famiglia. Il precettore è un sacerdote della religione e della morale: santa , sociale, cittadina è la sua missione. Per cui stolti e degni del comune disprezzo sono coloro che la reputano vile, umile, abbietta, propria soltanto di un uomo dappoco. Ma non sanno costoro che un maestro primario debb' essere non solo maestro di lettura e di scrittura, ma vero educatore, ignorano che un maes tro primario è destinato a formar~ l' infanzia, e piantare in essa quei germi , che debbono dare fmtti copiosi quand' è fatta adulta. Il vero mae• stro primario limita le sue funzioni non solamente entro il recmto della scuola; ma segue i suoi fanciulli dovunque: si mette in relazione coi ri spettivi parenti, spesso li interroga sulla condotta dci fi gli in lor casa, li rende avvertiti d? lle perniciose. incli nazioni che di quando in quando ma· mfesta~o ..La ' ' 'la d~] maestro primario è una vita di grande sacnficw : •na po• qual' è il suo compenso? Destinato a formar~ la n~ c~te e il cuore dell' infanzia , a preparare un avvelllre m•ghore alla socielà : condannato a vivere tutto dì fr~ giovinetti diversi per indole e per capacità mentale a m~ndere a t~tte _le. loro domande, a correggere letture sbaghate, erron scr•th, parole smozzica te, a ordinare 1dce confuse e " ·olgere pensieri appena iniziati , il maestro

15 elementare qual mercede r iceve dai governi c dai municipii? Questi, generosi nel largamente rimunerare chi quantunque di poca capacità passa poche ore in oflìcii di materiale occupazione, prodighi nel premiare~ le arti di semplice diletto, un misero compenso poi danno a coloro che vanno educando l' infanzia, la cosa più cara e preziosa. Il pubblico ammiratore e prodi go di !audi a chi lo alletta colle soavi armonie creale da' sommi italiani, a chi si getta nel popolo c vi ridesla sentimenti e buoni e malvagi, a chi ,·erga eloquenti pagine, tratta con incuranza e con di - sprezzo coloro che gli vanno educando la prole. E questo, o maestri, un gt·ande sconforto ; ma ricordate che onco av- ' ·ilito sarà sempre santo il vostro ministero: il vostro compenso maggiore per ora sia il piacere che sentito nel far del bene, l' idea che tanti fanciulli senza di voi sarebbero cresciuti nella ignoranza e nella immoralità : sia la cer tezza cl1c avrete largo compenso da Cristo, il quale disse di amare i fanciulli, se li strinse al seno e l i benedì: siano le benedizioni cl1c su voi invocheranno lulli coloro che , i confesseranno a voi debitori di loro morali tà, di Iom istmzione. Dissi per ora, dappoichè anche il governo e i muni - cipii apprezzeranno in avvenire di più le vostre fatiche: c la società pure, fatta più saggia, vi benedirà. Se finora i maestri clement.ari furono sprezzati, perche uomini di poca attitucline, or saranno in onore, perché veri educatori. Non posso !acervi, o Signori, che non senza grande timore io ho assunto l' oflicio di ()Sporre in quest.a città i principii acconci a ben dir igere l' infanzia nella istruzione: in quest.a città, dove veggo uomini potenti per ingegno e valorosi nella scienza educativa. Io non dirovvi cose nuove , cose sublimi ; ma solo ripeterò le nole , eon mic osservazioni , onde s i prop~ghino, penetrino in t utte le scuole elementari che avete , penetrino nelle vostre famiglie, e se possil>i l fosse nei più oscuri villaggi ; e cosi a lutti , ma specialmente al povero, arrechino quelle p rime notizie del r ero, che sublima la umana digni tà , e rende

Hi più cara la vita. Jn questo mio officio mi è grande e sicum conforto la vostm gentilezza, che sempre sperimentai grandiss ima, c il merito di chi meco, non come discepolo , ma come compagno di1•iderà il tempo consacrato alle mie lezioni di metodo. l\Jc felice, se in qualche modo auò contribuito a migliorare fra 1·oi la elementare istruzione , tanto necessaria per portare i popoli alla civiltà ! Forolivìi 14. lll•r lii 1848. 1/tlPRIJUTUB. ~·a. -' · T. FERMRINI Ord. Praed. Sacr. Tbeolog. Lcet. d Vie. s. Otr. --- Forolivil 20. ahrlii 1848. IJIPRIMJ.TUB. J. FELCINI Vie. Gcu, 3 755

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