Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

SA VERI O MERLINO nacque a 1 apoli il 9 ago.,·to 18 56 e ,norf a Ronia il 30 giugno 1930. lnsinc> fi.Jtira di rivolu~ionario del periodo che i·a dai primi n1ovin1enti anarchici e sociali.,·ti in Italia sino ai prin1i anni del fascisnio, J·eppe unire alla coraugiosa a-:;ione politica e alla professione foren.,·e, in cui eccelse, una intensa e severa attività di studioso nel campo politico, economico e sociale, da cui usci una larga produzione di articoli e di opere di impegno culturale e scientifico. In questo volume - che esce in occasione del centenario della nascita, e che vuol essere un fervido omaggio alla sua n1emoria - Aldo Venturini e Pier Carlo Masini hanno raccolto un' an1 pia scelta dei suoi scritti del periodo che va dal 1890 al 1896, con1prendenti alcuni opuscoli e tnolti articoli e studi apparsi in giornali italiani e riviste straniere, specialn1ente francesi, e che sono pressoché sconosciuti e introvabili in Italia. Perciò essi hanno l'attrattiva dell'inedito e offrono ancor . . . . oggi un vivo interesse teorico; e mentre docun2entano l'attiva presenza del Merlino nella cultura socialista europea del suo tempo, dùnno un originale contributo di idee alla elaborazione di una dottrina socialista nel solco delta tradizione culturale italiana. ~, II 'i 11 u'it ra/i on<' della sopraroperta : r Jfaggin 1891 a .Ui1c111n (da una t:1111pa dc·ll'c·pora) BibliotecaGino Bianco L. 1.500

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CONCEZIONE CRITICA DEL SOCIALISMOLIBERTARIO di SAVERIO MERLINO a cura di Aldo Venturini e Pier Carlo Masini , EDIZIONI DE SILV A _ LA NUOVA ITALIA FIRENZE ' Biblioteca Gino Bianco ,

' PROPRIETA LETTERARIA RISERVATA ]a edizione: gennaio 1957 C' Copyright 1957 by « La Nuova Italia » Editrice, Firenze BibliotecaGino Bianco ,,

PREFAZIONE Volendo fare dei molti scritti di Saverio Merlino una partizione che giovi ad intenderne compiutamente il pensiero, è necessario dividerli in tre distinti periodi. Il primo, che va dal 1877 al 1890, è un periodo formativo, di ricerca, con scritti di diseguale valore, e comprende, oltre ad un gran numero di articoli di propaganda, i saggi sul Russo e sul Pisacane, il volume Socialismo o Monopolismo?, il Manualetto di scienza economica ad uso degli operai e L' Italie telle qu'elle est; il secondo corre dal 1890 al 1896 e include alcuni opuscoli e molti arti:coli e studi apparsi in giornali italiani e riviste straniere, specialmente francesi; il terzo abbraccia tutto quanto il Merlino produsse dal 1897 ( anno in cui appare- il libro Pro e contro il socialismo) in poi, fino al volume Il problema economico e politico del socialismo, ultimato attorno al 192 3, ma uscito postumo nel 1948 presso l'editore Longanesi, e al saggio Politica e Magistratura, pubblicato da Piero Gobetti nel 192 5. Non è difficile trovare nelle pubbliche biblioteche molti scritti del primo e specialmente del terzo periodo, che sono fra i piu noti; non cosi quelli del periodo intermedio; pressoché sconosciuti e introvabili in Italia, essendo apparsi, almeno quelli da noi raccolti, tutti in lingua francese, durante gli anni ultimi dell'esilio. Ora, siccome il pensiero del Merlino, pur conservando un' intima coerenza, ebbe svolgimenti critici notevoli che differenziano sensibilmente in particolar modo gli scritti del primo e del terzo periodo, se ne deduce che senza conoscere gli scritti del periodo VII BibliotecaGino Bianco

( intermedio non è possibile seguire il processo di sviluppo di tale pensiero e coglierne la sostanziale unità. Perciò gli scritti di questo periodo, che possiamo anche chiamare di transizione, costituiscono un ponte di passaggio, un anello di congiunzione fra due momenti nettamente differenziati del pensiero merliniano, e racchiudono in sé il processo di idee che portò il Merlino dalle posizioni teoriche originarie del comunismo anarchico a quelle di un socialismo che gli stesso defin[ libertario e che in realtà è un socialismo teoricamente differenziato dall'anarchismo, ma col quale ha effettivamente in comune le istanze libertarie. Ma gli scritti che sono oggetto della presente raccolta, indispensabili per intendere il socialismo del Merlino nella fase ultima, stanno anc~e da sé, perché hanno un carattere teorico ben definito e sono i documenti piu ricchi di idee e piu originali in senso critico e autocritico della sua concezione del socialismo anarchico. - Potremmo dire anche comunismo anarchico; ma, pur essendo le due denominazioni sostanzialmente equivalenti, ci sono tuttavia fra esse certe sfumature che appaiono nelle pagine di questo libro, in cui dalle posizioni iniziali del comunismo anarchico si passa appunto, quasi inavvertitamente, come il lettore vedrà, a quelle piu larghe del socialismo anarchico. Del resto, la denominazione socialista anarchico prevalse, specialmente fra gli anarchici italiani, nello scorcio del secolo passato, e il Malatesta l' adoprò nel 1889 per il periodico «L'Associazione>> di Nizza e la riprese nel 1897 per l'anconetana «L'Agitazione)), mentre per« La Questione Sociale>>di Firenze degli anni 1883-84 aveva preferito la denominazione comunista anarchico. Ribadiamo dunque il concetto già espresso che questi scritti hanno una caratterizzazione teorica in senso anarchico ben definita. Essi tuttavia rivelano un fervore critico, un bisogno di approfondimento dei problemi, un'insofferenza dei luoghi comuni, un'ansia di ricerca che alcuni anni dopo dovevano, come abbiamo già detto, condurre il Merlino sulle posizioni, molto personali del resto, di un socialismo senza aggettivi in cui il suo pensiero VIII BibliotecaGino Bianco

si configurò in forma definitiva. E non poche idee esposte dal Merlino in questi scritti ritornano, rielaborate e approfondite, negli scritti degli anni posteriori·, come parte integrante della sua concezione del socialismo: il che conferma, anche sotto questo aspetto, la sostanziale unità e coerenza del suo pensiero. Avendo, non a caso, ricordato pitt sopra il Malatesta, dobbiamo ora dedicare, in questa prima parte della nostra presentazione, un cenno, utile fra l'altro a 1neglio definire l'indole della raccolta, intorno ai rapporti che intercorsero fra il Merlino e i·l Malatesta, due nomi che formarono per parecchi anni un binomio indissolubile. Queste due belle figure di rivoluzi·onari, questi due amici inseparabili ( qualcuno li chiamò i fratelli siamesi), sotto molti aspetti tanto somiglianti, professarono per un ventennio le stesse i~ee, diedero generosamente il meglio di sé per la causa della emancipazione degli uomini da ogni forma di sfruttamento e di oppressione, soffrirono insieme persecuzi·oni, carcere, esilio, e si ritrovarono verso la fine della loro vita a lottare ancora insieme contro il fascismo, a cui furono tutt'e due fieramente avversi. La prof onda amicizia che li unf fin dalla giovinezza non venne mai· meno, e resistette anche alla prova dei dissensi che sorsero fra loro e che dettero origi·ne ad uno dei pù; interessanti dibattiti di idee ,di quegli anni, durante il quale avvenne il distacco del Merlt'no dal movimento anarchi·co. 1 Fu quando, agli inizi del 1897, il Merlino, in un momento particolarmente difficile della vita politica itali·ana, si dichiarò pubblicamente favorevole alla partecipazione alle lotte elettorali. Il Malatesta, che era da poco tornato in Italia e aveva dato vita in Ancona al periodico «L'Agitazione», gli rispose; e cosi fra i due amici e correligionari si accese un'animata polemica, la quale durò, con qualche interruzione, un anno intero, e che, originata '\ 1 Tutto il materiale di questa polemica è stato raccolto, debitamente ordinato, nell'opuscolo: F. S. MERLINO - E. MALATESTA, Anarchùmo e Democrazia, Roma, Roma-Centro editore, 1948. IX BibliotecaGino Bianco

occasionalmente da una questione di tattica contingente, si dilatò via via in un ampio dibattito di principi. La discussione, pur mantenendosi sempre elevata, assunse qualche volta un tono vivace; la qual cosa non impedi che il Malatesta, anche nella concitazione polemica, riconoscesse i meriti dell'amico. Infatti ne «L'Agitazione>> del 21 marzo 1897 egli cosi si esprimeva: « Merlino ed io ci siamo trovati d'accordo nel segnalare gli errori che, secondo noi, si erano infiltrati nelle teorie anarchiche ed i mali che avevano afflitto il nostro partito, e il Merlino, mi com piaccio di riconoscerlo, ci ha messo piu attività che non abbia fatto io>>. Abbiamo inserito nella raccolta due degli scritti piu significativi di questa critica interna o autocritica merliniana, e sono: Necessità e basi di un' intesa, edito nel 1892 dallo stesso Malatesta, e L' Individualismo nell' anarchismo, apparso l'anno seguente e del quale molti anni pitt tardi Max Nettlau si augurava la ristampa « per capire l'insieme dell'anarchismo critico italiano di allora >>•1 Poi le vz'cende della vita separarono i due amici: il Malatesta, fuggz'to nel 1899 dal domicilt'o coatto, si rifugiò a Londra; il Merlino, stabilitosi a Roma, vi rimase per tutto il resto della vita. Passarono gli anni. I due amici si ritrovarono piu tardi di nuovo uni.ti nell' opposz'zione al fascismo prima del suo avvento al potere e dopo, fin che fu possibz'le, negli anni· bui della dittatura. Quando nel 1924 il Malatesta fondò a Roma la rivista « Pensiero e Volontà))' chiamò il Merli.no a collaborarvi. Nello stesso anno apparve, edito da questa rivista, l'opuscolo del Merlino Fascismo e Democrazia, che resta un documento di pensiero politico e fu allora anche un atto di virile coraggio. Venuto meno nel r926 fin l' ultz·mo vestigz·o di libertà di stampa, tacque nel paese qualsz·asi voce d'opposizione. Il Merlino si spense in Roma nel 1930 all'età di 74 anni e il 1 M. NETTLAU, Saverio Merlino, Montevideo, Edizioni Studi Sociali, 1948. X I BibliotecaGino Bianco

Malatesta lo segui nella tomba due anni dopo. Alla morte di lui il Malatesta scri·sse un necrologi·o, che apparve nel numero del 26 luglio de « Il Ri·sveglio » di Gi·nevra, e l'anno seguente dettò . per l'Almanacco libertario, pubbli'cato dallo stesso peri·odi·co, un profilo del Merlino: due calde testi·monianze d'affetto e d' ammirazione per l'amico estinto. Ci piace di riprodurre qui le parole del suo estremo saluto: Sulla sua tomba deponiamo il fiore della riconoscenza, augurando che la nuova generazione sia messa in grado di conoscerne l'opera anarchica che ignora totalmente. Con la pubblicazione di questo volume di scritti del Merlino, che vede la luce nell' anno del centenario della nascita e che vuol essere fra l'altro un fervido omaggio alla sua memoria, si compie dunque anche i"l voto espresso dal Malatesta sulla tomba del suo vecchio compagno ed amico. *** E! rima d'esporre il pensiero delle pagi·ne raccolte dobbiamo far posto ad un cenno sulla rivista « La Société Nouvelle >>, da cui abbiamo attinto largamente. Questò periodico, che, fondato e diretto da G. Brouez, usci ininterrottamente dal I 883 al I 896 a Bruxelles in fascicoli mensili di 150 pagine, era una delle piu diffuse e apprezzate riviste i·nternazionali di allora, paragonabile, non . certo per le i·dee che rappresentava, ma per il formato, la mole e il genere di studi che pubblicava, alla frances_e « Revue des deux Mondes » o alla nostra « Nuova Antologia». La collaborazione ad essa di noti scriitori socialisti e anarchici (ri·cordiamo fra questi ulti.mi, oltre al Merli.no, il Kropotki·n, il Reclus, il Malato ed altri) la fece ritenere da molti una rivista socialista o anarchica, mentre in realtà fu una rivista di sociologia, arti, scienze e lettere, in f armata a criteri di varia ma seri·acultura, aperta a scrittori di sinistra e, come si desume dallo stesso titolo, a idee di rinnovamento sociale, ma non classi·ficabilefra le riviste soci·aliste o anarchiche in senso specifico. La sua serietà scientifi,ca, l'imporXl BibliotecaGino Bianco ...

tanza degli studi che veniva pubblicando, la obbiettività che la distingueva, le consentirono di compiere un'utile funzione mediatrice fra la cultura socialista in senso lato e la cosiddetta cultura ufficiale. La collaborazione del Merlino a questo periodico, iniziatasi nel 1889 col bel saggio La funzione della proprietà nell'evoluzione economica, che abbiamo dovuto escludere con rincrescimento dalla raccolta, rimase costante e si fece via via piu assidua e, potremmo dire, piu i'ntima negli anni successivi, tanto da diventare, specialmente nel 18 93, una partecipazione diretta al lavoro redazionale, avendo ·egli i'n quell'anno, oltre agli articoli inseriti in parecchi fascicoli, curato la rubrica Revue des periodiques. Indubbiamente fra le molte riviste a cui allora collaborava ( vogliamo ricordarne alcune: « T he Forum », « La Revue des Sciences Sociales)), « N ineteenth Century )) , egli ebbe una predilezi·one per la rivista belga e riservò ad essa molti dei suoi studi piu i'mpegnativi e meglio elaborati. Sappiamo anche che in tempi posteriori· aveva i·n animo di raccoglz'ere non pochi dei saggi suoi apparsi· in questa rivista e di ripubblicarli, insieme con altri scritti dell'ultimo periodo, in un volume a cui avrebbe dato il titolo, di per sé significativo, di Tappe. Il li'bro cosi formato avrebbe infatti offerto al lettore la viva e completa sintesi del pensiero del Merlino nelle successive fasi del suo svolgi.mento, ciascuna delle quali avrebbe appunto rappresentato una tappa del cammino percorso. A questo criteri·o ci siamo ispirati anche noi nella .nostra raccolta, limitatamente al periodo che abbiamo indicato dell'attività i'ntellettuale del Merlino, disponendo in ordine cronologico tutto ii materi'ale, sia quello tratto dalla rivista belga, sia quello ri'cavato da alcune altre pubblicazioni, di cui abbiamo dato l'indicazione a suo luogo nel testo. E per non oltrepassare i limiti materiali del presente volume e non allontanarci troppo dal criterio in formatore di esso, siamo stati purtroppo costretti ad escluderne altri saggi oltre a quello già ricordato. Ci sembra tuttavia di supplire, in un certo senso, a questa XII BibliotecaGino Bianco

forzata omissione, rimandando il lettore all'appendice bibliografica, dove troverà l'elenco di tutti gli articoli (si tratta di un complesso di circa 400 pagine) che il Merlino venne pubblicando nella rivista belga. Egli potrà cosz farsi un, idea completa dei problemi e degl' interessi culturali che occupavano la mente del Nostro in anni decisivi per la formazione del suo pensiero. Nel primo periodo dell'attività del Merlino scrittore, che, come abbiamo visto, si conclude nel 1890, troviamo, fra molti scritti occasz·onali e di propaganda di valore disuguale, tre pubblicazioni che dànno la misura della serietà degli studi da lui compiuti e della sua capacùà intellettuale. Parliamo brevemente di ciascuna di esse. Socialismo o Monopolismo?, composto a Londra nei primi anni dell'esilio e stampato a Napoli nel 1887, è un volume di circa 300 pagine, nelle quali l'indagine storica e teorica intorno al fenomeno· del monopolio, sostenuta da una preparazione culturàle di prim'ordine, sz·svolge con chiaro e serrato procedimento logico in un organico disegno d'insieme. Per la prima volta, in questo libro, un socialista italiano espone, discute e confuta le teorie degli ~conomisti. L'opera perde tuttavia valore nella terza parte, dove gli argomenti validi per la propaganda prevalgono su quelli d' interesse scientifico; ma per l' importanza che hanno le prime due parti ( « Passato e presente. del monopolio >> e « Natura del monopolio )) essa dev'essere con diritto ~onsiderata, in ordine di tempo, come la prima opera di scienza della letteratura socialista italiana. E bisognerà attendere parecchi anni prima che la serie degli studi economici validi sul pz·ano scientifico,· iniziata con questo libro dal Merlino, sia proseguita da uomz'ni del valore di Antonio Grazia dei, di Arturo Labriola e di Enrico Leone. La critica delle dottrine economiche fu ripresa l'anno seguente nel Manualetto di scienza economica ad uso degli operai: un'aurea operetta di cultura ~~ra per gli operai, nella quale si ammira la felice contemperanza della XIII ibliotecaGino Bianco .

serietà e del rigore propri di un'opera scientifica con la semplicità necessaria a un trattato di divulgazione popolare. Dopo i due saggi di critica economica di cui ci siamo brevemente occupati, con L' Italie telle qu'elle est, pubblicato a Parigi nel 1890, abbiamo il saggio storico-politico. Questo grosso volume di circa 400 pagine, che Max Nettlau definisce « gran libro >>, ci presenta un quadro crudo ma veritiero della società italiana nei decenni ini nzediatamente successivi alla costituzione dello Stato unitario. Il processo storico con cui la borghesia è diventata classe dominante, la sua composizione sociale, i modi da essa seguiti per arricchire, l'organizzazione dello Stato come strumento del suo dominio di classe, i ceti popolari che si contrappongono ad essa, gli antagonismi profondi della vita nazionale, formano le parti di un'analisi condotta con appassionato amore della verità e della giustizia, con un' informazione ricca ed esatta, con un sano e lodevole spirito anticonformistico e con una vivacità polemica che fanno di quest'opera una lettura ancora oggi interessante ed attraente. La sua prima edizione italiana, apparsa nel 19 53 e accolta con favare dagli studiosi, ha dato luogo a diversi giudizi di valutazione storiografica, dei quali non possiamo qui occuparci. Preferiamo riprodurre il giudizio di .L-4.rturoLabriola (Spiegazioni a me stesso, 194 5) che in un'efficace contrapposizione mette in evidenza l'importanza di quest'opera, dicendola « un vigoroso e pur troppo oggi ignorato saggio che svelava la verità sull'Italia attuale, un magnifico antidoto non solo alle falsificazioni della storiografia ufficiale, ma anche a quelle di maniera del signor Croce [Benedetto]>>. . Indubbiamente i· tre libri di cui abbiamo fatto una sommaria presentazi·one, ci offrono non pochi elementi per un giudizio positivo sul Merlino, che dimostra in essi ingegno, cultura, spirito critico, attitudine all'elaborazione sistematica; ma non ci dànno XIV BibliotecaGino Bianco

ancora lo scrittore originale che diventerà negli anni immediata1nente successivi. Continuando con fervore gli studi ( non di rado in condizioni· di vita tutt'altro che facili), allargò il campo d' i·n-· dagi·ne ad altri interessi culturali ed altri problemi teorici maturarono nella sua mente. Egli stesso, parecchi anni dopo, ci forni utili notizie su un momento della sua vita di studioso che rappresenta una svolta nell'evoluzione del suo pensiero. Dall' arti.colo La mia eresia, a pagina 318 della sua « Rivi.sta Critica del Sociahsmo )), che si pubblicò a Roma per tutto il 1899, togliamo questo brano che è un prezi·oso frammento della sua autobiografia i"ntellettuale: « Fu dopo di aver scritto questo libro [L' Italie telle qu'elle est] che io, riprendendo a studiare Il Capitale di Marx, fui colpito dallo sforzo continuo dell'autore di ridurre a categorie logiche, a mere astrazioni i fatti economici, e concepii dei dubbi sulla corrispondenza della dottri·na del valore coi fatti; e abbozzai una serie di articoli, dei quali conservo il primo soltanto (gli altri mi· furono portati· via in una perquisizi·one e fanno parte di un dossier che giace negli archivi del tribunale di Parigi). Piu tardi esposi le mie obiezioni al marxismo ne ." La Société Nouvelle" e ne " La Révolte ", non senza meravi·glia dei miei a1nici anarchici·, che a quel tempo erano ancora imbevuti delle dottrine marxiste». Abbiamo saputo dall'avvocato Libero Merlino, figlio, ora defunto, di Saverio, che suo padre tentò alcune volte di rintracciare quel dossier, senza mai riuscirci, della qual cosa si rammaricava fortemente. L'unico articolo sfuggùo al sequestro poliziesco apparve nel 190 3 col titolo Il lato fossile del socialismo contemporaneo nella rivista « Il Pensiero>> di Roma, che Luigi Fabbri e Pietro Cori diressero insieme per quasi un decennio, ed è riprodotto nel libro Revisione del marxismo ( Bologna, Libreria Editrice Minerva, 1945): una raccolta di scritti merli"niani composta, in gran parte degli articoli che il Merlino pubblicò nella sua « Rivista Critica del Socialismo». Quanto agli arti.coli del Merlino inseriti ne « La Révolte », il periodico diretto da Pietro Kropotkin, 1 e da lui piu sopra ricordati·, abbiamo con opport_uni· riscontri poxv ~. BibliotecaGino Bianco

tuto constatare che sono riproduzioni testuali degli stessi articoli che il Merlino veniva pubblicando ne « La Société Nouvelle>> e che noi offriamo zn questo volume per la prima volta tradotti in italiano. *** Intorno al problema del valore, sul quale il Merlino concentrò, come abbiamo visto, la sua attenzione, egli ebbe due atteggiamenti diversi, che si colgono nelle pagine di questo volume. Già nell'articolo L'integrazione economica, scritto per « Le l ournal des Économistes >> su invito del suo direttore G. De M olinari, uno dei piu noti economisti francesi, egli affermava che « né l' economia politica né Marx sono riusciti ad oggettivare il valore, che è un rapporto f armantesi caso per caso fra una cosa e un bisogno >>. Nella società comunista, dove la produzione diretta per il consumo dominerebbe quella per lo scambio e le imprimerebbe una direzione conforme al suo spirito, « lo scambio sarebbe una forma d'associazione o si convertirebbe in associazione, cioè non sarebbe determinato dal quantum di lavoro incorporato nelle cose o da altra misura del valore, ma dal principio della reciprocità dei servizi>>. Questo principio, introducendo nello scambio un' esigenza morale, lo risolve in un atto di reciproca solidarietà, che rende inutile ogni misura di valore. La critica del Merlino al, concetto ricardiano-1narxista del valore si arricchisce nell' articolo Il programma di Gotha e la critica di Marx di altre osservazioni. « Vi sono differenti gradi di utilità del lavoro, e l'utilità dello stesso lavoro differisce a seconda che lo si riferisca all' individuo o alla società.... La stessa ineguaglianza che esiste fra i lavori, esiste fra i bisogni. Si può stabilire una misura esatta di queste ineguaglianze, si o no? Questa è la questione. Marx e i suoi discepoli, senza discuterla, ammettono la risposta affermativa >>. Proseguendo nella sua analisi, il Merlino discute il principio che Marx << ha mutuato dal 'economia borghese ed attorno al quale si svolge XVI BibliotecaGino Bianco

tutta la sua analisi del Capitale: lo scambio fra equivalenti>> e giunge alla conclusi·one che « ogni tentativo di regolare secondo i principz di· giustizia distributiva assoluta il compenso del lavoro e la ripartizione dei· prodotti fra coloro che hanno parteci·pato alla produzi·one, è destinato a falli.re; e non vi è che il libero godimento, la_ solidarietà volontariamente stabilùa, un' intesa determinata dalle circostanze specifiche di luogo e di tempo che possa risolvere il problema della coesistenza degli uomùii in società >>. In queste righe abbiamo la contrapposizione della soluzi·one comunistaanarchica del problema alla soluzione marxista-colletti.vista, che figurerà in tutti i programmi dei partiti socialçl,emocratici europei. Nell'articolo successivo su La dottrina di Marx, che si può considerare una continuazione del precedente, il Merlino torna sul principio già discusso della equivalenza degh scambi e prende per la prima volta in esame la teoria del plus .valore, uno dei cardini del sistema marxista, e con una penetrante cri'ti·ca:ne scopre i punti ~itenutz· vulnerabili e asserisce l' insuffici·enza della spiegazione che essa dà del fenomeno dello sfruttamento cui l'operaio è sottoposto nella società borghese, no-n pochi aspetti del quale, secondo il Merlino, sfuggono alla visuale marxista. Questi aspetti sono i·nvece messi in luce dalla critz·camerliniana, attraverso l' analisi· di importanti fatti della società capitalistica contemporanea e di quella tedesca in particolare, e la dimostrazi·one che lo Stato è la causa principale della mùeria e dello sfruttamento degh operai. D'ora in poi il problema del valore, che diventerà per il Merlino il problema centrale dell'economia, urge nel suo spi·rùo e chiede una soluzione che superi l' atteggianiento negativo che abb1:a1J7,o visto precedentemente. Continuando la critica dell' economi·a classica e di quella spenceriana e lo studio delle correnti progressive della economia moderna, in particolare della scuola austriaca, egli ravviserà nel cosiddetto calcolo edonistico di questa scuola un criterio valido come legge generale del valore. Quasi contemporaneamente le indagini sulla rendùa e sul profitto,· intrecciandosi con le sue ricerche giuridiche, gli suggeriscono il concetto della socializzazione XVII ibliotecaGino Bianco

delle rendite e dei profitti, il quale, già chiara1nente formulato nel saggio L' inàividualismo nell'anarchismo, sarà il fondamento della sua posteriore e definitiva concezione del socialismo. Non possiamo soffermarci di piu a illustrare il pensiero del Merlino, e non bastano certamente questi pochi cenni a dare un'idea compiuta dei molti motivi presenti nella sua critica del marxismo e della socialdemocrazia. Gli .articoli apparsi ne « La Société N ouvelle >> furono tradotti subito in tedesco e raccolti in un opuscolo di cui conosciamo il titolo (Irrlehren und Irrwegen der deutschen Socialdemokratie ), ma che non siamo riusciti a rintracciare. Sappiamo inoltre che il Bernstein prese a criticare nella « N eue Zeit >> le idee espresse dal Nf erlino in questi scritti. Si ebbe cosi un primo incontro su un piano polemico fra questi due scrittori che sul finire del secolo f armeranno insieme col Sorel la triade maggiore dei rèvisionisti. Allora i socialisti di tt~tte le scuole, compresi gli anarchici·, accettavano in blocco e quasi dogmaticamente le teorie economiche di' Marx, e la critica merli'niana, che ri·saleal I 891, dovette rappresentare una novità in senso assoluto nella letteratura sociali'sta e anarchica; cosicché al Merlino, come cri'ticosocialista del marxi·smo, va riconoscz'uta una priorità su tutti gli altri. Qualche anno piu tardi·, seguendo il suo esempio, altri scrittori anarchici, come il russo Ceherkesoff e l'olandese Corneli'ssen, si· occuparono di marxismo con intendimenti critici. Ben presto anche in campo socialista si manifestò la tendenza all'eterodossia, che, diffondendosi sempre piu, diede origine alla cosiddetta crisi del marxismo, la quale va studiata e nel pensiero di coloro che la promoss·ero e nelle particolari condizioni di' sviluppo della società europea sul fini're del secolo passato. Ma noi non possiamo 1netterci per questa strada, che ci porterebbe troppo lontano. Dobbiamo qui'ndi' restringere il discors? a ciò che è essenzi'ale al nostro argomento. Non possiamo tuttavi·a esimerci dal far notare che il revisionismo del Merlino., pur avendo in comune con quello del Bernstein e quello del Sorel alcune tesi fondamentali di cui, del resto, fu l'anticipatore, conserva la sua originali'tà si·a per la soluzione libertaria dei problemi XVIII BibliotecaGino Bianco

di dottrina e di politica socialista ( critica dello statalismo mar, xista, confutazione della teoria economica rigidamente unitaria del collettivismo d' ispirazione socialdemocratica tedesca e conseguente interpretazi'one politi'ca della democrazia come decentramento, riduzione al mini.mo o addirittura assenza di potere), sia per il posùivo ampliamento delle prospettive socialiste ( problema dei ceti medi·, questi'one meri'dionale, alleaf'!za organica dei· partiti popolari sulla base di un comune programma di sostanziali rii orme di struttura), senza per altro far coincidere queste prospettive con quelle di un qualsiasi partito democratico borghese, né ridurre l' azi'one sociali'sta a un generico e gretto ri'formismo legalitario tendenzi"almente mini'steriale, di cui il Merlino fu sempre un fiero avversario (vedi la polemica con Filippo Turati ri'prodotta nel gi'à ricordato volume Revisione del marxismo), cosi come avversò ogni altra forma di opportunismo, in vi'rtu di un sentimento di fermissima intransigenza morale, derivatogli· anch'esso dalla sua an_teriore formazione politi'ca. Dopo gli articoli del 1891 ne « La Société Nouvelle )), il M erlino non ·si· occupò piu pubblicamente,· per quanto noi sappiamo, di marxismo. Tornato di nascosto in Italia nel gennaio del 1894 insi·eme con Errico Malatesta, pochi giorni dopo, in circostanze quasi romanzesche, fu arrestato a Napoli per la delazione di u_na spia, e dovette scontare alcuni anni di carcere, non essendo ancora èaduta in prescrizione la sentenza del tribunale di Roma del lontano 1884, la quale condannava lui, il Malatesta ed altri internazionalisti a parecchi anni d/ prigione. Riacquistò la libertà nel febbraio del 1896 e si stabili a Roma, dove esercitò per tutto il resto della vita la professione di avvocato~Ripresi con rinnovato fervore gli studi, l'anno seguente pubbli'cò il grosso volume Pro e contro il socialismo (esposizione critica dei principi e dei sistemi socialisti), che è un libro con cui si inizia quello che abbiamo detto il terzo periodo merliniano e che è da considerare l'opera sua principale. Tutto un capitolo di questo volume è dedicato alla crùica del marxi·smo, che è continuata ne XIX BibliotecaGjno Bianco

L' utopia collettivista e la crisi del « socialismo scientifico» e in Formes et essence du socialisme, apparsi tutt'e due nel 1898 e nella « Rivista Critica del Socialismo >> del I 899. Intanto si era venuta maturando la crisi del marxismo, che nel 1899 vediamo in atto dovunque. Nel gennaio di quell' anno il Merlino fece uscire a Roma il primo fascicolo della sua mensile « Rivista Critica del Socialismo))' che con la collaborazione del Sorel, del Bernstein, del David e di altri autorevoli socialisti ·dive_ntò ben presto l'organo del revisionismo europeo. Circa la conoscenza dei rapporti che intercorsero fra il Merlino, il Sorel e il Bernstein e delle vicende della breve vita di questo importante periodico, rimandiamo il lettore al nostro saggio, inserito in 2a appendice, che illumina un settore pressoché inesplorato della storia del socialismo italiano. E quanto al Sorel, possiamo aggiungere che egli ebbe, specialmente nel I 899, frequenti rapporti epistolari col Merlino e che tutte le sue lettere a quest'ultimo, per circostanze inutili a dirsi, sono andate purtroppo perdute. Per ciò che si riferisce invece ad Antonio Labriola e a Benedetto Croce, ci preme di fare qui alcune considerazioni complementari. Riconosciamo che le obiezioni del Merlino al materialismo storico, pur non essendo prive di i'mportanza, non raggiungono il nocciolo speculativo del problema e sono la parte marginale e secondaria della sua critica del marxismo, che è soprattutto una critica economica e politica e come tale conserva anche oggi il suo valore. D'altra parte, dobbiamo dire che le dotte! acute e opportune precisazioni del Labriola i'ntorno al materialismo storico, valide sul piano filosofico, nessun contributo o quasi potevano dare alla soluzione dei problemi di natura economica e politi'ca, posti· in discussione dal revisionismo, per i· quali bisogna ammettere che il Labriola non aveva né la sensibilità né la preparazione di un Sorel, di un Bernstein e di un Merlino. 1 Egli rimase 1 Il lettore troverà nell'articolo La crisi del marxismo un giudizio del Sorel sul 1 Labriola: ne riferiamo qui un altro, prendendolo da una lettera del Sorel al Croce in data 27 marzo 1899: « Il est clair que Labriola n'a aucune idée de l'économie xx BibliotecaGino Bianco

sconcertato dalla molteplicità delle questioni teoriche e pratiche dibattute dal movimento revisionista, che poteva accettare la sua interpretazione del materialismo storico non come un punto di arrivo e una sistemazione definitiva della dottrina socialista, ma come un punto di partenza per un suo ulteriore approfondimento; e sfogò contro gli uomini che si sottrassero ali' ortodossia marxista, specialmente contro il Merlino, l'acrimonia dell'indole sua con una intemperanza di linguaggio che comporta un severo giudizio morale. In quanto al Croce, che fu allievo del Labriola, egli, oltre ai suoi famosi studi sul marxismo, è venuto pubblicando altri interessanti documenti, che se illustrano compiutamente i· suoi rapporti col Labriola, hanno tuttavia fatto credere che la discussione sul marxismo in Italia sia stata soltanto un dialogo fra lui e il su_o maestro. La presenza del Merlino si· intravvede appena e solo per le malignità contenute ~n alcune lettere del Labriola, ma il suo nome non esce mai' né qui né altrove dalla penna dell' illustre filosofo, i! quale, disposto a riconoscere i meriti di scrittori stranieri·, non ha mai fatto neppure un fugace accenno all'opera di quest' Italiano, che ha nel tempo una priorità anche rispetto alla sua. Infatti il Merlz'no non solo precorse il Croce nella critica del plus valore, nia pri1na di lui indicò co,ne valide le ricerche della .,cuoia austriaca per la J ormazione di una legge generale del valore. Del resto, la critica merliniana ha un' intonazz·one diversa da quella crociana. Mentre il Croce, che non fu mai né marxista né socialista, è lo studz'oso intento unicamente a verificare l'esattezza logica o no della teoria del plus valore, il Af erlino è socialisticamente impegnato a dimostrarne piu che l' erronez'tà, l'insufficienza rispetto alla dottrina socz·atista.E non è tutto. Il Merlino e il Croce influirono entrambi sull'orientamento del Sorel e del Bernstein, e il Merlino ancor prima del Croce e contemporaneamente a lui. Tuttavia il Croce nella sua Storia d'Italia, quando parla della crisi del marxismo, et il en parie en littérateur: n'est-ce pas se moquer que de dire que les contradictions de Marx s'expliquent par la contradiction de la société (p. 29)? », XXI BibliotecaGino Bianco

non dice parola del Merlino e facendo primeggiare l'opera propria, vuol dar a credere che l' infiuenza da lui esercitata sullo scrittore francese e sullo scrittore tedesco sia stata non solo determinante per il loro orientamento ma anche esclusiva. Per quanto riguarda il Bernstein, egli basa la sua affermazione unicamente sul brano che trascrivia1no di una delle lettere scrittegli dal Sorel: « Bernstein vient de m' écrire qu' il a indiqué dans la "N eue Zeit", n. 46, qu'il avait été inspiré, en une certa1ne mesure, par vos travaux. Cela est intéressant parce que les Allemands ne sont pas f aits pour indiquer des sources étrangères à leurs idées >>. Ma allora che cosa avrebbe potuto dire il Merlino al quale il Bernstein, dopo aver letto Formes et essence du socialisme, scriveva che era perfettamente d'accordo con lui, e se non altrettanto recisamente, pure avrebbe esposto le stesse idee nel suo libro d' im1ninente pubblicazione? (V. « Rivista Critica del Socialismo>>, p. 320). E avendo avuto il Merlino una parte attiva nelle discussioni di quel tempo (com'è ampiamente dimostrato nel saggio inserito in 2° appendice al presente volume, cui rinviamo il lettore), non si può dire che il Croce ne ignorasse il nome e l' opera;1 com'è invece il caso di Carlo Rosselli, che, avendo attinto da fonti che ignoravano il Merlino, riprende nel Socialismo liberale le tesi di lui ... senza saperlo. Qui poni.amo termine a questo discorso già troppo lungo per la nostra prefazione. Il lettore farà da sé le sue considerazioni. Noi, da parte nostra, dopo quanto abbiamo detto e dimostrato, riteniamo di avere il diritto di additare in Benedetto Croce il maggiore responsabile del silenzio che si è fatto per tanti anni· nella cultura italiana intorno al nome e all'opera di Saveri·o Merlino. 2 1 Anzi abbiamo la certezza che dalla mente del filosofo napoletano, anche dopo cinquant'anni, non era caduto il ricordo né dell'uno né dell'altra, perché nel 1945, appena pubblicata la nostra prima raccolta di scritti merliniani (Revisione del marxismo), egli col professor Carlo Morandi di Firenze, che si era recato a fargli visita, s'interessò del libro, mostrando desiderio di sapere se conteneva scritti inediti. Salvo poi a non inviare nemmeno un ringraziamento al compilatore di esso, che gliene mandò con deferente dedica una copia in omaggio. 2 Al silenzio del Croce, ci piace di contrapporre un riconoscimento di Luigi Einaudi, che in un articolo apparso ne cc La Revue Socialiste » di Parigi e parXXII BibliotecaGino Bianco

*** Dopo questa di·gressione, che ci ha portato fuori dei limiti crono~ logici del presente volume ma che era necessaria per dare notizie utili e opportuni chiarimenti, riprendiamo il filo del nostro discorso. Le ideologie che fermentarono in seno alla pri·ma glori.osa Internazionale e ne causarono il dissolvimento, diedero origi·ne ai due maggiori indi'ri·zzi del socialismo moderno: quello marxi·sta e quello bakuninista. E come intorno alla corrente marxista si vennero costituendo i vari partiti socialìsti europei ( quasi tutti ricalcati sul modello della soci·aldemocrazia tedesca), cosi intorno alla corrente bakuninista si raccolsero gli anarchici, organizzati· i·n gruppi e in federazioni di gruppi. Il formarsi di· un proletariato sempre piu numeroso per effetto dello sviluppo dell'industria moderna, diede dovunque un forte /ncremento ai partiti socialisti, che avevano accettato la tattica parlamentare; mentre gli' anarchi'ci, .con un' infiuenza sulle masse operaie molto minore, rimasero fedeli al concetto e ali'azione rivoluzi·onaria. Il venire meno dell'azione collettiva dopo i tentativi insurrezionali che si ebbero in Italia, in Spagna e altrove nel decennio 1870-~o, e la mancanza di un serio lavoro d'organizzazione, reso spesso impossibile dalle implacabili persecuzioni poliziesche, ostacolarono lo sviluppo del movimento anarchico internazionale; in seno al quale, soprattutto per la presenza e per l'eccessiva tolleranza che vi trovarono elementi che il Malatesta non esitò a defini·re pazzoidi, stravaganti e corrotti, 1 a poco a poco si mani/ estarono gravi dissensi che riguardavano non solo i metodi dell'azione ma anche i modi d'interpretare la dottri'na. Ci fu un disorienzialmente riprodotto nella « Rivista Critica del Socialismo », p. 330, cosf scriveva: « A questa filosofia lugubre si ribellarono fra gli stessi socialisti acuti pensatori. In Inghilterra, la Fabian Soàety; in Germania, Bernstein; in Italia, Merlino ». 1 Cfr. ERRico MALATESTA, Francesco Saven·o Merlino, « Il Risveglio» di Ginevra, 26 luglio 1930, riprodotto nel III volume degli Scritti, p. 356. XXIII BibliotecaGino Bianco I

tamento e una crisi; e nel quadro di quella crisi va inserito l' opuscolo Necessità e basi di un'intesa, che apparve in lingua francese a Bruxelles nel 18 92 e di cui si fece editore da Londra Erri eo Malatesta. Egli, come si vede nella nota introduttiva all'opuscolo, concordava pienaniente con le idee del Merlino e si adoprò attivamente con lui a combattere errori e aberrazioni che minacciavano l'esistenza stessa del n1ovimento anarchico. Non si· trattò solo di correggere alcune deviazioni teori'che, ma di eliminare - una mentalità terroristica che spingeva non pochi anarchici all'uso o all' approvazione dell' uso indiscriminato della violenza. E fu un'impresa non facile, i'l cui ricordo rimase fortemente impresso nell'animo del Malatesta, il quale, molti anni' dopo, durante il processo che subi nel 1921 alla Corte d'Assise di Milano insieme con Armando Borghi ed altri, tornando col p_ensieroa quei tempi, fece questa dichiarazione davanti ai giudici: « Si costùui quel movi'mento terrorz'stico che è conosciuto sotto il no1ne di ravacholismo, ed in quella circostanza io, i'nsienie col mio vecchio amico avvocato Saverio Merlz'no, 1 facemmo una campagna contro quella tendenza, e con discorsi, conferenze e stampati e 1nettendoci in urto con tanta gente ed esponendoci anche a pericoli personali, riuscimmo a stroncare quella tendenza. È forse una delle piu belle memorie della mia vita l' aver contribuito alla distruzione del ravacholismo )) ( Dal resoconto stenografico del processo, p. 148). Col suo linguaggio preciso, con le sue stringenti argomentazioni,· con le sue critiche ben dosate, con la sua vivacità e correttezza polemica, con le sue precisazioni teoriche, l'opuscolo, tutto pervaso di' filosofico buon senso e di un affiato etico in senso rivoluzionario, fu un rimedio eroico che ebbe un effetto salutare sul movimento anarchico. 1 Sotto un aspetto piu generale, esso può considerarsi un tentativo di creare, sulla base di un'intesa sopra 1 Il Merlino era presente al processo come difensore degl'imputati. 2 Chi sia curioso di conoscere le reazioni che si ebbero da parte degli anarchici individualisti, antiorganizzatori, amorfisti, veda il già citato opuscolo di Max Nettlau sul Merlino. XXIV .... BibliotecaGino Bianco I

"' .. un programma comune, l' unùà delle forze rivoluzionarie anarchiche e socialiste, in vista di una possibile rivoluzione, la quale nel concetto del Nlerlino sarà violenta per necessità di cose, ma dovrà evitare inutili spargimenti di sangue, e i cui problemi vi sono lucidamente trattati con acuto spirito realistico. Il metodo libertario, vorremmo dire democratico in senso vero e sostanziale, è chiaramente affermato nel brano che segue: « Crediamo che la nuova organizzazione della società dev'essere fatta dal basso in alto, vale a dire cominciando dalla presa di possesso e dal/' i'ntesa locale che di'venterà sempre piu generale, e non dall'alto in basso con decreti emanati da un'autorità centrale servita da un esercito di funzionari». Sul piano teorico, per quanto concerne l'evoluzione del pensiero merlini·ano, l'opuscolo offre una critica delle formule del collettivismo e del comunismo, la quale anticipa la critica dei· sistemi· socialisti che troveremo negli scritti degli anni posteriori·, insi'eme con le ricerche intorno al concetto di valore a cui è strettamente connessa. *** Verso la metà del 1892, dopo aver scritto l'opuscolo or ora esamùiato, il Merlino parti da Londra per gli Stati Uniti, dove rimase sino alla fine dell'anno, svolgendovi un'attiva propaganda orale e scritta mediante con/ erenze e articoli nei giornali ( ne fondò uno egli stesso: « Il Grido degli Oppr~ssi ») e nelle riviste, e dove si fece strenuo difensore dei diritti degl' immigrati italiani. Troviamo nel secondo semestre de « La Société Nouvelle » di quel 'anno un lungo articolo (Il « Commonvvealth » americano), che è un'analisi economica e politica della società americana. Luigi Galleani, che rievocò quel tempo in uno dei suoi scritti, ci raffigura il Merlino infaticabile nel lavoro di propaganda e d'organizzazione, nonostante la estrema povertà dei mezzi. Ridottosi di nuovo a Londra agli inizi del 1893, poté riprendere gli studi in condizioni di relativa tranquillità, e nel corso xxv BibliotecaGino Bianco

dell'anno comporre i quattro saggi da noi raccolti, coi quali si compie la sua seconda forniazione intellettuale. Essi sono il saggio sull'individualismo nell'anarchismo e i tre saggi sullo Spencer. C'è un comune niotivo che lega questi scritti, ed è la critica del!' individualismo, giacché anche nei saggi sullo Spencer le tesi antiindividualistiche dànno tono e vigore alla critica merliniana. Il saggio L'individualismo ~ell'anarchismo riprende alcuni temi che abbiamo già visto nell'opuscolo Necessità e basi di un'intesa e eh.e appartengono a quella che possiamo definire una vivace. critica del costume di un settore dell' ana1·chismo del tempo; ma la sua importanza sta nella critica teorica della dottrina indivz·- dualista dell'anarchico americano B. Tucker, critica che si conclude cosi: «L'anarchia individualista, ha detto W. Morris, è la negazione della società. lo aggiungerei che essa è la negazione dello stesso indz.viduo >>. l1nportanza anche maggiore hanno le pagine dedicate al volunie La conquista del pane di Pietro Kropotkin, pubblicato in quell'anno. La critica dell'eccessivo ottimisrno rivoluzionario kropotkiniano e degli atteggiamenti teorici e delle formule pratiche in cui esso si esprime, si inserisce in un'ampia e lucida visione dei molteplici aspetti del problema econonzico che la rivoluzione è chiamata a risolvere. Le novità teoriche del vigoroso saggio si trovano specialmente nelle pagine -:·n cui il Merlino dimostra che esistono rendite e profitti i quali, di- - pendendo da differenze di situazioni e dal diverso grado di produttivz'tà della terra e degli strumenti di lavoro, sono insopprimibili e dovranno perciò essere socializ.zati per mantenere l' eguaglianza in una società socialista. A questo concetto, come logica conseguenza, tien dietro l'altro, lentamente maturatosi nella mente del A1erlino, che anclze in una società egualitaria sarà necessario stabilire una misura di equivalenza fra le cose, cioè un criterio di valore in base al quale saranno effettuati gli scambi. Gi'à nel febbraio del 1892 il Merlino pubblicò ne « La Société l>louvelle >> un lungo e interessante studio sul lz'bro La Giustizia dello Spencer, apparso alla fine dell'anno precedente, studio che XXVI BibliotecaGino Bianco

avevamo incluso nel primo disegno della nostra raccolta, ma al quale abbiamo dovuto rinunciare per non ingrossarne troppo la mole e anche per mantenere le proporzioni fra le parti di essa; e in principio dell'anno, successivo diede alla stessa rivista un altro studio su H. George ed H. Spencer. 1 Entrambi questi articoli 1nostrano l'interesse del Af erlino per l'opera spenceri·ana, interesse che si fece senipre piu vivo durànte l'anno e al quale dobbiamo gli altri tre saggi che il lettore troverà in questo volume. Il prevalere, nella seconda metà del secolo XIX, della filosofia posùivista e in particolare del!'indirizzo evoluzìonisti·co rappresentato dallo Spencer, aveva procurato al filosofo inglese un'autorità pressoché indiscussa anche nel campo delle scienze sociologiche, e non furono pochi coloro che videro in lui, negatore del diritto di proprietà della terra in un'opera giovanile poi ripudiata nientemeno che un assertore del socialis1no. È rimasto famoso, quanto vano e ridevole, il tentativo compiuto in Italia da Enrico Ferri, che c~edette di aver trovato una sintesi di sci·enza, filosofia e socialismo accozzando stranamente insieme Darwin, Spencer e Marx. Il Merlino, che, formatosi sotto l'egemonia culturale del positivismo, non subi mai, al pari di Errico Malatesta, l'infatuazione scientificista, ravvisò sempre nello Spencer un nemico del socialismo, 'e nel saggi·o su La Giustizia, piu sopra ricordato, dimostrò che erano ingiustificate le simpatie che il suo liberalismo apparentemente antistatale gli aveva procurato perfino da parte di alcuni anarchici. E nei tre saggi di cui ci stiamo occupando, mentre confuta acutamente le idee dello Spencer, ne mette in evidenza l'arretratezza rispetto a quelle delle moderne scuole antitradizionaliste che andavano prevalendo nell'economia, nella pçlitica e nel diritto, e che egli studia con la massima attenzione. 1 Questo articolo, dal Merlino lievemente 111odificato nell'esordio per farlo parere scritto allora, fu ripubblicato nel 1906 dal Fabbri nella sua rivista già ricordata « Il Pensiero » (nn. 16, 17, 18). Nel numero 21 della stessa annata apparve anche la conclusione dell'altro saggio su La Giustizia dello Spencer, col titolo L'idea della giustizia secondo l'etica libertaria. XXVII BibliotecaGino BiQnco ,,

Contro le tesi individualistiche dell'economia politica, dello Spencer, della scuola classica del diritto, dimostra l'importanza enorme e il peso determinante dei fatti collettivi, della realtà delle classi sociali e delle disuguaglianze che ne derivano, nei fenomeni della vita economica, politica e giuridica. Nel saggio sul problema politico egli dà alla questione dello Stato un'impostazione nuova che supera la tesi semplicistica dell'abolizione pura e semplice. La sua critica investe anche il concetto marxista-en gelsiano dello Stato e stabilisce un principio che è pure un canone metodologico a cui il pensiero del Merlino rimase sempre fedele: l' identità e la reciprocità di sfruttamento economico e di dominazione politica. Parecchi anni piu tardi egli enunciò lo stesso principio con molta chiarezza in questi termini: « Tra i fatti economici e i fatti politici vi è piu che un parallelismo formale, un nesso intimo. Come la ricchezza, cosf il potere tende ad accumularsi e ad accentrarsi... Le stesse cause producono gli stessi e.ffetti in economia e in politica: dominazione politica e dominazione economica sono le facce d'un prisma. L'essenza del potere è unica. Chi è povero è schiavo e viceversa. Potere e ricchezza sono forze che si convertono l'una nell'altra, come il moto, il calore, la luce 1 )) • Nell'ultimo dei tre saggi prende vigore nel pensiero del Merlino lo spirito giuridico e si accrescono i fermenti critici già apparsi nello studio su La Giustizia, che gli serviranno per elaborare alcuni anni dopo una propria teoria della giustizia, fondamentale nella sua concezione del socialismo, che gli procurò l'ammirazione del Sorel e le lodi del sociologo francese Emilio Durkheim. Sotto questo aspetto il suo pensiero si può collegare da un lato col 1 Proudhon, con il quale esistono altre affinità, e da un altro lato con le migliori tradizioni giuridiche della nostra cultura, specialmente con quella degl' illuministi meridionali della seconda metà del secolo XVIII, le cui opere gli furono certamente note 1 Il problema economico e politico del socialismo, pp. 151-52, Milano, Longanesi e C., 1948. XXVIII BibliotecaGino Bianco

-....... - .... ""' per gli studi che compi giovanissi·mo all'Università di Napoli nei,, facoltà di giurisprudenza. Con la formazione culturale di cui sono un vivo documento i saggi che abbi'amo riprodotti, nel gennaio del 1894, come abbiamo avuto occasione di ricordare alcune volte, il Merlino, che era tornato clandestinamente in Italia, fu tratto in arresto e dovette scontare alcuni anni di carcere. Uscito di prigione nel f ebbraio del 1896, riprese gli studi e diede inizio al terzo periodo della sua attività di scrittore, per il quale rimandiamo alle opere men.'<:ionatenel corso della nostra prefazione. Proseguendo il processo di idee in atto nelle pagine di questo volume, il Merlino elaborò una concezione personale del socialismo che lo separò dagli anarchici, di cui rimase però sempre amico; ma non lo confuse con i socialisti del partito, fra i quali trovò scarsa comprensione, quando non addi'rittura ostilità, e coi quali, del resto, ebbe seri dissensi non solo su problemi di natura teorica. Egli infatti, pur riconoscendo la parziale utilità dell'azione polt'tica socjalista in seno al Parlamento, non accettò mai la f or- - mula della conquista dei pubblici poteri, che ripugnava al suo spirito e· che era invece sacramentale nei programmi dei partiti socialisti del tempo; e contrappose all'azione concentrata sullo I Stato, propria di quella formula, l'azione di'-f}usanella società. E come per lui esiste un nesso intimo tra fatti economici e fatti politici, cosl nel suo pensiero socialismo e anarchismo sono due. aspetti dello stesso problema e si fon dono insieme nella sintesi di giustizia e di libertà. ALDO V ENTURINI e PIER CARLO MAsINI Il titolo assegnato a questa raccolta di scritti merliniani richiede un breve chiarimento. Il Merlino fu anarchico dal I 877 al I 897 circa, socialista dal I 897 alla morte. Ma fu sempre un anarchico critico e un socialista critico. Da anarchico tenne sempre a caratterizzarsi in senso anti-individuaXXIX BibliotecaGino Bianco

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