Saverio Merlino - Concezione critica del socialismo libertario

È inutile ricordare le vicende del libero scambio e del protezionismo in Germania e filosofare a questo proposito. Basti dire che quando Bismarck ~i decise a romperla con la politica liberoscambista del Qelbri.ick, dichiarò apertamente di farlo nell'interesse della classe dirigente. Cerchiamo piuttosto di farci un'idea approssimati va del totale della protezione, al fine di sapere in quale misura contribuisce al mantenimento della classe possidente e capitalista, e per istruirci sul valore relativo della protezione minima che la legislazione del lavoro potrebbe accordare all'operaio! Non si può valutare ciò che i consumatori pagano in piu per effetto dei dazi sui grani, ma si sa che l'aumento dei prezzi è superiore all'amn:iontare dei dazi. Il prezzo medio del frumento in Ger1nania, o almeno nell'ovest industriale dell'itnpero, è mantenuto dal dazio, nei tempi ordinari, da 30 a 40 n1archi superiore ai prezzi inglesi. Va da sé che i dazi non giovano ~lla moltitudine innumerevole dei piccoli proprietari, i quali invece di vendere il grano, sono spesso obbligati a comprarne; ma profittano esclusivamente ai grandi proprietari. 1 Dopo i dazi sui cereali, vengono per importanza quelli sul ferro. Qui ancora un calcolo del beneficio totale che ne ritraggono i proprietari delle miniere e i grandi industriali non è possibile. Ma possian10 farcene un'idea approssimativa sapendo che l'utile netto di 89 società saH dal 1879 al 1883 da meno di 10 a :25milioni di marchi, e che il numero delle società che non davano nessun ·dividendo, scese, nello stesso periodo, da 56 a 29. Gli alti prezzi del ferro provocarono prin1a la speculazione e poi la crisi del 1884. Il governo che, in qualità di proprietario ed esercente di quasi tutte ,le ferrovie, consuma un'enorme quantità di rotaie, riser1 Nel 1883 c'erano in Germania 4.043.238 proprietari di meno di 6 ettari, ossia il 77%, 554.147 proprietari da 5 a Io ettari e 678.931 proprietari di piu di IO ettari; 1'1,24% dei proprietari possedeva i tre quarti del suolo coltivato. 71 ( BibliotecaGino Bianco

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