Almanacco socialista per l'anno 1896

BIBLIOTECA GIU li O POLOTTI CENTESIMI 25.

PER L'ANNO 1896 BIBLIOTECA GIULIOPQLOTTI

Ecco il nostro calendario , o compagni lavoratori. Trecento sessanta cinque gi·orni arridi e spinosi, e itn giorno solo in cui fiorisce la speranxa: il 1.0 maggio. - ~e feste della religione non sono per noi; le feste dello Stato le onoreremo quando tittti i compa9.ni avranno diritti e coscienioladi cittadino.

l{ENNAJO , ..... I 'OIOT• • VIM. • 9411. $ 0011. ~ LUN l UA~ ll(IIIC. 9 !HOV: IO V&ll. ti S.\8. " 001(. t3 \.UN. 11M41l lo MA I~ OIOV. 17 171N. 18 SAB. tO 001'l ~ I.UH, !I IIAIL Ili 1(1111. 23 OIOV. t4 V~. ~ SAB. 26 11911:. !? Lllll. 211 MAR. 29fllll. 30 OIOV, 31 VSN. I 11.\IL &IIDC. OOIOV. , V&!I. I SAB. I DOM. IO t.UH. Il MAR. tt IISIL n 610V Il VKll. IS. SAll 10 00!,(. .17 LUN. 18 MAR 10 Mllll iO OIOV. ti VSN. et IAII. '3 oow: 1' LU-. 15 iu.a. 1111 MO. t'l OIOV. MARZO I OQN. t lUN. S NfoR • M&ll· • c11ov G YEN. 1 Sfo8. 3 D0!1 t LUN 111 MfoR. 11 MER. Il OIOV U VEll 1A SAI\. 15 DOM ti LUN. " 11.\R. 18 IIIR. 19 OIOV ~ VIN 71 SAR. " 0011 29 LU~ « M.\IL 2) MIR. ~ GIOV 2' VEM. 28 SAB. !lii DOl&. 30 ♦ SAB. 6 OUlll O I.UN. I 114R. a aac t OIOY IO VSN ,, SAB, Il OOk ti LUN. ,, "41. u MIR. IO OIOY 11 VIN 18 8A8. IO 0011. llt Ullt. ff IUfl 21 IIIR. !3 OIOY. t.t VM ~ SAB. . 2'1 DOM. !? LUll. 28 MAR. 2t MIR. f.°l'..UN. . t IL\IL '.I l,IBRC, , .01ov. 1 OIOY, B Ylill, 8 YEN. 6 SAB, 7 OOll 8 LUH, 0 MAR. IO MIRC. fl GIOV. U VJl:11, t3 SAB, r oo• t& LUll. llA& lii IIAII. o )IIBR. wn. 18 d!OV. OIO'iVIN, lii VBll .• !3 SAII, 20 $.\'.a ti 'DGM. 0011. e2 i.UN. LII!!. 23 llAIL llAR. !4 1111& MB is mov. GIOV 211 \'IN. V.11:N ,n 8AB. SJ.8.

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FEDERICO ENGELS•

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FEDERICOENGELS Non crediate che sia triste cominciar l'anno coi morti. Il CO1]JO di Federico Engels ha cessato di niuoversi la sera del 5 agosto scorso~a Londra; il suo spirito, dopoaver attraversato le più elette sfere intellet-tuali d'Europa, comincia si può dire oggi a vivere in Italia. Il pensiero di quest'uonw, simile a una pietra lanciata nel mare sociale , ha lei:ato rni' onda che si è propagata lontano. La pietra è scomparsa sott'acqua; l' ondata giunge a noi e andrà più oltre. Ohi ignora che il nome di Federico Engels, insieme a quello di Carlo Marx , si legge sotto al Manifesto comunista del 1847? Quel manifesto, che fu., ignorato da noi o non trovò eco nei nostri moti na-:.,ionali,dopo le mutate condixioni ec01wmfrhee rlopo i terribili dù;inganni del nostro risorgimento, cornincia a farci fremere. La calda 1;ampadi .Maxxini tramonta nella fatua e sinistra luce di Orispi; il freddo ragionamento di 1llarx e di Engels sfa1:illa come una larna di guerra nelle ?nani cwlla giovine generaàone. Verrà forse presto il tempo in cui, armati di tutto punto di fronte agli a1J1 1ersart e sicuri di non lasciarci sviare dalla meta, fa remo giustixia a molti grandi uomini nostri e ameremo negli scritti di JJ1axxini itn gran cuore che palpitava per tutti; e rintraccierem,o

- 10 - nelle pagine di Cattaneo /,a nostra storia e le ragioni del nostro sviluppo) e stupiremo, sui concitati libri di Pisacane , di quella forte anima cui parve poco lasciare in testamento l'idea e donò insieme il sangue. Oggi dobbiamo a noi stessi la prùna giustizia : quell,a,di annunciare la nostra ·venuta al mondo e reclamare la nostra funxione sociale, severa forse e dolorosa, rna già grande e aspettata. Se 1wi) attrarerso le nebbie dell' utopia , abbianw scoperto la strada quasi prirna di metterci ùi moto) è giustixia riconoscere 1:lmerito a chi ce l'ha inseguata, ed è prudenza ripensare ai consigli di tal guida. Ora Engels, carne Marx, non era di quei maestri le cui parole son buttate là cordialmente, ma all,a,leggiera. Engels era uno scienziato che tratteneva giorni ed anni un'idea sulla punta della peiina) prima di lasciarla sconsigliatamente cadere. Natu a Bannen nel 1815 ) quando nelle provincie del Reno erano ancor vive le simpati',eper i Francesi) passati di là con Napoleone a srnorbare l'aria dal tanfo rnedioevale , il giovane Engels cominciò con gli entusiasmi rivoluxiona1·i. La sua indole tedesca però lo attrasse subito agli stiuili di fì/.osofia , che allora con Hegel e Feuerbach trionfavano nel campo materialista. Fortuna volle eh' egli poco stante viaggiasse in Inghilterra, dove , ardente rl' animo e maturo di riflessione , si troz,ò in me-:;,xoa itn vasto campo di fatti. In Inghilterra conobbe la più nobile forma del sociahsmo utopistico, quello cli Owen) ch'egli rispettò deplorandone l'errore; e assistette al maggior moto operaio d'allora, il cartisnw) che 1jù:lelocalixxarsi e morire sul terreno d'origine. Allora tentò risalire alle cause meno visibili e più

- 11 _. gravi del dù,sidw sociale ~ sbo::xòil primo saggw di socialism,o sc1:entifico,intitolato: Condizione delle classi lavoratrici in Inghilterra. Per il biografo di Engels questo libro è specialrnente importante, giacchè è il libero, isolatò pensiero dell'uomo, che dot·eva poi sm,arrire volontariarnente la sua personalità in quella del suo unico a1nico in vita e in ,,norte: Carlo 1lfarx. Indi· è ùnpossibile _parlare ikll' uno sen-::,aparlare ilell' altro, conie impossibile è distinguerli nell'opera comune. .1Voi non sappiamo se l' incredibile devozione di Engels fosse fatta di for1;,ao di debolex,~a, come non . sappiamo se la magistrale audacia di Marx originasse dalla wlontà o dalla scienxa. ]1.a che importa saperlo? I dne amici vollero che la loro opera anelasseconfusa, e la storia moderna registra forse con loro il più fitlgido esempio di genialità collettiva. Gli adoratori d'un impotente e malato individualismo 1.;enganoa schernire col loro sorriso di su,peruomini quella titanica affermaxione che si chiama il Manifesto comunista. È, questo breve manifesto) la sintesi di doppie accanite ricerche, gittate in uno stampo uni·co) con una forma unica, con un senso unico. Ogni frase è lo scorcio 1nichelangiolescod'un pensiero inseguito , tormentato e trovato attraverso una serie di stitdi. E di questi studi rimangono non le rotte linee ma le fonne intiere nei volumi dei due scienxiati. ]{on faremo l'enumeraxwne di tali opere in queste affrettate pagin~ cl' almanacco. Basti citare una sola: Il capitale) libro il quale ha portato nell'economia politica la stessa luce che l'Origine delle specie di Darwin nelle scienxe naturali. Donato il suo ingegno all'amico) e sotto il nome di

- 12 - lui offerta al nionclo l'operà m,eravigliosa, Engels non cessò di convivere e collaborare con Marx anche dopo la costui morte. È cosa che commiiove ed esalta il pensare à questo vecchio ~he fece scaturire wn libro vive17:tedalle memorie cli un morto. Poichè il vivere col passato ed esumarlo con odor cli cadavere può essere l' impiego cli chi ha trascèso la rniigliorparte della vita, nè 1:ede più nulla davanti a sè; nia il riversare un'antica vena fecondatrice sopra i germogli nuovi e, toccatili, far gettar loro le foglie, è il più invidiato, il più raro privilegio dell' ingegno senile. Engels non risecchì sulla tomba di Marx: egli fu, spontaneo , coragg1:osoe li"etoamico cli tanti nati dopo di lui , di tanti che mettevano la barba quando a lui incanutiva la chioma. Quei giovani lo ebbero a loro contemporaneo , poichè le ultime parole scritte dall' illustre vecchio sono per l' et;à nostra e per il nostro pensiero. A ragione chmque ci dispensiamo dalla nenia funebre. Abbiamo perduto un compagno, c01nbattentecli m,ex,_;;o alle nostre file, cadido colle armi in pugno. L'abbiamo percl1,ttoappena ieri e il suo ultimo grido è per la guerra cli domani. Un gregario.

RASSEGNA DELL' ANNO S CIALISTA ILNOSTRO BILANCIO ONSUNTIVO Non facciamo cifre. Quel che importa non è tanto di sapere prel'isamente gli anni di confino, di carcere, di domicilio coatto che il nostro Partito ha dovuto sostenere nell'anno che muore, quanto di cercare se nella prova subita in quest' anno esso abbia offerto garanzia della sua vitalità e della sua resistenza per l'avvenire. I bilanci consuntivi si fanno in vista dei preventivi. Coi dati e l' esperienza dei consuntivi si calcolano gli oneri e le risorse su cui è da fare assegnamento per il periodo che segue e si forma il criterio per concludere se ci attendono gli orrori del fallimento o i sorrisi della floridezza. Or bene : noi possiamo dire - con ben altra sincerità da quella con cui il ministro Sonnino annunciava il pareggio del bilancio italiano - che il nostro bilancio del 95 non solo si chiude in pareggio , ma presenta un avanzo più che sufficiente a far fronte, per usare il linguaggio dei finanzieri, agli impegni ordinari e a quelli straordinari che la situazione ci impone. Noi siamo orgogliosi - metafore a parte -

- 14 - di constatare che aile compressioni e alle arti sistematicamente adoperate quest' anno contro il Partito , esso ha risposto spiegando tali e tante energie da noi;i lasciare alcun dubbio sull' esito finale della lotta. * * * Dopo l' assalto furioso che ci fu dato cogli stati d'assedio, coi tribunali militari, collo scioglimento generale del Partito , il governo sì accinse a quell'opera assidua e quotidiana di molteplice persecuzione con cui fidava di tagliare i nervi ad ogni velleità di riscossa , e cancellare il nome , distruggere l' idea del socialismo. Quale fosse, e possiamo anche dire quale sia il proposito della reazione, apparve chiaro dalle parole che appunto sullo spirare del 94 ,enivano pronunziate dal rappresentante dell' accusa, nel processo dei socialisti, contro i socialistj milanesi : « Voi volete diventare maggioranza e sta bene; ma quando lo sarete e vorrete attuare la vostra volontà sarà inevitabile il conflitto; ed è in vista di questo conflitto che noi dobbiamo negarvi il diritto di riunione e di propaganda, che dobbiamo punirvi di essere socialisti ». Così quel magistrato veniva a dichiarare , senza forse saperlo , che il proposito della rivolta, invece di trovarsi ne' socialisti , si annida nella classe dominante , la quale non esita a confessare , per bocca di questi suoi rappresentanti, che , per mantenere i suoi privilegi, si sente già disposta a sollevare il conflitto contrp la nostra maggioranza del domani, ricorrendo alle « vie di fatto ». E frattanto, essa anticipa la ribellione, arrticipa le « vie di fatto » impedendoci, colla Yiolenza, · di diventar maggioranza.

- 15 - .A. questi concetti e a questi intenti s1 ispirarono le persecuzioni di cui in quest' anno fu fatto segno il nostro 1-'artito. Venne dichiarato flelitto anche tenere conferenze e fondare associazioni elettorali; venne punito come apoteosi di reato · 10 scrivere o invitare a scrivere sulla scheda elettorale il nome di Bosco o di Barbato. Ma i socialisti sapevano che, così facendo, la classe dominante ha preso· a camminare a ritroso dei fati, e che l' interesse della civiltà deve pur pre-v-alern agli insani propositi di chi si ribella alle sue leggi. Forti di 11uesta convinzione essi, sul principio dell' anno ; fra lo scrosciare delle condanne e delle denuncie , si riunivano tranquillamente a Parma in Congresso. La nuova organizzazione del Partito e il metodo da seguire nelle prossime elezioni erano i temi più urgenti che s' impQnevano all' adunanza. Fu deciso di abpandonare l' organizzazione per socintà di mestieri e di sostituirla con una organizzazione a base di adesione individuale. L' esperienza aveva ammonito quanto debole fosse la base del Partito se fatta di adesioni collettive , e perciò dubbie , di associazioni aventi anche un proprio scopo economico, e quanto pericoloso I'esporre la vita della organizzazione CO}'porativaoperaia ai colpi della reazione. L' assemblea, unanime su questo punto , si divise sull' argomento della tattica elettorale . .A. debole maggioranza passò la deliberazione che il Partito dovesse, in ogni occasione e in ogni luogo , tentare la propria affermazione distinta da quella degli altri partiti, anche reputati vicini od affini. Ma giova soggiungere, a onor del vero e a onore del Partito , che gli oppositori di questa deliberazione non intesero affatto di propugnare

- 16 - la confusione del nostro con altri partiti , nè pensarono mai che il partito dovesse ripiegare la sua bandiera. Volevano soltanto che dove il partito non fosse in grado di tentare con succesbo affermazioni proprie, ivi i socialisti avessero facoltà di appog~iare quegli uomini che si impegnavano per la difesa delle libertà elementari. Al che gli altri rispondevano che questo si sarebbe pur sempre potuto fare ne' ballottaggi ; ma che intanto era sommamente utile raccogliere il maggior numero possibile di voti, utilizzando le simpatie che la persecuzione ci avea procacciato. La disputa proseguì dopo il Congre,sso, a lungo , nella stampa del Partito. Ma al momento dell'azione la maggior parte di coloro che nel Congresso erano stati i più validi e decisi avversarì della presa deliberazione la eseguirono con fedeltà scrupolosa. Anche il governo , dal canto suo , perfezionava frattanto i metodi e le armi. Impressionato dai nostri trionfi di Budrio e di Palermo sui nomi di Costa e di Bosco , volle anzitutto tentare le blandizie e l' inganno. Ottima occasione g-li fn porta dalla reazione dei latifondisti siciliani contro il progetto di riforma governativo. La stampa officiosa prese allora a tuonare contro « l' egoismo di classe » contro « l'oppressione della proprietà » e lanciò l' appello ai socialisti. Ma questi non si lasciarono adescare. Ben compresero essi che quella era una povera manovra per illudere le popolazioni agricole di Sicilia e sottrarle tanto all' influenza rivale dei Rndinì , come a quella del socialismo. E risposero dimostrando come quel progetto nè valesse a ristabilire la piccola proprietà, nè, s~ avesse pur valso a ristabilirla, avrebbe potuto trovare appoggio ne' socialisti, i quali non si faranno mai colla-

- 17 - bora.tori dei restauri artificiosi, che la borghesia viene infelicemente tentando, delle sorpassate forme di proprietà e di coltura. Dove però apparve più raffinata e gesuitica l' arte posta in opera dal governo per disarmare il Partito , fu quando tentò sfruttare la pietà. e l'amore nostro pei nostri eroici condannati , facendo intendere che la amnistia piena ed intera si sarebbe accordata quando i socialisti avessero - abbandonato il campo della lotta. Ma dal fondo dei reclusorì potè giungerci una voce che disse : « avanti, compagni , senza badare a noi. :N"oinon vogliamo che le nostre persone sbanino la marcia dell' idea alla quale ci sacrarnmo vittime volontarie. L'unico modo, compagni, per dimostrarci l'affetto e la gratitudine Yostra è di combattere sempre , respingendo le insidiose profferte del nemico ». E il Partito attese a preparare la battaglia, risoluto e fidente. :Ma il governo temeva. Da tempo teneva chiuso il Parlamento non solo per far taci:n-ele fastidiose rivelazioni delle immoralità del Crispi, ma più ancora perchè la o.1ttatura è il regime politico che meglio si conviene alla guerra di clffi3se.Esitava a riaprirlo, nè si decideva a scioglierlo e riconvocar gli elettori. S' appigliò finalmente a questo partito: eliminare, per misura di prudenza , gli elettori presumibilmente avversi e preparare nel tempo stesso il terreno per la· continuazione all'infinito della dittatura. Fu allora che si pose mano a quella « epurazione delle liste» che spogliò '700 ,,m:la cittadini del diritto di voto; e fu anche allora che la \ stampa officiosa aperse una campagna contro il « parlamentarismo » denunziandolo come causa di ogni corrnzione e di ogni oppressione. A questa campagna 2

-1 portarono il loro contributo tutti gli scribi della reazione, dal giornalista di provincia al pseudo scienziato del foro e della cattedra. Giuoco astutissimo con cui la borghesia tendeva a crearsi un ambiente in cui le fosse possibile, occasion capitando, di tagliare la strada su cui il proletariato cammina alla conquista del potere sociale. Il Partito socia.lista comprese la manovra e la sventò. Il 1.0 maggio esso era in piedi agitando la bandiera « voto e libertà » . .i: el numero unico - diffuso per l'Italia a centinaia di mila copie ~- questo Partito , fulminato e perseguitato come sovversivo, difendeva il sistema rappresentativo contro i. sofismi e le congiure della borghesia, facendo intendere che se per consolidare il suo dispotismo la classe dirigente tendeva_ a disfarsi dell'arnese parlamentare, era supremo . . in terosse del proletariato di afferrarlo e di servirsene ai suoi intenti di trasformazione economica. Con ciò il .Partito dimostrava la sua maturità di coscienza , la sua superiorità morale e politica sui partiti borghesi. Tornata vana ogni a.rte per disarmarci , il governo si decise finalmente alla prova elettorale. La Carnera fu &ciolta e nella relazione che precedette il decreto del re fu fatto appello all' « istinto di difesa ;) del paese. Ma se vi ha un istinto che spinge gli oppressori e i parassiti a difendere l' oppressione e il parassitismo , vi è pnre un altro istinto che spinge gli oppressi e gli sfruttati a rivendicare la loro libertà e -difendere la loro vita. Il Partito socialista , interprete di questo istinto , ebbe, nella battaglia delle urne , la vittoria morale. Gli stessi avversarì confessarono che i -veri vincitori fm:ono i socialisti che dai 26 niila 'COti del 1892 balv.arono ai 79 mila, svergognando e schiaf-

-- 19 - foggiando i nuovi Borboni coi nomi dei condannati di Sicilia che rifulsero alto in solenne apoteosi. E a questo momento apparve, nella sua schifosa nudità, tutta l'ipocrisia della classe dominante. Nel discorso di apertura della Camera, steso dal governo e letto dal re, fn fatta vibrare la nota idillica e so'a·rn della « pace sociale ,>; si parlò di « clemenza e di persuasione » ; si inneggiò all' « umana fratellanza » ; si espresse il proposito di « togliere ogni argomentò di violenze e di odio » e di provvedere al « bene degli umili ». Chi àvea scritto quel disi;orso era 11 governo_, a capo del quale sedeva Francesco d~·ispi-,' conh·o cui , precisamente in quei giorni, Ca,allotti recava le schiaccianti prove dei delitti da lui consumati come uomo , come deputato , come ministro ; il governo degli stati d'assedio e delle fucilazioni dei contadini; il governo che avea spremuto o si apprestava a spremere sin l' ultima goccia di sangue dalle vene degli umili; il governo che usava del diritto di amnistia come di un'arma da ricatto contro il Partito socialista; il governo che faceva denunciare pel domicilio coatto Gioachino e Mariano Barbato , rei di portare un nome di cui l'entusiasmo del popolo sofferente ba fatto un segnacolo di gi_ustizia ! Ma un atteggiamento così ipocrita e rnemr.ognero non poteva essere mantenuto. E poco andò che, per soffocare gli scandali delle rivelazioni Cavallotti , il Parla.mento fu nuovamente chiuso. Ben era questo un altro sfregio alla Costituzione: ma ormai la classe dominante avea definitivamente adottato i metodi del « sovvertimento per vie di fatto » degli ordinamenti politici,. Essa giunse al punto di dover rompere i congegni parlamentari, scpprimere 1 airitti costituzionali ,

- 20 - g1a sua conquista e sua gloria, per impedire che contro un uomo si svolgessero accuse che già erano e sono riconosciute per vere, e ciò perchè essa di quell'uomo ha bisogno, e senza quell' uomo le pare di sentir$i perduta. Ben si comprende come contro un simile nemico il nostro Partito abbia buon giuoco. Lo dicono le vittorie nostre del 1. 0 settembre a Milano , Cesena, Catania , Budrio , Imola. Quella propaganda che a noi fu vietata di fare, la fece per noi il governo di Crispi ponendo la scelta tra la soppressione della libertà e della civiltà, e il trionfo del socialismo. Al partito della reazione restava e resta un ultimo sforzo da compiere. Dare il controvapore alla macchina politica e gettarsi perdutamente all'indietro; rinnegare completamente la tradizione borghese rivoluzionaria, ripristinare l'impero del domma e del prete. Infatti sul carabiniere e sul soldato non è possibile , alla lunga , fare molto assegnamento. Sotto il carabiniere e sotto il soldato c' è l' uomo. C'è l' uon~o che ricorda come la sua famiglia vive e soffre, che freme quando gli si comanda il fuoco sui lavoratori affamati, che legge i giornali , che tornerà domani in grembo alla classe donde è venuto, sposandone i rancori e le speranze. Non si sono visti forse i marinaì del « Rapido » che portava Drago e Colnago al domicilio coatto usare atti di umanità verso i « delinquenti » ? Questi sensi di umanità occorre dunque sopprimerli: son ben essi la fonte perenne della rivolta. Occorre portar l' impero dell'autorità dentro alle anime, occorre dis_seccarle e isterilirle. L' atto libero del pensiero non deve essere soltanto un reato : deve diventare anche un peccato. /

- 21 - Ed ecco Crispi e il suo governo accostarsi alla Curia Romana e dirle : Vieni in nostro aiuto, poni le tue armi al nostro servizio. l\Ia ahimè ! la Curia risponde : Vieni tu, borghesia scettica , al servizio mio. Vuoi eh' io mi provi a salvarti ? Consegnati nelle mie mani. Così anche quest'ultimo baluardo - dell'alleanza col prete - minaccia di diventare un abisso spalancato sotto i piedi della borghesia. D' onde la esitazione e l' incertezza nella politica ecclesiastica dei partiti conservatori. D' onde la forza dei socialisti che sanno profittare delle contraddizioni in cui si dibatte l'avversario. E quando quest'anno il governo si abbandonò alla gazzarra del 20 settenibre per far pompa delle sue forze e indurre a migliori patti il clericalismo, essi , i socialisti, denunziarono la ignobile commedia, diretta, in ultima analisi , contro di loro e contro le rivendicazioni proletarie. * * * Avevamc, dunque ragione di dire che il nostro bilancio morale del 1895 indica l' ascesa e preludia la finale vittoria del Partito. Da qnesto sguardo sintetico retrospettivo noi rileviamo che non solo il Partìto trovò in sè la energia continuamente rinnovellantesi con cui far fronte alle persecuzioni, ma seppe romper.e gli inganni, eludere le imboscate del nemico. E questo nemico , al contrario , ha dovuto dichiarare il fallimento legando la sua causa a quella di un Crispi, e il fallimento giuridico fra-ng-end0-le-n-erm-e -più fon-damentali del suo diritto pubblico ; nè riesce a nascondere l' approssimarsi del suo fallimento economico a cui fa ri-

- 22 - scontro il suo fallimento intellettuale. Esso ha perduto il vigore del combattimento, la fede in sè stesso. N'è prova il silenzio con cui fu ascoltata in Parlamento la requisitoria alta e serena del Berenini, alla quale - come notava melanconicamente il Luzzatti - nessuno ha osato rispondere ! Questo non vuol dire, o compagni, che sia vicino il termine delle violenze contro di noi. Al contrario : il periodo delle violenze è appena incominciato. Si proroghino o non si proroghino le leggi eccezionali, certo è che noi non rientreremo nel diritto comune· se non quando saremo i vincitori. Ma, proseguendo la pugna, leviamo i cuori all'avvenire: esso è nostro! LEO~IDA BrssoLATI. LAGERMAENILAADEMOCRAZIA SOCIALE L'anno 1895 è uno di quelli di cui la democrazia sociale tedesca non perderà così presto il ricordo. Cominc:iò sotto l'auspicio delle così dette proposte antisovversive. Da UJ?- progetto di legge che doveva contenere disposizioni punitive d' ogni sorta a difesa dello Stato, sfarfallò subito la legge eccezionale contro la democrazia sociale. Le esperienze fatte dalle nostre -classi dominanti con la legge antisocialista parvero dimenticate. Quella legge, che oppresse il nostro Partito per dodici anni, dovette cadere nell' autunno del -1890, essendosi mostrata del tutto inefficace. Durante il suo dominio , dal 1878 al 1890, la democrazia sociale, cb' era il

- 23 più debole partito tedesco , divenne il più fo!'te. Il numero dei voti nelle elezioni generali per il Reicbstag, era di 327 000 nell' anno 1881 e salì a 1 427 000 nel 1890. Una legge produttrice di tali effetti sembrò certo un nonsenso al Governo. Essa cadde. :Ma la sua caduta non lasciò tranquilla la nostra borghesia. Il crescere continuo del Partito e lo spirito battagliero dei suoi rappresentanti le parvero terribilmente minacciosi. Giorno e notte noi stavamo come spettri davanti agli occhì dei nostri nemici, i quali anelavano a darci un nuovo colpo 1 sperando che fosse pit1 efficace del primo. La pugnalata di Oaserio a Oarnot offrì il pretesto , in mancanza d' altre occasioni. Si tenne il Partito moralmente responsabile d' un atto commesso all' estero da uno straniero. Dopo le parole : « Contro i ribelli , per la religione, per la morale e per l'ordine » pronunciate dall'imperatore, sistematicamente aizzato contro noi da chi lo contorna, il coro urlante della stampa avversaria cominciò la persecuzione , il cui risultato finale furono appunto le leggi antisovversi ve. )fa durante la discussione del progetto riuscì a noi di mettere in luce la congiura tramata contro il Partito , e di denunziare apertamente i pericoli del progetto stesso contro la libertà comune. A poco a poco la coscienza della borghesia s'illuminò e vide che il progetto di legge nascondeva una quantità di calappì nei quali essa stessa poteva ,enir presa. Così venne abbandonato dai suoi medesimi primi sostenitori, e fra lo scherno e il disprezzo passò nel dimenticatoio. Intantu, dopo pochi mesi, ricominciò la campagna contro cli noi. L' opposizion8 che facemmo alle chau vi-

- 24 - nistiche feste commemorative, in occasione del venticinquesimo anniversario della guerra del 1870 con la Francia, ci svegliò contro nuov aménte l'ira dei nemici. Come al solito, fu l'imperatore a mettersi alla testa dei nostri avversarì , invitandoli a combattere « una canaglia che non merita di chiamarsi tedesca », e la seconda bufera delle escandescenze scoppiò. 01·a i procuratori dello Stato e i tribunali obbediscono all'ordine imperiale. Chi arrlisce anche riguardosamente, con la parola o con lo scritto, opporsi al motto imperiale. incorre nell'accusa di lesa maestà. Ne viene un'epoca di processi, tal quale come se la Germania del 1878, subito dopo l'attentato conh'o il defunto imperatore Guglielmo e le susseguenti persecuzi mi alla democrazia sociale, fosse risuscitata. Ton passa quasi giorno senza che i giornali annunziino nuovi processi per. lesa maestà o gravi eon1anne dei colpevoli. Fra le vittime di questo furore è anche l'anziano del nostro Partito, l'amico Liebknecht. Siccome egli , nel -discorso inaugurale del nostro congresso a Breslavia, protesto contro gli insulti a noi diretti, venne processato per lesa maestà, e deve espiare le sue parole con quattro mesi di prigione. Un proverbio tedesco dice : « Una lama dà buon taglio all' altra ». Questo si vede anche ora. La rabbiosa caccia dei procuratoti di Stato agli offensori della Maestà induce a ribellarsi milioni d' nomini che non sono dei nostri , ma che si sentono offesi nella coscienza del loro diritto da un simile procedere. Così qnesta persecuzione, cominciata in danno nostro, finisce per noi col trionfo. I rappresentanti del nostro Partito avranno cura che questo risultato venga messo ben in chiaro nel Reichstag. Si ...-edrà allora che una

- 25 - lotta come quella che sosteniamo serve unicamente a rafforzare il Partito, a stringere più forte il vincolo della sohdarietà e a confermarci nell'opinione che l'unica salvezza, la radicale riforma di uno Stato e di un ordinamento sociale, il quale ogni giorno mostra la sua assoluta impotenza, è quella di far giustizia ai bisogni del presente. La democrazia sociale tedesca, consciente del suo compito, raggiungerà lo scopo a dispetto dei nemici. Anche il prossimo anno c1 troverà pieni <li coraggio sul campo della lotta. Auous·r BEBEL. IL SOCIALISMO IN FRANCIA I ministri , i giornalisti della sta~pa opportunista e clericale e gli altri servi della classe capitalista, nei loro discorsi e nei loro scritti trattano il socialismo di utopia e i socialisti di perturbatori , di delinquenti ed anarchici, il che non impedisce poi che tutti si compiacciano di fregiarsi del titolo di socialista per cattivare l' opinione pubblica, come il pescatore infila un vermicciuolo sull'amo per adescare il pesce. I radicali furono i primi , nel periodo elettorale, a truccarsi da socialisti , deponendo con premura la maschera a elezione riuscita. Il papa infallibile, questo rappresentante di tutti gli errori e di tutte le menzogne del passato , volendo seguire la moda del momento, ba 1·eè."8ittola .--sua fan1Gsa..enciclioa-sulla-c0,.ul,ù,io-ne-delle classi operaie, per far sapere che finalmente la Chièsa avrebbe difeso la causa dei poveri e degli umili , e

- 26 - protetto i proletarì « contro i padroni che li obbligano a lavorare e a vivere in condizioni indegne dell'uomo ». Il suo ardore di neofita è così vivo, eh' egli dichiara ]a· questione operaia essere la questione sociale del secolo, e che verrà risoluta con la ragione o altrimenti, vale a dire mediante la forza rivoluzionaria. Alcuni abati e altri uomini in sottana , dietro consiglio del papa , si sono gettati nelle lotte politiche, disputando i seggi elettorali, redigendo giornali e perorando nelle riunioni pubbliche , ove li udiamo assicurare che la carità cristiana , esercitata con la liberalità ben nota ai poveri da quindici a diciotto secoli , è affatto impotente a sollevare le miserie da cui sono sopraffatti gli operaì. I socialisti, questi imbecilli, questi pazzi, questi anarchici, hanno dunque riportato una prima vittoria costringendo gli uomini superiori , onesti e ragionevoli a dividere in parte le loro idee, o almeno ad adottare il loro linguaggio per non parere ciechi di fronte agli avvenimenti sociali e spietati davanti alle sofferenze dei lavoratori. Ma questi socialisti di circostanza sono falsi socialisti , che mentono e sono decisi a non mantenere le loro promesse e a non realizzare le speranze eh' esse fecero nascere; non importa: sono propagatori del socialismo , che noi li abbiamo costretti a trangugiare. È che il socialismo non è sogno utopistico di gente fantasiosa, nè pensiero perverso di cervelli criminali, ma scienza affatto positiva , quanto la fisiologia e la chimica. Il socialismo è la scienza che studia la produzi9ne e la ripartizione delle ricchezze, e che insegna i mezzi di trasformare questa società anarchica , dove coloro

- 2.7 ·- che nulla traggono dalle loro dieci dita e dai loro cervelli godono del lusso più scandaloso, mentre coloro che lavorano e producono sin dalla più tenera età possiedono a pena di che nutrirsi e non possono assicurare la propria vecchiaia contro la miseria. * * * Quando s' introdussero le macchine 1 fu d~tto che esse giovano tanto ai lavoratori come ai capitalisti. Ma la macchina , in mano ai padroni , servì soltanto ad accentrare l'industria, a creare gigantesche fortune individuali 1 a spogliare il produttore del suo strumento di lavoro, a ridurlo a salarì di carestia, a togliergli la moglie e i figli per convertirli in carne da sfruttare· Gli operai furono le prime vittime e le più spietatamfmte torturate; ma la mac0hina esercitò la sua terribile azione anche sulle altre _classi sociali : la piccola industria fu distrutta; i piccoli industriali, schiacciati dalla concorrenza, dovettero a loro volta entrare nelle file dell' esercito proletario , condannati ai lavori forzati negli ergastoli capitalistici. La trnsformazione che la macchina ha effettuato nella produzione industriale e agricola ebbe il suo contraccolpo nel commercio ; esso s' è accentrato : sorsero enormi bazar e magazzini a riunire e combinare tutti i generi di commercio , rovinando la botteguccia che faceva vivere in un modesto agio un numeroso ceto medio . .Mentre il piccolo commercio lotta ad armi inuguali coi grandi magazzini J i suoi clienti s'impoveriscono; giacchè sono gli operaì e non i capitalisti che comperano nelle botteguccie. Quando i salarì scemano 1

- 28 - l'operaio è costretto a ridurre le sue compere, e quando la di§_occupazione lo ~caccia dall'officina egli è condannato a comperare a credito dal piccolo esercente, che paga assai caro il credito accordatogli dai suoi fornitori. Tutte le classi lavoratrici. vivono nel disagio e nello stento; e questa condizione penosa non pnò che aggravarsi man mano che la produzione capitalistica si sviluppa a profitto non dei lavoratori, ma di quelli soltanto che possiedono il capitale. Di fianco alla grande produzione industriale e agricola e al gran commercio, e -come conseguenza fatale del loro sviluppo, si costituì. la gran finanza coi suoi furfanti ebrei e cristiani e i suoi Panama che spogliano dei loro pochi averi quelli eh' erano riusciti a mettersi da parte qualche soldo per la vecchiaia~ I possessori del capitale monetato e dei mezzi di produzione e di scambio sono un'accozzaglia di fannulloni cosmopoliti, che scialacquano in pura e stolida perdita la fortuna sociale : tuttavia qnesti o:,,;iosi governano dispoticamente la nazione operaia e agricola ; dominano nella Camera, nel Senato e nelle altre assemblee elettive; fanno e disfanno i ministeri; e i capi dello Stato , che intrigano e rubano con loro 1 sono i loro umilissimi servi. Per uscire da questa situazione economica e politica che va peggiorando , che cosa fecero e che cosa fanno i partiti politici, i quali da un secolo si succe~ dettero al potere ? Nulla ! Tutti gli uomini politici hanno lasciato succedersi gli avvenimenti senza preoccuparsi delle miserie e11-elle infamie generate dall' accentramento industriale, agricolo , commerciale e finanziario.

-- 29 A.llorchè i socialisti con la loro agitazione svegliarono i governanti dalla loro colpevole indifferenza, che cosa proposero gli economisti e gli uomini politici per attenuare le sofferenze del corpo sociale? Proposero la cooperazione di produzione e la cassa pensioni per la vecchiaia. Questi ciarlatani avevano così poca fede nelle loro panacee sociali, che nessun governo ha ancora cercato di metterle in pratica. Si contentano di raccomandarle platonicamente. * * * Il socialismo è la scienza che porta una soluzione alla condizione creata dall' accentramento capitalistico. Il socialismo proclama che nessun mutamento benefico ai lavoratori dell'officina, dei campi e del tavolo potrà effettuarsi fil' che la direzione politica e amministrativa del paese è monopolio della classe capitalista e fin che i produttori, organizzati. in partito di classe, non si saranno impadroniti dei poteri pubblici, questi primi e potentissimi istrumenti delle riforme socialL 11 socialismo afferma e dimostra esistere una sola soluzione al problema sociale, qual è posto nella civiltà capitalistica: cioè che tutti gli strumenti di lavoro accentrati, rome ferrovie, officine, tessiture , miniere, latifondi , banche, ecc. divengano proprietà nazionale e siano ridati ai lavoratori associati, i quali li eserciranno cov oneri non più a profitto di alcuni capitalisti oziosi e Fapaci ' ma a pTofitto di tutta la nazionfl. Il partito socialista internazionale , che si organizza e lotta in tutti i paesi civili, ha intrapreso la conquista dei poteri pubblici unicamente a tale scopo ,

- 30 - che non è gia utopia , ma risultato finale del movimento della produzione capitalistica. Basta guardarsi intorno per vedere come lo Stato , il quale è pertanto cosa dei capitalisti , ha già tolto all'industria privata parte delle ferrovie, delle officine metallurgiche, dei telegrafi, delle poste, dei tabacchi, della emissione di monete, ecc., e come fatalmente altre industrie private cadranno sotto il suo controllo m un avvenire più o meno prossimo. Se le industrie già accaparrate dallo Stato (il quale, invece di rappresentare gl' interessi di tutte le classi d' nna nazione , funziona a solo profitto della classe capitalista) non sono il nostro ideale , è perchè esse non sono esercitate dagli operaì associati nell'interesse della nazione , ma dagl' impiegati a pro del bilancio. Questa monopolizzazione, che si compie contro gli interessi privati di categorie di capit.alisti, indica però il • cammino necessariamente seguito dall' evoluzione industriale e commer~iale dell' epoca nostra. Espropriare la classe capitalista a profitto della nazione ; mettere i grandi istrumenti di ·lavoro nelle mani dei lavoratori organizzati in società di produzione comprendenti tutte le capa~ità intellettuali e manuali indispensabili al loro regolare impiego . tale è la mira del Partito operaio. La trasforrnazione della proprietà capitalistica in proprietà nazionale creerà il benessere sociale. La produzione anarchica della ciùltà capitalistica, c;he g·enera solo miseria per i produttori colle sue sovrabbondanze di merci e i suoi periodi di. lavoro forzato e di disoccupazione, darà luogo a una produzione regolata nazionalmente e internazionalmente e calcolata secondo i bisogni da soddisfarsi. Le inTenzioni e ..

- 31 i perfezionamenti industriali non seniranno all' arricchimento di pochi , ma cresceranno gli agi e i godimenti di tutti i membri della società. Il capitalismo è stato la sventura dell' umanità i il socialismo metterà la pace e la quiete fra gli uomini. PAUL LAFARGUE. COMEGHERMISCLEA LEGGE La zampa di velluto. IL DELEGATO. - È il mio increscioso do,ere che mi ha costretto a disturbare Yossignoria in quest' ora incomoda. IL CAnLIERE. - Kon mi sottraggo alla legge. Vuol forse frugare anche nei matera si ? IL DELEGATO. -- Oh ! Lei è superiore ad ogni sospetto. Ho dovuto fare la perquisizione solo nell' interesse dei danneggiati dalla sua Assicitra%ione contro i fctllùnenti , che hanno sporto querela. Qnell' ammanco di centomila lire .... Sa .... conono voci {1iindolicatezze da parte sua ....

- 32 - IL CA v ALIERE. - Signor delegato ! IL DELEGATO. - Scusi; mi dà parola d' onore eh' olla non ha avuto complicità nei falsi? IL CAVALIERE. - Do parola cl' onore. IL DELEGATO. - Grazie. Perdoni l' incomodo . cavaliere. L'artiglio. IL DELEGATO. - Ah , voi nascondete m casa un almanacco socialista ! IL DlGRXISTA. - Io ! io no !. . . . Gimo , protesto.... Cercate pme da per tutto. Perchè dovrei nascondere un àlmanacco? IL DELEGATO. - Per leggere gli articoli sequestrati. IL DIURi\,STA. - .No, no! io non leggo mai ; non leggo neppure quel che copio in ufficio. LA GUARDIA. - Questo birbo mentisce. Per sottrarsi alla giustizia ha mangiato l' almanacco. L' ho visto io. IL DIUR1GSTA. - Mangiare! Signor delegato, non ho mangiato. Oggi sono digiuno, glielo posso giurnre. IL DELEGATO. - Arrestatelo.

JA1'ALE 1'R1S'l'E, disegno di Emilio Longoni.

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- 35 UNAFIGLIADELLAMISERIA Quando il pittore-Longoni lavorava al quadro da cui è tolta la figuretta che orna questo al~anacco , mi accadde di andarlo a trovare un gìorno in cui la modellina era s,enuta durante la posa. Si riaveva appunto allora, smorta più del solito. ron descrivo quel tipo magro e miserando di adolescente, perchè lo avete qui innanzi disegnato. Spogliate però il visino d'ogni espressione poetica e metteteci invece qualche cosa d' infinitamente triste per estenuatezza fisica e per torpore morale. Il pittore, un po' commosso per l'accidente occorsogli, interrogava la modella Slùla cagione dello _svenimento. La fanciulla rispondeva con un debole sorriso , quasi contenta di quel male che interrompeva la noia della posa. Oltre al fare la modella di giorno, la grama creaturn andava di notte a sostenere le parti di figurante nei teatrini dei caffè; e, dietro le altre, in veste di ballerina, malgrado le scarne gambe e le braccia esili come cannuccie, pas:.ava per una donna. Rincasava alle piccole ore, eccitata e sfinita, per ricominciare il lavoro al mattino quale modella. Nell' età in cui il corpo cresce ,improvvisamente e lo stomaco vuol copia di cibi , olla mangiava malissimo e cose schifa, e non sempre. Il pittore prese una carrozza per accompagnarla a casa. Vi salii anch' io e, traverso la città, intenogando a ogni poco la malata sul suo stato , giungemmo alla casa: una di quelle case dei quartieri di speculazione ove la miseria e_la sporcizia sembrano ancor più antipatiche fra i muri nuo,i. Al suono del campanello, una voce e' invitò a entrare; poi una donna in semplice camicia con un cascante ventre d' incinta scostò la tenda che teneva luogo d' uscio. La fanciulla si buttò nelle braccia della donna, che la strinse con languore, mentre il pittore narrava l'accaduto. Intanto io gettavo un' occhiata intorno. Vidi due stanze con tutti i segni d'una s,ogliata miseria. Molta roba non pulita empiva l'ambiente, e un gran lettone sfatto , da cui era scesa allora la donna , mostrava in quali biancherie la plebe si riproduco per poi formicolnrc nelle ,ie.

- 36 - La madre, gravida ma non malata, poltrirn a quell'ora, eh' era la prima del pomeriggio; mentre la figliola era intorno a bt1scarsi la vita; in che. modo, poi, poco importava a quella neghittosa. Lasciammo i due esseri alle loro espansioni, e ce ne andammo. Il pittore scendendo le scale sosteneva che quella gente è inedimibile, oziosa al pari dei ricchi e come loro estranea ad ogni buona azione. Io pure pensavo che tale genia non è popolo la,oratore e che errano coloro che mettono a fascio ogni forma di miseria. E i socialisti , scenderanno a sanare questi strati sociali in putrefazione? Avverto chi intendesse di riflettere sopra la mia domanda, che da qualche tempo nella casa della modellina ci vanno le monache, e che la fanciulla non balla più. La miseria che si agita fuori del sano e forte lavoro è specialmente quella che impietosisce gl' instituti religiosi. IL MIOPE. NELL' ISOLA DI UTOPIA Potresti pensare che gli Utopiensi, lavorando solamente sei ore. patissero disagio delle cose necessarie, ma ciò non av,·iene ; anzi , lavorando appena quel tempo, guadagnano quanto fa loro bisogno a ogni comodo , e anche di più ; e questo potrai comprendere considerando quante persone appo le altre nazioni stiano oziose. Primieramente quasi tutte le donne, che sono la metà del popolo; e ove le donne si affaticano , ivi gli uomini si danno al riposo. Quanta turba di preti e di religiosi l I ricchi e i nobili con le copiose famiglie dei servi , spadaccini e parassiti. A.ggiungivi i

- ifffnrfanti che si fingono infermi per dappocaggine , e troverai che piccol numero apparecchia quello che da tutti gli uomini si consuma. Considera <.iuante arti non necessarie si fanno per servire alla vita lussuriosa , arti dalle quali 6i piglia gran guadagno. Se i pochi che lavorano fossero divisi neHè poche arti più comode al vivere umano , la vettovaglia sarebbe a sì vil prezzo , che gli uomini avanzerebbero assai oltre il loro vivere. Se tu consideri quei che esercitano le arti inutili e che stanno ozio&i, vivendo delle altrui fatiche, comprenderai quanto poco tempo basterebbe per guadagnare ciò eh' è opportuno non solo al vivere , ma anche alle voluttà. Il che si vede manifestamente nell'isola di Utopia. '.l'O:\IASO .MORO (nato nel 14 O, decapitato 1iel 1_535) MAORCtRrntNtH f IGLIUOSLOCIALISTA DIALOGO. LA :iYhoRE-. (afflitta) .... Intanto , tu sei -socialista e non credi in D~o (toccando un piccolo crocifisso che tiene appeso al collo) e non hai più tede in questo , che baciavi da bambino. Ir., FIGLIUOLO. - Quando mai l'ho detto? No, cara mamma. Io non affermo; ma non nego. Io spero. Ecco il mio stato di coscienza , che è anche lo stato vero, credilo , della maggior parte di quelli che si dicono credenti. Se non ho la fede ferma non è già perchè io sia socialista , ma perchè sono un uomo del tempo mio. Il dubbio m'è venuto da un'educazione intellettuale che non mi fn data dai socialisti. Guardati

- 38 - intorno : vedi fra i nostri amici e conoscenti quante persone d'ogni età, rispettate anche da te, avv~rsissime al socialismo, le quali non hanno la fede, e lo dicono , ù dicono d' averla e vivono come se non ·1' avessero. Il socialismo non comanda punto di non credere ; dice : - La coscienza è libera. - E non ti pare che abbia ragione? Non è forse vero che soltanto in una coscienza libera può nascere la fede vera? M. - Ebbene ..... se in qualche momento tu credi in Dio, come mai non pensi , povero figliuolo, tu che vuoi mutare il mondo, che se la sòcietà è fatta come è , è per,~hè Dio lo consente ? F. - No, ca.ra mamma, non lo posso pensare. Il mondo d'ora è tutt'altro da quello che era secoli fa. Questo lo ammetti ? Ebbene , se si è mutato è perchè Dio lo ha consentito. Se ha consentito che si mutasse pè-r-il passato, perchè non dovrebbe consentire che si muti nell' avvenire? Quale credente oserebbe d' affermare che la forma attuale della società sia l' ultima che egli consente, quella che egli ha destinato a non più mutare ? Che tutti i disordini e· i mali che le sono inerenti egli li voglia mantenuti per sempre? Se c'è una cosa manifesta, è che Dio ci lascia fare , pe1chè, se ciò non fosse , non avremmo la libertà; senza la quale non ci sarebbe nè meriti nè colpe. Siamo dunque liberi. di farn tutto quello che ci par bene , di distruggere tutto ciò che ci par ma1e , di mutare la società nel modo che ci par meglio per essa , e potendolo fare , abbiamo , davanti a Dio , il dovere di farlo. M. - Sarà così..... non lo nego..... ::\la il vostro errore è questo, che la vostra idea, come dicon tutti, è un' utopia , fondata sopra un' idea falsa della natura degli uomini .....

r - 39 - F. - "Maal10ra, cara mamma, e l'idea di Cristo, che tutti gli uomini si amino come fratelli, che i ricchi diano tutto ai poveri , riducendosi poveri anch' essi , che si perdonino tutte le offese, che non si curi alcun interesse della terra , non ti pare anche un' utopia , fondata sopra un concetto falso delfa natura degli uomini? Vedi che in mille e novecento anni non è diventata realtà ; credi che lo sarà mai ? ,, M. - Oh, la cosa è ben diversa! Tutto quello che prescrive il vangelo, ognuno che _lo voglia, lo può fare. Supponi che tutti lo facciano , e il mondo sarà mutato in meglio, e sarà trasformata la società, come tu desideri. Vedi , basta la religione a far questo. F. - No, cara mamma. Se bastasse la religione a mantenere e a mandare innanzi gli uomini sulla buona via , perchè sarebbero necessarie , anche tra i popoli più religiosi , tante leggi e tanta forza per proteggere vita e proprietà , per frenare e punire , per conservar l' ordine e la pace ? Vuol dire che la religione non basta. Se non basta a mantenere quel po' di bene che esiste , non basta a conseguire il meglio a cui aspiriamo. M. - Io non so.... Ma tutti !o dicono : voi volete un cambiamento impossibile, una società cha avete im- · maginata voi,· che ·non è mai stata e non sarà mai. F. - Ma neanche la società quale è 0ra non è mai stata. E quella ·che è ora non sta , ma cammina. Vedi un po' intorno a noi, eara mamma, quante instituzioni, leggi , idee, costumi, tendenze, di cui , quando eri giovane , non c' era indizio , o se ne parlava , se te ne ricordi, come di idee stravaganti di pochi, che non si sarebbero attuate mai. Considera un po' tutte queste cose , 9rganizzazioni operaie, società coopera-

- 40 - tive , leghe di resistenza , leggi protettrici del lavoro , giurì popolari, idee di solidarietà e d' eguaglianza, rivendicazioni di diritti e di riforme , lotte formidabili fra lavoratori e padroni , precorri col pensiero lo svolgimento di tutte queste cose nuove nell' avvevire, come faresti con l' occhio di tante linee convergenti, poicbè tutte quelle forze tendono ad un fine solo, che è uno stato migliore delle moltitudini , e interroga la tua ragione , e vedi se non ti dice che nel punto in cui si incontreranno ci sarà il socialismo , o qualche cosa di molto simile , donde si verrà a quello naturalmente: Tu vedi che il mondo muta. Tu sei certa che fra cento anni sarà molto diverso da quello che è adesso. Ebbene, credi tu che allora sarà molto più vicino o molto più lontano clìe adesso dall' ordinamento soéiale che noi invochiamo? 1\II.- (turbata) Di queste cose io non sono iu grado di discutere , caro :figliuolo.... 1\fa per quanto tu dica , io sento per le vostre · idee una ripugcanzn .._. un terrore , che vuol dir qual,che cosa. F. - 1\fa codesta ripugnanza, codesto terrore, pensaci bene , non sono proprio le nostre idee che te lo destano ; te l' hanno destato le persone che le tra,isano e ci calunniano. Pensa che milioni d'uomini, per lunghissimo tempo, hanno creduto in buona fede che i primi cristiani, che pure vivevano in mezzo a loro, fossero gente malvagia e corrotta, capace d' ogni sozzura e d' ogni delitto ..... 1\1. - Ah ! non far di questi confronti, figliuol mio! Pnò darsi che il mondo s'abbia a mutare, come tu dici ; ma non muterà in meglio se non sarà con Dio. Da lui solo ·rnngono i buoni sentimenti e le buone idee. E il .:more mi dice che ,oi non siete con lui.

- 41 - Che cosa sarà mai il progresso, la civiltà, tutto quello che tu vuoi , senza la religione ? F. - E che cos'è mai la religione senza le opere, cara mamma? Esamina un poco, uno per uno, i nostri propositi. Il socialismo vuole una società in cui non si possa arricchire sul lavoro altrui nè vivere senza la-:- vorare, in cui chi lavora abbia diritto a vivere, in cui, lavorando tutti, il lavoro non sia per alcuno eccessivo, e quindi non abbrutisca e non torturi alcuno, e dia al lavoratore il tempo e il modo di ristorar le forze, di curar la famiglia e di coltivar lo spirlto; vuole che cessi questa necessità fatale che, per alipientare l' officina , strappa le madri ai figliuoli e i figliuoli alla casa e alla scuola, estenuando e corrompendo donne e fanciulli , perpetuando l' ignoranza nella moltitu<iine e seminando la morte fra i deboli ; vuole che cessi questa concorrenza sfrenata che è causa di tante basse passioni, angoscie e rovine, qnesta fnria d'acquistare, questo terrore di perdere , questa mischia feroce degli uomini che si disputano a morsi il palmo di terra e il boccon di pane ; vuole che cessi tutto questo per dar luogo a una società non più divisa da orgogli e da odì di classe , non più irritata da uno spettacolo d' ineguaglianze, d' ingiustizie e di miserie immeritate, che contrista e scoraggia ogni coscienza onesta; vuole, insomma! che gli uomini s' accordinp e si compongano, per quanto è possibile, come una grande famiglia operosa in cui , se non sono soppressi l'egoismo, i dolori, le ineguaglianze della natura, l'egoismo è contenuto, i dolori sono consolati, le ineguaglianze sono attenuate dall' affetto reciproco e dal sentimento dell'jnteresse comune, e non son possibili la fame e la disperazione accanto all'abbondanza e alla festa. Bb-

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