Lorenzo Reggiani - Per le auspicate nozze Savelli-Castellini

T' (..., P r. n SltELLI-ClSTELLINI ~llli.CC I.l l. ST .\\IPaF.RL\ 861 .1'/-A:i lli Nl <:- ;.. <- 0 '

MA 'l. 0100 00110 MA'l. ~151

1.:.. CONTE LOOO\'ICO BEZZI -SCAU -Ct\STELI.INI IL LlETO GIORNO IN CUI LA EGREGIA F IGLIUOLA SUA CONTESSA CLELIA SI DISPOSAVA AL l'\OBILE E PRESTANTE GIOVANE LORENZO SAVELLI MODIGLIANESE QUESTA LET TERA DELL' l• .LUSTRE P,\DRE DI T ORQUATO TUTTA CALDA DI CONJUGALE AFFETTO E PREI~EVOLE PER S,\GGI AMMONIMENTI VOLT I ,\LL' EDUC,\ ZIONE IJE' FIGLI LOBEJITZO BEGGI.&Jill ' I~ PICCOLO SEGNO DI SUA 1\lOI.TA ESULT,\ NZA E DI ~ . 1;10 GRATO BENEVOLENTE o. c.

HU SUA POilZIA. E'o vorrei, anima mia dolcissima, po•er t•·•sformanni in qncste lettere col corpo, come mi trasfor·· mo con l' animo; cb' io so che soddisfarei in nn tempo al ,·o~tro, e al mio desi ~erio. Apllagatcvi della mia volontà , poichi· uon potete de ll ' cfTc lto; essendo voi seclll'a che si spesso ~ovra l' ali della mia affezione vi mando i miei pPnsicri ,·est iti d' una candida, e inviolabi l fede, che il piì1 del tempo vivono con esso voi. E se il medesimo fate voi con meco (comc spero, e desidero) son certo che non solamente SllCSSO. ma ognora s' incnnll'a'lo i nosl.'i pen•;•ri tiPI

G ranunino. So clw •lli C>I.o m'a l!lnlauanza 'i porl.o go·mulissimo faslidio , c di•piJcrrc; e sento nel mio cuore islesso i fieri coi )Ji rlcl vow ·o dolore ; i •1nali lanlo pìtl mi u·afiggono l' animo, quanto meno vi conosco forte a polel'li sop(JOI'Iarc: non pcrclu' vi manchi prudenza, ma Jlerchè vi sovrabbonda affezione, e amoo·e. ~la se il vero premio dPil ' amore non ~ altro rhc essere amalo : chiamatevi paga , c con!enta dell ' amor che mi portate, poi ch' io amo voi in quello csto·cmo grado che si possa amar cos:o mortale. lo S(Jcro che 'l nostro ri tomo ~arà più po·esto , se non del nostro dcsidco·io, almeno della vosto·a credenza. on voglio, nè poto·ci sco·i,·co·vi il quando; po icb~ dipende 11iuUosto dall' altrui volontà , che dalla nostra 1leliberaz ione : allora tanto \'i sao·.ì più caro, <)nanto meno sarà speo·ato , n•' crctlulo. Ma pcrcht', se pua· piaccs.'e a Dio (della cui volonlà rlobbiamo restar •1uic:i, e contenti ) che fu ssc più lungo forse di quello che sarebbe necessario , sap1iatc in questo mezzo come disciplinal'c i voslri cal'i Ogliuol ini, si edo~ con molto nos tro piacere , e loro ulilc, c onore facciano leslimonio al mondo della nostra affezione, e diligenza, • della loro virttì ; poich•' l' ispcrienza per la giovane età non v' ha ancora insegnato ad educarli, , ; dJrt\ alcuni documenti , ta\"ali parte da t;li an-

tichi , parte da' moderni filosofi. co' quali governandol·i , ~at·ete certa rli poter (con la grazia oli Dio ) ri posare la I'OStl"a onorata vecchieua nel scuo della loro 1·irtuosa giovenllì. E , pe1·chè la ragione dell' educazione, o della c.-eanza ( per r>arlare col vostro mate1110 vocabolo) si divide in due parti , cio•'; ne' cos tumi, e nelle lellerc: l' una delle quali è c111·a comune del padre, e della madre ; l' alt.-a più Jl i"Opria del padre; parlel"ò con voi solo dci costumi ; l"iscrbandomi ( se pur piace.-:. a Dio •li darmi vita ) la cura degli studi di Ton1uato nost1·o , il ()uale l' infantile età non consente che si ponga ancora sotto il giogo della disciplina. Dico adunque che, eziandlo che il Datore d' ogni grazia ce gli abbia dati (se la patema alfezione non m' inganna , per quanto in questa tenera età si ]JUÒ coniJSCCI"C) belli di co.-po , e d' animo, nulladimeno per ridurgli a quella perfezione che ~ i desidera, hanno bisogno di colturd; pereh•', siccome nun è teiTa sì aspra, sl dura, c sì infeconda , la quale colla non divenga ~ ubito molle, fertile, e bu1.1na; n~ alcuno buono albero elle non essendo col trasportario , o con l' inncstarlo coltivato, non rit011i sterile, e selvaggio ; cosi non è ingegno di natura •·ustico, e rozzo, che con una lunga, e buona istituzione , e ol isciplina non si f11 ccia gentile , c

8 rlocile; ur si buono , e rcl i r~ , cile senza buona . c diligente creanza non si c(otTOillll.l e degeneri dal pt·imo suo buono ist ituto. E, pcl'ch~ l' uso agevolmente si converrc in natura, dobbiamo con ogni studio affaticart'i, mentre che l' albero ~ lrnero, e pieghevole, di volgere e pirgare il tronco de' loro l)ensicri , e i rami delle loro operazioni alla parte pi tì ,.i,·tnosa , c pi1l bella: eh ~. siccome nella tenera scorza d' un giOvane arhuscello le picciole lettere stampate, ed iscolpite crescono col tronco !;ià fallo gt·ande, e oon lui vivono elct·namcnle; cosi r1 ucst i documenti, rd esempi di virtù s' imprimono, c pigliano tanto vigore, c spirito nell' animo del fanciullo, che non n' escono giammai: allrimeuri, lascianJolo inllurare, e crescere in mal' nso , non si porrà per alctma dil igenza, nt' studio che vi si ponga, volgere a miglio•· parte, non più che si rossa la ruota olcl cat'l'O gi.l lorta , raddt·izzai-e. Pct'Ò, poicl11' Comclia nostra •' omai usci ta dell ' inranzia, c si fa di giomo in giomo di cot·po )litl grand~, e di ~Jlit·it o pitì acuto, e pitì vivace; nel <1ualc, come in lert-eno fen ile, c allo , si (lUò già incominciare a spargere alcun seme degno di nui: e JJCrchi· non è semenza pill nobile, n~ donrle nasoono in alobontlauza più prezi(lsi fnllli , n~ pitì utili , o nrc~-<J tj per i~cacc;are la f.tm~. c la sete delle mon-

dane deli zie, che quella del nome , c dell ' amor di Dm; ~ di mestieri che procuriate con tutte le forze vostre, con ogni vostra diligenza d' impt·imere nella pargolctta anima il nome , l' amore , e i pensieri di Lui ; affine che impari ad amare, e ad onorare Colui dal quale •·ice,·e non solo la vita , ma tuili i beni , e le !P'azie che J'Ossono fare l' uomo felice in questo mondo, e beato nell' altm. Studiate medesimamcnte d' innestare nella tene•·a mente sua il timore di esso Dro; il timor, ()i co , non vile, non senile; il quale non piace alla Maest.\ Sua; ma quel nobile, e gentile, il quale stia ad ogni o•·a sì unito, e sl congiunto CQn l' amore , che non si possano in 2lcnn modo di,·idcrc, nè separare : pct·chè da questi due fratelli così congiunti, e così uniti ne nasce la rel igione; la quale, a guisa d' ombra, cl1e ancorchè lasci l ' erbe inutili , e seh"aggie germoglia1·e, non le lascia però maturare , n~ far frutto , così non lascia alcun vizio v~rgognoso, nè capitale, fet·mar le radici negli animi loro, uè venir a tempo che possa produrre alcun frullo di scellerità. Or pcrcl1 ~ sappiate ciò che importi questa parola cosltlmi, vi dico che costume non è altJ'O, che in tutte le cose che si dicono, servare una certa modes tia, e onestà; e in quelle che si fauno, un certo ordine, c nn cPrto modo

IO allo, c conveniente; ne' tlnali rilnca, e l'i~plenrla quella dignità, c quel decoro che non solamen te gli ocdli c gli animi de' prmlenli , ma drgli impnulenli ancora dilelli , c 111110\'3 a meraviglia. l cosltrmi si divirlono poi dalla ragione, c dal temflll: fJCrciocch•' alcuni s' insegnano, e s ' imiJrimono ne' 1•ucrili animi dalla mgione, e dalla diligenza 11' all ri: alcuni dalle loro cousi•lerazioni , e dal propl'io loro giurlido col tempo s' imparano. Piglierete aolnnque pensi1•ro d' insrgnar loro quella parie eh' a l'oi più si r ichiede. Due sono i modi dell' insegnare.; l' uno con le t·agioni c con gli ammaestramenti ; l' allr·o con gli csempj : e percb~ il senso dell ' occhio è più veloce, che quello dell' orecchio, e ha maggior forza dalla natura ; bisogna , signora Porzia mia , volendo creare i vostri figliuoli , e rendergli tali , che coi loro costumi , e ~· it11Ì meritino d' essere laudali, cliC vi mostriate tale a loro, lfUali desiderate che essi s i mostrino ad allri. La tacita disciplina •' quella che ri1 ì ragiona co' falli , che con le parole, c quella che pit) gio- ,·a: che se mrrete a' YOstri figliuoli quc' ùocumeuti dare dc' quali ~·oi non l'i serviate, saril il medesimo, che se uno ~·of esse insegnare ad un amico m 1 cammino, ed egli s' iniiasse per un ' altra strada. È di mestie•·i , dovendo institui1• bene ; 5110 ; figliuoli , che

Il il padrr, e la madre siano di natura moderJti e gentili; e con tanta diligenza , e studio alfettino la loro virhì, che a guisa d' un prezioso liquore s' affatichino d' infondersi per gli occhi, c per gli orecchi nell' animo, c nell' ingegno del fanciullo; e di trasformarsi tutti io lui ; perchè subito che comincia con puerili pensieri a discorrere , e a spaziarsi, se non nelle in teme, almeno nell' esteriori , c superficiali parli della ragione , rivolge , e affisa gli occhi , c gli orecchi nel padre, e nella madre ; e mira, e osserva con gramlissima attcnziouc tutto ciò che essi fanno , o dicono: e l' ammirazione della patema vi rttì è pungentissimo sprone per far correre lo spirito del figliuolo per quel medesimo cammino che corre il padre. E sovra tutto abbiate pecsiero alla disciplina domestica della ,·ostra famiglia ; e J>rocumte che niuna brutta, empia, nè lasciva parola pervenga agli orecchi dei figliuoli ; uè alcuno atto disonesto, nè vèrgognoso agli occhi loro si rappresenti : e questa dee essere propria cma , e studio vost ro : poichè il pi il del tempo gli tenete nel seno ; e stando con voi, affissano gl i occhi nel vostro volto, e da voi imparano e a parlare , e a camminare. Non gli menate in alcuna casa ove non sia una gentile, e casta creanza : perchè siccome dai luoghi che sono

l :! Il ' vsn' ill(OI110 ~al u ti ft•li ' 11011 Jlllo \ éiiÌr .1111',1 : loP IIOn ~ ia benigna ' e vi!Jie ; cosi •laIla conSIIc!url lllc dc' buoni ' c dc' virtu,••i t ostunoi 11011 puoi vcnio·c se 11011 flato di 1Juo11a tliscipli11a. J;tl eziandio clw tiiiCsti CO>tumi , da alic11o slll<lio iiiiiii'C>Si 11ciiJ Incute tic' fanciulli, non siano \ era 'irlù , 111.. 1 !" imiHtwluw , inllll3i)i11C, c olllb l'.! Sua; IIUIIJiliiiiCilO 3\ \'iCIIC in COI '- SO tli tempo, ( ta11ta è la foo't.t della con;uctu.l.nt• l con•e della rcuuuiuilc sta tua di l'igm..olioue, che per go·azia di D w, i11 ispirito, c vitd di ••·•·a •·irltl si lrasrunnauo. E avvertite di non cadere in quell' CJ'- o·orc nel •ruale caggiono la pitl IJ.II'tè delle altre madi'i ; le cruali con la trowa inrlulgcnza, col compiacere di so,uchio alle volontil, c al dc, iderio de' fig liuoli, non puo· non facendo, o dicentlo, ma non consentendo lhe atto·i faccia, o dica co;a conh'J la IOJ·o volontà, corromrono i costumi loro : c a questo modo li tlanno in preda alle delizie; facendo il piacere , (' ' l senso signore , anzi ti o·a•mo dei lot·o gio\·ani pensieo·i. Non dico pc1· questo che oloubiate COITCJ'C pe1· •1uello estremo del tiluoo·e , nè delle baUiture ; anzi biasimo (ruelli che banouo i figliuoli, non meno che se nella immagine di D 10 avessero ardire di porre le mani. La '' irtù non si ha da conservare ne' par- !;Qlctl i anioni nè con isrerza , n,• eou lilllore, rercbt'

13 il Liinore è debile, e infermo custode della virtù: llll di meslieri di ser·,·ar·e quella mediocrilà tanto 1.,_ 1lata in tulle le. nostre opei·azìoni. E siccome si dee guardare «::re la u·oppa durezza, e severità non divella l' amore del pa1lre talmente dell' animo del figliuolo, che tutto ciò che conosca essergli grato, sia in 01lio a lui; così medcsimamenlc si dee lll'Ocurare {:hc per la troppa piacevolezza, c indulgenza uon si spogli di qncl timore, c di qncl rispcuo, nè di quella rever·cnza che egli ~ solito, c debilor·c di portargli . E !!C pur alle volte (che per la imperfezione della nostra natura è impossiiJilc altl'irncnti) cadono i liglinoli in qualche en·ore; se è picciolo, mostrate di 11 011 vederlo: s' ~ mediocre, r•ipr·cndeteli con amore\'0li pitì, che con severe riprcnsioni ; a guisa di buon medico, il quale vnol piuttosto sanar l' iufermo con la dieta. c con la vigilia, che con la s•·ammrmra: se pur è gr·ande, uon nsate pi ìr con loro della so li !~ piacevolezza, e liberalità; mostratevi loro collerica, sevrra c difficile. Infiniti altri sono gli ammaeSII"amenli rhc alla lluona educazione s' appartengono; ma pcr·- dr~ dubito col troppo cumulo di non confonrleni l' animo; e perchè mi pare d' a1•er anco toccat i tuili i capi principali , e generali , sollo le cui leggi ~i ri - sl.l'ingono gli altri pat•ticola ri, mi coulcnlcrò d' aHI'Jlr

parlato siu qui ; la><:iando così , come a mc ris;·n ,, la cura dellì stmlj di Torquato , allo•· che l' età convenevole lo ricercherà, a voi , che donna sele, il pensiero d' insegnare a Cornelia tuili quegli rscrcir.j che a virtuosa ,·ergine, fJUasi ornamento della ~ ua bel lezza, e ~irtù, sono dicc,·oli , e ncccssat:i . Il che so che saprete fare perfellamente. Vivete ljeta; e col 1>iaccre che pigliate de' cari figliuoli, che ognor pt·rsenli vi rappresentano l' immagine mia , (Jassale il fa stiol io della lontananza del mari to. n' Augusta.

Forolivii 20. Nouembri1 t85!l. J.liPRJ~UTUR Fr. 'l'HOMAS ANG. CL\NCIARELLl Q.P. Vlcarlus S. Onlcll et s. Thcol. Pror. IMPRUUTU/1 Pro Reverendlsslmo Capllulo D. Canonicus Pocnlt. VASI Vie. Capii. SI PEJIIIIETTE LA. STJ.i!IPJ. G. Avv. ALDERJ Rcv. Coy.

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