Giovanni Conti - Il problema italiano e il Partito repubblicano

-· . -~~ .......... .. J· .., f. • . , ~·+ ,.":' v 1 A ."' /' '-?~ · ' . . ·- .. o ' .."" ·).- \ l • l ' ( J ~ /'~. •. - -..... l • .. /;"\ ... , ... -.~ l ' \ ...· '. ' [g ( ~~· \ ;;\ . ..... ....... . .. , ..,,. ...... • • \- . l '.. • .. i ' ' " l . ~) . . \ . '"'~ . . . ;,...' . L~ .. r \ ~ l J~J - , • '. . . '•' ~ . v •, IL PROBtEMA. ITMIÀNO· • l ~ • • • E/ IL PARTITO REPUBBLICANO · ; l • " r . . . ( " DISCORSO .· ~ . l • . ' dell'on. GIOVANNI CONTI · .... - {· • • in .Roma al Teatro Brancaccio il 29 ottobre 19~1t .· . . ; l • ' J • l • , l .. - \ .' . " r • • ' . . •. - . ., . [ l . . . . . ' r • ' . . . .· LA VOOB REPURBLLCANA ED l TR l CE.

\ . '• ' ·, - , . ·. ' .. '• ... ' ' . MAZ 0700 00285 MAZ :j92S ,: - ~---------------------J Roma. - So c. An. Po1igra6ca. Italiana - Via dt·lln (;,.ardiola, 22

,. ' - - ,. ... '· . ' • J ' . ' \ ~- Cittadini, spero che la voce arrivi :fino lassù. Io esèo dali 'officina del giornale, dall'officina de "La Voce . Repubblican~'' dove spesso, troppo spesso forse, anche per quello che mi dicono gli amici, io calco la ·penna troppo, mi permetto di dire quello che penso con' una certa libertà eli cui spesso amici carissimi di altri partiti, di altri senthuenti, mi 1·im_ proverano l 'asprezza. . . Vogli9 parlare A come u.- - PCJdre Oggi voglio essere' più sereno, vo. glio parlarvi come si deve parla:re in un '-ora tanto .. grave, in quest'ora nella quale li Pa·ese nostro ce1·ca la via della salvezza, nella quale l 'Italia affannosa1nente per opera di uon1ini suoi, dei suoi partiti, cerca di rivivere dopo la ·tragedia, dopo tanto sangue, fra tanto dolore. Sa. rò serenissimo,. non parlerò di cose che ci possono divide n~ . . Voglio par_ larvi co1ne un padre. ..A. vevo detto agli a1nici n1iei: per questa riunione faccia1no una cosa diYc1·sa (la quelle soHte. RaccogliaIno il pubblico, i buoni ro1nani verTanno ad ascoltare la parola dei re_ · pubhlicani, ma niente palchi, niente rappresentazioni ·sontuose, niente e~ dera, niente bandiere: facciamo una l .. • l. - cosa in fa1niglia. Stan1pate uno strL . scione da -applicare in alto sul paL coscenico, - sc;riveteci: non applau_ dite, non vi scaldB:te, siate tran_ quilli, ~scoltate i ragionan1enti, per_ chè purtroppo la vita italiana, direi la vita di tutti i paesi del mon~o è pregiudìèata ·dal trionfo della retorica; si urla troppo, · si fanno discorsi troppo cla1norosi, si sparano troppe boinbe e non si ragiona ( ap_ ,plausi). <Ha. io vorrei che yoi ragio. , naste con n1e, che foste per breve tempo con n1-e a ~·ifl~t~·ere _sulle cose nostl'e, . della nostra famiglia ita. liana. Sian10 una fan1iglia in litigio, ci sono gli urti tra· i fratelli, tra _ quelli ·che .hanno e quelli che non · hanno. Ci sono situazioni scabrose 1ier le quaU ci guardiamo in cagne_ . 'sco, ci sono partiti e n1otivi di· dissE·nso e .anche di lotta. C'Tedo che sia necessario in certi n1oìnenti raccoglierci un po' tutti nella calma più assoluta per discute1~e dell~ cose no_ stre, ùelle cose italiane. Gli ·al·leati E ' per ciò che io non vi parlerò degli Alleati, anche perchè ne ab.. bia1no tanto -parlato nel nostro .giornale e continueren1o a parlarne, a11che per.chè di là si comincia a capire. Speriamo che un giorno gli Alleati capil'anno bene le parole de~ 3

.. gli Italiani, degli Italiani sinceri ch.e invocano per l 'It alia nostra un trattamento u1nano (applausi). N o n parlian1o degli Alleati. Se dovessin1o parlare dell 'Inghiterra diremmo: non ricordate la nostra vecchia a1nicizia ~ Siamo stati ami. ci sen1pre anche quando i ' ' ostri ·governj non hanno co1npreso gli I_ taliani in certi n1on1enti dolorosi della storia nosti·a. E' vero si sono avute diffidenze di governanti e qualche cosa si è fatto ·che non ha giovato all 'Itaii~ in certi n1on1enti. Ma noi non di1nenticheremo mai che l 'Inghilterra è stata la terra che ha ospitato i nostri esuli, da Foscolo a Mazzmi, la terra che ha adorato Mazzini, che ha avuto per Garibaldi un caldo entusiasmo (ap_ plausi). Non dimenticheremo mai , che il popolo inglese è stà:to sempre diverso da certi suoi governL E' il destino di tu.tti i popoli. Essi so. no spesso diversi dai loro governi. Questo si deve pensare di noi. Ci _rimproverano il fascisn1o. Ebbene il popolo italiano-non. fu mai fa-scL sta, non lo poteva essere. Il popolo italiano non poteva essere fascista. Esso è un · popolo di buontt indole, un popolo di lavoratori che .vuoi vL vere del lavoro ; vuoi essere un po_ polo di pro·duttori e non di paras_ siti; un popolo che vuole il suo po. sto al sole, non fuori dei confini deL la patria: ·in casa sua.; un popolo che vuole vivere · la sua vita, perchè questo è il diritto di tutti i popoli del mo'n do (applausi). Agli Stati Uniti che cosa direm_ mo~ Vi abbiamo se1npre ·guardato come una grande luce nel .mondo; la ~ostra libertà è la libertà alla quale noi aspiriamo, le vostre istitu _ . . 4 zioni sono le istitu'zioni che noi vogliamo per la salvezza della nostra Patria. Il vostro popolo è so1·to da ogni razza, ma la razza di questa vecchia Italia ha contribuito in o. · gni tempo al vostro progre~so. Que. sti poveri italiani, miserabili e strac_ cioni, vi hanno dato il loro ingegno. $-. Essi sono capaci con il loro cer_ vello di p1odtu·1~e qualche cosa di buono nel n~ondo (applausi). . Diremmo alla Russia; sei una luce nella storia. Questa forza r] . vcluzionaria che ha scosso il niondo e continua a· scuoterlo, questa fòrza alla quaJ'e noi dobbiamo .. guardare non per imitazione, per subordina_ zione, è un s·egno verso il quale tutti gli animi si devono rivolgere. Oggi si tratta di trasfonnare il mondo. Bisogna guardare alla Russia con1e ad un paese che nel terrore~ dello zarismo seppe trarsi fuoì·i del dL spotismo' per creare un mondo nuo. vo che giudicherete come-vorrete, ma ehe rappresenta intanto Ùna , grande speranza per jl prolet~ria~o del mondo (applausi) • . Che co~a dire InIn o agli altri popoi i uniti eont~o · i1 dispotismo europeo, contro il fascis1no e il nazismo ~ Ai Polac-chi auguriamo cordiali rapporti con la vicina Russia, la :fine di un conflitto che può essere can_ sa di tanto dolore; augurian1o una fraternità .che assieuri la tranquiL lità e la pace. Che diremmo ai Cecoslovacchi eroici che vanno alla riconquista délla loro terra;· cl~ e diremmo ai Francesi, a~ · nostri fratelli · che hanno riconquistato la patria e riconquisteranno con la Repubblica , la libertà~ (applausi). Ad essi ·iJ nostro saluto fratern{).

' L r . Della. mo·J)arcbi~ non vi pa~lo Della n1onarchia non vi parìo. I bersagli troppo vicini e tropp,o anL pi non possono essere quelli prefe_ riti da cavalieri della' politica quali noi vogJiamo essere~ · Perchè vogli~­ mo torm,entare· e str.aziare questa povera monarchia cÒsì n1al ridotta, perchè voglian1o angustiare quei ~overi credenti nella' possibilità di una funzione p1·ossin1a e futura della monarchia di casa Savoia' Non ne parlian1o. P ·os.sia1no di es~a dire una eosa sola: la conosciamo bene: la. eonosciruno benissimo nel disastro d-ella Patria, in questa rovina to_ tale del nostro povero paeoo. (Ap~ plait.Si). N on diciamo · di più. Critica al Governo -. attuale Passian1o dunque al tema che è stato prefisso: il problema italiano e il Partito Repubblicano. L 'argomento è grave e su di esso ci dob_ biamo soffennare con pazienza, l'Ìflettenrlo. ·Che cosa è il problema italiano c01ne lo vediamo noi repubblic..ani. con1e lo Yede il Partito Re_ pubblicano Italianq, qu-esto vecchio Partito che non ha contato mai 11ulla che non vuoi contare niente, ' ehe vuoi soltanto dire quali sono le sue ideè' Se agli uomini del ParÙto Repubblicano non occorre nien. te non occorrono posti negli uffici, ~lle amministrazioni, nei ministeri, nei governi, essi vogliono lavorare . con g·H altri per il Paese. E' una forn1a di collaborazione anche que. sta. Non siamo così ristretti -di ceryéllo, così settari come qualche voL ta hanno detto di noi i nostri amici e non amici; non .sian1o così piccoli da ridurre la nostra politica ad una negazione. Non è questa l'a nostra politica. Non dicia1no .no per par-• : tito preso; non partecipiamo al go:. veTno non accediamo alla pubblL ' . ca a1niuinistrazione, non dicjamo no agli inviti,_ perchè siamo matti. N?i diciamo no, perchè riteniamo che ·sopratutto in · questo momento non si debba sprecare il fiato e che non si debba perdere il tempo. (Applausi). I nostri giudizi sul governo presente sono amari, qualche volta · escono dall-e labbra parole aspre, perèhè noi non siamo riusciti ad abituarci all'ipocrisia del parla-. mentarisn1o e al convenzionalismo della vità che dobbia1no vivere. Ce::·. chiamo di _essere sinceri e dire quelo c-he pensiamo. Potremmo forse essere -più dolci, più garbati, rL sparn1iare -i colpi troppo forti: non · sappiamo, non possia_mo. Abbiamo trattato male l 'attuale governo. Io sono un amico e ammi. ratore di Ivanoe Bonomi; ammil'a_ tore della sua probità indiscussa, esemplare. Dopo 22 anni di gover- - nò, di governanti che hanno se;mpre rubato abbiamo un uomo dalle ma. ' B . ni pulite. Ma io conosco . ~norn~ nelle ,sue idee, nei suoi pens1en, nel suo sistem·a mentale, nel suo metodo politico.· Questo governo che si di: ce democrazia non è un governo di den1ocrazia ma una sovrastruttura ' "l sopra colui che deve governare:. ~ popolo. ( Appla~tSi). La' parola democrazia della quale si adornano gli attuali governanti è una parola che non ' può essere usata. lkmocra-. l l

zia è il popolo che esereit a la sua sovranità. In Italia, oggi, il popolo lavora e guar.da il governo, il po_ polo soffre e aspetta dal governo, il popolo n1ormor.a e aspetta dal governo! La donocrazia è il popolo che Yive ]a vita· dello• Stato, ·la clCino# ·crazia è l 'azione del popolo, è la attività del popolo, è co~1sultazione pel'Inanente del popolo, è risolnzio_ 'ne di prohlen1i da parte del popol~, è pensiero del popolo applicato alla soluzione dei proble1ni. Dunque il goyerno at tuale non è dmnocra~ia. l danni dell'opera del gove·rno . Nelln politica pratica questo governo pregiudica anche soluzioni di problemj che don1ani potranBo es. sere felici; questo governo mette le mani laddove non le n1ani deb_ bono es9ere n1esse, 1na il piccone e il badile; questo governo Inette le mani dove gli uomini di donlani dovranno provvedere per la rBsta lirazione della vita della Nazione. Questo govm'no fa sen1pre quello che non clovreb'be fare; sbaglia tut_ ti i giorni; non ·ne indovina una, perchè parte sen1pre dal principio che esso deve provvedere a tutto. Si rovina e Tovina· il Paese. Parlian1o di un argon1ento attua_ le: del prohlema della Sicilia . La . Sicilia esplode un 'altra volta. Da ottanta anni soffre, pereJ1è la SicL lia è stata 80 ·anni or sono costretta dalla monarchia italiana ad una vita che non è la sua~ La Sicilia ha. sofferto durante 80 anni le pene dell'inferno, perchè la sua costitu_ zione erono1nica in 80 anni non è 6 ·stata n1inin1a1uente n1odificata, pm·. ehè tutte le classi in Sicilia soffrono, perchè i contadini siciliani, i minatori, le classi med~e, gli ste~­ Si latifondisti, tutti i siciliani soffrono in una vita coattà, che è sta. ta loro in1posta dallo Stato monal' _ chico italiano. . Ottanta ann.i di vi t? unitaria sono stati 80 anni di con. 'trasto del popolo dell'Isola generosa con lo Stato italiano. Se que$ta è la vita che hanno vissuto i SlCl - Uani, si spiega il fatto di oggi (a2)_ plausi). I nostri an1ici socialisti, c'omunj - sti demo.cratici credono di avere ' . scoperto il male designando con1e i soli colpevoli i latifondisti. Il pr-e. blema è un altro e .s·orge · dalla sofferenza dei popolo di tutta l 'L sola. L 'amico Bonomi, i ministri volenterosi o non volenterosi, n1a desiderosi di parer volenteTosi si sono affannati. Il Consiglio dei ML nistri sj è radunato e ha. delibeTato. C'è in Sicilia un Alto Commissa. Tio: un 'altra eccellenza. Aggreghia _ n1ogli 24 consultori, e ·si provve. clerà alla salvezza. Di più ha fatto il goverJlO: . ha emanato un altl~O provvedilnento; IntoTno ~l secolare ·' problema del latifondo c'è una leg. ge più o meno fascista. Si ripreu_ dano gli studi, ha detto'il governo. Così da Roma i 12.15 ministri del nostro Paese pretendono di risolvere tutti i problen1i. Dicia1no male del governo! Ma come si fa a ta. cere~ C 'è in Italia il proble1na della hÙrocrazia. Ne sono vittin1e tutti : gli agricoltori, gli industriali, i con1. n1e1·cianti i contadini, gli operai, i ' . professiol'listi. Ne sono · strumenti

incolpeYoli i poYeri ilnpiegati ar_ 1·uolati per la paga cl.i fa1ne che lo stato loro concede. BiEogna rifor_ n1are J 'annninistrazione si è detto per ~O anni. E da 80 a~ni a questa· pa1te con11nissioni, s<>tto comn1issio ... ni, esperti, .sopraluoghi, relazioni, discussioni alla Gan1era, ·discussipni in Senato, 1niuist1·i che si riunisco_ no, gente che si convoca, .telegraln_ llli che pa1·tono, giorna1i che dispu_ t ano gonfìanl1o il proble1na, ar.rtrL fandolo. Il prohle1na della burocnL zia è il proble1na di tutta ·1a Yita ita]iaua. E' un proh1enla che Yl,Iole una soluzione organica, Tazionn.le, profonda, coordiuàta con la · soln_ zjone clel problema dell'ordinamento {1cl.lo ~tato. Tutti lo capiscono; tutte le persone di buon senso. Ebbene no: il governo non lo capisce, lui, c va a lllettere lllani alle rifonne !.. c Esso l~·a IÌOJ,IÙnato ~qmn1issioni, canlbierà ~n· ari, . le relazioni si' ·· n,ccatar:.. . steranno sulle relazioni_:· e la · coi~._ elusion~ sarà quella ·che deriva da ogni azion~ provvisoria, inorganica, . pa rziale. Ci perdonino gli amici de1 · governo, ·1na è doloroso vedere pre_ giudicate le soluzioni dell'avYeiihe . oon .gli inutili. Tipieghì di questo m·o1nq1to. IL PROBLEMA ITALIANO .. .. .... 11 proljleu1a italiano è quello che ~: l)isogna guardarlo iu faccia sen_ . . . za esitazioni, sen;Za paure. ( Appla~l· - .sÌ). Dobbiar\10 aYere una convin_ zj one p1·ofonda, una certezza: que_ ~ta certezza: che il ·mondo è in una fnse rivoluzionaria dalla quale nes. sun popolo uscirà in pantofole. (ApplauSi). L 'Italia deYe uscire da questo · . nlon1ento riYoluzionario Testaurata dnlla riYolnzibne. Non dobbian1o lL ' ' . Bcire c1a1la situazione rivoluzionaria per precipitare con1e nel 1919 in una fase reazionaria. Non dobbitL Ino tem·ere unn trasforn1azione. Snl ~1òstro Paese non è passato il sof-.. fio rinnovatore di nessuna riYoluzio- , ne. Il nostro Mezzogiorno non ha ~·jscntito neppure ·gli eff~tti del1a. riYoluzione francese e nelle r-egioni del 1nezzogion1o sono ancor oggi re_ si(~ui tenaci eli feuclalismo. Il proble1na· italiano deve essere guan1ato in faccia· cpn cl ecisio1ie da tutti gl'italiani. Che cos'e dunque . il problema italiano~ . , ·. ·In che cosa, esso, consiste secon . dl' il ~a1~tito Rcpubbljcano ~ . E' il pro ble1~1a d eli 'organizzazi'o· ne della ·· vita · italiana., dell 'orga- . t1izzazioÌ1e razionale d.cgli otdina_ 1ncnti politièi, delle istituzioni. Si tratta di ordinare l'annninistrazionP . pubblièa, la vita déll 'Italia d~ila fan1iglia fino allo Stato. Il ìn·oblenia è quello- stesso che si ptcse11:ta :J chi Yoglia costruirsi una casa. Oggi .per noi si tratta d-ella costruzione ptatica c1~ll' ordinan1cnto politieo . · economico e sociale. Non ci perdia. mo in discorsi ,·aghi, astratti, llOJl i nccià1no chiacchiere. iùutili: biso-_ gua c6struire. (Applausi) •. · il ·pr'oble1na deYe essere risolto. Voglian1o non ris~lvere ~ Faren1o come nel 1919 ~ Ci 1net. 7

J~=t folla n(~cnleata

platea e nella gallet•ia

difficile cr eare uno S tato nnoYo, t€renlo sullo stesso ter1·eno ~ Fare1110 niente pur dicendo che yoglh:n110 far tanto~ Ma io dico ai padri, ag1i uon1ini 1naturi: se voi sarete inerti, restii, dubbio~i, ciechi, SO 11011 Vi DlUOYCl'etc, se 11011 Yi de.cidete alle grancli tnL ~sforn1azioni, le vittin1e della vostnt· ·Cecità del vostr o spirito retrogrado, del vostro conservatorisn1o stupido 'Saranno i vos'tri figli. Voi lasceret e · loro in e1·edità nn:n crisi pennanent e ·della Yita nazionale, .g1i stessi dolo- ·Ti, le stesse clìfficol tà, la st essa 1ni- , ·· no Sta t o g-iusto, a 1nalgrado · del· 1a nostra anin1alità (sian1o uou1ini, cioè anilnali u o:nini ... ) n n1algraclo l1ei nostri istinti q un l che Yolta, troppe Yolte, cri1Ì1iuali ~ 'Seria .dalla quale noil uscirebbero se non a costo eli altri inn11ensi sacri:.. :fici. .( Ap·p la·u~Si) . La gn·er l'a che ha p1·ecipitato l 'I·- talia nel disast1'o produca almeno ln: rirJascita .c1ell' I talia , la conql].ista ·della libeTtà. Ex . sa1~guine vita! Faccian1o aln1CllO che il sangue dci . nostri poveri Ino1ti· sotto le 1nace_ r ie, dei poYel'i figli . che hanno l a_ ·sciato la Yita sui" ca1npi ç1i batta. ·glia, il sangue di tutti i trucidati, Il sangue stesso degli illusi cl1o luut · no servito i -nostri padroni geneTi ìl.a nuova vita cl 'Italia: ·l 'Italia ris o!ga per il s~ngrie di quelle crea_ ture. ( Appla~c~i) . ·' . . L'ordinamento·· dello Stato Occupian1oci . dell' orc.lhian1ento d-ello Stato. Un n1ese fa pa.rlanc1o al popolo <1i Gyosseto, di quella · . .. forte Grosseto salda nella fierezza 1·epubhlirà·na .·cl ella .Ina.(h:e Etr~r"ia, ·dicevo ni con tadini cbe erano nu_ nJerosi c attenti e intelligenti neL l ~11ditorio : c- rcc1ete che sia propTiu lO / l · N o, non è stato difficile per nes_ sun popolo Ghc abbia voluto. P er rius.ei.re i.n Italia non occorTera_nno ilnitazioni ·: la ghigliottina che servì n el 1789 non sinà nec_essaria. Mo 1ti . paesi · SfJno passati dalla n1onarchL.1 in un placido tra1nonto, senz.a spar _ gilnento di sangue. Non ·so st: in Italia sar à possibi le: se in ltaEnsa:rà evitato il doloroso scontro tra woro · che Yogliono il nuovo Stàt o li3€ro o coloro che Yog-Hono ostina_ • tan1ente la serYitù degli italianL .. · : . . ' I l' nostro risorgilnento nazionale ò s tato qua.si idillico: Mazzini ayf'_ Ya ingentilito g~i spi1·iti (gnida: . .Vi'va Mazzini) .q_on la sua predica-_ zione : la l·esurrezione c1 'It.alia sa; rebbe stata, e fu, il risulta.bo· non t an t o delle -inshn•ezioni quanto del 1nartiTio e del sacrificio dei giovani. (Applausi). ·se o-ggi dovre~i.o affron.ta,rc sa:. crifici.t. a ffrontian1oli. . Il popolo italiano doYrà pure usc~re una h nona Yolta dalla situazione trmnenda i1é'L la qpale fu condannato a. v·iYéTe. ( A,r)p 'a,usi) . . Nia non ci sarà una lotta furiosa. :n popolo _nostro è Yulcanico, n1a ès. so non ]ancia lava e lapilli. Noi. sia1no .nn popolo buono e .generoso: N on a '~et e veduto .che cosa... non si è fatto quando MussoFni se n'è an· <l. .a t o~ (si ti de).· . Durante i \:enti anni della nostra \ ita lcggiac1Tn incontravo_l 'amico che ' .

n1i sus~un·a ,.a una parola di speran_ za e aggiungeva: li amn1azzeremo . tutti! U11 altro ne incontravo che mi diccYa, parlando forse di un commissario, di un poliziotto o di uno squadrista: lo ammazzerò. Niente: non si è sparso sangue:_ e del f~tto, in f~n1do, n1i rallegr~J, perch~ esso è un ·indice di um·anità e di generosità. Dunque si potrà anche in Italia edificare il nuovo Stato, con il nò_ stro popolo, nel quale troppi non hanno :fiducia e nel quale si deve, inYece, riporre tutta la fiducia. Quando i popoli sono incatenati e servi non sanno vivere· tranquilli e pacifìci: SO}lO riottosi e rivoltosi. I popoli. nella libertà sanno vivere e si sanno reggere. Uno elci grandi patriarchi della scien.za sociale, di-' menticato o plagiato, non ricordato 1nai, Giandomenico Rorpagnosi dice_ va: i popoli si,. guidano con ttn filo di seta. E ' questa una grande Ye_ rità che si deve avere presente quand-o si (})arla di org·anizzaziòne clello Stato. Quando il popolo italia11o saprà che a Roma non ci sarà un governo per co1nandarlo, che non ci sarà un pad1·eterno H quale provvederà a lui, · che gli darà da mangiare e da be_ re, che lo faccia camminare, che lo faccia divertire .che gli dia feste, fa_ rina e fo1·ca, quando il popolo ita_ liano saprà di essere libe1·o e di do_ ver provvedere a se stesso, saprà es_ sere libero e saprà provvedere a se stesso. Non ricordate come a Ro1na il popolo ha proYY<'clut o a se stesso / ' dopo che il re era fuggito, quando Badoglie, i principi, i ùuchi se ne erano andati, quando sia1no rimasti col genero~ {Sen1pre generi abbia_ - mo ayuto ' in I t alia! ( ilarìtà) . Il popolo .senza 111ezzi, senza· capi ha saputo vivere ha . saputo superare giorni terribili. · Noi abbian1o la ·certezza che jl . popolo italia-no saprà usare la sha libertà, si educherà alla libertà. Questa convinzione derh~a da espe_ rienza. I popoli che si sono orga · nizzat.i nella libertà hann0 organiz_ zato la loro ·vita ch'ile c l 'hanno conserYata. Di fronte al lun1inosù ese1npio degli Stati Uniti, a quello della Svizzera, a quello della Tur_ chia non si può dubitare. La stabilità . della Repubblica Ma politici sapienti ci .dicono: sì, · sta. _bene: amici ' Tepubblicani, il vostro ide!Ùe è grande, n1a la repub...· bHca non a-rrebbe la stabilità che allo St.ato garantisce la monarchia. Quale più sciocco luogo comune P~­ trebbe essere opposto o~ Con1e la n1o_ uarchia abbia ga.rantito la stabilità, dice il disastro della nos.tra PatTia. (Applausi). · La sta.biljtà fu, ieri, garantita co- .· sì da Vittorio En1anuele (g?·ida : abbasso), è garantita, oggi, _così nientetncno dal luogotenente (grtda: ·via! via/!). La monarchia non ga.rantjsce la stabilità. Quella che essa cletennina è la stabilità della servitù del po · polo la quale crea permanente in_ sofferenza e spirito rivoltoso. 11

' . LA REPUBBLICA ~ Co1ne, dunque, si deve organiz. zare lo Stato~ Con1e, dunque, si de_ Ye risolvere il proble1na italiano~ Il pen~i~ro fondamentale, o citta. dini, quello che ci guida è questo : bisogna organizzare lo Stato con la piena partecipazione del Popolo: con la immissione del popolo nella vita dello Stato. . (Applausi). Basta con la diffidenza verso il popolo per la paura·del popolo. Che cos'è il popolo se non l 'unione delle fan1iglie, dei padri, dèi figli, delle ma1nme che lavorano e danno alla nazione la loro forza e il loro sangue' Non parlate, o signo1·i, dei vizi del popolo : i vizi .sono di tutte le ..... clasai e popolo sono tntte le cla~ssi. Ma non è vero che il popolo me. l'iti gl'ingiusti giudizi di coloro che pretendono di governarlo. Se inten_ dete per popolo la moltitudine, que1_ la che si chia1na, oggi, la ma-ssa, non siate ingiusti. Quella vi darà fastidio perchè non è profumata~ vi dispiacerà . perchè parla il suo èjaletto e infiora il parlare con espressioni plebee; essa può ·distui·- bare un 'assemblea con ~tteggiamen_ ti disarmonici che non saranno a voi graditi: ma spiegatevi il fatto: la n1oltitudine non è stata mai popolo nel nostro paese, è stato plebe· buona a dare i suoi figli per impre_ se e avventure, buona a produrre :figli, buona a .lavoTare e a soffrire. (Applausi) . C1·edete : la immiSSione di questa llJOltitudine nella vita J.ello Stato sarà la salvezza.· Se il popolo sa1·à. il sovrano se "esso;' , sarà ' 'lo ' 12 .. S t a t o ' ' eviteren1o le riYoluzioni (Ap,plausi). ll Popolo sarà un elemento di pace quando sarà chian1ato, lui, a ~ decidere la ·sua propria sorte, quan. do sarà chiamato a ris~lv.ere i problemi economiçi, : sociali, che in te.. ressano la collettività. · Non è detto che il popolo. sia sempre matto, che perda la testa: esso non risponde bene, devia, im. pazzisce quando è considerato un gregge e quando i pastori lo - vo_ gliono portare dove non vorrebbe andure, quando è avversato e maL trattato o ingannato. (AppZqusi). Ma perchè. il popolo ·i·isponda, perchè il popolo non devii e sia in· grado di fare il bene che esso può e deve fare, deve essere libero. Il · Comune Bisogna organizzare -la vita dello Stato nel 1nodo più semplice. Dàndo nuova vita agli elen1enti che lo costituiscono. Il Comnne è la base dell 'ordinan1ento repubblicano. E' el Comune che si risolvono i pro- ·1en1i della nostra vita ,economica .e ' oci al€. E' nel Comune che gli -ope. 1 i, i contadini, gli artigiani; i ·pro_ ietari, .i ricchi e i poveri ·potranno .:~,· olve1~e _i prob~emi che interessano 1:r a grande come ~na piccola p0. polazione. . \ Se ·non si vive nel mondo della runa tutti debbono comprendere questa fondamentale verità. La vita del popolo -negli Stati Uniti e in Sviz· zera si svolge tutta· nel Comune: la repubblica è il Comune. .,

.. . ' . Con la mo1;1archia la vita comu_ n ale è soppressa, perchè la mona1·_ chia dovendo vivere di autorità deve accentrare tutti i poteri_ nelle su'e manì, negare poteri al popolo,. co~ n1andare . sul popolo. La monarchia protende i suoi tentacoli, stende le .sue earene da Ron1a · fino al · più piccolo comune delle Alpi, fino ai comuni dell ~estrema punta dellà Sicilia. Tale don1inazioné assurda è, in questo n1omento, fatale. Il disastro · della guerra è aggravato dalla pres · sione degli organi del governo della n1onarchia che ancora imperversa. Muovetevi da Ron1a recatevi nei pa.esi dist~·utti dalla guerra.~ Voi constaterete come io ho constatato . per esen1pjo .a Terracina nei giorni scorsi che i Prefetti, gli uffici pre_ fettizi, i ministeri sono l'ostacolo \ero e maggiore ali' inizio della ricostJ·uzione. ·' ' .Sua ec~llenza · '' il Pt·efetto (proprio così un sindaco socialista riverisce il prefetto) ' 'sua eccellenza ' ' il prefetto dispone e governa: il genio civile di:spone e comanda: il popolo deve 1·assegriar.si. No l il · Comune deve riso1~gere: dcv.e sorgere il Con1une· della r~pu~-· blica, il Comune affidato al ·popolo libero e per-ciò responsabile. L.a responsabilità renderà il popolo attentp, . prudente, equilibrato: · educherà alla vita polit~ca e civile. (Applausi). La grande forza regolatrice è l 'amÒre di ogni cittadino péi· il suo paese, per il suo Comune, per quella che Carlo Cattaneo chiatnava "la patria singolare' '. Il contadino atna il portale del duotno del suo paese, . il màrinaio la spiaggia e lo scoglio della sua riviera e esalterà i t'l·a_ montLr-he il ~uo paese e nessun 'a1trc al mondo può godere. Questo amore è la forza del Comune. Dico a tutti, dico agli studio~i, agli uomini di buona volontà: pensateci -la soluzione del problen1a della rL nascita del Comune è gran parte della soluzione del problema italiano. 'Dico speciabnente ai giov~ni .: non vi distraete dalla serietà deg1i studi non fatevi attrarre dalle co_ -stumanze del parlamentarismo che ha dilagato, dilaga e corrompe, i~nmiserendo le questioni, facendole scomparire nel pettegolezzo e nelle meschine manovre e guerricciole ipocrite tra uomini . politici. I~ combattiamo errori e pregiudizi antidemocratici Si formi davvero una - . co.scienza -democratica. Il popolo, il popolo senza pastori, senza gerarchi aut-o_creati, pretendenti alla direzione dei _propri. simili. Non una nuova fatica per la formazione deL la co'sidetta classe dirigente. L 'altra sera alla radio ho ascoltato il dL scorso di un giovane (credo sia un giovane) di un partito il quale è naturalm~nte il partito· migliore, quello che s~ tutto, che provvederà a~ tutto. Quel giovane sosteneva eh~ si deve fonnare la nuova classe dirigente: che si deve ·dare auto_ rità allo Stato che i cittadini deb- . bono obbedire: e altri concetti di questa natura. Si dico io autorità, obbedienza ' ' h. alle leggi, ma non nuove ~·eraJ'C 1e e nuovi duci. La democrazia esalta i migliori per capacità é virtù, ma essi sono espressi dal popoJo e pos13

sono t:s~ere operai, artigiani, profes_ sionisti o contaclini: e ~ono questi - i buoni artefici del destino del paese. La rtctesa della fonnazione di 11na nuoYa clas·se dirigente è antL deu1ocratica. La Regione Il Connn1e goyernel'à dunque gli 1n teressi locali. · I Coniuni fonnetanno la Regione. La Repubblica organizzerà la Re•. g1onc che sarà nuovo elemento dello f;tato nazionale. La Regione avrà. il suo parlan1ento, il suo piccol~ parlamento: .cento, centicinquanta, ·deputati. Es_ si saranno i con1petenti delle regioni: agricoltol·i, industriali, contadi- ' ' Mecca' ' che ò Ron1a, da questa che-per altri aspetti potrei chiamare una ' ' fogna ' ', da questa Roma che fu violata nella sua solennità, che doveva restare la città sacra ' delle gran.di n1emorie, collocandosi la Ca- ~ pitale a Frascati o · h1 altro centro · qualsiasi. Finirà così l ' accentra_ . n1ento per il quale il Parlamento doveva occuparsi e legiferare pel' la correzione di una svolta perico. 1 osa. di ·. strada nazionale o per la costruzione di ·un ponticello per iJ quule. la h\1rocrazia romana emana~ va disposizioni inapplicabili nelle regioni e detern~inatrici dei più gra_ vi danni e ·di incÒnvcnienti infiniti. . , 1 . . Lo Stato _Centrale Finirà l 'accent1•a1nènto rovjnoso e lo . Stato Centrale sarà soltanto il rappresentante dell'Italia neJ l 'alto fattore àe11a politica .n.azio_ ni, professionisti, artigiani: uo1nini espGTti pl'atiei, COnOSCitori di . pro_ blen1i, di necessità socjali non i con1pet enti del1 'era fascista, ritenuti tali perchè dottori in questa o in quella scienza, ma competenti · naJe. I l ·Par1ltn1ento si occuperà 'f . · del.le . -grandi questioni : · della poiL f perchè Yiventi nelle industrie, ne1 can1pi, nel conunercio, , nella vita 1narinara. Essi risolveranno i pro ble1ni pTatici e provvederanno al benessere economico delle r~gior11. L 'agricoltura, il conuneTcio, l'indu_ stria, i trasporti, le comunicazioni, le scuole profe_ssionali agrarje, com_ . rhcrciali saranno l 'oggetto dei loro studi, delle loro provvidenze consa. pevoli e p1·atiche. ,· ti ca estera, della fìnan~a, d·ella.scuo.. 'J la . pri1naxja, della difesa nazionale. e sarà l 'organo della l€gislazio.ne eli interesse e di portata nazio:n.alet non di quella riguardante le regioni" 1~ vaTie pa1:ti del Paese tanto di_ ve:·rse le uno dalle altre e tarito biso.gnose di provvedirnenti , special~ adegu~.ti e so'ddisfacenti. /' Con que.sto ordinam.ento regionale finiranno i danni che ogni regioll;e ha subito negli ottanta anni di ac- .c.entran1ento 1nonarchico, da questa 14 Così sarà dato ·all-'Italia un ordin.a1nento che gatantirà la libert~ e·· Tea.lizzerà dayvero la democrazia.. Questa, cittadini, è la: Repubb1L ' ca: la casa di tutti: il governo del popolo nei centri r.. della su~ vita vis,suta, là dove sono , le famiglie, dove si lavora, dove è la r ealtà na_ z'ionale. ( App~lau-si) s ..

LA QUESTIONE. SOCIALE , • Calabria. Divcrs1"t"a · .-1 1' s· t · · · ' A • l WlZlOni:: , Jh·erse soluzioni. . _ Noi sian1o fautori della piccola \ i>'roprietà; voglian1o un ' anipio ·svi. luppo. della e??J.Je razione: Yecliamo ~la io so, che una don1anda è rL Yoìta spesso aj repubblicani. Dite, dite Si do1nanda: con1e pensate ·di risolvere la .questione. sociale, la que_ stione ùei 1:apporti tTa capitale e .lavo1·o ~ Quale sarà l 'ttYYenire del p:.-oletariato ~ La nostra risposta è oggi quella che .è in1posta dana· seri~tà che noi in t poniamo a noi stessi. :u p1·oblen1a più in1ponente, rL spondian1o, è, oggi, per il · ·proleta_ 1·iato; sopratutto per il pl'oletariato~ quello della conquista di 'un regin1e de1nocratico, qu~llo della fondazionD · <J.clla re·pubblica. (Applau.si). l :eon . fa VQ_l'e affittanze collettive. E': · urgente -la fine ùei latifondi, è ur. r ·ente .la ~ne di tu~te le possidenze· ~~arass1tane, dcll 'ozio dci pochi vi_ · venti del lavo1·o di tanti. ( Apl Ji a·asi). l Nel can1po iJ,dustriale la nostra- ; ~~j alità è quella indicata dal priiL. ( ci pio: a ciascuno il frutto del pro_. Si ù.eYe costruhe la casa nuova l ) Cl' tutti, la casa senza padroni, selJza arbitri della · vit-a di tutti; senzft. oppressioni ed oppressofi. t(. ( Applausi). · :lVI a io debbo ricorda re i nostri 1 principii, il nostro vangelo: ./ A. ciascuno il frutto del proprio Jr:soro; non più sfruttati, nè sfrut. tatcri; chi non lavora non ha dL 1 ]-itto alla vi t~. (Applausi). E. 1a patola di Mazzini. Su qaesti principii sorg~rà la nuoya società: questi principii gui_ · . dcranno alla soluzione del pTohle1na ociale. ~Ia le soluzioni non saranno unL formi, non sarannQ ilnposte per dot. . trinaris1ni e pregiut1izi, non dovran. n) essere iinitazioni f~rzate. l~ pro. Llema agrario avrà le soluzioni che saranno seg·nate dalle condizioni pa 1-ticolari (l elle singole regioni. Il problen1a agrario è in Pien1onte c1L verso da quello che è in Sici.lia; il p1 ohl rmn è di ,·crso il1 Tosca11 a e in . ~ • p rio la-: o1·o. · Vedian1o il proletaTiato industriale redento -uell 'hnpresa cooperativa,, nella diretta assunzione dei servizi e delle imprese. ( Applcntsì). Sian1o contro lo Statalismo, con_. tro la for'Inazione di una gerarchia. dirigente la produzione, contro istL. tGzioni ecouon1iche che perpetuino l' a.EserYime.nto del lavoTatore, che noj \"oglhuno, con Mazzini, ' ' libèro -produttore e pad rone della procltL .:done eh 'esce da lui 1 '. Il sindacq-- lisn1o soreliano, le dottrine liberta_ rie non sono estranee alla nosti·a visione del proble1na e nella so ~ u_ zione. L 'avY(}llir€ saTà quello che vorrà. il popolo chia1nato alle grandi clc_. cisioni dalla R·epubblica. Il Partito Repubblicano non hn .pregindiziali nè pregiudizi econo1nL <:i. Crede nei heue:fici effetti de1la . llbertà, crede che le istituzioni de.. JuocratiGhe pron1uovnno e producano soluzioni eque, · ar1noniche, utili dei ploblcn1i sociali ecl. ~6:so·mici. Nella Yicina SYizzera/ .fl prbl')léll'Ì'a sociale 3 \J ;· . . l v • -'~ ~ 15- ..

l . non si presenta entro i termini aspri 'della lotta di classe: così è neg1i Stati U'niti d'An1erica. · Le istituzioni r epubblicane, la strutturq, federalistica dell'ordina_ m•ento politico hanno determinatoo un moto sodale diverso da quello dei paesi retti da istituti auto1itari, antiden1ocratici o non democratici. ~Fondiaino , dunque, la Repubblica. Timori e paure info·ndate · ./ Ma nei partiti vi sono perplessità, dubbi, tin1ori, paure. . Ppi.chè .Pietro Nenni proclamò che la repubblica sarà socialista o non sarà : udin1n1o l·a risposta nega_ tiva delle democrazie cristiana e del lavoro. Dician1o ai socialisti : . vorrete darvi .a .esperimenti giacobini~ Pen_ sate alle c.onseguenze · che possono essere .disastrose. Diciamo ai democratici: nella vo_ · stra dichiarazione è il vostro schie_ l'amento a favore della . monarchia~ N.on din1cntic3rte le· grandi tempe_ sto della ~toria. . A chi facciamo appello f A chi facciamo app ello~ · A tutti gl'italiani. Scusatemi se l ' appello parte da m·e. Io non . vo_ glio essere un uomo politico, una figura da palcoscenico politico: a me piace la solitudine e p~ace la lGtta delle idee in solitudine. ;In un tempo nel , quale . tutti i Partitj. vi offrono il loro o·ove1·no • • • b ' 10 VI diCo, che il ·Partito Repubbli _ eano non sarà davvero il padrone, il governante e l 'arbitro della R-e_ pubblica. • Noi repubblic·ani sare1no... proba_ bilmente, anche in Repubblica, alla opposizione. (Si ride) . Faccian1o appello a tutti gl 'ita- • liani che l.avoran~, che amano l 'Italia, che -la vogliono liberare dalla tùonarehia, dal n1ilitarismo, dalla coalizione ~ristocratica plu·toc1·atica che è raccolta intorno al trono. Queste forze del passato, · queste ft•neste forze che hanno rovinato l 'Italia vorranno esse resistere con la forza guidate da generali o dn an1miragli folli - e decisi a gettare , l ' Italia nelle fiamn1e dj una guerra civile~ Auguriamo e spe1·iamo di no. . Se l1aggressione ci fosse noi sia. mo certi che il popolo insorgerà. (Acclamazioni): Facciamo appello, dunque, a tut. ti gl_'italiani: agli . operai, ai con_ tadini, agli agricoltori, agli ' industriali, ai professiç>nisti, ai commer. ci·anti, ag:li impiegatj che la repub_ blica. non farà morire di f~ùne, ai s0ldati, agli · Ufficiali i quali, fig!,i tu.tti 'del po.polo, noi . vog-lia1no no11 più servi della .Monarchia, ma . soL · dati della N azione. · Fa~ciamo. appello ai Romani. Sì, romani, da Roma potrà par_ tire la grande parola: la parola Repubblica. (Applausi). Preparate gli animi alla gra_nde prova .: e se la battaglia sarà ne- _cessaria, rinnovate gli .eroismi dei popolani ei"''ici che difesero sugli spalti di San Pancrazio la ·repub. blica del 1849. • (Una grande acclamaz1'one saluta la fine del discorso). . · -Lire 2-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==