Acpol notizie - Anno I - n. 1 - Ottobre 1969

• .. • • 1

r ACPOL NOTIZIE - Periodico mensile dell'associazione di Cultura Politica - A.C:POL - Direzione - Redazione - Amministrazione 00100 Roma, Via di Torre Argentina, 21 - Tel. 652.225 - Direttore: Antonio Fontana - Direttore responsabile: Sandro Sabbatini - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 13052 del 29-10-1969 - Stampatore: I.G.I. 00158 Roma, Via della Stellaria, 14 - Spedizione in abbonamento postale gruppo 111- 70 °o. ~m, 110° 0e-a 1 •fi' - . ~ Bianco INDICAZIONI OPERATIVE 1) Si è indicata come dimensione ottimale quella regionale sia perchè a quel la scala è possibile recuperare alcune dimensioni politiche fondamentali r~lative allo sviluppo, alla pianificazione, ai rapporti di potere ecc. sia perchè il livello regionale è a tutt'oggi sguarnito dal le forze politiche tradizionali, sì da creare un vuoto di elaborazione e di proposta politica. In9ltre i comitati regionali operano ad un livello in cui sono sufficientemente radicati nelle esigenze e nei problemi locali, e sufficientemente distaccati per consentire una autonoma articolazione, non burocratica dei livelli inferiori dell'Associazione. 2) Nelle sue ulteriori articolazioni, l'Associazione potrà essere organizzata, sempre nel modo mèno formale possibile, secondo le seguenti direttrici: a) fare innanzitutto riferimento a realtà associative già esistenti, non solo tra quelle facenti capo ad organizzazioni nazionali di lavoratori, di giovani, di intellettuali, ma anche fra associazioni spontanee che direttamente o indirettamente esprimono interessi politici. Si tratta in altri termini, di fare emergere la valenza politica presente in ogni forma di associazionismo~ b) oltre al la adesione di associazioni e gruppi già organizzati, dei quali va ovviamente rispettata l'autonoma personalità, occorre suscitare nuclei esplicitamente facenti capo all'A.C.POL. La preoccupazione in questa direzione non dovrà essere svolta alla copertura di tutto il territorio interessato, quanto alla valorizzazione di realtà emergenti e particolarmente significative, in ragione della disponibilità di quadri, della rilevanza di problemi, ecc. 3) In pratica si tratterebbe di operare così: a) costituire comitati promotori a livello regionale ai quali affidare il compito sia di accogliere le adesioni, sia di suscitare centri di iniziativa, di studio e di elaborazione aperti. Per la costituzione dei comitati promotori regionali vengono forniti nominativi e indirizzi delle persone (segue in I i 13 di copertina)

Biblioteca Gino Bianco • sommario In copertina ■ Indicazioni operative ■ Lettera di convocazione per il Convegno di Grottaferrata ■ Programma dell'assemblea organizzativa dell' ACPOL Riccardo Lòmbardi ■ La situazione politica Livio Labor ■ Prospettive dell' ACPOL ■ Sintesi del dibattito Antonio Fontana ■ Motivazioni delle proposte organizzative ■ Comunicato sui' lavori del primo convegno organizzativo dell' ACPOL ■ Il primo comunicato politico dell' ACPOL ■ Documento costitutivo direttore Antonio Fontana direttore responsabile Sandro Sabbatini pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 7 \ pag. 14 pag. 16 pag. 19 pag. 20 pag. 21 1

Sono stati pubblicati sul primo numero di "Quaderni dell'ACPOL" gli atti del convegno organizzato dall'ACPOL a Milano dal 26 al 28 Settembre 1969 sul tema "Contestazione Sociale e Movimento Operaio". Chiunque desideri ricevere copia della pubblicazione, può fare richiesta all'ACPOL, Via di Torre Argentina, 21 00186 ROMA. Il volume (al prezzo di L. 500=) verrà spedito contro assegno. PROGRAMMA DEL CONVEGNO ·Venerdì 26 Presiede A. Fontana Livio Labor: "Significato e prospettive dei conflitti sociali in corso". Sabato 27 mattina Gruppi di lavoro su: "Strategia del la contestazione sociale" (diretto da F. Indovina); " "Crisi e prospettive della sinistra" (diretto da E. Ranci Ortigosa) "Sindacato e lotte operaie" (diretto da G. Sciavi) pomengg10 Presiede U. Dragone Riccardo Lombardi: "Sinistra Italiana e tendenze del capitalismo". Dibattito Interventi di Sergio Sacchetti, Pietro lchino, Gino Rocchi,,. Corrado Clini, Lucio Magri, Gino Petrina, Fabrizio Cicchitto, Beppe Gatti, Roberto Villetti. Domenica 28 Presiede G. Rocchi· Dibattito. Interventi di Vittorio Orilia, Mario Vagnozzi, Luigi Covatta, Ivo Sullam, Antonio Ceravolo, Claudio Signori le, Enzo Bartocci, Pietro Ingrao, Luciano Benadusi, Antonio Fontana. Comunicazione dei gruppi di lavoro. Conclusioni. .. ,

LETTERA DICONVOCAZIONE PERILCONVEGNO DI.GROTTAFERRA Cari amici, finalmente, esaurita la stagione dei Congressi, sono in grado di inviare questa lettera, che rappresenta il risultato di varie riunioni del Comitato Promotore Nazionale, e dei colloqui avuti con molti di voi. Vi comunicò innanzitutto che pensiamo di conservare l'attuale struttura informale che fa perno sui comitati promotori e sui segretari, coordinatori del comune lavoro. · Gli amici impegnati nelle forze politiche della sinistra democratica e socialista, nei sindacati, nelle Acli, i giovani, gli studenti e gli intellettuali che convergùno nell'A.C.POL., ritengono in tal modo di poter meglio operare insieme e lealmente per un nuovo modo di fare politica nel nostro Paese, e per colmare l'evidente sfasatura esistente tra società civile e istituzioni. Per il lancio dell'Associazione il co·mitato Promotore Nazionale ha organizzato un Convegno che terremo a Grottaferrata il 30/31 agosto: contiamo di avervi tutti presenti a questo primo incontro nazionale. lnizierem0 il 30 agosto alle ore 1O precise e pensiamo di concludere prima delle ore 17 di domenica 31/8 e.a. Introdurranno i lavori Riccardo Lombardi e Livio Labor. Insieme al programma del Convegno di Grottaferrata e del la scheda di adesione che vorrete cortesemente far f).erv nire en o il 20 .v., vi allego copia della dichiaraIO10eca I o 1anco zIone iniziale, dello statuto provvisorio, di una proposta per l'organizzazione periferica del I'A.C.POL. e del programma del Convegno di Milano del 26/28 settembre. Facciamo appello al vostro senso di responsabilità politica, posti come siamo di fronte alla grave fragilità dei tradizionali equilibri democratici. del nostro Paese. Abbiamo l'ambizione di riuscire a diventare una seria, efficiente, ricercata sede di incontro politico delle forze del movimento operario e della sinistra democratica e socialista. Così confidiamo di riuscire a dilatare lo spazio politico del movimento popolare in lta1ia al servizio di tutta la classe operaia e del consolidamento di una vera democrazia, fondata sulla partecipazione e non sulla delega quinquennale. Noi riteniamo di dover evitare i pericoli di inutilizzazione politica che incombono sullo spontaneismo e non crediamo al rivoluzionarismo verboso ed estremistico: il blocco d'ordine fonda su questi errori tutte le sue speranze! Noi vogliamo diventà"re un concreto, operoso, rreativo punto di incontro e di convergenza tra le forze del cambiamento del nostro Paese. Arrivederci e un fraterno saIuto Vostro Antonio Fontana

Biblioteca Gino Bianco 4 PROGRAMMA DELL'ASSEMBLE ORGANIZZATIVA DELArCPOL Grottaferrata 30/31 agosto Sede dell'assemblea Grande Albergo Imperatore Traiano Grottaferrata Giorno 29/8 Arrivo - sistemazione - cena Giorno 30/8 ore 10,00: "La situazione politica" (còmunicazione di Riccardo Lombardi; 10,30 "L'A.C.POL. di fronte . alla situazione poi itica" (comunicazione .. di Livio Labor;) 11,00 dibattito sulle comunicazioni; 13r30 pranzo; 16,00 ripresa e conclusione del dibattito. Gi.orno 31 /8 ore 9,00 "Motivazioni politicoculturali delle proposte organizzative" (comunicazione di Antonio Fontana;) 9,30 dibattito sulla comunicazione; 13,30 conclusioni.

LASITUAZIONE POLITICA Questo dibattito si tiene in una situazione favorevole per taluni aspetti e sfavorevole- per altri, comunque caratterizzata da un più accentuato dinamismo che impone una rinnovata riflessione a tutte le forze politiche. La crisi in atto nelle forze politiche deriva dall'esaurirsi di certe impostazioni tradizionali in cui queste forze si erano troppo a lunghe adagiate. Si manifestano così sintomi, pur se timidi e contraddittori, di ripensamento, di aggiornamento degli indirizzi politici alle esigenze di una società che le forze politiche non riescono a contro Ilare coi metodi e con le concezioni tradizionali. Lo sviluppo tumultuoso e contraddittorio degli avvenimenti costringe ciascuno a non essere arrogante e a rinunciare a soluzioni prefabbricate o a schemi considerati perennemente validi. Basta riflettere sul fatto che, fino a non molto tempo addietro, prevaleva anche in noi stessi un certo sconforto, per la convinzione che i limiti dell'azione riformatrice fossero molto ristretti nelle società a-capitalismo avanzato dell'occidente. La nuova problematica posta dal la contestazione operaia e giovanile ha modificato questa valutazione, indicando la presenza nella società di spinte reali che operano nel sensoJJel superamento dei limiti di un "riformismo più o meno riformatore". Tutte le forze politiche sono state sorprese dal fatto nuovo del la contestazione. Le possibilità di un nuovo tipo di rivoluzione nei Paesi di capitalismo avanzato sono apparse all'improvviso molto più realistiche e ravvicinate di quanto si pensasse. B1b1oteca Gino Bianco Comunicazione di RICCARDO LOMBARDI E' così emerso, come segno tangibile di ques_tacrisi, il problema del rapporto fra forze politiche e società civile. La consapevolezza del la difficoltà di stare al passo con gli eventi imprevisti che si manifestavano nella società, ha determinato un duplice e contraddittorio sforzo di rincorsa o di differenziazione. Le contraddizioni risultano poi accentuate dal fatto che la crisi in atto sr colloca in un contesto internazionale che presenta tendenze pericolosamente conservatrici ed eversive. I DUE BLOCCHI Siamo infatti in presenza di una tendenza al ripiegamento su se stessi dei movimenti rivoluzionari del terzo mondo, mentre la posizione dei due tradizionali blocchi appare più "pacifica" ma altresì più "autoconservatrice", dando importanza prioritaria non all'estensione ma alla preservazione delle aree di influenza acquisite. Ciò consente soltanto limiti riformistici, per di più estremamente ristretti, come dimostra, per quanto riguarda il blocco sovietico, la vicenda cecoslovacca, mentre l'egemonia americana sul blocco atlantico si esercita in forme più elastiche, con maggiori possibilità di contestazione, ma nella calcolata persuasione che le forze politiche pongano precisi autolimiti alla loro possibilità riformatrice. In definitiva, l'uno e l'altro blocco ubbidiscono oggi, più che a esigenze militari, a esigenze di conservazione del rispettivo sistema, che segnano il limite dei margini consen5

titi di riformismo. SITUAZIONE FLUIDA In Italia, registriamo la fine del centro sinistra, fine che ha il suo polo di riferimento internazionale nella fine della politica kennedyana. Ciò comporta una serie di considerazioni obbliganti per le forze politiche del nostro Paese, in una situazione estremamente fluida, che rappresenta ·forse, peraltro, il punto di osservazione e di sperimentazione più tipico dell'Europa occidentale. E' in Italia, infatti, che si è manifestato un movimento giovanile, sindacale, operaio d'avanguardia sul terreno dell'elaborazione, della ricerca, della sperimentazione. Se sono mancate le forme spettacolari del maggio francese, la maturazione ideologica ha raggiunto tuttavia i livelli più avanzati che in Francia (la letteratura della contestazione, ad esempio, in Italia corrisponde a un'autoanalisi del movimento ad opera dei protagonisti, laddove in Francia ha il prevalente carattere di osservazione dal l'esterno). In Italia, ancora, è avanzato più che in ogni altro Paese il movimento per l'unità sindacale; in Italia, dove più vistoso era il fenomeno del "sequestro" del voto cattolico, -abbiamo avuto la presa di posizione de!le ACLI, primo atto di rottura dell'unità politica dei cattolici. Le riflessioni e i ripensamenti in atto nei partitii, infi- - ne: la crisi socialista segnata dalla scissione; la crisi della DC, il cui ultimo congresso ha registrato l'insorgere di nuove richieste non appiattibili in uno schema generico e indifferenziato; la crisi del PCI, con aspetti · in parte positivi e in parte contraddittori. FORZE POLITICHE E SOCI ETA' CIVILE 11dato unificante di questa "crisi" di diversa matrice è la contestata incapacità di cogliere le spinte reali che emergono nel la società. I partiti di sinistra stanno compiendo/ sia pure in forme e modi non chiari, questo atto di modestia, rinunciando alle propensioni all'autocompiacimento. I partiti, insomma, avvertono una cattiva coscienza di un metodo basato sull'ipocrisia istituzionalizzata, derivante dalla necessità di fare appello, per ottenere consensi a un'azione riformatrice, agli strati intermedi, decisivi sul terreno elettorale ma tendenzialmente moderati. Da qui. il reciproco ricorso a promesse rassicuranti, che ha fatto una fallimentare prova nelle recenti elezioni francesi. Dall'esigenza di superare questi limiti paralizzanti, e dalla constatazione che non disponiamo di soluzioni prefabbricate, nasce la ricerca, la necessaria "invenzione", di nuovi modi di far politica, capaci di coinvolgere, in rapporto con le tensioni presenti nella società, it_uttet le for1'_...!oli ti e esistenti. Altrimenti si perpe- 1 u 10eca u no 1anco .tuerebbe la situazione per cui esiste un potere ma non esiste un governo, esistono degli oppositori ma non esiste un'opposizione, nel contesto di una rappresentanza politica profor:idamente falsata. Su questa situazione ha reagito il movimento di contestazione, che non ha esaurito i I suo ciclo per i I fatto di essereoggi anch'esso in crisi. Si tratta, infatti, di una crisi inevitabile, perchè l'incapacità delle forze politiche di far sì che queste esigenze si tramutino da rivoluzionarie in eversive. In questo vuoto di risposta politica (che non compete ai movimenti di contestazione di dare) emergono indubbiamente pericoli di involuzione reazionaria. La risposta reale a questi pericoli è la capacità e la vol,ontà del le forze poi iti che di dare al la società le risposte che la società stessa sol lecita. Da qui un'esigenza unitaria, comprensiva di un nuovo assetto politico e di un nuovo modo di far politica. STRATEGIA RIVOLUZIONARIA Infatti, per far penetrare nella realtà riforme realmente incisive occorre una strategia rivoluzionaria, se rivoluzionario è lo scopo di ribaltamento del sistema. E una strategia si elabora unitariamente, anche se in modo articolato. Da ciò trae valore e urgenza, i I processo di ristrutturazione delle sinistre, che deve svilupparsi come un processo "parallelo" che non faccia procede- ,.re 'l'unificazione al rinnovamento; che non voglia radere al suolo le forze politiche esistenti prima che queste si rinnovino; che, per converso, non subordini meccanicamente l'azione per l'unità a singole iniziative di rinnovamento che; se non finalizzate contemporaneamente all'unità, risulterebbero sterili. La fine del centro sinistra anche come formula (come politica era già finito nel luglio '64) è il punto di partenza per l'individuazione di questa nuova ·strategia. Anche l'ipotesi di· governo DC - PSI non va ritenuta una "formula magica"; vale semmai cç>me formula provocatrice di scelte di schieramento da parte della DC e non è quindi contraddittoria col discorso più generale di ristrutturazione della sinistra. Una soluzione DC - PSI, infatti, significherebbe uscire in modo inequivoco dagli schemi del centro - sinistra, mentre l'eventuale riedizione di una coalizione_ comprendente insieme, mediatrice la DC, il PSI, e il PSU, si qualificherebbe non come una ripetizione dell'esperienza moderata di centro - sinistra, ma come un'esplicita posizione di destra. Scelte impegnative non eludibili stanno di fronte alle forze politiche. La ricerca di una strategia riformatrice capace di costituire un solido cemento unitario per la sinistra rientra fra i fondamentali compiti di carattere culturale - politico dell'A.C.POL. .

PROSPETTIVE DELL'ACPOL MATURARE UNA COMUNE CULTURA POLITICA Le mie considerazioni servono solo per provocare il dibattito: e le faccio a titolo personale. Penso che il neoimperialismo (il neocolonialismo che l'acco'mpagna) e i I neocapitalismo governano, condizionano le prospettive politiche di tutta l'Europa occidentale e di gran parte del mondo. Noi vogliamo, come già ricordava il compagno Lombardi, anzi dobbiamo essere una intelligente, coraggiosa anticipatrice componente delle forze della sinistra democratica e socialista che, nel mondo ed in Europa, si muovono per cambiare la condizione operaia, la società, lo stato. Anche il modello comunista sovietico (è già stato ricordato) non è storicamente immune dalla definizione di neo - imperialismo; esso opprime ogni tentativo di neosocialismo, di socialismo non burocratico, non dogmatico. Questo è scandalo per noi e stimolo a muoverci con il massimo di capacità e inventività creatrice, con il massimo di fantasia ·politica, innovatrice del modo di fare poiitica, con il massimo di aderenza alla realtà. Il discorso sulla partecipazione - per esempio - è finito spesso nell'integrazione del sistema; basta pensare che il discorso sulla partecipazione lo faceva anche sua maestà De Gaulle: così quello sul tempo libero dei lavoratori.~ finito in una razionalizzazione delle decisioni dei proprietari e imprenditori del sistema. Anche quello sull'unità sindacale, può prestarsi a manipolazioni al servizio della società consumistica e dei partiti che la modellano e la conservano. Queste osservazioni, in modo molto sofferto, le ha f t Ot al~ .o si:, i§ - . -0lese.Un suo manifesto PROPOSTE PER IL DIBATTITO E LA VERIFICA DI BASE LIVIO LABOR del maggio 1967 parla del capitai ismo organizzato, disposto a modificare tutto eccetto i rapporti di potere. "11 capitalismo organizzato, ove si riesca a realizzarlo, mira a por fine a questi conflitti, non certo modificando i rapportì reali di proprietà e di potere, ma sopprimendo le aspirazioni umane ad una vita comunitaria e all'eguaglianza tra gli uomini, in cç;1mbiodi una soddisfazione pianificata delle esigenze dei produttori e dei consumatori organizzati". (Vedi: Manifesto di maggio - La nuova sinistra laburista - De Donato Editore). Vi si può leggere un'altra osservazione ancora: "anzichè punto di partenza di un sistema sociale interamente diverso, anche il servizio sanitario può essere visto -come un'officina di riparazione degli uomini che servono all'industria, alla quale deve essere assicurata una forza I.avaro più effi_ciente e produttiva. Allo stesso modo la pubblica istruzione può diventare una catena di produzione per l'industria, sfornando - a tutti i livelli ~ i tecnici, i funzionari, gli amministratori, gli operai semplici e specializzati che le necessitano". Parlano, si noti, dei socia Iisti - laburisti inglesi che hanno fatto una drammatica esperienza. 11 nostro perciò deve oggi essere un parlare secco e duro, semplice e comprensibile, attuato nei fatti e nella sperimentazione politica, per una guida seria di lotte politiche che affrontino i punti nodali del sistema che noi combattiamo e creino soluzioni e proposte alternative. Un parlare secco e dlJro, tradotto in uno spregiudicato impegno per la crescita effettiva del potere poli_tico dei lavoratori, in Italia innanzitutto. Lo studio, la ricerca, il serio ed aperto dibattito, l'esperienza di lotte comuni devono rappresentare per noi tutti il modo più sicuro ed efficace per elaborare insieme e maturare una comune cultura politica e quindi, proprio perchè non 7

vogliamo e non possiamo dedurre nulla, una spontanea convergenza nelle scelte operative politiche: e, allo stesso modo, una solida omogeneità culturale e morale, ancorata a comuni valori umani~e politici insieme. Non nascondiamoci la nostra diversa provenienza, le nostre diverse esperienze, forse - in· partenza almeno - le misconoscenze culturali reciproche: riguardano, per alcuni, i valori socialisti, dell'umanesimo socialista, del grande moto storico mondiale animato' dal socialismo. Per altri la misconoscenza dei valori autentici dell'umanesimo cristiano. Ma il cristianesimo è una religione, . una morale, un messaggio spirituale: non un messaggio, una dottrina, un'ideologia politica! AUTONOMIE STRUTTURALI E'LIBERTA' POLITICA Forse tutti siamo oramai chiamati a scavaredentro alle parole per evitare imbrogli. Cito tre parole: sinistra, socialismo, libertà politica. Sinistra: c'è una nuova sinistra nel P.C.L, c'è una nuova sinistra di Sullo e di Curti nella DC, ma c'è anche la nuova sinistra di Dorigo. Socialismo: quale socialismo? e giustamente questo problema è stato sottolineato da Lombardi. Per esempio: i social - democratici pretendono di essere socialisti in Italia; c'è il socialismo di Cuba, c'è il socialismo scandinavo, ·quello di Tito, quello di Husak... e quello di Mao. Così per la libertà politica: sono 24 anni cha abbiamo libertà politica. Quelli che hanno 24 anni non hanno conosciuto i partigiani impiccati, la guerra civile, le lotte per la riconquista delle libertà politiche: sono 24 ~nni che abbiamo la libertà politica, ma moltissimi tra i giovani non credono nel sistema "democratico" anzi in politica non credono in niente. (Abbiamo avuto anche Avola e Battipaglia che poco hanno a che vedere con la libertà politica! ) . Dobbiamo dunque discutere se sinistra significa invenzione e lotta per strutture, metodi e cultura politica che realizzino il controllo democratico popolare dentro e fuori i cancelli delle fabbriche; se socialismo vuol dire impegno di lotta contro gli imperialismi citati, i neocolonialismi citati e contro il neo - capitalismo, . ma anche contro ogni manipolazione "breznevista" dei lavoratori; se socialismo vuol dire ancora impegno politico e culturale per una nuova società, un nuovo stato, una nuova condizione operaia, e cioè una nuova condizione umana, tutta da inventare, tutta da sperimentare, tutta da conquistare qui in Italia, nella lotta e nel sacrificio per radicali modifiche delle strutture societarie e proprietarie in una parola per modificare i rapporti di potere; se libertà politica significa società .bar 1 ticotlata co la costruzione di alcune autonomie ess 10eca 1no 1anco senziali, per affermare proprio alcune autonomie fondamentali senza di cui l'uomo, il contadino, l'operaio, l'intellettuale non sono liberi. Per esempio: l'autonomia delle forze culturali, sociali e sindacali; l'autonomia, e cioè i poteri decisionali effettivi delle comunità regionali e locali còllegate fra loro; l'autonomia del processodi formazione, di educazione dei giovani, della formazione scolastica che non può essere lasciata alla burocrazia ministeriale. (Per persuadercene, basta che pensiamo al la ben strana idea di un esame di maturità, in cui la maturità viene valutata senza parametri o criteri comuni, e tutto è in balia del giudizio della "Commissione")·. Autonomia del processodi informazione: la radio, la televisione, i mezzi di comunicazione di massa, tutti oggi in balia delle destre economiche e politiche, eccetto pochi giornali di· partito. Autonomia del processo di pianificazione, che non battezzi solamente le decisioni delle grandi imprese; come è scritto a pag.9 della prima dichiarazione del1'ACPOL, dove si invoca il riscatto della società dalla logica di piano." Questo riscatto", attuato attraverso il controllo politico del potere economico e la definizione autonoma degli obiettivi e dei meccanismi di sviluppo della società nel suo complesso, costituisce l'impegno irrinunciabile di una sinistra che voglia rompere i molteplici condizionamenti del potere economie~ e di ogni conservatorismo, proprio in virtù del suo rad_icamento tra le masse, i loro problemi le loro esi- '-genze, le loro rivendicazioni di una diversa distribuzione non solo del "benessere", inteso in senso puramente consumistico, ma del potere. Aggiungo l'autonomia della politica estera, che non vuol dire neutralismo imbelle, ma vuol dire certamente superamento dei blocchi, sicurezza europea, visione, mondiale, "planetaria" dei problemi poi itici. Queste autonomie fondano la libertà di tutti: del partito comunista e del partito democristiano, dei cattolici e dei socialisti, di tutti gli italiani, di quelli che frenano perchè hanno paura e di quel li che guardano avanti e lottano per il progresso sociale e politico. Se sinistr.a, libertà politica e socialismo possono significare qualcosa di simile a quello cui ho accennato, allora noi ritroviamo, scavando nel magma del le delusioni nostre, del le frustrazioni, del le mistificazioni, valori, idee motrici, cemento culturale omogeneo fra di noi, che potranno sostenerci nelle dure, difficili prove del nostro decollo. STRATEGIA DEL CAMBIAMENTO Per me l'attuale formula dell'ACPOL è quella di un'associazione di parcheggio" per verificare insieme - come dicevamo - la possibilità concreta di potenziare

in Italia il movimento politico popolare. Movimento, non partito tradizionale, chiuso, fondato solo sulle sue sezioni, sulla sua ideologia dogmatica, la sua clientela, il suo ritualismo e patriottismo. Movimento laico, aperto, fondato sulla realtà della società civile e sulle forze reali del cambiamento che essaesprime (vi risparmio la descrizione deUe forze reali del cambiamento che la società italiana esprime nella sinistra partitica, in quella sindacale e nel la sinistra sociale). Movimento, fondato sulla ricerca cu !turale e politica fresca, induttiva, sperimentale, in un continuo rapporto tra valori culturali e prassi sociale: per una sintesi politica dinamica tra società, movimento popolare e stato. A mio avviso il nostro "parcheggio" dovrebbe durare il massimo possibile; ma è indispensabile - tuttavia - che I'ACPOL abbia, oggi, una prospettiva politica da offrire al dibattito dei militanti, a molti che tanto attendono da noi. Essi• appartengono alla sinistra politica italiana che c9mprende una sinistra partitica, una sinistra sindacale e una sinistra sociale. Guardano a noi con interesse e sono presenti nell' ACPOL molti socialisti che hanno toccato i limiti della unificazione e della conclusa esperienza del centro sinistra e che denunciano l'occasione, in parte perduta, dal P.S. I. nel momento del la scissione socialdemocratica: denunciano altresì un certo disinteresse del partito verso l'area dei lavoratori della sinistra democratica, che non comprende ovviamente solo i sociaIisti... Sono anche compagni del P.S.1.U.P. che sentono il partito in qualche modo isolato, inutilizzato, quando non svuotato dal la contestazione, nell'ambito di una autentica strategia sociaIista. .-:,- Mo It o attendono da noi_ i lavoratori cristiani delle A.C.L.I. e del sindacato, i quali da tempo nella o.e. o nel partito socialista italiano, nella loro politica moderna e social - riformista denunciavano l'integrazione nel sistema neo capitalista, personificata anche nel comportamento di certi "leaders" nelle recenti vicende B sinda ali. G" s· 1010eca· 1no 1anco Gli innovatori della CISL e dell'U IL - infatti - hanno scoperto sì i valori dell'incompatibilità e dell'autonomia sindacale, ma anche la pesantezza del condizionamento politico - partitico sui congressisindacali. Per cui non ritengo di esaltare troppo il nostro ruolo nell'affermare che, per la realizzazione di un certo tipo di unità sindacale, autonoma, dialettica, contestativa .del sistema è importante il ruolo che I'ACPOL potrà giocare per attuare l'incontro politico di certe forze del movimento operaio con la sinistra democratica· e sociaIista. Per me, indietro (nella democrazia cristiana) non si torna, a fare cioè il dipendente di sinistra, il comodo oppositore di sua maestà; come non sono disponibile per fare. l'indipendente di sinistra nel partito· comunista italiano; nè si può pretendere il mio impegno in un defatigante lavoro di corrente nel partito soci91ista italiano. Mentre sono disponi bi le, come molti altri lavoratori, per una lunga marcia su strade però non ancora scoperte, non esistenti, anche se non possono prescindere dal l'esistente e tentare di coinvolgerlo, ·vitalizzandolo però e qualificandolo. Sono con noi e attendono molto da noi vari amici della sinistra democratica cristiana. Mi collega ad essi una comune esperienza. Riconosciamo loro il merito di tante coraggiose battaglie, in parte comuni. Riconosciamo loro una grande esperienza non solo nelle lotte operaie, ma anche in quella che io definisco la vischiosità del lavoro di composizione e ricomposizione delle correnti e del le maggioranze del partito. (Spero sia chiaro i I mio pensiero: tale prassi.non coinvolge solo l'esperienza della sinistra democratica cristiana, anche se preferisco qui parlare a nuora ... ) Personalmente ritengo che la O.C. non potrà mai non essere identificata, per motivi storici ben noti, con ia politica della Chiesa Cattolica in Italia, con le forze neo - capitaliste che la sostengono ed essa sostie~e, co~ una classe dirigente "dorotea" per l'essenza stessa della esperienza moderata. riformista, e di difesa atiti9

comunista compiuta per 24 anni. Dai nostri amici democratico - cristiani, che già in più occasioni si pronunciarono a fav_ore del I'ACPO L rischiando i fulmini del piccolo segretario, come del resto dai compagni socialisti, molti tra ·noi che erano "orfani" (e cioè senza partito, senza un movimento politico che corrispondesse ai nostri ideali; al le nostre . convinzioni, ai ·nostri interessi) attendono consigli, illuminazioni, partecipazione di esperienze, ma anche scelte, almeno in prospettiva, inequivocabili che facilino il decollo dell' ACPOL. Per un decollo è indispensabile un minimo di prospettive, di visibilità di rotta: occorre una strategia politica comune. Può essere rinviata al rischio quotidiano la scelte tattica, non qoella di una prospettiva comune, non il discorso politico di fondo. 11che a mi o avviso significa che, se può essere oggi rinviata ogni drammaticità di scelta definitiva per i militanti nei partiti, non possiamo trovarci sprovveduti, con delle non scelte, di fronte alla congiuntura politica (ahimè facilme!nte ipotizzabile) ivi compresi i rischi di evèntuali elezioni politiche anticipate. Sono anche con noi e attendono molto da noi, giovani dirigenti del movimen·to studentesco, professori, professionisti e intellettuali. La loro presenza in particolare è il segno della nostra credibilità. • Spesso, essi sono partiti da arricchenti, ma non sempre positive esperienze di gruppi spontanei, che nella sola spontaneità identificano ogni possibilità di novità, di libertà e di efficienza. La contestazione giovanile e intellettuale non è fenomeno a voi ignoto nè da voi incompreso: grande è la responsabilità dell'ACPOL per sollecitare e facilitare forme di autocoordinamento di queste forze, per offrire un punto, una sede, un interlocutore politico valido. Scriveva recentemente Orfei su "Sette Giorni" che tutte le accuse moss~ dalla contestazione possono ridursi a8 una formula semplice e radicale, che finisce per mettere in crisi il sistema: "non sapete governare, vi manca la chiarezza di idee, la forza, la fantasia, il coraggio, la serietà, i I disinteresse per governare, al di fuori delle vostre paure e degli interessi mediocri e corposi che vi guidano". Temo che, se questi giovani non troveranno ·interlocutori politici, essi finiranno per "rassegnarsi". D'altra , parte tutto il paeseè a mio avviso a questo punto: o rassegnarsi alla repubblica conciliare, alla social democrazia, al neo - capitalismo o ritrovare "speranze, iniziative, coraggio politico" e aprirsi un varco con il cuneo di una forte, nuova, lucida sinistra democratica e socialista. Recentemente al comitato centrale del P.C.I. lngrao :rnOlioeca ino Bianco affermava che "fuori dalle A.C.L.I., dichiarandosi autonoma rispetto alle stesse,ha cominciato a lavorare I' ACPOL, con l'ambizione di impegnare in una ricerca comune - di cui non sono ancora chiari i caratteri e le prospettive - forze del la sinistra cattolica, componenti socia I isti, gruppi del dissenso". Un carattere e una prospettiva - che per noi è molto chiara - nell' ACPOL, possiamo esprimere con le parole stesse pronunciate in quel la occasione da Ingrao: "Occorre sperimentare insieme le analisi del la realtà, le risposte di lotta, le sintesi generali, avendo il coraggio di mettere in discussione nella verifica comune della lotta e dei fatti, tutti quanti, le reciproche posizioni, imparando gli uni dagli altri". Noi non possiamo non condividere queste esigenze, anche perchè ogni giorno constatiamo che ·quel che divide le massepopolari italiane non sono più oggi gli obiettivi che si propongono, ma semmai le modalità e gli strumenti concreti per· realizzarli, che risentono dei presupposti e talvolta dei valori diversi, di cui sono espressione le componenti comuniste, socialiste e cattoliche. In questa luce, noi dobbiamo confessare a noi stessi che non sappiamo come la variabile politica delle nostre opzioni potrà influire e modificare le scelte dei partiti socialisti e del lo stesso partito comunista italiano. Quel che sappiamo è che noi siamo in condizione di dialogare, perchè noi siamo credibili, perchè noi siamo __im_pegnati con tutto in nostro esseree il nostro rischio nella lotta antimperialista e anticapitalista. OPZIONI POLITICHE PER L'ACPOL Nel manifesto della nuova sinistra inglese c'è una frase amara: "Tutto è ora provvisorio, senzaavvenire, senza scopi, mentre la vita sociale viene degradata ad una tecnica transitoria." Credo che ciò non valga solo per l'Inghilterra: ma dob- -biamo ben smettere di piangere sulla società civile e le sue deficienze ed aprire invece noi ·"nella!',. "dalla" società civile un movimento popolare che ne esprima valori e coscienza poi itica. A mio avviso, l'opzione. cui siamo chiamati è fra tre vie non contraddittorie fra loro. Necessariamente dobbiamo scegliere: se no, ci travolgeranno i "fatti", le decisioni altrui. 1) Prima scelta: I'ACPOL potrebbe restare una mera associazione di cultura, compiere una _azionefabiana, preoccuparsi solo di descrivere didatticamente un nuovo modo di fare politica. Per esempio: con mobilitazione permanente sui problemi concreti, a livello comprensoriale, iniziative di

natura latamente politica a livello della società civile, associazioni di genitori che dialoghino con gli insegnanti, eventualmente problemi territoriali, e apporto culturale - politico ai problemi dell'unità sindacale. "Bisogna evitare, e questo è il rischio maggiore, di entrare nella lotta politica troppo presto o con una etichetta politica particolare, i I che non esclude - scrisse su "Sette Giorni" Battistacci - che al livello sperimentale, dove ie situazioni locali lo consiglino, possano anche assumersi, con etichette diverse, posizioni politiche su diversi problemi, e anche iniziative più strettamente politiche al livello locale." Fontana parlerà del nostro modo di fare politica: proposte che riguardano la nostra attività di gruppo extra parlamenta~e, extra partitico, extra potere. Questa è una concezione, che (se si fermasse qui), secondo qualcuno potrebbe finire rimorchiata, apparirebbe rinunciataria. Certo è che noi abbiamo passato drammatiche giornate quando, alla fine di luglio, sembrava che ad ottobre o novembre si andassealle elezioni anticipate. Un'associazione intesa come sopra, in quel momento, o tacendo non sarebbe decollata mai, o doveva scegliere: ma per scegliere bisogna avere un minimo di strategia comune, bisogna volersi confrontare con i fatti. E' scritto nella dichiarazione dell' ACPOL che è indispensabile trovare un canale di comunicazione e di dialogo per la elaborazione di un discorso, di una strategia comuni e che dobbiamo quindi "operare· per il superamento delle logiche esclusive di potenza dei singoli partiti. L' ACPOL intende stabilire anche un confronto all'interno del la sinistra italiana, aIlo scopo di verificare attraverso il dibattito, le reali possibilità di convergenza e chiarire i motivi di dissenso." 2) IVla la prima concezione cui ho accennato non sot-: tolinea questo aspetto della nostra possibilità di intervento; c'è quindi una seconda ipotesi che io offro al dibattito, che I'ACPO L possa diventare una cerniera per allargare l'area della sinistra democratica e socialista. Del resto anche questo era nelle nostre ambizioni; questa prospettiva politica (dicevamo) "deve fondarsi sul coerente impegno autocritico, ~el riconoscimento di una effettiva alternativa che può essere promossa solo superando le posizioni tradizionali, nessuna delle quali è oggi in grado di costituire il polo di attrazione privilegiato. Ciò può avvenire non attraverso meccaniche composizioni federative, che sostanzialmente lascino ogni componente identica a se stessa, ma solo mediante un profondo processo di rinnovamento ch"t attraversi ogni componente, determinando trasformazioni e non giustapposizioni." Un progetto che allarghi dunque l'area della sinistra· socialista e rompa con il riformismo democratico cristiano. -Quando è nato a Milano il centro di iniziativa politica, che aderisce a questo nostro sforzo, si è infatB101l otecaGino Bianco ti affermato che i I centro INPOL voleva "verificare la possibilità per componenti diverse della sinistra italiana di arrivare ad una comune prospettiva di radicale trasformazione del l'attuale sistema sociale". Un progetto di uno schieramento che dialoghi e si confronti dialetticamente ed autorevolmente anche con il partito comunista italiano. Che offra finalmente al paese, con altri, un'alternativa di sinistra democratica, l'opportunità di una strada di democrazia socialista libera da sospetti, da ipoteche, da remore elettoralistiche che, a mio avviso, frenano anche il partito comunista. Esistono le condizioni politiche per fare questo? per tentare questo? perchè l'ACPOL elabori un progetto che esplicitamente cerchi di coinvolgere il P.S.I. e lo P.S.1.U.P.? Nell'intervista sull"'Opinione" dicevo che la scissione socialdemocratica è stata una grande occasione, non colta, perchè occorre sempre di più aprirsi a tutte le forze di sinistra laica e cattolica, abbandonando vecchie remore, abbandonando vecchi pregiudizi che hanno fatto i I loro tempo. In questa luce mi preoccupa l'intervista recente di De Martino, del la qua le dobbiamo dare una valutazione approfondita e franca, dove egli sembra rassegnarsi alla mancanza in Italia di una alternativa di sinistra, e asserisceche si possono fare le riforme con la D.C., con questa D.C. So che\ mi viene attribuita_ una immediata disponibilità per una mia iscrizione al P.S. I.: colgo l'occasione per smentirlo, perchè il mio problema politico non è compreso e risolto (e questo vale forse per molti di noi) nella attuale realtà del partito socialista italiano, anche se non ci dispiacerebbe affatto averlo come compagno di lotta comune, nell'ottica però di movimento e non di schieramento in cui cerchiamo di operare. · Non sfuggirà speri_amo, in questa ipotesi un progetto d'incontro con P.S.IU.P. e partito socia Iista ital iano (se questa fosse una alternativa di sinistra pensabile), non sfuggirà - speriamo - anche l'ipotesi che su questa via sarebbe possibile. un allargamento di apporto elettorale con nuove forze, finora non impegnate nell'area socia-- Iista. Scusate se sono molto franco: speriamo che nessuno rifiuti l'ipotesi solo nel timore di un irruzione anche di una nuova classe dirigente, di nuovi militanti nell'area socialista, intensi e fieri come tutti i neofiti. L'accettazione di questo progetto da parte dei due partiti socialisti non potrebbe non preoccupare, almeno inizialmente, il partito comunista italiano, nella sua linea ufficiale, anche perchè difficilmente esenterebbe tutti noi (dobbiamo esserne coscienti) da opzioni contingenti, immediate anche per le elezioni amministrative e regionali. Solo dopo la eventuale realizzazione di un simile pro11

getto dopo il decollo di questo tipo di schieramento, si · porrebbe per I'ACPOL - dobbiamo ess~rne coscienti - l'urgenza di scelte precise su cui sarebbe utile soffermarci subito: restare in vita, come io ritengo opportuno, quale associazione laica del la società civile, con fini di sperimentazione, di mobilitazione culturale politica, convinti che la politica non si fa solo nei partiti e urgano dialogo e confronto dialettico senza compromessi? Hestare in vita, in posizione di coscienza critica ed autonoma della società nei riguardi anche del nuovo ipotetico schieramento politico, o sacriificare la nostra esistenza, passando dall'area di parcheggio al cim1tero, mentre i giovani imprenditori progettano i club 2000, per att~are una politica dell'organizzazione del consenso popolare é per allargare le basi del potere capitalista e non certo per modificare sostanzialmente le strutture del potere?. I club 2000 parlano infatti "di rifare il mondo" ed hanno le seguenti parole d'ordine per rifare il mondo. Una è questa: "mentre si può benissimo trovarsi assime con tessere di verse e persi no opposte senz~ per questo esserne traumatizzati; per quanto riguarda i partiti laddove si possono usare si usano, laddove non si possono usare si tenta di farne a meno." Vediamo per quali scopi essi vanno usati: essi sono molto ben precisati in quello che dice un autorevolissimo membro di questo progetto dei Club 2.000, espressione seria, piena di idee tecnocraticamente perfette, il summit della modernizzazione, il summit di uno sforzo intelligente del neocapitalismo per la integrazione dei sindacati e delle forze socialiste. Si tratta "di un meccanismo che si muove per circuiti interni, non esterni. E' come il sistema nervoso che nel corpo umano è quello che meno ha bisogno di energie meccaniche, .sono i musco Ii che fanno forza". Così bisogna usare come muscoli le persone alle quali ci si rivolge e parlano di assessori, parlano di sindacati, ecc., e come sistema nervoso i Club 2.000. Però, attenzione, i Club, comandati dal sistema .nervoso, vengonq_amplificati dai "servomeccanismi del potere esistenti: partiti, istituzioni ecc.". 3) A mio avviso, anche una terza ipotesi va fatta: va ..fatta perchè abbiamo bisogno di una prospettiva, di una linea di tendenza che ci accomuni. Va fatta questa ipotesi nella eventualità di un rifiuto della seconda da me esposta: ed è quella di camminare lentamente nella società italiana, saltando ogni impegno diretto nelle elezioni del '70, compiendo il nostro lavoro politico nella prospettiva di un nuovo movimento politico popolare, autonomo. .Se "un" La Malfa puo condizionare tanto con sette deputati, io sono convinto che - independentemente dai totovoti che ci sono stati attribuiti - un movimen- ·-W go itico s" att9' orte erchè nuovo, forte perchè u IO eca lnu la CO serio, forte perchè Iucido nel la strategia del cambiamento, perchè legato alle lotte reali delle forze del cambiamento e rigoroso, potrebbe non essere uno spregevole compagno di viaggio anche per altre forz~ del l'area socialista. Anche questa terza ipotesi - a mio avviso - non è una ipotesi da disperati: anche così noi potremmo dare un apporto per far saltare il disegno della destra economica e del la destra socia I - democratica e per vitalizzare e qualificare l'area della sinistra italiana. In definitiva il disegno del la destra economica e di (lUella social - democratica regge finchè un'alternativ9 di sinistra socialista non c'è. State sicuri che non resteremmo soli: molti aclisti, militanti dei sindacati, giovani, studenti e operai, intel lettual i sono "orfani", cioè non iscritti e nòn iscrivi bi Ii a nessun partito esistente. A mio avviso non saremo inutili, anche se non volessimo correre l'alea di un ruolo puramente elettorale. Pensate infatti cosa, sul piano culturale - politico, hanno significato i convegni aclisti di Vallombrosa, anche se dietro c'è una forza che non pretende certo di essere decisiva nel la storia poi itica de·I paese. Ripensiamo anche alle nostre esperienze politiche ed ascoltia- ' l l l {

mo l'eco di un'esperienza drammatica compiuta dai compagni socialisti inglesi, in una società di capitalismo avanzato. Essi oggi invocano una sola cosa: un movimento, un movimento politico socialista nuovo. Sottolineano il mancato legame delle diverse campagne di tutte- le tattiche che non fossero ufficiali, o che apparivano anticostituzionali, ma soprattutto sottolineano che è mancata una qualche istituzione permanente in grado di eprimere le opinioni e sostenere l'attività della sinistra. "Sempre in questa chiave, il nostro obiettivo più imCONCLUSIONI In tutte e tre le ipotesi, credo che dobbiamo proporci di allargare, qualificare, rendere agibile politicamente l'area della sinistra democratica e socialista per una reale e nuova strategia del cambiamento. Oggi essa è bloccata dal la paura del partito comunista italiano, bloccata dal ricatto social - democratico, bloccata dalle manipolazioni della stampa, della RAI, dal finanziamento di partiti e correnti da parte della destra imprenditoriale. Lo sviluppo di una politica popolare esige una politica di sinistra liberata però da qualsiasi egemonia comu_nista e· da qualsiasi complesso nei riguardi di questa reale forza popolare. Ciò non significa escludere dipattito e confronto dialettico con il P.C.I., ma segnala solo l'assoluta urgenza, anche per la sopravvivenza del la democrazia, di mettere in moto la realtà sociale e politica del paese, che è garante di se stessa, perchè coincide con i I funzionamento delle succitate autonomie, fondamentali per la costruzione di un socialismo secondo model li di sviluppo non realizzati ancora in altri paesi. Ci troviamo dunque dinnanzi a tre ipotesi quella di ·assolvere ad una pura funzione di cultura politica: quella di camminare su una linea di schieramento per la elaborazione di urt progetto comune di ristrutturazione delle sinistre (PSI e PSIUP) elaborando con loro - come gruppo ""'.u""n"a strategia politica comune. Ma c'è arfche una terza ipotesi, quella di elaborare le linee di un movimento politico popolare nuovo, (direi progressista, ma se non vi piace cambiate), che abbia contenuti, metodi, forze reali che lo individuino e lo qualifichino. In tutti e tre i casi, noi non saremmo inutili se, oltre al tentativo di creare un serio interlocutore politico, 81.bh_otecGaino Bianco portante - essi dicono - deve esserequindi la conclusione di un nuovo tipo di movimento, teso verso I'opposizione al nuovo sistema politico e conscio dell'impossibi Iità di sconfiggerlo con la sola azione elettorale. Dobbiamo perciò smettere di subordinare ogni questione ed ogni strategia ai calcoli ed alle organizzazioni elettorali". Una delle parole più lucide e sintetiche di questa loro esperienza è la seguente: "il governo democraticamente eletto (quello laburista) poteva dirigere tutto, ma non i I capitale". aperto al le forze del cambiamento, non cercheremo mai di sostituirci ad esseed alle molteplici energie ed espressioni culturali e sociali che la nuova società italiana continua ad esprimere. Non saremo inutili seopereremo in gruppo e non con testimonianze '('indipendenti" e scoordinate; non saremo ir1utili se qualificheremo il nostro discorso politico con novità di metodo e non solo di obiettivi o di programmi o di "riforme di strutture". Constatavamo infatti questa mattina che alcune riforme di strutture, molte care a tutti i socialisti nel mondo, si sono pur realizzate in Cina, si sono pur realizzate in Russia! Non si può con questo ritenere che gli obiettivi che il socialismo si propone siano stati raggiunti... · Saremo utili se tra noi stabiliremo un clima di fraterna lealtà, coscienti del responsabile ruolo che le nostre opzioni affideranno ali' ACPOL, al servizio della classe lavoratrice e della sinistra italiana. Qualcuno già obietta che ci siamo riuniti, ed abbiamo fatto un comitato promotore, e diffuso la dichiarazione in Italia, e ci siamo anche autoconvocati a Grottaferrata, così peccando di inguaripile "verticismo". Sono accuse che ci vengono da chi romanticamente si è inutilizzato nel Paese, senza riuscire ad organizzare- il consenso intorno alle sue anche serie proposte. Diciamo a tutti e subito che qui non siamo convenuti per prendere decisioni di vertice, ma per confrontarci inizialmente su alcune ipotesi di · 1avoro, che vogliamo verificare alla base, proprio per non rinunciare al doveroso servizio di provocazione del dibattito, della ricerca, della elaborazione di una strategia politica comune tra tutte le forz~ del cambiamento. 13

SINTEDSIELDIBATTITO 81 liotecaGino Bianco Siamo in grado unicamente di stendere una breve sintesi del dibattito, la cui registrazione per motivi tecnici non è riuscita. Alle relazioni di Lombardi e di Labor è seguito un ampio dibattito. La maggior parte degli intervenuti erano orientati nel l'affermare che I'A.C.PO L non può. essere una pura Associazione di parcheggio e non può·. fermarsi al la sola azione culturale, ma deve adoperarsi per _un nuovo modo di sperimentazione, di mobilitazione, di cambiamento. Alcuni si sono detti favorevoli ad intraprendere delle sperimentazioni elettorali 1-ocali nuove, scegliendo quelle città dove un'azione del genere sia possibile ed intervenendo a favore di un nuovo tipo di unità sociale che si formi spontaneamente dal basso, che sia cioè veramente partecipata da tutti. Altri oratori hanno sottolineato la necessità di individuare le forze reali del cambiamento e di ricercare una sintesi politica dinamica e nuova, sottolineando in particolare il rapporto esistente tra l'unità sindacale e l'incontro del Movimento Operaio con tutta la sinistra politica. Si è presa coscienza. che esistono le sinistre sindacali, sociali, partitiche che insieme costituiscono la "sinistra politica", la quale necessita di una strategia politica comune, un comune discorso politico di fondo, mentre solo le tattiche (e le scelte drammatiche) possono variare e rinviarsi. Qualcuno ha osservato die la contestazione giovani le attende da noi una sollecitazione per il suo autocoordinamento e un interlocutore politico che interpreti i problemi politici e aiuti l'espressione di una nuova crassedirigente politica.

CARATTERISTICHE DELL'ACPOL Secondo alcuni l'A.e.POL dovrebbe avere tre caratteristiche: 1) promuovere azione di base; 2) culturale - cioè presa di coscienza del significato e delle prospettive politiche di qualsiasi lotta sociale - ; 3) extraparti- 'tica ed extraparlamentare: quindi extrapotere, allo scopo di operare una ristrutturazione delle sinistre, coinvolgendo anche la sinistra della o.e. e il P.e.1. Sempre I'A.e;PO L nel la azione dovrebbe verificare ogni ipostesi alla base in modo da organizzare un processo di vitalizzazione e qualificazione dell'area della sinistra. Altri hannno auspicato un processo di trasformazione strutturale· della società e un superamento del sistema neo - capitalista in una prospettiva democratica e socialista ed hanno sottolineato la necessità di impegnarsi in nuove lotte sempre in una prospettiva dialogica di tutte le forze della sinistra, coinvolgendo le "masse" del P.e. I., cioè tutta la classe operaia, non il partito in quanto tale. PROSPETTIVA DI MOVIMENTO In questo contesto altri intervenuti hanno affermato che il ruolo dell'A.e.POL deve esserequello di un movimento unitario - cattolici e marxisti - di dialogo, autonomo verso i partiti, capace di· recepire le spinte sociali di base. Per evitare ogni velleitarismo sembra però• necessaria la massima concretezza storico - politica, senza strategia rigida. Per molti occorre una prospettiva di movimento, non di schieramento, e a questo proposito negli interventi sulle tre ipotesi formulate da Labor nella sua relazione si è detto che essenon si escludono a vicenda, sono anzi elemento di stimolo. E' stato posto l'accento sulla.successività, sulla scalarità, sulla consequenzialità storica delle tre ipotesi, definite anche come tre tappe o tre stadi di un unico processo. Da alcuni è stata sottolineata la necessitàdi non cedere subito a tentazioni elettoralistiche se non appoggiando iniziative locali di base. Altri oratori hanno definito I'A.e.POL una forza di cambiamento che individua le linee di tendenza e le verifica alla base, che non chiude le scelte di schieramento ma stimola la base anche dei partiti, in modo di individuare nuove modalità di azione politica per.interpretare la nuova domanda pol-itica. Altri hanno dèfinito l'Associazione come una forza di contestazione o selezione, di contraddizione o provocazione .nella sinistra italiana, senza complessi di terzaformismo individuato nella volontà di coinvolgere il P.e.l. nèl'tibattito "solo in un secondo tempo". FORZA DI COAGULO Altri hanno visto nell' A.e.POL una nuova forza di coaugulo'O aggregazione del le sinistre e dei partiti con B1blloteca Gino Bianco la società. Il nuovo modo di far politica è stato definito volta a volta come partecipazione, col legamento con -ole forze sociali, con le masse politicamente coscienti, o come socialismo attuato per un cambiamento radicale. In questa ottica l'autocoordinamento del le forze del cambiamento va aiutato con una strategia che prescinda da quella delle sinistre; a questo proposito è stata anche sottolineata la necessità di non istituzionalizzare l'Associazione (cogliamo qui l'occasione per informare che I' A.C.POL è un'associazione informale e non ha, contrariamente a quanto è apparso sugli organi di informazione, alcun presidente). Alcuni hanno auspicato un lavoro culturale di formazione politica dei lavoratori, per una presa di coscienza della loro alienazione, e per l'elaborazione e la verifica di base di un concreto modello di sviluppo del paese. Questo obiettivo va raggiunto organizzando il lavoro cultura1e e politico con tute le forze deUa sinistra. Per alcuni va evitato che I'A.e.PO L rappresenti un hobby in seconda battuta, un'associazione puritana e moralistica, preoccupata di evitare ogni contaminazione del potere, quando invece ogni sperimentazio11.~ sociale pretende quel la poi itica. Molti si sono dichiara·- ti contro ogni federazionismo: per tutti la credibilità si conquista solo con l'azione politica coerente. \ MOMENTO DI SINTESI Non si è più "orfani" - è stato detto - se si fa una precisa scelta di campo; I'A.e.POL deve offrire una strategià -alternativa· e una organizzazione politica al Movimento.Studentesco e al Movimento Operaio, deve stimolare anche il P.e.1. ad operare in modo creativo; deve però porsi come momento di sintesi della sinistra non come concorrente. Essa deve operare al livello comprensoriale, cioè là dove i problemi politici esistono realmente, fuori dai clientelismi locali; deve insom- · ma creare un processo unitario popolare. con modelli nuovi di comportamento, di mobilitazione e di partecipazione politica. Infine qualcuno ha affermato che contro il neocentrismo della o.e. ·occorre la disponibilità a tutte e tre le ipotesi avanzate per poter efficacemente tallonare in rapporto dialettico le sinistre sui problemi congiunturali e per un nuovo rapport<? con il P.e.t. stesso. L' A.e.POL deve di"ventare la sede di enucleazione di una nuova volontà politica rivoluzionaria di massa. Tutti comunque hanno espl_icitato l'urgenza di verificare correttamente alla e dalla base ogni affermazione fatta - da chiunque - in que$tO primo incontro di Grottaferrata, senza ovviamente che esso implichi alcuna opzione decisionale. L' AePOL affermerà così un nuovo modo di far politica, innanzitutto nel la coerenza del metodo. 15

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==