Acpol notizie - Anno I - n. 1 - Ottobre 1969

ficativi: i valori della occupazione e del reddito, lo sviluppo urbano negli aspetti di congestione metropolitana, di spopolamento della campagna, le distorsioni del la politica formativa, le distorsioni del l'informazione. Un impegno elaborato su questi parametri può essere utilizzato da un lato per l'impegno politico locale, dall'altro per denunciare l'operato e le lacune degli apparati politici, burocrazie di partito e rappresentanze locali. 3) Una motivazione, infine, di logica organizzativa e "comprensoriale": il comitato promotore regionale si situa ad un Iivel lo sufficientemente inserito nel la realtà locale per farsi carico di sintesi politiche radicate nelle esigenze di quella realtà; ma sufficientemente distaccato per non correre il rischio di prevaricare sulle uiteriori articolazioni organizzative del la associazione. Nelle sue ulteriori articolazioni l'associazione potrà essere organizzata, sempre nel modo meno formale possibile, secondo le seguenti linee di sviluppo: a) fare innanzitutto riferimento a realtà associativegià esistéoti, non solo tra quel le facenti capo ad organizzazioni nazionali di lavoratori, di giovani, di intellettuali, ma anche fra le associazioni spontanee che direttamente o indirettamente esprimono interessi politici, si tratta, in altri termini, di fare emergere la v~le~za politica presente in ogni forma di as~ociaz1ornsmo; b) oltre alla adesione di associazioni e gruppi già organizzati, dei quali va ovviamente rispettata l'autonoma personalità, è opportuno suscitare nuclei esplicitamente facenti capo all'ACPOL. La preoccupazione in questa direzione non dovrà essere volta· tanto alla copertura di tutto il territorio interessato, quanto alla valorizzazione di realtà emergenti e particolarmente significative, in ragione della disponibilità di quadri, del la rilevanza di problemi, ecc. c) In pr~tica si tratterebbe di operare così: costituire comitati 'promotori a livello regionale ai quali affidare il compitò sia di accogliere le adesioni di cui al punto a), sia di suscitare centri di iniziative, di studio e di elaborazione aperti. d) Di fronte alle richieste di iniziative di b 9se - richiesta di informazioni, di conferenze, di documentazione, di col legamenti, di contributi di vario tipo - i comitati promotori regionali è bene applichino la regola delle decisioni collégiali: questo per evitare una dimensione oggettivamente federativa del l'Associazione stessa. ....... (omissis) ....... La parte niancante della comunicazione è stata stralciata e pubblicata in con- ~ti Of {e3'li t5111S~r~Pl'l1lf erative. LE INIZIATIVE A LIVELLO NAZIONALE · Le caratteristiche del la nascita del I'ACPO L fanno tuttavia ritenere che sarà determinante per definire una strategia di sintesi anche la capacità di presenza cultu-· raie e politica che l'Associazione riuscirà ad esprimere, nel più breve tempo possibile, a livello nazionale. In tal senso sembra opportuno programmare alcune iniziative: a) Un convegno su "Contestazione sociale e movimento operaio", che affronti il problema delle lotte contrattuali di autunno sullo sfondo della congiuntura economica e del la problematica del potere operaio. b) Un convegno sulle autonomie istituzionali e sul funzionamento delle istituzioni: si tratta di affrontare tempestivamente sia la questione delle regioni, sia la questione del funzionamento del Parlamento, soprattutto sotto il profilo delle procedure di pianificazione, per le implicanze politiche connesse. e) Gruppi di studio, ovviamente non tutti romani per la elabòrazione di proposte politiche sui problemi della scuola, dei mezzi di comunicazione di massa, sul la politica estera, ed in particolare sulla unità e sulla sicurezza europea, sulla politica economica e sulla pianificazione, sul l'urbanistica, su11e' di Iizia popolare, la sicurezza sociale, il servizio sanitario nazionale, il sistema tributario, la finanza locale e la autonomia regionale, i codici, il processo di lavoro, la politica agraria e gli Enti di sviluppo, i I problema meridionale, l'impresa e la .condizione operaia (nell'ottica del processo di unità si'ndacale) ecc. ecc. Non si tratta tanto di far funzionare delle commissioni o di trarre soltanto serie, scientifiche conclusioni operative, quanto di elaborare proposte che facciano del1' A.C.POL. un centro di iniziativa "politica" capace di mobilitare - sperimentandole - molteplici iniziative di autogoverno, di partecipazione, di contestazione creativa e perciò di autocoordinamento del le forze del cambiamento, Mi rendo conto del carattere metodologico di tutte queste indicazioni, ma questo limite è nelle scelte comuni. L'organizzazione deve seguire alla funzione, anzi deve inseguirla se vogliamo rispettare il carattere aperto e di movimento da cui I'ACPOL vuole essere contraddistinta. Ciò che manca sarà inventato camminando, nori schematizzato in un programma. Iniziative e strumenti subiscono una obsolescenza politica più rapida di quel la dei macchi nari nel le strutture produttive. Se noi, operatori politici sapremo inventare con un ritmo più rapido di quanto non facciano .i tecni_ci dell'industria, se sapremo rinunciare a servire l'organizzazione e faremo invece dell'organizzazione solo il punto di appoggio del la nostra strategia flessibile, aperta, allora la politica avrà recuperato almeno una parte del ritardo che sempre dimostra nei confronti del potere economico-.

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