Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

• 46 ci chiudeva nella propria cerchia , immediatamente questo moto era susseguito da un intervento str aniero, anzi l'intervento straniero era la condizione. normale dell'Italia, poichè le truppe dell'Austria si estendevano sino ad Ancona. Fu il Piemonte, o signori , fu il Governo subalpino, fu quella politica, la quale s'intitolò dal nome glorioso de! conte di Cavour , che senì d'intermediario tra il movimento nazionale italiano e l'Europa ; ei l'afferrò con braccio possente e la pose nelle condizioni normali, nelle condizioni pratiche della politica europea. (Segni cl;i approvazione) Voi tutti avete riconosciuto, o signo·ri, quali grandi vantaggi ne abbia ritratto l'Italia. Noi siamo entrati mercè questa vigorosa iniziativa in questo mondo delle combinazioni pratiche, degl'interessi pratici della politica europea che era stato precluso fino allora all'Italia, ed in cui la .rivoluzione non poteva penetrare che trasformandosi in un Governo ordinato. Ma, signori, questi vantaggi furono anche un freno per·il movimento nazionale it::).liano , poièhè, entrando appunto nelle condizioni pratiche della politica europea, noi dovevamo imparare a tenerne conto, dovevamo imparare a giudicarlo colla scorta della ragione, dovevamo imparare con qual modo potessimo acquistare le simpatie generali, non presentandoci come una permanente minaccia, ma piuttosto come elemento di un migliore equilibrio ; dovevamo infine t ener conto delle ciréostanze e dell'opportunità ed armonizzarci con esse. Questa, ? signori, fu la politica che il Piemonte fece

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