Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

41 (L'oratore si riposa- Succede una pausa di dieci minuti, durante la quale molti deputati vanno a congratularsi coll'oratore.) Signori, passando in rivista le questioni che occuparono la politica europea in questo periodo, io ho cercato di dimostrare come la .questione polacca e la questione danese non potevano offrire un largo campo allo sviluppo della politica italiana; ho cercato ·provarvì come della proposta del Congresso noi ci siamo prevalsi per mantener vive le questioni di Roma e di Venezia nelle preoccupazioni dei Governi europei; come infine, nella quistione dei Principati abbiamo te- ' nuto una condotta conforme ai nostri principii ed all'indirizzo generai~ della politica italiana. ll corso degli avvenimenti, o signori, e le condizioni generali della politica europea non ci hanno consentito di far progredire con alcun risultato materiale . la nostra grande questione nazionale. Se voi volgete lo sguardo al periodo ora trascorso, voi vedrete che questo periodo non fu nè abbastanza calmo perchè gli animi senza la prospettiva delle esterne complicazioni si volgessero di preferenza alle cure dell'interno ordinamento, nè agitato da quegli eventi decisivi che pure, attraverso i pericoli, possono spingere la nave nel porto. Nel periodo ora trascorso l'Europa si mostrò del 'pari ripugnante alla guerra ed incapace di riposarsi in una stabile pace. Le previdenze pacifiche della diplomazia non riuscirono ad impedire che le quistioni sorgessero, che gli avvenimenti scoppiassero , come di poi non riuscì, almeno fino ad ora, a trovare alcuna efficace soluzione ai molti e gravi problemi attuali.

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