Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

• 39 . , n sequestro posto in seguito dal principe Couza su questi beni, le çomplicazioni diplomatiche che ne seguirono non;poterono mutare la _nostra opinione, perchè se l'atto compiuto dal principe Couza non è conforme alle stipulazioni espresse in quell'atto diplomatico che diede esistenza politica ai Principati, pure nell'opinione del Governo italiano quest'atto aveva creato dei fatti compiuti su cui non si poteva ritornare senza pericolo di gravi complicazioni. Durante le negoziazioni e lo scambio di vedute, di documenti e di note relative a questa faccenda, la Francia aveva pure ammesso e sostenuto al pari di noi il /principio della secolarizzazione dei beni. L'Inghilterra d~pprima si era sopratutto mostrata studiosa della esatta applicazione dei trattati; ma dalle ultime comunicazioni scambiate con quel Governo risulta che e~sa pure ha accettato oramai il principio della secolarizzazione dei beni. Adunque nelle conferenze che si sono aperte a Costantinopoli io ho piena tiG.ucia che la Francia, l'Inghilterra e l'Italia sosterranno di concerto il principio della secolarizzazione dei beni, solo .modo d'ottenere una t;oluzione onorevole e soddisfacente. L'onorevole deputato Macchi mi h~ ieri domandato alcuni schiarimenti sugli affari di Tunisi. Io non narrerò all'onorevole deputato Macchi i fatti che succedono in Tunisi e lo sviluppo che vi prende l'insurrezione, poichè queste cose sono rese note dai giornali. Appena ci giunse l'avviso che dei torbidi erano scoppiati nella Reggenza e che questi torbidi potevano '

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