Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

38 I termini scorsero, gli arbitri non si poterono radunare (ed era ben naturale, trattandosi d'interessi diametralmente opposti) ed il.principe Conza, spinto dall 'opinione pubblica, pose il sequestro sulle amministrazioni di questi conventi. . . La Russia, i luoghi pii e le amminjstrazioni dei conventi decaduti, protestarono: l'Inghilterra e là Sublime Porta domandarono che, poichè i termini dell' arbitrato erano scorsi, si desse esecuzione, secondo la l 'espressa stipulazione del protocollo numero 13 delle conferenze di Parigi, alla nomina dell'arbitro supremo. Il Governo italiano, dovendo come potenza segnataria degli atti relativi ai Principati Danubiani esprimete la sua opinione, dichiarò che egli non poteva disconoscere che questa questione non fosse di quelle.che non appartengono esclusivamente alla sovranità interna dello Stato, poichè essa era stata definita in un atto internazionale, ma che nello stesso tempo non poteva ammettere che una situazione di cose così perniciosa, così dann<?._sa allo sviluppo economico dei Principati, e quindi anche alla loro tranquillità politica potesse durare senza avere una soluzione ; che in ogni modo il Governo italiano non poteva disconoscere altrove quei principii che in fatto ·di manimorte applicava in casa sua come Governo liberale ; che esso credeva adunque che in questa vertenza non si potesse giungere ad una soluzione soddisfacente, se non ammettendo innanzi tutto per parte delle potenze garanti il principio della secolarizzazione di questi beni; che questo principio una volta ammesso, si sarebbe poi potuto giungere in un modo o nell'altro ad una novella transazione fra i diversi interessi che si contendevano. ,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==