Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

33 r ale Garibaldi, nè a cosa che con questo viaggio potesse avere attinenza; io ùichiaro che non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, nè ufficiosa relativamente al cardinale Morichini; e quanto all 'ultima voce a cui accennò l'onorevole La Porta, dichiaro che essa non ha neppure quel vago e lontano pretesto che talvolta dà vita ad una notizia anche falsa ed inesatta. ' L'onorevole La Porta ha domandato quale fu la nostra condotta nella vertenza danese. Quando la questione danese chcl campo degl'intermin'abili negoziati passò nel t erreno dei fatti e si' addivenne alla esecuzione federale dapprima, poi alla guerra coll'Austria e colla Prussia, :noi, o·signori , rion avevamo che una condotta a tenere in questa vertenza, dovevamo esaminare, attendere gli. avvenimenti, indagare quali fossero le reali disposizioni · delle potenze europee, quali complicazioni da queste reali disposizioni po'tessera sorgere. Nessu.no certo ha mai immaginato che l'Italia. pot esse prender parte nel conflitto, oppure che la q uestione danese, nei suoi termini attuali, -possa essere per l 'Italia una favorevole occasione. L'opinione pubblica di questo paese ha reso un sincero omaggio al valore di questo piccolo popolo che lotta in una guerra disuguale e che ha reso per sempre rispettato ed onorato nel mondo il nome danese. (Bene! Bravo ·!) Ma, o signori, quando una questione che era dapprima considerata soltanto sotto l'aspet to diplomatico si trasforma in una questione di diritto nazionale, e vien fatta una proposta la quale tende a consultare il voto delle popolazioni, noi dobbiamo ricorclarci che la

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