Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

31 Io credo , o signori , c.ae questo risultato abbia una importanza di cui è vano dj sconoscere il v:;tlore, esso prova come le questioni italiane non rimangono stazionarie, ma procedono per quella via delle preparazioni morali, via che noi stessi abbiamo prescelta e voluta, perchè la sola la quale può assicurare l'esito dell'impresa ; preparazioni morali, le quali, quando siano compiute, non tarderanno ·ad essere seguite B.ai · fatti. La nostra condotta , o signori , nella questione del Congresso era. talmente conform@ alle esigenze della nostra situazione che anche quei Governi amici d'Italia, che ebbero la più grande ripugnanza contro questa proposta, non disconobbero i motivi dai quali eravamo animati. Malgrado la grave divergenza che si manifestò nella questione del .Congresso tra il Governo francese e l'inglese, io posso assicurare la Camera e l'onorevole deputato La Porta, che mi domandava quali erano i nostri rapporti coll'Inghilterra, io posso assicur~re, dico, che, malgrado questo disparere, i rapporti dell 'Italia colla Francia e coll'Inghilterra non possono essere migliori, nè furono mai più cordiali, nè più intimi che in questo momento. Questo fu lo scopo a cui fu assiduamente rivolt~ la politica del Ministero, perchè l'ambizione dell'ItaJia è di prendere il suo posto infra quell'alleanza della Francia e dell'Inghilterra che è indispensabile al progressç> e alla libert~ d'Em·opa; perchè ogni italiano sa che quando fra la politica di questi àue paesi si manifesta una grave di~crep ania, una situazione pericolosa • . .

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