Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

28 L'imperatore Napoleone III, nell'aprire la nuova Sessione del Corpo legislativo francese, pronunciava il suo famoso discorso, ed il Governo imperiale rivolgeva ai Gabinetti europei la propo3ta d'un Congresso generale. Benchè l'onorevole interpellante non ne abbia fatto parola, parlo di questo periodo diplomatico del Congr€sso' perch~ esso vale a provare come sia ingiusta l 'accusa che ci vien _mossa, che per opera nostra le questioni italiane sieno poste in obblio e più non pesino nelle pre.occupazioni della politica europea, perchè questo periodo diplomatico vale a porre in piena luce ed a mettere in rili evo lo stadio morale in cui le . questioni italiane si trovano oggidì nella situazione generale dell'Europa. L'imperatore dei Francesi allargava i termini della questione polacca, dimostrava come l'edificio dei trattati de1 1815 sia minato e distrutto in tutte quelle parti in cui contrasta alle legittime aspirazio11i dei popoli; dimostrava la necessità di riconoscere definitivamente, ·ai dar sanzione legale a quei fatti che sono irrevocabilmente compiuti, e eli consacrare eziandio quelle soluzioni che, compiute oramai nella coscienza generale dell'Europa, tendono necessariamente a passare nell'ordine dei fatti, e non potrebbero farlo senza . nuove rivoluzioni e senza nuove guerre. Voi sapete, signori, quale fu la condotta .del Governo itali.ano. Noi abbiamo accettato senza tergiversazioni e senza ambagi. La proposta del Congresso aveva prima di tutto per noi un grande vantaggio, al momento in cui essa giungeva; essa poneva fine ad una fase diplo- •

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