Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

20 accidente, ·all'imboccatura del porto di Gen'ova, e mi ha domandato se la mia attenzione si era portata su questo fatto . Sì, certamente, la mia attenzione era stata su qt1esto fatto richiamata dal rappresentante di una potenza che non è punto amica delle rivoluzioni, e che aveva buon dato per credere che quelle armi fossero avviate ad un punto più lontano che non sia Civitavecchia, e fossero destinate ad una causa la, quale ha certamente le simp~tie dell 'onorevole deputato Miceli . Io mi riassumo : se gli onorevoli interpellanti mi domandano su che basi noi t rattiamo , rispondo: sulle basi del non intervento , esclusivamente colla Francia, nell'intento di ottenere il ritiro delle truppe francesi , offrendo quelle guarentigie che si accordano coi ~rincipii del Governo italiano e coi principii dello stess9 Governo francese. Se eglino mi domandano qual e è la nostra attuale condotta, rispondo che se un' attitudine di riserva, come ho già detto, era prima consigliata dalle circostanze, noi ci siamo anche prevalsi delle.opportune circostanze per riaprire la .discussione, pei· ricominciare lo scambio · delle idee e delle vedute onde appianare le difficoltà, e trovare i termini di una onorevole transazione. Il Governo non vuol certo risvegliare nel paese nè smodate speranze, nè esagerate aspettative; nori vuole attenuare neJla coscienza . del paese l'apprezzamento delle grandi difficoltà che attraversano lo scioglimento della questione romana, ma se nell'animo di taluno si fo sse introdotto lo sconforto , quello sconforto che in Italia potrebbe bensì condurre all'impazienza, ma non

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