Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

' 18 dirizzate dal Governo francese alla Corte romana, nelle quali la partenza di Francesco II era consigliata sotto i rapporti della dignità e della conv~nienza po litica, con un linguaggio assai .fermo e risoluto. 1. questo consiglio non fu ascoltato, ed io in parte n n me ne meraviglio, perchè a far sì che tali cons· ·1i siano ascoltati dalla Corte romana bisognebbe ggiungervi una sanzione, e la sola sanzione possj ile sarebbe quella della partenza delle truppe francesi da Roma. Il Governo francese non ha posto questa sJn· ziO ne. Per quanto dunque il Governo del Re non de ba . cessare dal preoccuparsi .della presenza di Francese II in Roma e debba studiarsi di ?ttenerne l'allontlnamento, noli: può negarsi tuttavia che questa quistlone non è che uno degli aspetti della quistione genèraJe dell'occupazione francese in Roma. 1 Infine l'onorevole deputato Passaglia doman/ava al Governo quale repressione materiale esso vojeva op· porre all'azione materlale del Governo ponti#cio, e ci incoraggiava ad entrare nel sistema delld rappresaglie. / n Governo pontificio non ammette la bandiera italiana ne' suoi porti, noi non ammettiamo la sua banbiera nei nostri; esso non ha concesso il soggiorno in Roma al console d'Italia, e noi abbiamo tOlto l'exe· quatur ai consoli pontificii. Il Governo romano ha posto il sequestro sopra alcune rendite che ora appartengono all'amnAnistrazione della Cassa ecclesiastica. ta Cassa eccle§iastica non corrisponde alla sua volta le rendite di etti sono mve-

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