Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

12 che lo stato attuale sia agli occhi nostri soddisfacente, ma credo anche éhe l'esagerare i fatti non è il miglior mezzo per poter reclamare contro qu(i}llo che realmente succede. Di fatti la situazione, dal tempo in cui avvenivano le scandalose invasioni dello Stramenga, dall'epoca in cui esisteva quello stato di cose che ci fu descritto dalla Commissione.d'inchiesta, è grandemente mutata. Grosse bande di briganti non passano più, non esistono più sulla frontiera quelle bande che si tenevano a cavallo' del confine e che si arrogavano anche una specie di colore politico. E noi abbiamo veduto le cospinizioni nemiche, nei loro progetti d'invasione, rivolgersi a macchina,rle e prepararle sulle coste dell'Albania, H che è prova che l'antico campo ·d'azione è ora ad esse seriamente conteso. Oltre la repressione militare furono prese anche delle misure di sorveglianza, e le autorità francesi espellono gli individui sospetti che si trovano sulla front iera. · Ma il problema è più complesso. Non basta r eprimere, non basta sorvegliare, bisogna prevenire. Con una frontiera così frastagliata e montuosa la sorveglianza e la repressione non sono sempre coronate dal successo. Bisogna cercare il rimedio là dov'è l'origine del male. Ora l'origine del male sta nelle cospirazioni borboniche che continuano in Roma, sta nel rifugio che tutti i malfattori fuggenti la giustizia dei nostri tribunali trovano nel territorio romano, non so bene se ripetendo l'èra di Romolo, come,ieri diceva l'onorevole Passaglia, ma certamente rinnovando non so

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